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Psicologia dinamica Maurizio Gasseu, Appunti di Psicologia Dinamica

appunti presi in aula integrati con il libro

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 23/05/2023

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PSICOLOGIA DINAMICA E/O DEL PROFONDO (CERCA DI ANDARE OLTRE)
La psicologia dinamica è una branca della psicologia che si occupa del rapporto tra la coscienza e
l’inconscio, del mondo emozionale, dei legami affettivi, delle modalità dei rapporti interpersonali, dei
conflitti e delle reazioni difensive che contrassegnano la vita psichica dei singoli o dei gruppi.
Es. Un gruppo di ragazzi e ragazze di scuola superiore erano molto coinvolti in questa esperienza in cui
trattavamo ogni problema, una ragazza dice “ma sa cos’è successo a Simona e Jessica, l’altro giorno si sono
menate e ora non si parlano più, erano sempre vicine”, un buon metodo è chiedere al gruppo non alle
persone singole. Abbiamo da studiare come i conflitti generano comportamenti.
Psicologia dinamica è comprendere e capire quello che c’è dietro I pazienti.
Freud studia I lapsus tutto ciò che trasforma il nostro linguaggio, si rifà a un modello che postula diverse
istanze psichiche che entrano in relazione tra loro.
Dal profondo perché postula l’esistenza di uno strato sotterraneo inconscio.
A differenza di altri modelli psicologici qui si postula che ci sia un inconscio che determina comportamenti
dell’individuo.
il concetto di dinamica viene anche dalla fisica, ci sono energie che entrano in conflitto.
Es. una persona che è logorroica sperimenta un grande senso di tristezza, depressione, deve riempirlo
parlando, con le parole. Se la vita cosciente è così stonata rispetto alla realtà psichica, l’inconscio cerca di
dare dei segnali.
Lo segnala per immagini, in modo paradossale, si occupa del mondo emozionale, dei legami affettivi.
I sogni sono sempre prodotti da dimensioni affettive, esplora le modalità dei rapport interpersonali.
La nostra vita psichica ci porta ad avere conflitti interiori (ucraini, chi ha lasciato l’ucraina e ha cercato di
proteggere la propria vita si sente in colpa per aver lasciato la terra e non essere stato lì ad aiutare la sua
terra)Se un gruppo ha già legami affettivi, regge di più il lavorare insieme durante questo periodo critico,
la psicologia dinamica studia le reazioni difensive.
LE MOTIVAZIONI INCONSCE
Anche le motivazioni possono essere inconsce, la psicologia dinamica si occupa di quei fattori interiori
spesso in contrasto, spesso dovuto alla nostra storia transgenerazionale e questo influenza la nostra vita.
Ci sono nelle famiglie profonde ripetizioni di esperienze non elaborate da parte dei nonni e dei bisnonni
I fattori che ci spingono sono chiamati → motivazioni
Si parla di legame di realtà che costringe la nipote a comportarsi come la nonna.
• La psicologia dinamica studia i fattori inconsci, le motivazioni, ovvero le componenti attive che ci
sospingono ad agire in un determinato modo.
• La psicologia dinamica si occupa dei molteplici ed eterogenei fattori interiori spesso in contrasto fra loro
e non sempre evidenti alla nostra coscienza che ci sospingono a fare, oppure a non fare, a dire o non dire
una data cosa. Questi fattori sono detti motivazioni.
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PSICOLOGIA DINAMICA E/O DEL PROFONDO (CERCA DI ANDARE OLTRE)

La psicologia dinamica è una branca della psicologia che si occupa del rapporto tra la coscienza e l’inconscio, del mondo emozionale, dei legami affettivi, delle modalità dei rapporti interpersonali, dei conflitti e delle reazioni difensive che contrassegnano la vita psichica dei singoli o dei gruppi. Es. Un gruppo di ragazzi e ragazze di scuola superiore erano molto coinvolti in questa esperienza in cui trattavamo ogni problema, una ragazza dice “ma sa cos’è successo a Simona e Jessica, l’altro giorno si sono menate e ora non si parlano più, erano sempre vicine”, un buon metodo è chiedere al gruppo non alle persone singole. Abbiamo da studiare come i conflitti generano comportamenti. Psicologia dinamica è comprendere e capire quello che c’è dietro I pazienti. Freud studia I lapsus tutto ciò che trasforma il nostro linguaggio, si rifà a un modello che postula diverse istanze psichiche che entrano in relazione tra loro. Dal profondo perché postula l’esistenza di uno strato sotterraneo inconscio. A differenza di altri modelli psicologici qui si postula che ci sia un inconscio che determina comportamenti dell’individuo. il concetto di dinamica viene anche dalla fisica, ci sono energie che entrano in conflitto. Es. una persona che è logorroica sperimenta un grande senso di tristezza, depressione, deve riempirlo parlando, con le parole. Se la vita cosciente è così stonata rispetto alla realtà psichica, l’inconscio cerca di dare dei segnali. Lo segnala per immagini, in modo paradossale, si occupa del mondo emozionale, dei legami affettivi. I sogni sono sempre prodotti da dimensioni affettive, esplora le modalità dei rapport interpersonali. La nostra vita psichica ci porta ad avere conflitti interiori (ucraini, chi ha lasciato l’ucraina e ha cercato di proteggere la propria vita si sente in colpa per aver lasciato la terra e non essere stato lì ad aiutare la sua terra)→Se un gruppo ha già legami affettivi, regge di più il lavorare insieme durante questo periodo critico, la psicologia dinamica studia le reazioni difensive. LE MOTIVAZIONI INCONSCE Anche le motivazioni possono essere inconsce, la psicologia dinamica si occupa di quei fattori interiori spesso in contrasto , spesso dovuto alla nostra storia transgenerazionale e questo influenza la nostra vita. Ci sono nelle famiglie profonde ripetizioni di esperienze non elaborate da parte dei nonni e dei bisnonni I fattori che ci spingono sono chiamati → motivazioni Si parla di legame di realtà che costringe la nipote a comportarsi come la nonna.

