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ISTITUZIONE DI DIRITTO: DIRITTO PUBBLICO APPUNTI (ANTONIO MASTROPAOLO), Appunti di Diritto Pubblico

CONCETTI GENERALI, NASCITA DELLO STATO, TIPI DI STATO, LEGITTIMAZIONE DELLO STATO, FORME DI GOVERNO, FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE, FORMAZIONE DEL GOVERNO, GOVERNO, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, PARLAMENTO, GERARCHIA DELLE FONTI, LA COSTITUZIONE, LA LEGGE, ATTI CON FORZA DI LEGGE, REGOLAMENTI, REFERENDUM ABROGATIVO, FONTI DEL DIRITTO, PRINCIPIO DELLA COMPETENZA, PRINCIPIO DELLA COERENZA DELL’ORDINAMENTO, FONTI INTERNAZIONALI e RAPPORTO TRA STATO E CHIESA

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 04/09/2020

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ISTITUZIONI DI DIRITTO PUBBLICO
PARTE 1 CONCETTI GENERALI
Il diritto pubblico è l’insieme delle norme che disciplinano l’organizzazione dei poteri pubblici ed i
rapporti tra questi poteri ed i cittadini, ha anche come oggetto la disciplina dei reati perché è compito
dello stato garantire l’ordine pubblico e punire i soggetti socialmente pericolosi. Gli enti pubblici
hanno il potere di imporre determinati comportamenti (potere d’imperio) pur nel rispetto delle libertà
fondamentali. Rientrano in esso il diritto:
Costituzionale ha come oggetto la Costituzione (la base del nostro ordinamento), regola
l’organizzazione dello Stato e degli enti pubblici territoriali
Amministrativo che disciplina il funzionamento degli uffici pubblici, destinati ad offrire servizi
ai cittadini
Penale costituito dalle norme che stabiliscono i reati e le pene ad essi correlate; imponendo
così determinati comportamenti ai cittadini
Processuale relativo all’attività dei magistrati e alle modalità di svolgimento dei processi
Tributario è un complesso di norme che disciplinano e regolano l’imposizione tributaria quindi
si occupa della parte finanziaria dello Stato
Ecclesiastico è il diritto che disciplina il rapporto tra lo Stato e la Chiesa
I romani costituiscono il diritto sul quale oggi ci fondiamo. A causa di un conflitto tra patrizi e plebei
vengono introdotte le prime leggi scritte dette anche delle 12 tavole al fine di avere delle certezze,
erano consuetudinarie ossia tutti si riconoscevano in quelle leggi e servivano per la convivenza più
ampia.
Il culmine dello studio del diritto si ha nell’800, nel periodo napoleonico nasce il Codice civile, insieme
di regole che disciplina il rapporto tra i cittadini, primo diritto che nasce quello privato. Nel 900 nasce
il diritto pubblico dai tedeschi poi trasmesso anche in Italia: si occupavano dello studio del rapporto
tra Stato/istituzioni pubbliche e cittadini.
Carlo I, sovrano inglese ma con origini scozzesi e soprattutto di fede cattolica, durante il suo regno
ebbe numerosi conflitti con il Parlamento. Le tensioni accumulate nel corso degli anni esplosero
nella Guerra civile inglese: contro il re si scontrarono le forze del Parlamento, che si opponevano ai
suoi tentativi di accrescere il suo potere in senso assolutistico, e dei puritani, che erano ostili alle
sue politiche religiose. La prima idea di scrivere una Costituzione sulla base di regole democratiche
si ebbe nel 1647 con il Patto del Popolo, è un documento che si riferisce a una serie di manifesti
proponenti modifiche costituzionali dello Stato inglese (primo esperimento di Costituzione) la prima
redazione del patto fu compilata con la caduta della monarchia di Carlo I, che fu catturato,
processato, condannato e giustiziato con l'accusa di alto tradimento dal capo della rivolta Oliver
Cromwell.
La costituzione contiene le norme fondamentali che ci fanno sentire una comunità. Le leggi
costituzionali disciplinano:
§ L’ordinamento costituzionale ossia determinato e governato da una costituzione politica in
cui la potestà governativa è attribuita a più organi
§ Le fonti del diritto sono gli atti e i fatti cui l’ordinamento giuridico riconosce l’idoneità a
produrre norme giuridiche
§ La giustizia costituzionale: si intende un sistema di controllo giurisdizionale del rispetto della
Costituzionale
§ Le libertà e i diritti fondamentali: si indicano le situazioni giuridiche soggettive, cioè le
garanzie del rispetto dei diritti di ciascuna persona umana in quanto tale, che l’ordinamento
giuridico riconosce e si impegna a garantire
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ISTITUZIONI DI DIRITTO PUBBLICO

PARTE 1 CONCETTI GENERALI

Il diritto pubblico è l’insieme delle norme che disciplinano l’organizzazione dei poteri pubblici ed i rapporti tra questi poteri ed i cittadini, ha anche come oggetto la disciplina dei reati perché è compito dello stato garantire l’ordine pubblico e punire i soggetti socialmente pericolosi. Gli enti pubblici hanno il potere di imporre determinati comportamenti (potere d’imperio) pur nel rispetto delle libertà fondamentali. Rientrano in esso il diritto:

  • Costituzionale ha come oggetto la Costituzione (la base del nostro ordinamento), regola l’organizzazione dello Stato e degli enti pubblici territoriali
  • Amministrativo che disciplina il funzionamento degli uffici pubblici, destinati ad offrire servizi ai cittadini
  • Penale costituito dalle norme che stabiliscono i reati e le pene ad essi correlate; imponendo così determinati comportamenti ai cittadini
  • Processuale relativo all’attività dei magistrati e alle modalità di svolgimento dei processi
  • Tributario è un complesso di norme che disciplinano e regolano l’imposizione tributaria quindi si occupa della parte finanziaria dello Stato
  • Ecclesiastico è il diritto che disciplina il rapporto tra lo Stato e la Chiesa I romani costituiscono il diritto sul quale oggi ci fondiamo. A causa di un conflitto tra patrizi e plebei vengono introdotte le prime leggi scritte dette anche delle 12 tavole al fine di avere delle certezze, erano consuetudinarie ossia tutti si riconoscevano in quelle leggi e servivano per la convivenza più ampia. Il culmine dello studio del diritto si ha nell’800, nel periodo napoleonico nasce il Codice civile, insieme di regole che disciplina il rapporto tra i cittadini, primo diritto che nasce quello privato. Nel 900 nasce il diritto pubblico dai tedeschi poi trasmesso anche in Italia: si occupavano dello studio del rapporto tra Stato/istituzioni pubbliche e cittadini. Carlo I, sovrano inglese ma con origini scozzesi e soprattutto di fede cattolica, durante il suo regno ebbe numerosi conflitti con il Parlamento. Le tensioni accumulate nel corso degli anni esplosero nella Guerra civile inglese: contro il re si scontrarono le forze del Parlamento, che si opponevano ai suoi tentativi di accrescere il suo potere in senso assolutistico, e dei puritani, che erano ostili alle sue politiche religiose. La prima idea di scrivere una Costituzione sulla base di regole democratiche si ebbe nel 1647 con il Patto del Popolo, è un documento che si riferisce a una serie di manifesti proponenti modifiche costituzionali dello Stato inglese (primo esperimento di Costituzione) la prima redazione del patto fu compilata con la caduta della monarchia di Carlo I, che fu catturato, processato, condannato e giustiziato con l'accusa di alto tradimento dal capo della rivolta Oliver Cromwell. La costituzione contiene le norme fondamentali che ci fanno sentire una comunità. Le leggi costituzionali disciplinano: § L’ordinamento costituzionale ossia determinato e governato da una costituzione politica in cui la potestà governativa è attribuita a più organi § Le fonti del diritto sono gli atti e i fatti cui l’ordinamento giuridico riconosce l’idoneità a produrre norme giuridiche § La giustizia costituzionale: si intende un sistema di controllo giurisdizionale del rispetto della Costituzionale § Le libertà e i diritti fondamentali: si indicano le situazioni giuridiche soggettive, cioè le garanzie del rispetto dei diritti di ciascuna persona umana in quanto tale, che l’ordinamento giuridico riconosce e si impegna a garantire

