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CONCETTI GENERALI, NASCITA DELLO STATO, TIPI DI STATO, LEGITTIMAZIONE DELLO STATO, FORME DI GOVERNO, FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE, FORMAZIONE DEL GOVERNO, GOVERNO, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, PARLAMENTO, GERARCHIA DELLE FONTI, LA COSTITUZIONE, LA LEGGE, ATTI CON FORZA DI LEGGE, REGOLAMENTI, REFERENDUM ABROGATIVO, FONTI DEL DIRITTO, PRINCIPIO DELLA COMPETENZA, PRINCIPIO DELLA COERENZA DELL’ORDINAMENTO, FONTI INTERNAZIONALI e RAPPORTO TRA STATO E CHIESA
Tipologia: Appunti
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Il diritto pubblico è l’insieme delle norme che disciplinano l’organizzazione dei poteri pubblici ed i rapporti tra questi poteri ed i cittadini, ha anche come oggetto la disciplina dei reati perché è compito dello stato garantire l’ordine pubblico e punire i soggetti socialmente pericolosi. Gli enti pubblici hanno il potere di imporre determinati comportamenti (potere d’imperio) pur nel rispetto delle libertà fondamentali. Rientrano in esso il diritto:
Questo principio legato alla libertà e ai diritti fondamentali nasce grazie alla Dichiarazione nazionale dei diritti dell’uomo e del cittadino nel 1789 in Francia. Oggi questa dichiarazione è una premessa non c’è nella Costruzione. Il Costituzionalismo è un movimento di pensiero, una corrente politica, giuridica e filosofica fino dalle sue origini antichissime orientato a perseguire finalità politiche concrete, essenzialmente consistenti nella limitazione dei poteri pubblici e nell’affermazione di sfere di autonomia normativamente garantite. Si basa su un principio di autogoverno in cui deve esistere la separazione dei poteri. Si divide in: Ø Costituzionalismo antico : l’insieme delle teorie intorno alla natura del potere politico elaborate a partire dalla Grecia classica sino alle origini dello Stato moderno (guerre di religione). È un costituzionalismo conversatore. Ø Costituzione in senso antico : la costituzione è concepita come un insieme di regole consuetudinarie, quindi non scritte, che disciplinano la vita complessiva del corpo politico. Ø Costituzionalismo moderno : è una corrente di pensiero che ha elaborato come limite al potere politico arbitrario del sovrano assoluto l’idea di una costituzione scritta; Ø Costituzione in senso moderno : la costituzione è concepita come un insieme di regole che sono prodotte consapevolmente. È costituita da un atto volontariamente posto in un determinato momento storico. Scienza delle Costituzioni : è una scienza positiva al pari delle altre scienze; può essere correttamente definita lo studio delle diverse organizzazioni costituzionali che si sono realizzate storicamente. Il Terzo Reich aveva una Costituzione? No, perché tutto funzionava grazie al Führer secondo la Scienza della Costituzione si aveva un’organizzazione costituzionale. La Costituzione per funzionare ha bisogno di consenso, si divide in: o Costituzione in senso formale : è un atto scritto consapevolmente posto in un determinato momento storico. La costituzione formale in Italia è l’atto consapevolmente posto a fondamento del nostro ordinamento prodotto dei lavori dell’Assemblea costituente alla fine del 1947 al termine della Seconda guerra mondiale Cosa fa sì che venga rispettata? Per avere un radicamento ha bisogno di consenso ecco perché è nata quella in senso materiale o Costituzione in senso materiale : la costituzione è l’organizzazione delle forze politiche che stipulano una convezione circa il rispetto della costituzione formale. Questo principio è nato grazie all’interrogativo di La Salle in merito alla Costituzione tedesca a cui non attribuiva valore ma la considerava solo un pezzo di carta, la vera costituzione è basata sull’accordo delle forze politiche. In Italia grazie al CNL (comitato di liberazione nazionale), la nostra Costituzione è basata infatti sull’esperienze del fascismo. Perché oggi la costituzione formale non corrisponde a quella materiale? Le forze politiche ed i principi che erano alla base della sua Costituzione non sono più gli stessi, secondo alcuni studiosi occorrerebbe modificarla. Quale è il fondamento dell’effettività della costituzione? Il fondamento dell’effettività delle costituzioni nel tempo risiede su una convenzione, su un calcolo di utilità, per cui ci si rende conto che uscire dalla costituzione produrrebbe più danni che benefici. Con ogni periodo storico e con ogni generazione bisognerebbe modificarla? No, perché si fa un calcolo di utilità altrimenti si aprirebbe un conflitto ogni volta.