  • La psicologia dinamica studia i fattori inconsci, le motivazioni , ovvero le componenti attive che ci sospingono ad agire in un determinato modo.
  • La psicologia dinamica si occupa dei molteplici ed eterogenei fattori interiori – spesso in contrasto fra loro e non sempre evidenti alla nostra coscienza – che ci sospingono a fare, oppure a non fare, a dire o non dire una data cosa. Questi fattori sono detti motivazioni.

PRIMA PSICHIATRIA DINAMICA

  • 1880 Interesse in Francia per ipnotismo e la psichiatria dinamica con Charcot (neurologo più famoso) e Bernheim entrò negli ambienti universitari. Freud si trasferì per 6 mesi a Parigi da Charcot per esplorare l’inconscio, la psicosi.
  • Viene usata l’ipnosi per raggiungere ed esplorare l’inconscio.
  • Attenzione al sonnambulismo (quando le persone di notte si alzano, fanno cose poi ritornano a letto) alle personalità multiple (quando una persona ha più identità, più personalità, non si è consapevoli dell’altra identità, non sapevano più che identità avevano) e all’isteria. (Freud ha visto molti pazienti, soprattutto donne isteriche, l’isteria è una patologia in cui ci sono molti sintomi di conversione, il paziente ha più sintomi differenti e i sintomi manifestano desideri inconsci irresistibili – una persona che desidera tirare un pugno, gli si paralizza il braccio per evitare che tiri il pugno). L’isteria era più comune nelle donne perchè non poteva esprimere i propri desideri della vita e desideri sessuali.
  • Si sviluppa un modello della psiche umana basato sulla dualità dei processi psichici consci e inconsci. L’IPNOSI Franz Anton Mesmer (1734-1815) formulò la teoria del magnetismo animale , credeva che un fluido magnetico permeava l’universo e la salute dipendeva dalla corretta circolazione di questo fluido, mentre la malattia ne era un’alterazione di questo fluido. Le sue teorie furono condannate dall’Accademia delle Scienze e dalla Facoltà di Medicina. Fenomeno del mesmerismo per cui venivano messi i pazienti in cerchio con dei bastoncini metallici che riequilibravano il fluido magnetico. James Braid (1785-1860) medico inglese, introdusse il termine ipnosi, spostò l’attenzione dal concetto di trance (essere senza volontà) a quello di suggestione, cerca di far realizzare un’idea alla volta. Introdusse il concetto di monoideismo. Studiò e praticò l’autoipnosi. Charcout credeva che solo gli isterici potessero cadere nell’ipnosi. In realtà ogni persona può avere questo stato in cui ci sono stimoli monoideisti, un’idea alla volta. Yung venne soprannominato il mago di Zurigo quando portò in aula un paziente isterico, una volta nel primo 900 si portavano i pazienti per dimostrare la loro patologia. L’ipnosi tutt’ora viene utilizzata nella terapia del dolore o in certe situazioni del paziente psicotico. JEAN-MARTIN CHARCOUT
  • A Parigi c’erano due scuole di ipnosi. A differenza della Scuola di Nancy , fondata da Liebeault e Bernheim che ritenevano l’ipnosi un fenomeno psicologico normale, spiegabile con la suggestione, la Scuola della Salpetriere è diretta dal più famoso neurologo dell’epoca dotato di grande personalità, Charcot, che considerava l’ipnosi un fenomeno patologico, una nevrosi isterica naturale.
  • Si sviluppa il concetto di psicogenesi di malattie mentali e organiche. Charcot collocava le paralisi isteriche, post-traumatiche e ipnotiche nel gruppo delle paralisi dinamiche, in contrasto con le paralisi organiche originate da lesioni del sistema nervoso.
  • Charcot (1885) “...un’idea, o un gruppo di idee associate, si stabilisce nella mente come parassita, isolata dal resto della mente, e si esprime all’esterno attraverso i fenomeni motori corrispondenti... abbiamo delle idee che sono immagini che generano dei nostri comportamenti. Cioè, un giornalista, diceva che le immagini hanno un potere per trasformare i comportamenti dei pazienti sotto ipnosi.

PSICOLOGIA DINAMICA E PSICOANALISI

Il movimento psicoanalitico è una scuola che inizialmente è stata fortemente identificata con il suo fondatore, ma ora possiamo parlare di orientamenti psicoanalitici differenti. Prima di S. Freud, si pensava che il comportamento dell’individuo fosse sotto il controllo delle sue facoltà coscienti e razionali. Freud ha sovvertito questa concezione: egli considera la personalità umana come un iceberg, di cui solo la parte superficiale è visibile. LA PSICOLOGIA DINAMICA La psicologia dinamica non è mai stata una dottrina unitaria , né un corpus sistematico di idee, ma è piuttosto paragonabile a un magazzino di attrezzi, alcuni più recenti altri più antichi. Agli inizi del 1900 nasce la psicologia dinamica (ma data anche alla fine 800 esperienze dei primi ipnologi) dove con dinamica si intende evidenziare l’importanza di forze “psichiche” interne, ed esterne all’individuo, che nel loro incontrarsi, scontrarsi, equilibrarsi, possono aiutare a comprendere il significato ultimo del comportamento umano psicopatologico e cosiddetto normale. Freud raccolse lo spirito del ‘800: Freud non scoprì l’inconscio, o i conflitti psichici o le cause delle nevrosi, ma raccolse teorie e spunti che circolavano alla fine dell’800 sia in filosofia che in psicologia, sia in sessuologia, sia in psicopatologia, si valse di forme di saggezza presenti nei romanzi dell’800 come nella grande drammaturgia occidentale. IL COCETTO DI INCONSCIO IN FILOSOFIA