Questo principio legato alla libertà e ai diritti fondamentali nasce grazie alla Dichiarazione nazionale dei diritti dell’uomo e del cittadino nel 1789 in Francia. Oggi questa dichiarazione è una premessa non c’è nella Costruzione. Il Costituzionalismo è un movimento di pensiero, una corrente politica, giuridica e filosofica fino dalle sue origini antichissime orientato a perseguire finalità politiche concrete, essenzialmente consistenti nella limitazione dei poteri pubblici e nell’affermazione di sfere di autonomia normativamente garantite. Si basa su un principio di autogoverno in cui deve esistere la separazione dei poteri. Si divide in: Ø Costituzionalismo antico : l’insieme delle teorie intorno alla natura del potere politico elaborate a partire dalla Grecia classica sino alle origini dello Stato moderno (guerre di religione). È un costituzionalismo conversatore. Ø Costituzione in senso antico : la costituzione è concepita come un insieme di regole consuetudinarie, quindi non scritte, che disciplinano la vita complessiva del corpo politico. Ø Costituzionalismo moderno : è una corrente di pensiero che ha elaborato come limite al potere politico arbitrario del sovrano assoluto l’idea di una costituzione scritta; Ø Costituzione in senso moderno : la costituzione è concepita come un insieme di regole che sono prodotte consapevolmente. È costituita da un atto volontariamente posto in un determinato momento storico. Scienza delle Costituzioni : è una scienza positiva al pari delle altre scienze; può essere correttamente definita lo studio delle diverse organizzazioni costituzionali che si sono realizzate storicamente. Il Terzo Reich aveva una Costituzione? No, perché tutto funzionava grazie al Führer secondo la Scienza della Costituzione si aveva un’organizzazione costituzionale. La Costituzione per funzionare ha bisogno di consenso, si divide in: o Costituzione in senso formale : è un atto scritto consapevolmente posto in un determinato momento storico. La costituzione formale in Italia è l’atto consapevolmente posto a fondamento del nostro ordinamento prodotto dei lavori dell’Assemblea costituente alla fine del 1947 al termine della Seconda guerra mondiale Cosa fa sì che venga rispettata? Per avere un radicamento ha bisogno di consenso ecco perché è nata quella in senso materiale o Costituzione in senso materiale : la costituzione è l’organizzazione delle forze politiche che stipulano una convezione circa il rispetto della costituzione formale. Questo principio è nato grazie all’interrogativo di La Salle in merito alla Costituzione tedesca a cui non attribuiva valore ma la considerava solo un pezzo di carta, la vera costituzione è basata sull’accordo delle forze politiche. In Italia grazie al CNL (comitato di liberazione nazionale), la nostra Costituzione è basata infatti sull’esperienze del fascismo. Perché oggi la costituzione formale non corrisponde a quella materiale? Le forze politiche ed i principi che erano alla base della sua Costituzione non sono più gli stessi, secondo alcuni studiosi occorrerebbe modificarla. Quale è il fondamento dell’effettività della costituzione? Il fondamento dell’effettività delle costituzioni nel tempo risiede su una convenzione, su un calcolo di utilità, per cui ci si rende conto che uscire dalla costituzione produrrebbe più danni che benefici. Con ogni periodo storico e con ogni generazione bisognerebbe modificarla? No, perché si fa un calcolo di utilità altrimenti si aprirebbe un conflitto ogni volta.