Cosa pone fine alla concezione del potere medievale? Le guerre di religione in particolare la riforma protestante nel corso del 1500 avviata da Lutero grazie alla pubblicazione delle sue 95 tesi in Germania volte a contrastare la pratica delle indulgenze avviate dalla chiesa cattolica (=attraverso la quale il fedele versava una somma di denaro al clero per farsi perdonare i peccati). Lo scisma anglicano che vedeva protagonista il re Enrico VIII che volendo divorziare dalla moglie Caterina d’Aragona per sposare la sua dama di compagnia Anna Bolena, ea in contrasto con il Papa che portò alla fondazione della nuova chiesa anglicana inglese con a capo il sovrano. Queste due riforme avevano come causa il fattore religioso divenuto ormai estremizzante ed inoltre stava diventando motivo di intolleranza tra il popolo. Tra le conseguenze delle guerre di religione c’è il fatto che nessuna fede prevale sulle altre ed inoltre la nuova forma di organizzazione del potere pone il sovrano come fattore esterno che deve garantire sicurezza e tranquillità ai sudditi; nelle Fiandre si sviluppa il Calvinismo. Il fronte cattolico reagisce con la Controriforma ossia instituendo la nuova Inquisizione, convocando il Concilio di Trento attraverso il quale la Chiesa cercò di rispondere agli interrogativi posti da Lutero e Calvino ed infine esponendo l’Indice dei libri proibiti. Nello stesso periodo si sviluppa l‘Umanesimo, un movimento intellettuale, ideologico e letterario attraverso il quale l’uomo inizia a comprendere che come individuo lui si colloca ora al centro del sistema ossia la terra (ruolo che prima apparteneva alla Chiesa). Si sviluppa in quelli anni anche il Rinascimento, un periodo storico segnato da una ricca produzione artistico-letteraria che prende spunto dall’Umanesimo oltre che una rinascita delle arti, della cultura, della fiducia nell’uomo e nelle sue capacità. Il 1600 (XVII) viene ricordato come il secolo nel quale si sviluppa l’assolutismo monarchico. In questo periodo visse Thomas Hobbes un filosofo, matematico e politico che scrisse due libri legati alla situazione delle guerre civili che si stavano sviluppando in Inghilterra: il primo il Behemoth (descrive la guerra in corso ed è un’opera negativa) nella seconda il Leviatano nel 1655 c’è una ricostruzione infatti si tratta di un’opera positiva. Nel Leviatano viene indicata una teoria del potere nella quale Hobbes sostiene che il potere debba essere concentrato nelle mani di un unico soggetto (perciò sostiene il potere assoluto ma la sua è solo un’idea teorica) al fine di garantire la sicurezza e la pace, disarmare la società segnata da conflitti e per usufruire quindi dello stato di natura. Questo fenomeno però avviene in maniera pratica in Europa e infatti in quelli anni si sviluppano Stati (visti come monopoli quindi hanno il potere oggi non è così in quanto sopra gli stati ci sono diverse organizzazioni come l’Onu oppure l’UE) con strutture burocratiche e sovrani che concentrano su di sé il potere, il sistema nasce grazie alla Pace di Westfalia nel 1648 che indica che gli Stati europei sono tutti posti sullo stesso piano; nasce così lo Stato moderno. Gli attributi dello Stato moderno sono: § Sovranità interna : lo Stato dispone del potere di esercitare la forza in modo legittimo al suo interno § Sovranità esterna : lo Stato non aveva nessuno al di sopra di sé Con lo Stato moderno si sviluppa anche la teoria di forma di Stato ; questa ha carattere descrittivo e si impone di descrivere la forma di Stato a partire dal 1500. All’interno della categoria dello stato moderno esistono diversi modi di immaginare il rapporto tra l’autorità pubblica e i cittadini ed in base a questo si può classificare in: § Stato assoluto caratterizzato dal monopolio della corona infatti l’organo dello Stato era impersonale e continuativo. Il sovrano era soggetto ai limiti divini in quanto solo Dio poteva giudicarlo, ai limiti naturali e alla legge di successione. I poteri (legislativo, giudiziario ed esecutivo) sono accentrati nelle mani del monarca. Il re fatica però ad imporsi in Francia ed in Inghilterra. In Inghilterra si verificò infatti lo scontro tra Carlo I e il Parlamento in quanto visto che il re era una figura che “non sbagliava mai”, il Parlamento accusò i consiglieri del re di consigliare male il sovrano, furono fatti una serie di