  • Nel XIX (19)secolo Schopenauer e Von Hartmann elaborano il concetto di inconscio che diviene popolate e la maggior parte dei filosofi ne ammette l’esistenza.
  • Nel 1869 E. von Hartmann pubblica Filosofia dell’Inconscio.
  • Nietzche che influenzò molto il pensiero di Jung concepiva l’inconscio come una zona di pensieri confusi, di emozioni, di pulsioni, come una zona in cui si ripetevano gli stadi precedenti dell’individuo e della specie. L’oscurità, il disordine, la mancanza di coerenza che caratterizzano i sogni ricordano la psiche umana negli stadi più primitivi. Lui alla fine dell’800 a Torino impazzì, per questo vedeva l’inconscio come una zona oscura, disordinata e con mancanza di coerenza. Venne ricoverato all’ospedale psichiatrico di Collegno (inginocchiato in via Po davanti ad un cavallo). KARL JASPERS Psichiatra che descrive la psicopatologia generale dal puto di vista fenomenologico e racconta che cosa è il sogno dal punto di vista soggettivo. Nel sogno [...] gli elementi che sono presenti costantemente nella vita psichica dello stato di veglia sono aboliti. Manca una vera coscienza della personalità (non siamo coscienti di chi siamo noi), per cui vengono commesse azioni che sarebbero completamente estranee alla personalità vigile[...]. Manca la coscienza di relazioni naturali tra gli avvenimenti, mancano veri e coscienti atti volontari [...]. Il concatenamento tra i processi psichici scompare [...]. Si sgretolano i collegamenti fra le figure e le tendenze volontarie. Manca la rappresentazione del passato e dell’avvenire : l’individuo che sogna vive solo nel presente. Una scena si sostituisce all’altra e spesso la precedente è del tutto dimenticata. Si vivono successivamente, a breve distanza di tempo gli uni dagli altri, o anche contemporaneamente, gli avvenimenti più contraddittori, senza meravigliarsene [...].

L’INCONSCIO

L’ inconscio non ha spazio né tempo, tutto può accadere. Quando ci rivolgiamo a comprendere l’inconscio bisogna entrare in un’altra logica, esperienze che trascendono spazio e tempo. Attraverso i sogni, la via maestra per accedere all’inconscio possiamo trarre informazioni sul presente, passato e futuro. I modelli matematici ci hanno insegnato che esistono universi temporali paralleli, quindi noi siamo in questo universo ma ci sono altri universi che parallelamente coesistono. Il sogno può trasferire i contenuti, tra universi temporali del passato e del futuro. Un famoso analista italiano, Leonardo Ancona diceva; l’inconscio è come Dio, è una totalità. Es. una paziente in seduta racconta un sogno indecifrabile: camminava sulla spiaggia in Liguria, di fronte a lei vide una torre bianca a picco sul mare, con le mura che davano sul mare in un’insenatura con delle rocce. Nel sogno poteva aprire la porta di questa torre in cui vide finestre sul mare e i piani superiori. Sei mesi dopo mentre camminava vide questa torre, chiese al conte proprietario di visitare la torre ed era come se l’era immaginata. Una notte, in un sogno vide una scala nella torre, chiese dove fosse finita quella scala e il conte sorpreso disse che la scala una volta nella camera fu tolta un mio avo due secoli fa. Il sogno da informazioni su qualcosa che andremo ad incontrare, è questo Jung lo chiama PROCESSO FINALISTICO DEL SOGNO, un sogno prepara a qualcosa che incontreremo dopo. (alcune donne sognano la gravidanza e a volte il sesso della figlia). Il sogno annuncia, preparano a qualcosa. Caratteristiche del sogno :

  • delle persone possono vedere prima quello che sta tendendo ad accadere, è un modello che si chiama SOCIAL DREAMING MATRIX, sognare socialmente insieme (ricordare associazioni ai sogni).
  • PROSPETTI= sono quei sogni con cui si coglie prima qualcosa, è un’intuizione.
  • È importante distinguere i drammi interiori e un evento che invece potrebbe accadere, vedere se i dettagli sono possibili nella realtà→Il SOGNO VISIONE: sogno in cui appare un’immagine che è come accadrà nella realtà successivamente, sogno raro. Es. in macchina, con una donna e le montagne, il vecchio di destra era frantumato. Dieci giorni dopo è esplosa la gomma della macchina e l’auto si è cappottata come nel sogno→i sogni avvertono.
  • Ci sono sogni che continuano, è come una trama interiore che viene continuata, è uno sviluppo del viaggio interiore. Ci sono persone che vivono nella stessa casa e che fanno lo stesso sogno; la stessa cosa ma da prospettive diverse.
  • Quando noi raccontiamo il sogno si tende a modificare la relazione con l’altra persona. Quando dico di aver sognato un'altra persona posso cambiare la relazione che c’è tra i due. Es. donna separata che una volta ha sognato il proprio avvocato viene da lei e le chiede di diventare sua moglie. Lei è colpita e una volta comunica il sogno all’avvocato, lui la guarda sorpresa e le dice che ha fatto anche lui lo stesso sogno. Precedentemente non c’era una storia d’amore. Jung dice che ci sono sogni riferiti al soggetto e altri all’oggetto. Jung postulerà l’esistenza dell’inconscio collettivo ed è come e tutte le informazioni fossero insieme, sia del passato, presente e futuro.