Cosa pone fine alla concezione del potere medievale? Le guerre di religione in particolare la riforma protestante nel corso del 1500 avviata da Lutero grazie alla pubblicazione delle sue 95 tesi in Germania volte a contrastare la pratica delle indulgenze avviate dalla chiesa cattolica (=attraverso la quale il fedele versava una somma di denaro al clero per farsi perdonare i peccati). Lo scisma anglicano che vedeva protagonista il re Enrico VIII che volendo divorziare dalla moglie Caterina d’Aragona per sposare la sua dama di compagnia Anna Bolena, ea in contrasto con il Papa che portò alla fondazione della nuova chiesa anglicana inglese con a capo il sovrano. Queste due riforme avevano come causa il fattore religioso divenuto ormai estremizzante ed inoltre stava diventando motivo di intolleranza tra il popolo. Tra le conseguenze delle guerre di religione c’è il fatto che nessuna fede prevale sulle altre ed inoltre la nuova forma di organizzazione del potere pone il sovrano come fattore esterno che deve garantire sicurezza e tranquillità ai sudditi; nelle Fiandre si sviluppa il Calvinismo. Il fronte cattolico reagisce con la Controriforma ossia instituendo la nuova Inquisizione, convocando il Concilio di Trento attraverso il quale la Chiesa cercò di rispondere agli interrogativi posti da Lutero e Calvino ed infine esponendo l’Indice dei libri proibiti. Nello stesso periodo si sviluppa l‘Umanesimo, un movimento intellettuale, ideologico e letterario attraverso il quale l’uomo inizia a comprendere che come individuo lui si colloca ora al centro del sistema ossia la terra (ruolo che prima apparteneva alla Chiesa). Si sviluppa in quelli anni anche il Rinascimento, un periodo storico segnato da una ricca produzione artistico-letteraria che prende spunto dall’Umanesimo oltre che una rinascita delle arti, della cultura, della fiducia nell’uomo e nelle sue capacità. Il 1600 (XVII) viene ricordato come il secolo nel quale si sviluppa l’assolutismo monarchico. In questo periodo visse Thomas Hobbes un filosofo, matematico e politico che scrisse due libri legati alla situazione delle guerre civili che si stavano sviluppando in Inghilterra: il primo il Behemoth (descrive la guerra in corso ed è un’opera negativa) nella seconda il Leviatano nel 1655 c’è una ricostruzione infatti si tratta di un’opera positiva. Nel Leviatano viene indicata una teoria del potere nella quale Hobbes sostiene che il potere debba essere concentrato nelle mani di un unico soggetto (perciò sostiene il potere assoluto ma la sua è solo un’idea teorica) al fine di garantire la sicurezza e la pace, disarmare la società segnata da conflitti e per usufruire quindi dello stato di natura. Questo fenomeno però avviene in maniera pratica in Europa e infatti in quelli anni si sviluppano Stati (visti come monopoli quindi hanno il potere oggi non è così in quanto sopra gli stati ci sono diverse organizzazioni come l’Onu oppure l’UE) con strutture burocratiche e sovrani che concentrano su di sé il potere, il sistema nasce grazie alla Pace di Westfalia nel 1648 che indica che gli Stati europei sono tutti posti sullo stesso piano; nasce così lo Stato moderno. Gli attributi dello Stato moderno sono: § Sovranità interna : lo Stato dispone del potere di esercitare la forza in modo legittimo al suo interno § Sovranità esterna : lo Stato non aveva nessuno al di sopra di sé Con lo Stato moderno si sviluppa anche la teoria di forma di Stato ; questa ha carattere descrittivo e si impone di descrivere la forma di Stato a partire dal 1500. All’interno della categoria dello stato moderno esistono diversi modi di immaginare il rapporto tra l’autorità pubblica e i cittadini ed in base a questo si può classificare in: § Stato assoluto caratterizzato dal monopolio della corona infatti l’organo dello Stato era impersonale e continuativo. Il sovrano era soggetto ai limiti divini in quanto solo Dio poteva giudicarlo, ai limiti naturali e alla legge di successione. I poteri (legislativo, giudiziario ed esecutivo) sono accentrati nelle mani del monarca. Il re fatica però ad imporsi in Francia ed in Inghilterra. In Inghilterra si verificò infatti lo scontro tra Carlo I e il Parlamento in quanto visto che il re era una figura che “non sbagliava mai”, il Parlamento accusò i consiglieri del re di consigliare male il sovrano, furono fatti una serie di

processi contro i suoi consiglieri (il più importante quello del duca di Buckingham) nonostante questo però il re fu processato e condannato a morte per tradimento. Nasce poi lo Stato ed Il primo aspetto che lo stato assoluto assume è quello di stato patrimoniale caratterizzato da un forte intreccio tra finalità pubblica ed interesse patrimoniale, di cui ha quindi cura nel suo interesse poi lo stato evolve grazie al pensiero illuminista del 700 ed il popolo diventa portatore di diritti, nasce così la prima forma di entità pubblica; il popolo viene paragonato a dei “figli” da proteggere. Lo stato assoluto assume il carattere di stato di polizia quando prevale la finalità pubblica del benessere dei cittadini. In Francia invece il modello assoluto entra in crisi a causa della Rivoluzione francese che portò alla nascita dello stato liberale. § Stato liberale : la Sovranità appartiene alla Nazione e non più al re: entità unitaria e indivisibile che trascende la volontà dei singoli (art 3 Dich. Un. 1789). Il concetto di Nazione tende a individuare la borghesia come classe dominante. Ha diverse caratteristiche: principio della separazione dei poteri elaborato da Montesquieu secondo cui le diverse funzioni dello stato vanno tenute distinte in legislativa, esecutiva e giudiziaria inoltre le scelte politiche sono affidate a rappresentanti eletti da una parte dei cittadini titolari del diritto di voto in base a certi indici (proprietà, istruzione e capacità fiscale) e non a tutto il popolo. § Stato socialista: in Italia il re è in contrasto con i liberali in quanto questi volevano la Costituzione mentre il re no allora concede lo Statuto Albertino nel 1848. Nel 1800 in Italia c’è conflitto sociale tra ricchi e poveri (esempio arretratezza del Sud) ed in Parlamento a causa di questo nasce il movimento socialista, ma cosa vorrebbero i poveri? L’uguaglianza e la redistribuzione della ricchezza. Giolitti a fine 1900 istituisce un sistema di tassazione di tipo proporzionale al patrimonio posseduto, migliora il sistema scolastico e sanitario. § Stato totalitario: il fascismo risolve il conflitto sociale attraverso un atto di autorità inoltre dà a tutti un ruolo quindi rimuove il dissenso. L’unico stato totalitario è comunque solo quello nazista. Dopo la caduta di Mussolini il re nomina Badoglio capo del Governo e successivamente Togliatti nel 1940; dopo l’esperienza del fascismo si dà vita allo stato sociale. § Stato del benessere (o sociale): La sovranità appartiene al popolo e permane l’idea della separazione dei poteri; si affermano nuovi poteri costituzionali che svolgono funzioni di garanzia e di controllo come ad esempio la Corte costituzionale. Assumono un ruolo determinante i soggetti esterni allo Stato ossia i partiti politici che diventano fondamentali in quanto esprimono la loro idea nei confronti dei cittadini oltre che la loro visione del mondo. Lo stato assume su di sé il compito di produrre beni e servizi pubblici con finalità redistributive e volte all’uguaglianza. Lo stato del benessere assume su di sé il dovere di perseguire una serie di finalità definite dalla costituzione e che sinteticamente chiamiamo diritti fondamentali. Ai tradizionali diritti di libertà e di partecipazione politica che si erano affermati con la Rivoluzione francese e nell’evoluzione successiva dello stato liberale si aggiungono i diritti sociali, i diritti a un’esistenza libera e dignitosa che deve essere assicurata dallo Stato. Da questi si estrae un modello ed una formula ad esempio si prendono diverse realtà e si capisce così a quale forma essi appartenevano. PARTE 3 TIPI DI STATO La classificazione per tipi di stato si ha riguardo al rapporto tra autorità centrale e poteri territoriali. Si sostanzia inoltre nella divisione in stato federale, stato accentrato e stato regionale. Due filosofi si interessano a questa materia ma con due diversi orientamenti filosofici:

  • il primo Jean Bodin con una concezione monistica (ossia unica sostanza dell’individuo che racchiude sia il principio spirituale che quello materiale). La sovranità dello Stato si concretizza nella titolarità esclusiva del potere legislativo in mano al re (o comunque a un soggetto unitario) ogni altra fonte di produzione è incompatibile con il concetto di Stato.