processi contro i suoi consiglieri (il più importante quello del duca di Buckingham) nonostante questo però il re fu processato e condannato a morte per tradimento. Nasce poi lo Stato ed Il primo aspetto che lo stato assoluto assume è quello di stato patrimoniale caratterizzato da un forte intreccio tra finalità pubblica ed interesse patrimoniale, di cui ha quindi cura nel suo interesse poi lo stato evolve grazie al pensiero illuminista del 700 ed il popolo diventa portatore di diritti, nasce così la prima forma di entità pubblica; il popolo viene paragonato a dei “figli” da proteggere. Lo stato assoluto assume il carattere di stato di polizia quando prevale la finalità pubblica del benessere dei cittadini. In Francia invece il modello assoluto entra in crisi a causa della Rivoluzione francese che portò alla nascita dello stato liberale. § Stato liberale : la Sovranità appartiene alla Nazione e non più al re: entità unitaria e indivisibile che trascende la volontà dei singoli (art 3 Dich. Un. 1789). Il concetto di Nazione tende a individuare la borghesia come classe dominante. Ha diverse caratteristiche: principio della separazione dei poteri elaborato da Montesquieu secondo cui le diverse funzioni dello stato vanno tenute distinte in legislativa, esecutiva e giudiziaria inoltre le scelte politiche sono affidate a rappresentanti eletti da una parte dei cittadini titolari del diritto di voto in base a certi indici (proprietà, istruzione e capacità fiscale) e non a tutto il popolo. § Stato socialista: in Italia il re è in contrasto con i liberali in quanto questi volevano la Costituzione mentre il re no allora concede lo Statuto Albertino nel 1848. Nel 1800 in Italia c’è conflitto sociale tra ricchi e poveri (esempio arretratezza del Sud) ed in Parlamento a causa di questo nasce il movimento socialista, ma cosa vorrebbero i poveri? L’uguaglianza e la redistribuzione della ricchezza. Giolitti a fine 1900 istituisce un sistema di tassazione di tipo proporzionale al patrimonio posseduto, migliora il sistema scolastico e sanitario. § Stato totalitario: il fascismo risolve il conflitto sociale attraverso un atto di autorità inoltre dà a tutti un ruolo quindi rimuove il dissenso. L’unico stato totalitario è comunque solo quello nazista. Dopo la caduta di Mussolini il re nomina Badoglio capo del Governo e successivamente Togliatti nel 1940; dopo l’esperienza del fascismo si dà vita allo stato sociale. § Stato del benessere (o sociale): La sovranità appartiene al popolo e permane l’idea della separazione dei poteri; si affermano nuovi poteri costituzionali che svolgono funzioni di garanzia e di controllo come ad esempio la Corte costituzionale. Assumono un ruolo determinante i soggetti esterni allo Stato ossia i partiti politici che diventano fondamentali in quanto esprimono la loro idea nei confronti dei cittadini oltre che la loro visione del mondo. Lo stato assume su di sé il compito di produrre beni e servizi pubblici con finalità redistributive e volte all’uguaglianza. Lo stato del benessere assume su di sé il dovere di perseguire una serie di finalità definite dalla costituzione e che sinteticamente chiamiamo diritti fondamentali. Ai tradizionali diritti di libertà e di partecipazione politica che si erano affermati con la Rivoluzione francese e nell’evoluzione successiva dello stato liberale si aggiungono i diritti sociali, i diritti a un’esistenza libera e dignitosa che deve essere assicurata dallo Stato. Da questi si estrae un modello ed una formula ad esempio si prendono diverse realtà e si capisce così a quale forma essi appartenevano. PARTE 3 TIPI DI STATO La classificazione per tipi di stato si ha riguardo al rapporto tra autorità centrale e poteri territoriali. Si sostanzia inoltre nella divisione in stato federale, stato accentrato e stato regionale. Due filosofi si interessano a questa materia ma con due diversi orientamenti filosofici:
Problema? Lo stato unitario garantisce maggiormente il principio di uguaglianza mentre lo stato federale o regionale garantisce maggiormente i diritti individuali. PARTE 4 LA LEGITTIMAZIONE DELLO STATO Quale è il fondamento della legittimità dello Stato? Prima con il re, lo Stato veniva ritenuto legittimo perché era il vicario di Dio ma quando l’idea cambia il suo potere viene meno. Questo in particolare a causa del pensiero prima giusnaturalista e poi diventa illuminista del 1600, che si basava sull’idea che la legittimazione dello stato avvenisse grazie al pensiero giusnaturalista. Secondo i giusnaturalisti/illuministi l’uomo è portatore di diritti che sono scritti nella natura perciò le persone ritenevano legittimo lo Stato perché tutelava i diritti naturali (quindi ne fa da garante). Gli illuministi tolleravano idee diverse il giusnaturalismo era invece il pensiero della borghesia nascente contro l’assolutismo. Nel 1800 le rivoluzioni che portarono ad uno stato liberale eliminarono anche il pensiero giusnaturalista per passare ad uno positivista quindi alla legale razionale. Secondo questa legittimazione positivista la legge riconosce i diritti e lì pone lei stessa, le persone sono in grado di ritenere come si comporterà lo stato pertanto lo ritengono legittimo (diritti pubblici soggettivi quindi positivi e non più naturali). Per questa ragione si iniziò a diffondere il concetto di stato di diritto nel 1800, non esisteva più infatti un potere arbitrario (ossia dove il re poteva fare quello che voleva) e grazie alla Rivoluzione francese gli uomini furono posti sullo stesso piano davanti alla legge; lo stato di diritto è inoltre a favore della libertà di pensiero. Per stato di diritto si intende perciò lo stato in cui tutti gli atti di esercizio di pubblici poteri sono sottoposti alla legge. Lo stato costituzionale (stato sociale) è un perfezionamento dello stato di diritto perché sottopone a regole giuridiche scritte nella Costituzione lo stesso esercizio della legislazione. Non esaurisce il suo compito nel mantenimento nella pace e nell’ordine, ma lo Stato deve ad esempio redistribuire la ricchezza e riconoscere i diritti che garantiscono uguaglianza; fa tutto questo scrivendolo in Costituzione. Lo stato costituzionale è anche democratico; quello liberale non era democratico. I diritti scritti nella Costituzione sono un incontro tra pensieri diversi (le forze costituenti avevano idee differenti ma arrivarono ad un incontro). I diritti sono il prodotto di una volontà legislativa costituente. I diritti accolti in costituzione sono da un lato il riflesso dell’esperienza politica del fascismo oltre che dal peso del comunismo sovietico: il diritto di associazione, il diritto di voto; dall’altro sono il riflesso di tradizioni politiche molto differenti tra loro che andavano dalla tradizione liberale al pensiero socialista e comunista passando per il pensiero politico cattolico. Lo stato costituzionale è legittimo perché posso prevedere il suo comportamento e perché ha come obiettivo la realizzazione dei fini scritti in Costituzione quindi è autolimitato da essa. Il neocostituzionalsimo è una corrente di pensiero che ritiene sia possibile superare il vincolo della costituzione e attingere direttamente alla sua morale. Lo stato costituzionale ha abbandonato così l’idea secondo cui i diritti sono il riflesso di norme costituzionali affermando che i diritti sono parte di un patrimonio proprio di tutti gli esseri umani, quindi non sono più un accordo ma uno strumento che può essere usato in giudizio da tutti in qualsiasi momento ed è inoltre legittimo perché tutela i diritti fondamentali. La spoliticizzazione della Costituzione afferma che non è più la politica, attraverso la legge, ad attuare i diritti, ma bensì secondo la visione di molti la giurisdizione. La Corte costituzionale interviene espandendo i diritti scritti infatti questi sono diventati rivendicazione di tipo individuale. Quando la Costituzione è nata i diritti erano per la solidarietà ora per l’individualità quindi la tutela di sé stessi.
Per forma di governo si intende l’organizzazione dello stato quindi il modo in cui il potere è distribuito tra i diversi organi, oltre che i rapporti che intercorrono tra essi. Questi cambiano in base al tempo ed al paese. I greci sono stati i primi a interrogarsi sulla miglior forma di governo. Montesquieu invece è il primo a far riferimento a forma di separazione del potere (solo al legislativo e all’esecutivo). In base alla forma di Stato avremo forme di governo diverse. La forma di governo è costituita dall’assetto organizzativo dello stato mentre la forma di stato dal rapporto tra l’autorità e i cittadini. Si può anche dire che la forma di stato esprime quali sono le finalità dello stato. Per potere (politico) si intende il potere di assumere decisioni pubbliche rilevanti per la comunità. Nella classificazione delle forme di governo il potere giudiziario è considerato un potere a sé infatti non viene preso in considerazione. Nello stato assoluto era tutto in mano al re nello stato liberale invece c'è finalmente la separazione dei poteri, la rappresentanza e il riconoscimento dei diritti; si divide in:
generale del Governo e la promozione e il coordinamento dell’attività dei Ministri. Il Consiglio dei ministri è responsabile dell’attività collegiale che vi si svolge. i Ministri sono considerati responsabili dei loro dicasteri (i ministeri).
§ giuridicamente (davanti ai giudici penali e civili nonché davanti alla Corte dei conti per responsabilità contabile) Questo principio viene ereditato dalla figura del re che non sbagliava mai quindi i suoi atti sbagliati venivano imputati ai suoi ministri; situazione che accade oggi con il Capo dello Stato. Per quanto riguarda gli atti che il Capo dello Stato commette che non hanno a che fare con l’esercizio delle sue funzioni non ne risponde nel periodo del mandato ma successivamente. PARTE 10 IL PARLAMENTO Modelli storici di parlamentarismo:
֍ il Presidente d’Assemblea : ciascuna camera ha un proprio presidente che ha il compito di rappresentare all’esterno la camera e di assicurare il buon andamento dei suoi lavori oltre che dell’amministrazione interna ֍ l’ufficio di Presidenza viene composto in modo da rappresentare tutti i gruppi parlamentari. Ha compiti amministrativi, attinenti alla disciplina interna e di natura politico-organizzativa. ֍ le giunte parlamentari sono organi permanenti investiti di funzioni tecnico-giuridiche. ֍ i gruppi parlamentari sono la proiezione dei partiti all’interno del Parlamento e l’aggregazione dei membri di ciascuna Camera. L’attività parlamentare avviene attraverso i gruppi al fine di rafforzare il collegamento tra il Parlamento e i partiti e di salvaguardare l’efficienza decisionale del Parlamento. ֍ Le commissioni permanenti svolgono funzioni di formazione delle leggi oltre che procedure di indirizzo, di controllo e informazione. La composizione delle commissioni permanenti rispecchia la proporzione dei gruppi. Ciascuna camera può istituire commissioni speciali oppure commissioni d’inchiesta. Esistono anche numerose commissioni bicamerali, costituite da un numero uguale di senatori e deputati. ֍ la conferenza dei capigruppo assiste il presidente in ordine a tutto ciò che riguardo lo svolgimento dei lavori dell’aula e delle commissioni. ֍ i singoli parlamentari Articolo 67 (STATUS) : “ Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.” Il parlamentare, quindi, una volta eletto, non deve più rispondere agli elettori (ciò porta al trasformismo = cambiamento di parte dei politici). 1919 sistema proporzionale: votano solo certe tipologie di classi 1923 legge Acerbo: premio maggioranza del 25% 1946 Costituzione con sistema proporzionale esteso alle donne, si eliminano alcuni diritti e doveri inoltre democrazia parlamentare basata sui partiti vincitori della Resistenza. Articolo 49: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.” Negli anni ’80 i partiti sono corrotti. Bisogna quindi tornare ad un rapporto più diretto con l’espressione di status parlamentare (condizione giuridica di coloro che sono stati eletti alla carica di senatori o deputati). Si deve quindi garantire il parlamentare e le sue opinioni. Conclusione del mandato:
o giuramento del Presidente della Repubblica o messa d’accusa per alto tradimento ed attentato alla Costituzione da parte del Presidente della Repubblica o per elezione di 1/3 dei giudici della Corte costituzionale o per elezione di 1/3 dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura Il Parlamento in seduta comune mostra un’identità diminuita in quanto non ha una sede propria (quando ciò avviene nella sede della Camera dei deputati), non è dotata dalla Costituzione di organi specifici (la Presidenza spetta al Presidente della Camera) e infine non ha un proprio regolamento (si adotta il regolamento della Camera, anche se il Parlamento in seduta comune ha facoltà di adottare un regolamento proprio). Funzioni e procedimenti (Cosa fa il Parlamento italiano?) La Costituzione affida alle Camere l’esercizio della funzione legislativa (articolo 70), la funzione di indirizzo politico oltre che quella ispettiva e di controllo nei confronti dell’operato del Governo. L’ultima funzione è quella di revisione costituzionale. I principali strumenti, invece, attraverso cui il Parlamento svolge la funzione di controllo sull’attività del Governo sono costituiti dalle interrogazioni, dalle interpellanze, dalle mozioni e dalle inchieste. L’interrogazione consente a ciascun parlamentare di chiedere per iscritto al Governo se sia a conoscenza di un determinato fatto. L’interpellanza consente a ciascun parlamentare di chiedere per iscritto al Governo chiarimenti sulla sua azione politica. La mozione è un testo che ha lo scopo di sollecitare una deliberazione della Camera o del Senato su un determinato argomento (particolari mozioni sono quelle di fiducia o sfiducia al Governo). Le inchieste consentono a ciascuna Camera (attraverso Commissioni bicamerali) di indagare su materie di interesse pubblico. PARTE 1 1 LA GERARCHIA DELLE FONTI Il principio della gerarchia delle fonti sancisce che una norma contenuta in una fonte di grado inferiore non può contrastare una norma contenuta in una fonte di grado superiore. Nell'ordinamento giuridico italiano si collocano al primo livello le fonti costituzionali quindi la Costituzione, le leggi costituzionali e gli statuti speciali. Al secondo posto le fonti primarie i trattati internazionali e quelli dell’Unione europea, le leggi ordinarie emanate dal Parlamento, gli statuti e le leggi regionali, i regolamenti parlamentari e infine gli atti aventi forza di legge del Governo ossia i decreti-legge e i decreti legislativi. Al di sotto delle fonti primarie troviamo le fonti secondarie con i regolamenti governativi, ministeriali, amministrativi e prefettizi oltre che quelli di altri enti pubblici territoriali. PARTE 12 LA COSTITUZIONE L’altro potere che spetta al Parlamento riguarda la modica della costituzione (la nostra è rigida ossia resiste alle modifiche; si contrappone a quelle flessibili come quelle liberali del 1800 che potevano essere modificata tramite leggi senza procedure particolari). Le forze costituenti si sono così poste l problema di mettere al sicuro la costituzione tutelandola tramite strumenti che garantiscano la sua resistenza nel tempo. Vi sono infatti due garanzie :