SIGMUND FREUD

(1856-1939) Freud nacque il 6 maggio 1856 a Freiberg in Moravia figlio primogenito di Jacob Freud, commerciante ebreo di lana della Galizia, e dalla sua terza moglie Amalie Nathanson. Quando aveva 4 anni, gravi difficoltà economiche costrinsero la famiglia a trasferirsi a Vienna che, in quel tempo, era una città di quasi un milione di abitanti e il centro della cultura europea. Nonostante non avesse ricevuto dal padre un’educazione religiosa ortodossa, si appassionò alla Bibbia il cui studio approfondito fu in seguito determinante nelle sue scelte e nei suoi interessi. Terminato il liceo avrebbe voluto studiare Giurisprudenza per dedicarsi a problemi sociali, ma le teorie di Darwin che promettevano un gran progresso nella comprensione del mondo e il saggio di Goethe “La natura” catturarono la sua immaginazione e decise d’iscriversi alla facoltà di Medicina (1873). Si laureò tardi (1881) perché l’insegnamento offerto non lo soddisfaceva obbligandolo ad approfondire e a esercitare il suo senso critico. “In quegli anni giovanili” scrive ancora Freud: “non sentivo alcuna predilezione speciale per la professione medica, né ebbi del resto a sentirla in seguito. Mi dominava piuttosto una specie di curiosità di sapere che, però, si riferiva più ai fenomeni umani che agli oggetti naturali... L’Università mi procurò in principio notevoli delusioni, mi feriva l’idea che l’appartenere alla religione israelitica mi dovesse porre in una posizione d’inferiorità, ...non ho mai potuto capire perché avrei dovuto vergognarmi della mia origine, o, come già da allora si cominciava a dire, della mia razza. Al terzo anno di corso, tuttavia, incontrò il famoso fisiologo Ernst Bruecke del quale fu allievo, e “Nel laboratorio di fisiologia raggiunsi infine completa tranquillità e soddisfazione”. Inizialmente si occupò di fisiologia e in seguito di anatomia del sistema nervoso fino al 1882. (Jung invece psichiatra). In quegli anni (1880) conobbe anche Joseph Breuer , medico psichiatra del quale diventò amico intimo. Insieme affrontarono il caso di Anna O , una paziente isterica i cui sintomi migravano da una parte all’altra del corpo e quando il suo medico curante, Breuer spiegava tramite le associazioni libere a questi pazienti quali fossero le cause di questi sintomi, i sintomi cessavano di esistere. PoI si presentavano anche nuovi sintomi. Per soddisfare esigenze materiali, si dedicò poi allo studio delle malattie nervose e, attratto dal nome di Charcot che aveva acquisito larga fama, andò a Parigi per perfezionarsi. Ottenne la docenza universitaria in neuropatologia e nel 1885 una borsa di studio gli permise di trasferirsi a Parigi come allievo alla Salpêtrière. L’anno seguente si stabilì come medico a Vienna dove lavorò all’Ospedale generale e sposò Martha Bernays. PUBBLICAZIONI: Nel 1885 scrisse Progetto di una psicologia in cui cercò di correlare i processi psicologici con la distribuzione e la circolazione della quantità di energia attraverso ipotetiche strutture cerebrali seguendo un’orientamento in quegli anni praticato da Meynert e dalla psicofisica di Fechner. Nel 18 95 pubblicò anche con Breuer Studi sull’isteria in cui veniva presentato un caso emblematico di Breuer, Anna O. (Bertha Pappenheim) paziente con molti sintomi isterici che scomparivano quando con una terapia catartica Breuer le faceva evocare le circostanze specifiche che avevano causato la comparsa di quei sintomi. Freud nel libro descrisse 4 suoi casi clinici e un saggio in cui espose la psicoterapia dell’isteria.

Negli Studi sull’isteria trattando il caso della paziente Elisabeth von R. descrisse il nuovo metodo delle associazioni libere che gli era stato proposto dalla paziente stessa che liberamente associava ad alcune esperienze della sua vita a dei sintomi che aveva. Freud iniziò così a concepire una teoria delle nevrosi influenzato dalla sua visita a Charcot e dal caso di Anna O. Nel 1894 elaborò il concetto di difesa già coniato da Meynert , nel senso che le difese permettono di dimenticare ricordi penosi→ la rimozione è quel meccanismo per cui non ricordiamo. La vita psichica attiva tra le comunicazioni meccanismi di difesa. La realtà spesso viene espressa attraverso i lapsus che sono dei contenuti che vengono fuori di colpo, in situazioni difficili, emotivamente stressanti per chi sta parlando e Freud si occupa di questi fenomeni che avvengono nella quotidianità. Nel 1896 non parlò più di analisi psicologica ma chiamò il proprio metodo psicoanalisi. NASCITA DELLA PSICOANALISI ; La prima psichiatria/psicologia dinamica era stata la sistemazione di osservazioni fatte su pazienti ipnotizzati con il metodo delle libere associazioni fu introdotta una nuova impostazione: Il paziente si sdraiava sul divano e gli si esponeva la regola fondamentale di dire qualunque cosa gli venisse in mente, anche se pareva futile, assurda, imbarazzante o addirittura offensiva. Il paziente nel far questo sentiva momenti di inibizione e altre difficoltà che Freud chiamò resistenze, termine già noto agli ipnotisti francesi. Freud spesso sembra che iniziasse le sedute con una luce soffusa passando una mano nella fronte del paziente e questo attivava sia regressione che una certa suggestionabilità maggiore. Studi sull’isteria: Freud tratta l’isteria, nel suo tempo vi erano tanti pazienti isterici, ma le patologie cambia nei decenni. Oggi giorno le patologie sono cambiate (es. anoressia/bulimia sono stati favoriti da abbondanza di cibo). Isteria è insieme di sintomi e drammatizzazione di idee inconsce : soggetto drammatizza col sintomo qualcosa che è un’idea forte interna. Negli studi sull’isteria quello che fa Blauler, collega di Freud, è di aiutare a collegare cosa sia collegato al sintomo: ogni volta che viene collegato sintomo sparisce, ma compare nuovo sintomo.

  • Trauma sessuale reale nella prima infanzia
  • Relazione simbolica tra sintomo e fenomeno psichico->i nostri sintomi sono legati alla vita psichica (un problema cardiaco che può portare anche ad un infarto è una rottura del sentimento, qualcosa del sentimento può attivare l’infarto.
  • Introduzione concetto di transfert (amore di traslazione ma anche l’odio); ovvero trasferire su terapeuta determinati contenuti, è qualcosa in cui si esprime un proprio bisogno: non vi è trasformazione o cura se non vi è trasferimento. Bisogna dedicare una fase dell’analisi all’elaborazione del transfer e a sciogliere dipendenza.

È interessante come lui lavori a pazienti ad occhi aperti, sono in uno stato sonnambolico ad occhi aperti. Una cosa che colpisce è che dice che ci sono pazienti che hanno fatto la terapia che vogliono tornare a parlare anche se le sedute ipnotiche fossero finite. Ma se io non gli permettessi di tornare e ascoltare il racconto di ciò che è successo nella loro vita è come se distruggessi il lavoro fatto con loro. Il lavoro con un’ipnotista è un transfert , il che bisogna alla fine della terapia ritrovarlo e raccontare di noi stessi, è come ricevere uno specchio alla nostra identità. Dare spazio per rafforzare la propria identità.