Problema? Lo stato unitario garantisce maggiormente il principio di uguaglianza mentre lo stato federale o regionale garantisce maggiormente i diritti individuali. PARTE 4 LA LEGITTIMAZIONE DELLO STATO Quale è il fondamento della legittimità dello Stato? Prima con il re, lo Stato veniva ritenuto legittimo perché era il vicario di Dio ma quando l’idea cambia il suo potere viene meno. Questo in particolare a causa del pensiero prima giusnaturalista e poi diventa illuminista del 1600, che si basava sull’idea che la legittimazione dello stato avvenisse grazie al pensiero giusnaturalista. Secondo i giusnaturalisti/illuministi l’uomo è portatore di diritti che sono scritti nella natura perciò le persone ritenevano legittimo lo Stato perché tutelava i diritti naturali (quindi ne fa da garante). Gli illuministi tolleravano idee diverse il giusnaturalismo era invece il pensiero della borghesia nascente contro l’assolutismo. Nel 1800 le rivoluzioni che portarono ad uno stato liberale eliminarono anche il pensiero giusnaturalista per passare ad uno positivista quindi alla legale razionale. Secondo questa legittimazione positivista la legge riconosce i diritti e lì pone lei stessa, le persone sono in grado di ritenere come si comporterà lo stato pertanto lo ritengono legittimo (diritti pubblici soggettivi quindi positivi e non più naturali). Per questa ragione si iniziò a diffondere il concetto di stato di diritto nel 1800, non esisteva più infatti un potere arbitrario (ossia dove il re poteva fare quello che voleva) e grazie alla Rivoluzione francese gli uomini furono posti sullo stesso piano davanti alla legge; lo stato di diritto è inoltre a favore della libertà di pensiero. Per stato di diritto si intende perciò lo stato in cui tutti gli atti di esercizio di pubblici poteri sono sottoposti alla legge. Lo stato costituzionale (stato sociale) è un perfezionamento dello stato di diritto perché sottopone a regole giuridiche scritte nella Costituzione lo stesso esercizio della legislazione. Non esaurisce il suo compito nel mantenimento nella pace e nell’ordine, ma lo Stato deve ad esempio redistribuire la ricchezza e riconoscere i diritti che garantiscono uguaglianza; fa tutto questo scrivendolo in Costituzione. Lo stato costituzionale è anche democratico; quello liberale non era democratico. I diritti scritti nella Costituzione sono un incontro tra pensieri diversi (le forze costituenti avevano idee differenti ma arrivarono ad un incontro). I diritti sono il prodotto di una volontà legislativa costituente. I diritti accolti in costituzione sono da un lato il riflesso dell’esperienza politica del fascismo oltre che dal peso del comunismo sovietico: il diritto di associazione, il diritto di voto; dall’altro sono il riflesso di tradizioni politiche molto differenti tra loro che andavano dalla tradizione liberale al pensiero socialista e comunista passando per il pensiero politico cattolico. Lo stato costituzionale è legittimo perché posso prevedere il suo comportamento e perché ha come obiettivo la realizzazione dei fini scritti in Costituzione quindi è autolimitato da essa. Il neocostituzionalsimo è una corrente di pensiero che ritiene sia possibile superare il vincolo della costituzione e attingere direttamente alla sua morale. Lo stato costituzionale ha abbandonato così l’idea secondo cui i diritti sono il riflesso di norme costituzionali affermando che i diritti sono parte di un patrimonio proprio di tutti gli esseri umani, quindi non sono più un accordo ma uno strumento che può essere usato in giudizio da tutti in qualsiasi momento ed è inoltre legittimo perché tutela i diritti fondamentali. La spoliticizzazione della Costituzione afferma che non è più la politica, attraverso la legge, ad attuare i diritti, ma bensì secondo la visione di molti la giurisdizione. La Corte costituzionale interviene espandendo i diritti scritti infatti questi sono diventati rivendicazione di tipo individuale. Quando la Costituzione è nata i diritti erano per la solidarietà ora per l’individualità quindi la tutela di sé stessi.

PARTE 5 LE FORME DI GOVERNO

Per forma di governo si intende l’organizzazione dello stato quindi il modo in cui il potere è distribuito tra i diversi organi, oltre che i rapporti che intercorrono tra essi. Questi cambiano in base al tempo ed al paese. I greci sono stati i primi a interrogarsi sulla miglior forma di governo. Montesquieu invece è il primo a far riferimento a forma di separazione del potere (solo al legislativo e all’esecutivo). In base alla forma di Stato avremo forme di governo diverse. La forma di governo è costituita dall’assetto organizzativo dello stato mentre la forma di stato dal rapporto tra l’autorità e i cittadini. Si può anche dire che la forma di stato esprime quali sono le finalità dello stato. Per potere (politico) si intende il potere di assumere decisioni pubbliche rilevanti per la comunità. Nella classificazione delle forme di governo il potere giudiziario è considerato un potere a sé infatti non viene preso in considerazione. Nello stato assoluto era tutto in mano al re nello stato liberale invece c'è finalmente la separazione dei poteri, la rappresentanza e il riconoscimento dei diritti; si divide in:

  • Forma di governo monarchico costituzionale : Il re decide di limitare il proprio potere concedendo una costituzione inoltre attraverso il meccanismo della rappresentanza ammette che esista il Parlamento che si occupi del potere legislativo in accordo però con lui, il potere esecutivo continua ad appartenere al re, mentre quello giudiziario (anche se non se ne parla ancora) è esercitato dal re che nomina i giudici. Si instaura nel periodo della restaurazione quando Carlo Alberto fa l'accordo con i liberali concedendo così la costituzione.
  • Forma di governo monarchico parlamentare : Il potere esecutivo appartiene al governo che instaura un rapporto di fiducia con il parlamento, il potere legislativo si sposta definitivamente nelle mani del Parlamento. Nel 1800 in Inghilterra regnava la regina Vittoria, lei è stata l'ultima monarca inglese ad aver imposto il proprio Governo, da quel momento in poi il Parlamento scelse il Governo; forma mantenuta anche ora. Il Parlamento dette fiducia al Presidente del consiglio in Inghilterra mentre in Italia invece ci fu tensione su questo punto tra la corona e il Parlamento in quanto il re italiano aveva un ruolo importante; nella prima guerra di indipendenza nel 18 49 i re nominò il governo ma nel 1 853 Cavour raggiunse un accordo con i democratici. Il governo parlamentare può essere: Ø Modello dualistico : il re mantiene alcune prerogative regie che gli vengono riconosciute dallo statuto come il comando delle forze armate e la responsabilità della politica estera. Il governo esercita il potere esecutivo e gode della fiducia del parlamento oltre che del re. Ø Modello monistico : Il Governo detiene il potere esecutivo godendo della fiducia del Parlamento. Il sovrano ha solo un ruolo di rappresentanza dell'unità nazionale perciò simbolico. Il re rinuncia alle sue prerogative con l’eccezione di quelle che ancora oggi sono riconosciute al Presidente della Repubblica: potere di grazia e potere di conferire le onorificenze. Lo stato costituzionale si afferma dopo la Seconda guerra mondiale ricorda le caratteristiche dallo stato liberale più il carattere democratico, la partecipazione politica oltre che il fatto che si basa sulla costituzione. La forma di governo parlamentare ha tre diversi sviluppi : o La forma di governo presidenziale americana : questo è in vigore soltanto negli Stati Uniti perché si è cercato di esportarla negli altri stati ma si sono trasformati tutti in dittature. Il potere legislativo spetta al Congresso (è elettivo e si affianca al Senato), il potere esecutivo spetta al Presidente eletto che sceglie in autonomia i suoi segretari di stato ossia i ministri
  • funziona in presenza di una cultura politica omogenea come ad esempio in Gran Bretagna, Germania, Svezia e Spagna
  • sistema maggioritario puro c’è stato solo prima del 1919, da quest’anno in poi è stato introdotto il sistema proporzionale/compromissorio v il parlamentarismo compromissorio (o a prevalenza del Parlamento):
  • sistema elettorale proporzionale
  • presenza di un sistema pluripartitico
  • le elezioni servono a verificare il consenso di ciascuna forza politica
  • la maggioranza si forma successivamente alle elezioni ed è il frutto di accordi compromissori pubblici, in cui ogni partito mantiene la sua individualità
  • non esiste l’alternanza perché non esiste una vera opposizione.
  • il Governo per mantenere l’appoggio del Parlamento deve contrattare con esso il contenuto delle leggi
  • elezioni del 1946 con questo sistema: ci fu la divisione in collegi e furono contati i voti in ogni collegio. Ogni collegio disponeva di un numero di seggi e tutte le forze politiche furono rappresentate, dato che non si sapeva quale partito potesse vincere si è optato per questo sistema.
  • funziona in Belgio, Danimarca, Olanda e Italia La forma di governo è però strettamente legata al sistema politico infatti essa può funzionare in modi diversi, in luoghi diversi e in momenti storici diversi, per il concreto mutare degli assetti politici. La forma di governo parlamentare in Italia la nostra Costituzione disciplina una forma di governo parlamentare monista “razionalizzata”: o il potere legislativo spetta al Parlamento o il potere esecutivo spetta al Governo che deve godere della fiducia del Parlamento Cosa si intende per razionalizzata? si fa riferimento ad una forma di governo parlamentare per la quale sono state dettate delle regole “costituzionali” che disciplinano il rapporto di fiducia allo scopo di garantire la stabilità del Governo ed evitare le degenerazioni del parlamentarismo. Per il concetto di “debole” razionalizzazione della forma di governo italiana si intende che le regole fissate non devono essere troppo vincolanti infatti il rapporto di fiducia e il ruolo del Governo sono rimasti affidati ad una disciplina essenziale in ragione del timore che sia la Democrazia cristiana sia i comunisti avevano di un Governo avversario forte. L’articolo 94 stabilisce i seguenti concetti fondamentali: Ø Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere, e ciascuna accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale Ø Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia Ø Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni; ha però lo scopo di rendere indipendenti le due volontà: la volontà del Governo dalla volontà del Parlamento. Tre momenti in cui si verifica il rapporto tra Governo e Parlamento:
  1. La mozione di fiducia: Articolo 92 disciplina che il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri, e su proposta di questo, i Ministri. Il rapporto di fiducia tra Governo e Parlamento sorge in un momento successivo (entro dieci giorni dalla sua formazione). Ciascuna camera vota la fiducia con mozione motivata e per appello nominale entro dieci giorni dalla nomina. Per la sua approvazione è sufficiente la maggioranza semplice (maggioranza dei presenti).
  1. La mozione di sfiducia: deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione (durante il periodo dei tre giorni si raccolgono le forze politiche). Con la mozione di sfiducia si avrà una crisi di Governo parlamentare.