  • prendeva tempo, andava profondamente piano così da entrare nell’inconscio, grande deposito di ricordo.
  • Faceva ricorso a nuove tecniche->Ipnoterapia viene oggi usata con grandi risultati nel trattamento delle diverse forme di dolore somatico, fumo, obesità e in psichiatria per il trattamento delle nevrosi. Prima di Erikson l’ipnosi aveva il carattere di un rito un po’ inquietante, nel quale l’ipnotista dotato di poteri misteriosi riduceva il soggetto alla sua volontà, inducendo pensieri o comportamenti. Erikson ha ridato all’ipnosi le caratteristiche di un fenomeno del tutto naturale , nel quale il terapeuta non induce nulla dall’esterno ma si limita ad assecondare la volontà del paziente aiutandolo a descrivere le sue potenzialità. La stessa condizione di trans è ottenuta agevolando uno stato naturale comune a tutti noi. Erikson ha notato come nella vita quotidiana che lui ha chiamato trans di tutti i giorni, noi andiamo spontaneamente in ipnosi diverse volte, e questo ci serve per risparmiare energia psichica in qualche modo per dedicare la nostra attenzione alle cose che più ci occorrono. La trans la sperimentiamo spesso quotidianamente nella vita. Es. Quando guidiamo e non ricordiamo i paesi che abbiamo passato; come se per risparmiare energia mettiamo il “pilota automatico” e non ricordiamo bene i luoghi attraversati. E quando ci risvegliamo possiamo essere un po’ spaventati da questa trans auto-ipnotica. Si hanno tutte le facoltà di rispondere agli stimoli ma appunto è come avessimo il pilota automatico. L’ipnosi nella sua applicazione terapeutica è in realtà una terapia essenziale, scarta tutto ciò che è marginale rispetto all’interesse del soggetto dell’ipnotista. Così come quando una persona comincia ad entrare nella trans, dimentica tutti i disturbi di fondo, rumori e tutto quello che in qualche modo può ostacolare la sua partecipazione alla trans. Allo stesso modo nell’arco della terapia succede che il soggetto tende ad eliminare quei fattori che non rientrano in quelle che sono le sue motivazioni e le sue finalità; (se il soggetto segue come ridurre un’intensità di un fenomeno doloroso allora l’ipnotista farà in modo di ottenere che il soggetto si sposti altrove, oppure se il soggetto ha la capacità di codificare la sensazione del tempo soggettivamente, quello che si chiama DISTORSIONE TEMPORALE , l’ipnotista potrà ottenere per esempio che il dolore duri così poco da poter essere perfettamente tollerabile. Una volta si credeva che soltanto alcune persone fossero ipnotizzabili e questo è un concetto che veniva dall’ipnosi classica, secondo la quale soltanto alcuni soggetti dotati di personalità debole, e quindi suggestionabili sarebbero stati capaci di andare in contro all’ipnosi. Si è visto invece il contrario, che le persone che vanno meglio in ipnosi sono coloro che hanno una buona capacità di estrazione e quindi la capacità di concettualizzare meglio. L’ipnotista può sfruttare l’ipnosi solo se il soggetto lo consente e può ottenere dei risultati soltanto se questi sono convenienti per le persone sotto ipnosi, altrimenti l soggetto può ritirarsi liberamente dalla trans. Se l’ipnotista asseconda il soggetto, lo segue e risolve i problemi in tempo breve perché è quello che desidera, non subendo nessun tipo di forzatura andrà nella direzione giusta.
  • avere una profonda alleanza terapeutica con il soggetto La trans di tutti i giorni: è quella situazione in cui diminuisce la nostra capacità di controllo , di tendenza al controllo della nostra attività psichica e questa diminuzione di controllo viene ottenuta dall’ipnotista, ma viene ottenuta anche in altre situazioni, da tante persone che hanno interesse a farci perdere il controllo. (es. ciò che viene ottenuta in ambito pubblicitario) Per spiegare che cosa è questa trans di tutti i giorni, Erikson racconta l’episodio di lui che con la sua carrozzella cammina all’angolo di una strada e di un signore che arriva dall’altro angolo della strada di corsa. Il signore inciampa nella carrozzella e cade, si gira furioso verso Erikson il quale li chiese prontamente che ore fossero. Questa domanda così inattesa rispetto alla situazione getta l’altra persona in uno stato di assoluta confusione. Questa confusione è la trans di cui parla Erikson. La trans indotta come risposta inaspettata viene approfondita in terapia attraverso movimenti successivi sempre inaspettati dalla persona che si sottopone alla terapia. Il lavoro fatto da Erikson va verso la liberazione delle sue risorse, non vuole manipolare il suo paziente ma vuole creare delle condizioni entro le quali le risorse della persona vengono fuori. In psicoterapia ci troviamo sempre tra il rischio di manipolazione e il lasciar libero il paziente di crescere e di evolversi. La psicoterapia non è democratica, è un paziente che paga e un terapeuta che riceve l’onorario. Chi decide il luogo e l’orario è solitamente il terapeuta. È quindi una situazione un po’ sbilanciata. La tradizionale ipnosi era molto direttiva, Erikson lascia libero l’oggetto di esprimersi, le sue tecniche sono confusive →Dallo stato di confusione si può passare ad altre induzioni suggestive. A differenza della psicoanalisi di Freud e Jung, nella terapia ipnotica chi lavora sui sintomi (chi permetta che la persona smetta di fumare) non si aiuta il soggetto di essere consapevole di come attiva i meccanismi di difesa e resistenze e per questo veniva vista l’ipnosi come un trattamento che curava i sintomi più che una trasformazione/ elaborazione della personalità del soggetto. →uno psicologo quando si trova a lavorare con un paziente, quando effettua un colloquio, utilizza tutta la sua personalità e la sua competenza per interagire con l’altro, è importante la comunicazione. (pazienti che hanno difficoltà ad esprimere segreti-il terapeuta deve esplorare chiedere esplicitamente se si è pensato di suicidarsi), dare spazio al paziente - La comunicazione è importante per far esprimere l’altro Comunicazione usata da Erikson : comunicazione essenziale, cerca di mirare il suo intervento su quello che potrebbe essere utile al paziente in base a cosa avevano stabilito in precedenza. Catalessi del bracco : strumento utilizzato nell’ipnosi che serve per facilitare l’ingresso al sistema neuro- vegetativo e di conseguenza attuare cambiamenti profondi e indurre elle trans efficaci. Suggestiona l’immobilità dell’arto-> regressione ; tutte le volte che una persona si associa a dei momenti passati è un ottimo strumento per condurre a una trans. Quella mano, perché sta creando una dissociazione e non la tua mano Mantiene contatto oculare , importante per la fascinazione. Una delle prime cose che una persona fa quando entra in uno stato alterato di coscienza è guardare un punto, fissare un punto. Quando una persona entra in uno stato tratto di coscienza (soggetto terzo, sta parlando allo stesso tempo allo ascoltatore).