  2. La questione di fiducia: il Governo si rivolge al Parlamento e afferma che un determinato atto è essenziale alla realizzazione del proprio programma politico. Il suo voto contrario comporterà le dimissioni. Ha lo scopo pertanto di consentire al Governo di difendere il proprio indirizzo politico. L’uso dello strumento della questione di fiducia dipende dalle dinamiche del sistema politico in quanto un Governo debole tenderà a blindare i propri atti con la questione di fiducia per consolidarsi mentre un Governo forte non vi ricorrerà mai Nel 1876 ci fu l’approvazione della legge che prevedeva la figura del Presidente del Consiglio. L’articolo 95 disciplina che il Presidente del Consiglio dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri. 1948 nasce il Governo della Democrazia Cristiana quindi si escludono coalizioni del Governo con il partito comunista 1963 prime esperienze di centro sinistra che portano a una stagione di riforme 1970 Compromesso storico il partito comunista si avvicina alla Democrazia Cristiana 1990 si vuole il ritorno al sistema elettorale maggioritario, ovvero in ogni collegio vince la persona che riceve più voti, quindi non tutti sono rappresentati 1993 referendum sull’abolizione PARTE 7 LA FORMAZIONE DEL GOVERNO Lo Statuto Albertino comprendeva che il re nominasse il Presidente del Consiglio ed il monarca non incontrava vincoli formali; con il modello della Costituzione Repubblicana la carica che apparteneva al re spetta ora al Presidente della Repubblica che pertanto nominerà il Presidente del Consiglio ed è tenuto a nominarne uno in grado di ottenere la fiducia. I l ruolo del Presidente della Repubblica con un sistema elettorale proporzionale La nomina richiede un lavoro politico preliminare inoltre esistono delle regole convenzionali per l’individuazione della persona che può ottenere la fiducia:
  • Consultazioni : (in passato prima del 1994) il Presidente della Repubblica ascoltava gli esponenti delle forze politiche per individuare una persona in grado di godere dell’appoggio della maggioranza. Le consultazioni riguardavano i segretari dei partiti, ma anche i Presidenti dei gruppi parlamentari, nonché gli ex Presidenti della Repubblica e i Presidenti delle Camere, i quali esprimevano gli orientamenti dei rispettivi partiti. Oggi invece i leader sono già designati.
  • Mandato esplorativo : In condizioni particolarmente difficili il Presidente della Repubblica può affidare a una persona il mandato esplorativo (sino ad ora a Presidenti di Camera o Senato), ossia il compito di svolgere delle consultazioni ristrette in modo da avere una visione più completa ed aggiornata degli orientamenti delle forze politiche.
  • Preincarico : il Presidente della Repubblica affida alla personalità politica, alla quale con ogni probabilità (dato l’esito delle consultazioni) conferirà l’incarico, il compito di svolgere ulteriori consultazioni.
  1. in seguito a elezioni generali del Parlamento
  2. per morte, cessazione o sospensione dell’incarico del Presidente del Consiglio dei ministri,
  3. in seguito a elezione di un nuovo Presidente della Repubblica La maggior parte delle crisi di Governo ha avuto natura extraparlamentare: nessuna crisi si è verificata mai in seguito a mozione di sfiducia: cinque per mancata fiducia iniziale; una sola per voto contrario su una questione di fiducia (Prodi, 1999). La parlamentarizzazione delle crisi: i problemi cui danno luogo le crisi extraparlamentari derivano soprattutto dal fatto che le loro vere cause non sono sempre portate a conoscenza dall’opinione pubblica e dal Parlamento stesso. Per ovviare al problema è invalsa la pratica di invitare il Governo dimissionario a presentarsi alle Camere per verificare la sussistenza del rapporto fiduciario o, almeno, per fornire un’informazione esaustiva delle ragioni politiche della crisi. PARTE 8 IL GOVERNO Il Governo è un organo istituzionale complesso composto dal Presidente del Consiglio , i ministri e il Consiglio dei ministri. (articolo 92) Il Consiglio dei ministri è un organo collegiale ed è composto dai ministri in posizione di assoluta parità. I poteri che la Costituzione genericamente attribuisce al Governo vanno riferiti al Consiglio nel suo complesso, che è l’organo che determina la politica generale del Governo perciò l’indirizzo generale dell’azione amministrativa. Il Consiglio infine delibera su ogni questione relativa all’indirizzo politico fissato dal rapporto di fiducia con le Camere. Mette fine ai conflitti fra i ministri. Il Presidente del Consiglio dei ministri secondo l’articolo 95 dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile, mantiene l’unità di indirizzo politico e amministrativo ed infine promuove e coordina l’attività dei Ministri. La Costituzione non attribuisce al Presidente del Consiglio poteri che lo collochino in una posizione di supremazia gerarchica nei confronti dei ministri. I poteri che gli vengono riconosciuti sono i seguenti: potere di esternazione, potere di rappresentanza, potere di organizzazione dei lavori dell’organo collegiale, potere di indirizzo e di coordinamento dell’attività dei ministri e infine il potere di proporre la revoca del singolo ministro inadempiente. I ministri si dividono in tre categorie: quelli con portafoglio che hanno quindi un ministero alle loro spalle, quelli senza portafoglio e quelli ad interim (ministro che deve temporaneamente dirigere un ministero), Vi sono anche una serie di organi che non sono necessari al Governo come il vicepresidente del Consiglio, i sottosegretari di Stato, i commissari straordinari del Governo, il consiglio di Gabinetto, i comitati ministeriali e interministeriali e infine la struttura servente della presidenza del Consiglio. Il Governo ha due caratteri importanti:
  4. Come comitato esecutivo : secondo il principio della separazione dei poteri, al Governo spetta il compito di dare esecuzione alla legge
  5. Come comitato direttivo : in quanto espressione della maggioranza finisce per essere il soggetto intorno a cui si consolida l’indirizzo politico Si basa inoltre su due principi fondamentali: a) Principio di collegialità : i ministri sono collegialmente responsabili dell’indirizzo politico b) Principio di preminenza : il Presidente del Consiglio è l’unico interprete dell’accordo politico di maggioranza Inoltre, l’articolo 95 disciplina le funzioni del Governo:
  • Responsabilità del Governo: Il Presidente del Consiglio è responsabile della politica generale del Governo, e in conseguenza di tale responsabilità a lui spetta la direzione della politica