NEVROSI ATTUALI

NEVRASTENIA: la causa sta nell’assente o inadeguato soddisfacimento sessuale Cefalee debolezza muscolare disturbi sessuali Disequilibrio tra sintomi obiettivi e dolore denunciato NEVROSI D’ANGOSCIA: Eccessivo accumulo di sessualità somatica non permette scarica adeguata, ingorgo libidico e impossibile elaborazione psichica della tensione sessuale INTRODUZIONE MODELLO DEL DESIDERIO INCONSCIO Nel 1897 due anni dopo la pubblicazione degli studi sull’isteria, Freud prende coscienza che i traumi riferiti dai pazienti e ritenuti reali fossero invece prodotto di fantasie del paziente. Persone ipotizzate come abusanti, ma che in realtà c’è stata una fantasia della bambina, o della madre della bambina (esempio genitori separati, la madre non ha più alcun rapporto, il padre invece diversi; la madre è convinta che il padre abusi della figlia; c’è il rischio che appunto le fantasie della madre attivino delle denunce). Il pensiero di Freud subisce un profondo cambiamento, mentre prima era convinto che i fattori esterni fossero determinati d’ora in avanti considererà soprattutto i fattori interni come centrali. L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI 1899 Gli psicologi cercano di mettere in relazione tale contenuto manifesto con le stimolazioni sensorie o motorie reali durante il sonno. Freud invece considerò di importanza minore la funzione svolta da queste, valutò come più importante la relazione tra il contenuto manifesto e il contenuto latente del sogno , relazione simile a quella che aveva scoperto tra il sintomo isterico e i ricordi patogeni che aveva scoperto nei pazienti. Analizzò approfonditamente un suo famoso sogno relativo ad una sua paziente Irma. Freud fa tantissime associazioni all’elemento, Jung si ferma alla prima associazione che da il paziente, se noi passiamo da un’associazione all’altra ci allontaniamo dal vero significato del sogno. I sogni sono soddisfacimenti camuffati di desideri conflittuali. Nel sonno si indeboliscono le forze dinamiche che impediscono l’emergere di ricordi e sentimenti segreti, se però il desiderio venisse rappresentato direttamente il sonno sarebbe interrotto. Da qui il compromesso: il sogno in forma camuffata. Il vero significato del sogno (contenuto latente) viene elaborato attraverso un processo di distorsione (lavoro onirico: condensazione, spostamento, simbolizzazione) e trasformato in immagini accettabili per la coscienza (contenuto manifesto), anche se apparentemente prive di significato.

IL SOGNO:

CONTENUTO ONIRICO MANIFESTO= si riferisce a ciò che il sogno racconta, all’esperienza soggettiva che appare alla coscienza durante il sonno e che il soggetto può ricordare dopo essersi svegliato. CONTENUTO ONIRICO LATENTE= rappresenta ciò che è nascosto, l’insieme dei desideri e dei pensieri che cercano di svegliare il soggetto che dorme e che può essere raggiunto attraverso la tecnica delle associazioni. LAVORO ONIRICO= complesso delle operazioni che trasformano i materiali del sogno (stimoli somatici, residui diurni, pensieri del sogno) in un prodotto: il sogno manifesto. La deformazione è l’effetto di tale lavoro. I meccanismi del lavoro onirico sono:

  • la condensazione
  • lo spostamento
  • l’elaborazione secondaria FREUD PARLA DI PROCESSO PRIMARIO E PROCESSO SECONDARIO, due modalità di pensiero; uno più arcaico e un’altra modalità che si sviluppa progressivamente. PROCESSO PRIMARIO
  • è il pensiero più arcaico e primitivo associato al sistema inconscio. Costituisce il tipo dominante di pensiero dell’Io immaturo che tende alla gratificazione immediata. È una forma di scarica pulsionale non inibita che persiste in qualche misura anche nella vita adulta.
  • le rappresentazioni mentali guidate dal processo primario sono sperimentate come reali. È caratterizzato da energia allo stato libero che ha facilità di scarica secondo il principio di piacere e possiede capacità di spostamento e condensazione. →nello spostamento l’energia libera scorre e si sposta lungo una via associativa che collega diverse rappresentazioni per scaricarsi (esempi: formazione del sintomo fobico; sogno che permette alla censura di accettare rappresentazioni meno intense) →nella condensazione, un’unica rappresentazione appare come punto comune a molte catene associative di rappresentazioni ed è su quella che vengono investite le loro energie.
  • è frequente la rappresentazione per allusione o per analogia e al posto dell’intero può essere usata una parte dell’oggetto, di un ricordo o di un’idea, o viceversa. La rappresentazione verbale non è usata in maniera esclusiva e molti pensieri diversi possono essere rappresentati da un singolo pensiero o immagine. PROCESSO SECONDARIO
  • il processo secondario si sviluppa invece gradualmente e progressivamente durante i primi anni della vita ed è caratteristico delle operazioni dell’Io relativamente maturo. Nel processo secondario l’accento è posto sulla possibilità di ritardare la scarica di energia fino a quando le circostanze non risultino le più favorevoli possibili. È definito come lo stato vincolato dell’energia in cui l’interesse dell’Io è rivolto verso i legami e le vie di collegamento verso le rappresentazioni.
  • opera secondo il principio di realtà , che è sottoposto alle regole della logica, e ricerca l’identità di pensiero.
  • il pensiero secondario è il modo di pensare ordinario, cosciente, come lo conosciamo attraverso l’introspezione, e cioè fondamentalmente verbale e rispettoso delle leggi della sintassi e della logica.

Freud inizia così a connettere quanto stava avvenendo a livello di relazione tra il paziente e il medico con quanto il paziente aveva sperimentato in precedenza all’interno di relazioni affettive molto importanti della sua vita passata. Le pazienti non si innamoravano di lui perché era lui, ma perché in lui rivivevano o ripetevano nella relazione le modalità affettive più importanti della vita passata RESISTENZE C’è una forza, dice Freud, nella mente dell’individuo che tende a venire allo scoperto, c’è un’altra forza contrastante che tende a mantenere nascoste, lontane le stesse cose che l’individuo desidererebbe portare allo scoperto. Questa lotta intrapsichica si manifesta però anche nella relazione interpersonale: il paziente manifesta delle resistenze nei confronti dell’analista, quando Freud ha potuto capire tutto questo, ha anche potuto astenersi da azioni e rivolgersi al paziente rispetto agli accadimenti nel hic et nunc, nella seduta, in termini di comunicazione. PSICOPATOLOGIA DELLA VITA QUOTIDIANA (1901) Freud in questo testo raccolse articoli sui lapsus verbali e di scrittura e su vari atti denominati atti mancati dovuti alle manifestazioni dell’inconscio. Teorizzò gli atti mancati, lapsus, paraprassie come il risultato del fallimento di un conflitto tra il conscio e l’inconscio e non semplicemente un indebolimento della rappresentazione. (desideri inconsciamente allontananti dalla coscienza e rimossi nell’inconscio ma la rimozione è fallita). La rimozione è un meccanismo di difesa molto forte e intenso che permette al traumatizzato di non ricordare episodi collegati a trauma vissuto, ma vi sono particolari esperienze psichiche e relazionali che possono far sorgere improvvisamente il rimosso. Freud sviluppa la TEORIA DELLA LIBIDO. Nel 1905 Freud pubblicò Tre saggi sula vita sessuale. TRE SAGGI SULLA TEORIA SESSUALE (1905) Modello pulsionale (1905): la mente è un apparato per scaricare stimoli che premono su di essa. Gli stimoli possono essere: esterni (es. un predatore minaccioso) o interni (la fame). Mentre quelli esterni possono essere evitati, quelli interni continuano ad accumularsi: la mente si struttura in modo da contenere, controllare e, se possibile, scaricare gli stimoli interni. Importanti tra gli stimoli interni: le pulsioni sessuali, esse si presentano sotto forma di tensioni provenienti da diverse parti del corpo. Quando vi è tensione sessuale vi è una fonte (es. cavità orale) che si attiva, nel neonato questa fonte si attiva verso una méta (es. suzione). L’oggetto viene scoperto attraverso l’esperienza. Nel primo saggio classifica le deviazioni sessuali secondo l’oggetto e la meta e sottolineò che la bisessualità è fondamentale in tutti gli esseri umani. Il secondo saggio tratta della vita sessuale infantile, fenomeno ignorato nella letteratura a causa di un’amnesia infantile che cancella i ricordi dei primi sei anni di vita o più, simile alla rimozione dei nevrotici, in cui si sviluppa un periodo di latenza che consente la sublimazione degli impulsi sessuali a beneficio dell’umanità.

LO SVILUPPO LIBIDICO: tutto quello che appartiene alla vita mentale, diventa un’espressione di motivazioni che nella sessualità avrebbero il loro nucleo generativo (per Freud con sessualità si intende una qualsiasi attività gradevole, come succhiarsi il dito, o guardare qualcosa che desti un godimento, 1905). L’intuizione di Freud fu che la sessualità naturale del bambino, vale a dire gli eccitamenti legati alle varie attività, quali succhiare, defecare, guardare, fossero all’origine di tutte le forme e esperienze successive dei desideri e dei comportamenti sessuali, sia nei modi ordinari, sia in quelli non socialmente convenzionali. Nel corso di uno sviluppo soddisfacente gli “interessi sessuali” del bambino diventerebbero introduttivi, cioè preliminari, al comportamento sessuale adulto; in caso contrario, resterebbero parti non integrate, divenendo fonti di gratificazione sessuali principali: se persona si trova da bambino con alcuni avvenimenti che lo scioccando nella fase della suzione in maniera nevrotica (avremo personalità adulta fissata con la fase orale (es. fumo sigarette) che prevarrà su altri piaceri. La fissazione orale porta anche ad essere dipendente, come se si attendesse sempre qualcosa dall’altro. Legato al defecare vi è controllo degli sfinteri: la personalità ossessiva sarà quella che prova piacere nel trattenere, sviluppando carattere anale tipico delle persone che trattengono sentimenti, che diventano collezionisti e accumulatori. LA TEORIA DELLA SEDUZIONE Durante il soggiorno a Parigi dove si era recato per collaborare con Charcot, Freud era entrato anche in contatto con la letteratura medico-legale che metteva in risalto la frequenza degli abusi sessuali nell’infanzia. La frequenza dei casi osservati personalmente dal medico legale parigino e riportati in un suo scritto del 1857, non fu mai citata nella letteratura psicoanalitica o psichiatrica. Freud, profondamente colpito dai racconti della brutalità impressa sui giovani corpi barbaramente violentati che osservava durante le autopsie, studiò la funzione della memoria come possibile causa dei disturbi nervosi, ipotizzò così che ci fosse un trauma fisico o mentale che li era originati da questi abusi e che risalisse ai primi anni di vita. Anche Charcot e Breuer ritenevano che alla base dei disturbi nervosi vi fossero sempre “secrets d’alcove”, situazioni sessuali, ma non c’era ancora una solida teoria che potesse spiegare questa ipotesi. In una lettera a Fliess, Freud sosteneva che la “nevrastenia” fosse, di fatto, una nevrosi sessuale: con riferimento a 18 casi analizzati, ipotizzava che i traumi all’origine dell’isteria dovessero risalire a un’irritazione dei genitali subita durante l’infanzia a causa dei giochi perversi messi in atto da persone molto vicine alle vittime. Freud ritiene dunque che questi giochi perversi reali attivati verso i bambini potessero generare da adulti la nevrosi isterica. Nel 1896 tenne una conferenza sull’etiologia dell’isteria durante la quale espresse pubblicamente le conclusioni a cui era arrivato attraverso il lavoro analitico. Sulla base dei ricordi delle sue pazienti che narravano di traumi sessuali subiti nell’infanzia egli postulò che l’isteria, la nevrosi ossessiva (nevrosi in cui persona tende ad avere idee ossessive o trattiene sentimenti) e la paranoia (profondo sentimento di essere odiati o minacciati anche se minaccia non esiste) fossero causate dalla rimozione dei ricordi relativi ad esperienze sessuali infantili di carattere traumatico. Tali traumi erano stati perpetrati da svariati attori, generalmente adulti, tra i quali istitutori, fratelli maggiori e anche padri. Le sue parole sono accolte con molta freddezza e un generale ostracismo. Sviluppando l’osservazione clinica Freud scoprì, tuttavia, che talvolta le scene di seduzione potevano essere il prodotto di ricostruzioni fantastiche che rispecchiavano assai più̀ le aspirazioni del bambino che non le intenzioni dell’adulto. Scoprì cioè che le scene di seduzione raccontate dai suoi pazienti erano, a volte, il

Definizione concetto di pulsione nei 3 saggi: “per “pulsione” noi innanzitutto non possiamo intendere nient’altro che la rappresentanza psichica di una fonte di stimolo in continuo flusso, endosomatica … la pulsione è così uno dei concetti che stanno al limite tra lo psichico ed il corporeo … [le pulsioni vanno] prese in considerazione, per la vita psichica, solo come misure per la richiesta di lavoro. Ciò che distingue le pulsioni una dalle altre e le fornisce di qualità specifiche è la relazione che esse hanno con le loro fonti somatiche e le loro mete. La fonte della pulsione è un processo eccitante in un organo, e la méta prossima della pulsione risiede nella abolizione di questo stimolo organico” (Freud, 1905, trad. it. 1984, p. 168) → La fonte della pulsione si localizza seguendo la maturazione biologica dell’individuo in alcune zone erogene: orale, anale, fallico (edipica, latenza genitale in cui non ha più desideri di relazione con l’altro genere) Nel pensiero freudiano il passaggio da uno stadio all’altro è molto più sfumato che in altri approcci. È possibile la coesistenza di elementi di uno stadio precedente anche in quelli successivi. In ogni stadio l’eccessiva frustrazione o soddisfacimento della pulsione può determinare fenomeni di fissazione o regressione che stanno alla base della psicopatologia psicoanalitica. In ogni stadio l’equilibrio e l’organizzazione delle istanze psichiche è differente. Vi sono pulsioni di auto-conservazione o Pulsioni dell’Io. 1° saggio: il tema della previsione

  • Deviazione del processo della procreazione a cui la sessualità è finalizzata.
  • Le previsioni hanno Mete e Oggetti diversi da quelli della sessualità procreativa
  • Consistono in un arresto del processo di sviluppo della sessualità.
  • Classificazione delle deviazioni sessuali in base a oggetto e meta. LE TRAFORMAZIONI DELLA PUBERTA’ Il terzo saggio di Freud è intitolato Le trasformazioni della pubertà in cui vi è uno spostamento della libido dall’autoerotismo agli oggetti sessuali, dalle pulsioni parziali si passa alla loro unificazione sotto il primato della zona genitale, e dal piacere individuale al servizio della procreazione. Fase genitale. La libido, cioè la pulsione sessuale è descritta fondamentalmente di natura maschile a prescindere dal suo oggetto. Il resto del saggio è dedicato al rinvenimento dell’oggetto d’amor, il proprio corpo e il seno della madre sono i primi oggetti della sessualità infantile.

LE FASI DELLO SVILUPPO PSICOSESSUALE

Per Freud ogni processo psichico deve essere considerato da tre punti di vista di uguale importanza: quello dinamico, topico ed economico. Successivamente aggiunse un punto di vista strutturale, un punto di vista genetico e un punto di vista evolutivo. Nel 1899 ipotizzò la mente costituita dal sistema inconscio , dal preconscio, dal conscio, sistemi dinamici con differenti energie e contenuti in relazione alla loro accessibilità alla coscienza. Egli utilizza una metafora spaziale prevalentemente descrittiva che richiama uno strumento ottico. LA FASE ORALE Il piacere è legato all’eccitazione della cavità boccale e delle labbra. L’attività di nutrizione fornisce i significati elettivi con cui si organizzano le relazioni oggettuali, contrassegnati dai significati di incorporare- essere incorporati. Tale fase, inoltre, vede la progressiva distinzione fra sé e non sé, e l’acquisizione di capacità di dilatazione della soddisfazione. Teme di perdere l’oggetto (sentimenti di lutto e di colpa) Esplorazione della realtà da passiva ad attiva. Sperimenta ambivalenza, cioè presenza simultanea (e non più successiva), nella relazione con un oggetto (ora la madre) di sentimenti opposti: amore e odio. Relazione madre-bambino Man mano che la realtà esterna viene riconosciuta, gli oggetti si legano alle figure reali che circondano il bambino; fra queste soprattutto la madre, in modo continuativo: la sua presenza è connessa alle esperienze di piacere (nutrizione, carezze, affetto), e la sua assenza è invece associata alle esperienze di dispiacere (fame, freddo, sporco disturbante). All’oggetto intero esterno, madre, corrisponde un oggetto intero interno (Sé).