generale del Governo e la promozione e il coordinamento dell’attività dei Ministri. Il Consiglio dei ministri è responsabile dell’attività collegiale che vi si svolge. i Ministri sono considerati responsabili dei loro dicasteri (i ministeri).

  • Principi organizzativi: il principio di direzione monocratica, il principio di determinazione della politica collegiale e il principio di responsabilità di ciascun ministro.
  • Funzione amministrativa (o potere esecutivo) cioè quell’attività di esecuzione del programma di governo sostenuto dalla maggioranza parlamentare.
  • Funzione normativa : produce regole che si collocano sullo stesso piano della legge (atti aventi forza di legge)
  • Funzione di direzione politica attraverso la quale esercita il ruolo di guida del paese. PARTE 9 IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale (articolo 87). Discende dalla figura del re infatti le competenze che ora spettano al Presidente della Repubblica prima venivano attribuite al monarca. Durante il periodo costituente l’Assemblea discusse moltissimo sulla sua figura in quanto alcune forze politiche non intendevano riconoscerlo come organo (su questa scelta sono intervenuti stati stranieri che in seguito ad accordi politici stipulati con il nostro paese non li ritenevano validi senza la firma del Capo dello Stato così si decise di accettare la sua figura); inoltre le forze costituenti decisero di non farlo eleggere dal popolo viste le esperienze degli altri stati (per esempio in America in cui si sono rivelati poi dei dittatori). L’Italia avendo già dovuto affrontare l’esperienza del fascismo optò quindi per un suo ruolo distaccato infatti sulla carta è stato richiesto al Presidente di non intervenire nell’opinione pubblica, ma questo è molto difficile. L’unico è il Parlamento che deve avere questo dialogo. Il re aveva un buon rapporto con il popolo infatti i nostri costituenti si sono interrogati su ciò che era andato male in passato e hanno capito che la figura del Presiedente della Repubblica dovesse essere controllata dalla Costituzione. In alcuni stati ha ancora carattere monarchico come ad esempio in Inghilterra dove la regina ha però solo una funzione rappresentativa. Tutti gli ordinamenti hanno una figura istituzionale che rappresenta lo stato nella sua completezza; questa figura può essere quindi elettiva o ereditaria. Il capo dello stato si muove attraverso due principi:
  • Principio monarchico consiste nel considerare il capo dello stato come la personificazione dello stato stesso, il potere titolare di tutti i poteri statali.
  • Principio repubblicano vuole che l’unità dello stato e la sua legittimazione derivino dal popolo. Lo Stato e i suoi organi (parlamento, governo, capo dello stato) sono considerati strumenti per il raggiungimento dei fini che il popolo pone. Questo è quello prevalente e quindi il Presidente ha delle funzioni che gli sono attribuite dalla costituzione. Il capo dello Stato può essere:
  1. Organo rappresentativo immagine della monarchia come rappresentazione del potere esempio in Inghilterra
  2. Organo di vertice dell’esecutivo ossia potere di direzione politica rispetto agli altri organi esempio negli Stati Uniti o in Francia
  3. Potere neutro dovrebbe avere un potere imparziale influenzando la dinamica politica senza però farne parte, ma questo è impossibile infatti non è mai accaduto. Al Presidente della repubblica viene attribuito il potere di garanzia. Il Presidente della Repubblica in Italia è il garante del sistema costituzionale. Non partecipa alla definizione dell’indirizzo politico, ma influenza la dinamica della forma di governo. Ha un potere di tipo fisarmonico in quando maggiori sono i conflitti nello Stato maggiori saranno i suoi poteri proprio per garantire la continuità dello Stato.
  • Esternazioni sono eventi pubblici fatti dal Capo dello Stato (al momento dell’esternazione deve esserci un ministro così vale come consenso tacito visto che tutto ciò che fa deve essere controfirmato)
  • Rinvio delle leggi
  • Convocazione straordinaria delle Camere art 62 della Costituzione Ø Atti presidenziali a partecipazione complessa : Si tratta degli atti il cui contenuto deliberativo è determinato dal Presidente della Repubblica tenendo conto delle volontà manifestate nel processo di formazione dell’atto da altri organi costituzionali o soggetti di rilievo costituzionale:
  • La nomina del Presidente del Consiglio
  • Lo scioglimento anticipato delle Camere Nel caso della nomina dipende dal contesto quindi il Capo dello Stato la influenza notevolmente nel caso soprattutto di Governi tecnici (Governo Monti). Secondo quanto dispone art 88 il Capo dello Stato sentiti i presidenti delle due camere richiedere lo scioglimento ma sempre di entrambe (in Italia bicameralismo perfetto svolgono una funzione di contro l’una su l’altra) Lo scioglimento anticipato in 4 diverse situazioni:
  1. Scioglimento funzionale: quando le camere non possono funzionare quindi nei casi in cui all’interno ci siano dei forti contrasti (esempio la mancanza della maggioranza, il Parlamento non si può riunire perché manca il numero legale, contrasto tra il Parlamento e l’opinione pubblica).
  2. Scioglimento sanzione: mai verificato, si sciolgono le camere perché ha avuto un comportamento incostituzionale
  3. Autoscioglimento: le forze che siedono in Parlamento lo chiedono al Presidente della Repubblica e lui deciderà se accettare o meno (in Italia raro ma in Inghilterra frequente)
  4. Scioglimento tecnico: legato a quello funzionale, nuova legge elettorale quindi nuove elezioni. Se si fa una riforma elettorale poi bisogna andare ad elezioni e si tende a non farlo perché è un problema. Questo potere di scioglimento non può essere esercitato dal Presidente della Repubblica per suoi scopi personali, perciò è previsto dall’articolo 88 che negli ultimi 6 mesi dal suo mandato lui non possa sciogliere le Camere (semestre bianco) altrimenti le due elezioni potrebbero coincidere Responsabilità: Ø La responsabilità politica ossia quella nei confronti del popolo quindi i rappresentati La responsabilità diffusa (quella che ha nei confronti dei cittadini, loro possono criticarlo non possono fare altro; è avvenuto diverse volte) La responsabilità politica istituzionalizzata ossia che abbia delle conseguenze sul piano dell’ordinamento? No, non esiste nulla del genere il presidente non risponde di questo Ø La responsabilità giuridica deriva dalla violazione di regole del diritto, la Costituzione tutela il Presidente della Repubblica infatti l’art. 90 stabilisce che egli non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento e per attentato alla Costituzione; principio derivante dalla figura del re. La Controfirma ministeriale : Secondo l’articolo 89, degli atti del Presidente della Repubblica riguardo l’esercizio delle sue funzioni, sono sempre chiamati a rispondere i ministri che li controfirmano: § politicamente (davanti al parlamento e all’opinione pubblica)

§ giuridicamente (davanti ai giudici penali e civili nonché davanti alla Corte dei conti per responsabilità contabile) Questo principio viene ereditato dalla figura del re che non sbagliava mai quindi i suoi atti sbagliati venivano imputati ai suoi ministri; situazione che accade oggi con il Capo dello Stato. Per quanto riguarda gli atti che il Capo dello Stato commette che non hanno a che fare con l’esercizio delle sue funzioni non ne risponde nel periodo del mandato ma successivamente. PARTE 10 IL PARLAMENTO Modelli storici di parlamentarismo:

  1. Bicameralismo inglese (lo stato liberale aveva una camera elettiva e una di nomina regia)
  2. Monocameralismo giacobino (tutto il potere era in mano ad un’unica assemblea rappresentativa della nazione) Modelli contemporanei di bicameralismo: a) Stato federale : la seconda camera rappresenta i territori b) Stato unitario : la seconda Camera assicura una migliore ponderazione. Possono verificarsi due situazioni o un bicameralismo perfetto (le due camere hanno gli stessi compiti e funzioni) oppure bicameralismo imperfetto (le due camere hanno compiti e funzioni differenti). Parlamento italiano Il Parlamento è al centro della forma di governo parlamentare perché è un corpo elettivo , un organo collegiale (cioè un organo che decide attraverso la discussione e la votazione di più persone insieme) ed è rappresentativo (in Italia è l’unico organo direttamente rappresentativo a livello nazionale, perché direttamente eletto da tutto il popolo quindi ciò in cui si identifica la democrazia). Il Parlamento italiano è un organo costituzionale formato da due Camere che durano in carica ciascuna 5 anni:
  • la Camera dei deputati conta 630 componenti con sede a Montecitorio, tutti eletti dai cittadini maggiorenni. Possono essere eletti (elettorato passivo) tutti i cittadini che abbiano compiuto nel giorno delle elezioni rispettivamente 25 anni di età.
  • il Senato della Repubblica (sede Palazzo Madama) con 315 componenti eletti dai cittadini che abbiano compiuto 25 anni, più un ristretto numero di senatori a vita (5 nominati dal presidente della Repubblica per “altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico o letterario” – articolo 59 Cost. - e tutti coloro che sono stati presidenti della Repubblica). Possono essere eletti tutti i cittadini che abbiano compiuto nel giorno delle elezioni rispettivamente 40 anni. L’elezione avviene a suffragio universale perché il diritto di voto è riconosciuto a tutti i cittadini. Il bicameralismo perfetto italiano (entrambi i rami del Parlamento esercitano gli stessi poteri). Differenze tra le camere : diversa composizione numerica, diversa età dell’elettorato attivo/passivo ed era diversa la durata delle legislature (Camera 5 anni; Senato 6 anni), ma dal 1963 è la stessa (5 anni), in quanto è stata costituzionalizzato lo scioglimento anticipato del Senato in coincidenza con la fine della legislatura della Camera. Disciplina costituzionale L’organizzazione ed il funzionamento delle due Camere sono disciplinati da fonti costituzionali, regolamentari e legislative: il complesso di tali disposizioni va sotto il nome di diritto parlamentare. Le norme fondamentali sono le seguenti:

֍ il Presidente d’Assemblea : ciascuna camera ha un proprio presidente che ha il compito di rappresentare all’esterno la camera e di assicurare il buon andamento dei suoi lavori oltre che dell’amministrazione interna ֍ l’ufficio di Presidenza viene composto in modo da rappresentare tutti i gruppi parlamentari. Ha compiti amministrativi, attinenti alla disciplina interna e di natura politico-organizzativa. ֍ le giunte parlamentari sono organi permanenti investiti di funzioni tecnico-giuridiche. ֍ i gruppi parlamentari sono la proiezione dei partiti all’interno del Parlamento e l’aggregazione dei membri di ciascuna Camera. L’attività parlamentare avviene attraverso i gruppi al fine di rafforzare il collegamento tra il Parlamento e i partiti e di salvaguardare l’efficienza decisionale del Parlamento. ֍ Le commissioni permanenti svolgono funzioni di formazione delle leggi oltre che procedure di indirizzo, di controllo e informazione. La composizione delle commissioni permanenti rispecchia la proporzione dei gruppi. Ciascuna camera può istituire commissioni speciali oppure commissioni d’inchiesta. Esistono anche numerose commissioni bicamerali, costituite da un numero uguale di senatori e deputati. ֍ la conferenza dei capigruppo assiste il presidente in ordine a tutto ciò che riguardo lo svolgimento dei lavori dell’aula e delle commissioni. ֍ i singoli parlamentari Articolo 67 (STATUS) : “ Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.” Il parlamentare, quindi, una volta eletto, non deve più rispondere agli elettori (ciò porta al trasformismo = cambiamento di parte dei politici). 1919 sistema proporzionale: votano solo certe tipologie di classi 1923 legge Acerbo: premio maggioranza del 25% 1946 Costituzione con sistema proporzionale esteso alle donne, si eliminano alcuni diritti e doveri inoltre democrazia parlamentare basata sui partiti vincitori della Resistenza. Articolo 49: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.” Negli anni ’80 i partiti sono corrotti. Bisogna quindi tornare ad un rapporto più diretto con l’espressione di status parlamentare (condizione giuridica di coloro che sono stati eletti alla carica di senatori o deputati). Si deve quindi garantire il parlamentare e le sue opinioni. Conclusione del mandato:

  • fine della legislatura
  • dimissioni volontarie accettate dalla Camera di appartenenza
  • decadenza nel caso in cui il parlamentare abbia assunto una carica incompatibile con quella di parlamentare o abbia esaurito il limite di spesa per campagna elettorale
  • morte
  • annullamento elezione dopo accertata irregolarità Proposte di riforma in nome dell’efficienza
  • Introduzione del monocameralismo
  • Specificazione dei compiti
  • Introduzione di una Camera delle Regioni
  • Riduzione del numero dei parlamentari Il Parlamento in seduta comune si riunisce o per elezione del Presidente della Repubblica

o giuramento del Presidente della Repubblica o messa d’accusa per alto tradimento ed attentato alla Costituzione da parte del Presidente della Repubblica o per elezione di 1/3 dei giudici della Corte costituzionale o per elezione di 1/3 dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura Il Parlamento in seduta comune mostra un’identità diminuita in quanto non ha una sede propria (quando ciò avviene nella sede della Camera dei deputati), non è dotata dalla Costituzione di organi specifici (la Presidenza spetta al Presidente della Camera) e infine non ha un proprio regolamento (si adotta il regolamento della Camera, anche se il Parlamento in seduta comune ha facoltà di adottare un regolamento proprio). Funzioni e procedimenti (Cosa fa il Parlamento italiano?) La Costituzione affida alle Camere l’esercizio della funzione legislativa (articolo 70), la funzione di indirizzo politico oltre che quella ispettiva e di controllo nei confronti dell’operato del Governo. L’ultima funzione è quella di revisione costituzionale. I principali strumenti, invece, attraverso cui il Parlamento svolge la funzione di controllo sull’attività del Governo sono costituiti dalle interrogazioni, dalle interpellanze, dalle mozioni e dalle inchieste. L’interrogazione consente a ciascun parlamentare di chiedere per iscritto al Governo se sia a conoscenza di un determinato fatto. L’interpellanza consente a ciascun parlamentare di chiedere per iscritto al Governo chiarimenti sulla sua azione politica. La mozione è un testo che ha lo scopo di sollecitare una deliberazione della Camera o del Senato su un determinato argomento (particolari mozioni sono quelle di fiducia o sfiducia al Governo). Le inchieste consentono a ciascuna Camera (attraverso Commissioni bicamerali) di indagare su materie di interesse pubblico. PARTE 1 1 LA GERARCHIA DELLE FONTI Il principio della gerarchia delle fonti sancisce che una norma contenuta in una fonte di grado inferiore non può contrastare una norma contenuta in una fonte di grado superiore. Nell'ordinamento giuridico italiano si collocano al primo livello le fonti costituzionali quindi la Costituzione, le leggi costituzionali e gli statuti speciali. Al secondo posto le fonti primarie i trattati internazionali e quelli dell’Unione europea, le leggi ordinarie emanate dal Parlamento, gli statuti e le leggi regionali, i regolamenti parlamentari e infine gli atti aventi forza di legge del Governo ossia i decreti-legge e i decreti legislativi. Al di sotto delle fonti primarie troviamo le fonti secondarie con i regolamenti governativi, ministeriali, amministrativi e prefettizi oltre che quelli di altri enti pubblici territoriali. PARTE 12 LA COSTITUZIONE L’altro potere che spetta al Parlamento riguarda la modica della costituzione (la nostra è rigida ossia resiste alle modifiche; si contrappone a quelle flessibili come quelle liberali del 1800 che potevano essere modificata tramite leggi senza procedure particolari). Le forze costituenti si sono così poste l problema di mettere al sicuro la costituzione tutelandola tramite strumenti che garantiscano la sua resistenza nel tempo. Vi sono infatti due garanzie :

  1. Legislativa : tramite l’articolo 138: Le leggi di revisione costituzionale sono adottate da ciascuna Camera attraverso due deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi. Se nella seconda votazione entrambe le camere approvano la legge a maggioranza dei 2/3 dei componenti la legge viene promulgata dal Presidente della Repubblica e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale. Al contrario se vi è una maggioranza assoluta (50% più uno) si può dar luogo ad un referendum popolare. La richiesta del referendum deve essere fatta entro tre mesi dalla pubblicazione della legge da parte di 1/5 dei membri della camera o 500. elettori oppure da 5 consigli regionali. (Per questo referendum non è previsto il quorum!)
  2. Giurisdizionale : la Corte costituzionale controlla la costituzionalità di leggi e atti aventi forza di legge. Ci si rivolge in due maniere alla corte: