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San Tommaso, Machiavelli, Bodin, Hobbes, Locke, Rousseau, Kant, Hegel, Marx, Weber, Schmitt, Arendt.
Tipologia: Appunti
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Egli compendia Aristotele con il cristianesimo facendolo riscoprire : ridefinizione del pensiero politico medievale; se fino a quel momento il pensiero politico era sotto l'influenza di Sant'Agostino e quindi di Platone, dal 1200 in avanti esso subisce l'influenza di Aristotele, influenzato dalle categorie della politica aristotelica : riviste da San Tommaso come legge di natura: l'idea che la politica sia iscritta nell'uomo fa pensare che tutto il cosmo sia retto da una legge divina : esiste un ordine naturale voluto da Dio per la natura, all'interno del quale si inserisce anche la politica. La politica, i regni, le città, devono realizzare un obiettivo che è il bene comune : ne esiste uno che è oggettivo che la politica deve realizzare. Esso ha il proprio fondamento nella teologia, in Dio. Egli contempla il diritto di resistenza, cioè il diritto di disobbedire da parte di un suddito ad un comando che sia contrario alla legge di natura, poiché essa rappresenta il termine di riferimento di ogni agire politico. Un re che da comandi diversi da quelli voluti da Dio diventa tiranno e il popolo può resistere, obbedire fino al punto di arrivare al tirannicidio, ovvero all'uccisione del tiranno. Egli inoltre dice che la migliore forma di governo, che riproduce più fedelmente il volere di Dio, è la monarchia; nonostante ciò afferma la necessità di forme di partecipazione popolare che devono rappresentare il consenso al potere : il popolo deve esprimere un consenso, non deve essere governato come se fosse privo di volontà, deve partecipare anche nella monarchia, che quindi deve riconoscere la partecipazione popolare. In lui c'è una forma primitiva di costituzionalismo, idea di divisione dei poteri, di partecipazione : il potere non deve essere illimitato ma limitato. L' ordine della natura riproduce un ordine dell'essere voluto da Dio. In natura l'ordine c'è già, deve essere solo fatto emergere.
Il medioevo è un insieme di elementi che possono essere sintetizzati con l'idea di pluralismo, ovvero l'ordine giuridico medievale è pluralistico, l'idea che sta sotto a tutte le forme di pensiero politico medievale è quella di un corpo costituito di parti : la società, ognuna di queste parti ha una forma autonoma di, ad esempio, diritto. Parti : università, città, abbazie. Non c'è lo stato, e quindi il diritto nasce da fonti normative diverse che trovano una coesistenza; non c'è il sovrano, un potere centralizzato che produce la legge, ma una pluralità di soggetti e parti che producono diritto. I re medievali dovevano amministrare la giustizia, sono sottoposti al diritto, alla legge, non la creano ma la applicano ( iurisdictio ). Il gubernaculum è una sfera limitata di potenza dei re in cui si esprime l'attività di governo, ma essa è controllata dalla giurisdizione.
E' considerato da alcuni come l'iniziatore della concezione politica moderna, perché è il primo che utilizza la parola stato in un senso che si avvicina all'idea che se ne ha da Hobbes in poi : viene inteso come lo spazio in cui si esercita la politica. Il compito della politica è quello di conservare, mantenere, conquistare lo stato, e dunque la politica viene vista nella sua autonomia tecnica, è considerata un ambito di esperienza e di conoscenza specifica, vi è una tecnica per fare ciò. Egli fonda la riflessione moderna sulla politica poiché viene considerata come autonoma dall'etica, dalla religione, dal fondamento a cui San Tommaso voleva avvicinarla (legge di natura). L' antropologia di Machiavelli è pessimistica : l'uomo non è quell'animale politico che doveva essere corretto ma siccome partecipe della natura in grado di realizzare il sommo bene, ma non c'è più niente di naturale, l'esito non è dato dalla natura ma la natura è il problema : per natura l'uomo è portato al conflitto con altri uomini, è attraversato da passioni egoistiche, legate al proprio interesse. La contingenza regola le cose umane : non vi è provvidenzialismo, la storia non ha un fine ma è governata dal caso, questa è la natura secondo lui, ed essa è immutabile, sempre identica a se stessa, non cambia mai. Per fronteggiare la contingenza delle cose umane si deve utilizzare la virtù politica , ovvero la capacità di fronteggiare il caso, è una forma di energia politica. La storia e la politica si spiegano mediante il rapporto virtù-politica, al di là del provvidenzialismo. Dio non c'è come fondamento dell'ordine politico, esso è affidato alla virtù degli uomini. Ciò su cui gli uomini possono fare affidamento sono gli esempi dell'antichità : se l'uomo è sempre lo stesso e non vi è sviluppo umano, ciò che gli antichi fecero per contrastare il caso può essere utile al giorno d'oggi.
Il fine giustifica i mezzi (Il Principe) : il principe non deve avere le qualità dell'antichità. L'autonomia che sancisce dall'etica non è completa : egli intende l'etica cristiana tradizionale, non è un anticristiano ma dice che in ambito politico esistono dei valori che sono diversi da quelli dell'etica cristiana, ovvero il conservare e mantenere lo stato, inteso come la salute pubblica della città, il suo bene comune. La politica ha la sua etica. Per svolgere il suo obiettivo, la politica può andare contro l'etica tradizionale. Nonostante ciò, non ogni azione è giustificata : solo quelle indirizzate a questi obiettivi.
Nei discorsi vi è un Machiavelli repubblicano, esaltatore della repubblica romana : la esalta e la prende come esempio di virtù politica (dalla cacciata dei re all'arrivo del principato, Augusto). Il segreto della grandezza romana risiede nel fatto che essa sia un esempio di costituzionalismo misto, era una mescolanza di monarchia, aristocrazia, governo popolare (vedi Polibio). Questo ha permesso a Roma di durare a
suo modo. Egli nonostante ciò continua a restare repubblicano : se la repubblica è talmente corrotta da non poterla più riportare in vita con metodi ordinari bisogna usare il metodo del principe, ricostituendo la virtù politica necessaria e reintroducendola dopo un periodo di governo eccezionale tenuto dal principe, che è quindi un caso d'eccezione.
Qualità dei tempi e qualità dell'uomo : egli è attento a mettere in relazione questi due aspetti. La virtù politica consiste nella capacità dell'uomo di cambiare la propria natura e di sintonizzarla sulla qualità dei tempi, cioè di sapersi cambiare, saper interpretare i tempi e essere adeguato all'attualità per essere efficace. La qualità dei tempi cambia perché succedono delle cose, la virtù del politico è anche quella di saper prevedere il cambiamento, il fine è il farsi sorprendere il meno possibile. Bisogna essere prudenti per non farsi travolgere dagli eventi. La crisi si ha quando non si è stati capaci di prevederla.
Il principe è colui che abbrevia i tempi, ovvero che ricorre al metodo straordinario nella città. L'uomo non è più il centro del mondo come Dio non è più il fondamento della natura. La fortuna è l'insieme degli avvenimenti che accadono nel mondo; l'unico modo per fronteggiare ciò è la virtù, che non offre garanzia di successo.
Realismo di Machiavelli nei confronti della politica – andare dietro alla verità effettuale della storia per vedere come le cose funzionano invece di inventare come potrebbero andare le cose. Chi vuol far politica deve scendere a patti con la violenza, se vuole conservare il potere.
Egli contrappone la religione dei romani, civile, alla religione cristiana. Quella dei romani è stato un elemento fondamentale per la salute della repubblica romana : era una religione politica, con come oggetto di culto la polis stessa. Tutto ciò secondo lui si perde con il cristianesimo, che introduce una nuova dimensione, quella della trascendenza e dell'attesa della salvezza e svaluta i valori mondani a favore di valori extramondani con un rifiuto del mondo. Il cristianesimo è quindi antipolitico, ovvero una religione individuale, non della gloria e della potenza mondane : ciò ha indebolito i costumi. Se l'Italia non è come gli altri paesi è a causa della chiesa.
sovranità. La sovranità è un potere supremo che non riconosce alcun potere superiore. Nella modernità questa sovranità è attribuita allo stato. Ancora oggi la attribuiamo al popolo ma si esprime nell’assetto dei poteri dello stato. È identificata la sovranità con lo stato inteso come un’unità politica.
Il potere è assoluto, perpetuo, indivisibile, inalienabile, sciolto dalle leggi ordinarie.
Lo stato nasce come stato assoluto, e non come stato di diritto. Il sovrano non è tenuto a rispettare le leggi che emana.
Stato indivisibile : non vi è in lui la divisione dei poteri come non c'è per Hobbes. Clima di guerra dei cosiddetti politiques, partito di intellettuali che all'interno delle guerre di religione in Francia sostenevano una posizione simile a quella di Baudin : per risolvere il conflitto bisognava inventare un potere statale superiore laico, che non entrasse nel merito del conflitto religioso ma che riuscisse a neutralizzarlo e a ridurre la religione ad un fatto privato : ognuno può credere ciò che vuole in cuor suo, l'importante è che ciò non entri nella sfera politica. Il problema non è la libertà dei sudditi ma l'unità del potere, dello Stato. La sovranità non è così assoluta come lo è per Hobbes, la sovranità assoluta ha dei limiti che non sono le leggi ordinarie ma :
Le forme di governo Egli distingue tra forme di stato e forme di governo. Forme di stato : si distinguono a seconda di dove è collocata la sovranità : monarchia, aristocrazia, democrazia o governo popolare. Forme di governo : come si esprime concretamente il potere del sovrano e la partecipazione dei sudditi alla vita politica : ci può essere una monarchia con una forma democratica se permette di accedere alle cariche e alle funzioni. Un conto è la titolarietà della sovranità, e un altro è l'esercizio della stessa e soprattutto l'apertura o meno delle cariche al popolo. Ci possono essere forme miste.
Il suo pensiero si colloca all'interno del contrattualismo. Contrattualismo : dottrina politica che fonda il potere sul contratto, sulla volontà e sulla razionalità degli individui. Ciò vuol dire fondare il potere logicamente sul consenso degli individui su cui il potere si esercita, si pensa che lo stato nasca da un contratto.
Siccome non c'è autorità che stabilisce la proprietà, ognuno ha diritto a tutte le cose grazie alla sua forza; ma siccome gli uomini sono uguali, da qui nasce il conflitto , perché le cose non sono illimitate : guerra di tutti contro tutti.
Inoltre, l'antropologia di Hobbes è negativa : l'uomo è fatto essenzialmente di passioni , è agitato soprattutto da diffidenza nei confronti dell'altro uomo, da gloria, ovvero la sua ricerca e la vana gloria, ovvero il desiderio di ciascuno di essere giudicato per di più di quello che è. L'uomo non è mai sazio, è affamato di fame futura, è insaziabile.
Da una condizione così, non ci può essere progresso : l'uomo in questo stato è brutale, misera breve. La natura dell'uomo è il problema da cui bisogna uscire, per costruire uno stato che si fondi sull'abbandono della natura, che sia artificialmente politico, un meccanismo. La politica si separa radicalmente dalla natura, quindi l'uomo per entrarne deve rinunciare alla propria natura, deve diventare altro da sé : alienazione del soggetto moderno , il soggetto che entra nello stato non è l'individuo di prima, si chiamerà cittadino, ed è diverso da quello che è privatamente. Nella politica non si è uomini completi, una parte rimane nella società. Nella politica si crea l'universale della cittadinanza, che si fonda sulla separazione uomo-cittadino.
Non c'è una legge comune, una giustizia perché essa nasce dalla legge, per natura non c'è nulla di ingiusto, ognuno è portato ad affermare se stesso. Non c'è giusto-ingiusto, è una situazione di guerra e una condizione di paura della morte da parte degli individui, uno degli strumenti con cui si esce dallo stato di natura.
Ci sono due strumenti con cui Hobbes immagina l' uscita dallo stato di natura :
Diritto di natura e leggi di natura : uno il contrario dell'altro. Il diritto di natura : ius naturae, la libertà dell'uomo di fare tutto per conservarsi, libertà priva di qualsiasi legge e che vale nello stato di natura. Libertà. La legge di natura : dettame della retta ragione, un consiglio di prudenza che serve a limitare il diritto di natura, è un vincolo. Consiglio, che assume la forma di un imperativo categorico : se vuoi la pace, fai così.
Leggi di natura che la ragione dà all'uomo (in tutto 19) :
proprio diritto a tutte le cose, se si vuole ottenere la pace, spogliarsi della propria libertà naturale (alienazione). Scambio tra libertà e sicurezza
In natura però non c'è alcun potere che possa rendere efficaci le leggi di natura, non c'è un'autorità. Si deve quindi costruire un principio artificiale, mediante il quale si possa realizzare la pace e che dia sicurezza all'uomo, attraverso il patto.
Nel contrattualismo medievale basato sul giusnaturalismo (diritto naturale), esistevano due patti :
Il patto di Hobbes lo svuota di significato : in lui c'è un unico patto tra gli individui, è un patto di unione che ha come contenuto la soggezione : io depongo il mio patto naturale a favore di un terzo, io autorizzo tutte le azioni che il sovrano compirà in mio nome a patto che un altro individuo faccia lo stesso, lo autorizzo a rappresentarmi. Il sovrano quindi non è parte contraente, esso non fa nessun patto, egli ne è evocato. Il sovrano è radicalmente l'unico soggetto (anche un'assemblea) che non rinuncia al proprio diritto naturale, non solo egli conserva il proprio ma ha a disposizione anche quelli degli altri. Non c'è nessuno spazio per la resistenza al sovrano, il popolo esiste solo nel sovrano, prima di essi esiste solo una moltitudine di soggetti che si fanno guerra, se viene meno il sovrano viene meno il popolo, esso è rappresentativo dell'unità della volontà di tutti.
Questo patto è un unico patto di unione che ogni individuo stringe con gli altri rinunciando al diritto di natura. Il sovrano che nasce dal patto (Leviatano) non è parte contraente. Nasce dal fatto che è l'unico soggetto che non rinuncia al suo diritto di natura, ed acquista il potere grazie alla rinuncia degli altri. La sovranità è una persona che rappresenta tutti gli individui : entità sovrana che si trova autorizzata ad agire da tutti gli individui; il sovrano rappresenta ed unifica tutte le volontà degli individui, che prima del sovrano sono una moltitudine dispersa di volontà : ora diventano un popolo. Non c'è un'istituzione del popolo, un'istituzione di diritto prima del sovrano. Se avesse usato due patti, avrebbe dovuto concludere che il popolo prima si unisce e costituisce e poi fa un patto col sovrano, che sarebbe vincolato al patto col popolo e ciò significherebbe che se esso lo trasgredisse ci dovrebbe essere la possibilità del popolo, già costituito
discussione la vita degli individui essi possono sottrarsi ad un comando dello stato che metta in pericolo la loro vita. Allo stesso modo ci si può sottrarre alle torture. Non c'è diritto a questo, ma uno stato che mette a morte è come se mettesse fuori dal patto e quindi nello stato naturale vince il più forte. Altre libertà residuali sono quella del silenzio delle leggi : l'individuo è libero in quegli ambiti in cui la legge non legifera, e quella del foro interiore : la libertà dell'interiorità, lo stato non può costringere a pensare ciò che vuole, può solo imporre comportamenti, azioni; ciò però non può andare contro ai comandi del sovrano, a cui ci si deve uniformare esteriormente.
Gli individui sono completamente privati di capacità politica : una volta istituito lo stato, chi fa politica è solo il sovrano. Questo è il prezzo da pagare per vivere in pace : non si può fare politica (pensiero opposto a quello di Machiavelli).
Gli individui si alienano in due : individuo privato (residuo dell'opera di spoliticizzazione dei rapporti tra individui, è libero solo in una dimensione privata, nasce la libertà privata che si contrappone a quella pubblica che è solo quella delle leggi) e cittadino (membro del Leviatano, sottoposto alle leggi e all'obbedienza). La religione diventa una libertà residuale, privata, l'importante è che nel pubblico si sia conformi alla volontà dello stato.
Per lui non esiste il tiranno perché il potere del sovrano è assoluto e il tiranno era senza titolo o che violava i titoli del potere. Non c'è l'idea di usurpazione di potere, e se c'è ( stato per acquisizione ) anche i suoi sudditi fanno un patto in cui in cambio della vita ottengono la sicurezza : quindi è legittimato da Hobbes. Il tiranno è il nome che danno alla monarchia i suoi nemici, è solo una parola.
Il sovrano di Hobbes ha in una mano una spada (potere politico mondano) e nell'altra il pastorale (potere religioso, spirituale). Per Hobbes, il sovrano è anche interprete della legge religiosa, delle sacre scritture, non c'è separazione tra potere spirituale e mondano. Egli cerca di dimostrare il fatto che già nelle Sacre Scritture ci sia scritto ciò. I nemici di Hobbes sono le sette protestanti (quelle sette che pretendevano di avere un rapporto diretto con la divinità dopo la fine dell'unità della chiesa – la riforma. Su questa idea facevano le guerre di religione, ognuna appellandosi al fatto di aver Dio dalla propria parte) e il cattolicesimo ( in particolare la teoria sostenuta dal cardinale Bellarmino
Hobbes dice che a partire da un certo momento nella storia di Israele è finito il potere diretto di Dio sul popolo di Israele. Ciò avviene con Saul : il popolo di Israele voleva un re come tutti gli altri popoli, lo istituisce e prende il posto di Dio sul suo popolo. Da Saul in avanti non esiste più un politico diretto di Dio, egli si ritira e Gesù prometterà l'avvento di un nuovo regno, il suo, che viene però rinviato ad un futuro indeterminato. Il sovrano è l'unico mediatore, Pontefice tra cielo e terra, l'unico in grado di governare l'umanità in pace in attesa del regno diretto di Gesù su questo mondo che arriverà nel pieno della sua gloria – e quindi ce ne si accorgerà. Obbedendo al sovrano, si obbedisce indirettamente anche a Dio in attesa della sua seconda venuta. Se qualcosa è un miracolo, sta al sovrano definirlo, gli altri sono falsi profeti che vanno messi in carcere. O la Chiesa si riconosce come potere politico e il papa diventa un sovrano vero e proprio, o non si può obbedire a due poteri : la Chiesa cattolica deve limitarsi a curare le anime, senza pretendere obbedienza da parte dei propri fedeli, perché ciò porta alla guerra civile. Tutte le Chiese devono essere subordinate al potere politico, possono insegnare il potere che vogliono ma devono sottostare al potere politico. Hobbes era ateo. Bisogna credere che Gesù sia il Cristo : unico comandamento per il cristiano che il sovrano chiede ai suoi sudditi, oltre al vivere in pace.
essere definito quella dottrina che fa della libertà dell'individuo il fondamento ed il fine della politica, e in particolare dello stato. Egli è anche un contrattualista : utilizza il contratto come fondamento dell'ordine civile. Nei suoi trattati sul governo civile ha due obiettivi polemici :
subordinato alla legge e al rispetto dei diritti. Corpo politico e potere legislativo tendono ad essere la stessa cosa ma spesso dice che c'è una differenza, per giustificare la chiamata di Guglielmo III d'Orange : in Inghilterra non c'era un parlamento : se anche esso non c'è, è comunque sempre presente un potere ancora più fondamentale che è quello del corpo politico. Inoltre, giustifica il diritto alla rivoluzione : è più facile sfiduciare un sovrano che calpesta i diritti naturali degli individui, più difficile è rispondere ad una minaccia che investe il potere legislativo : si vede in caso di abusi e di conquista, di un evento politico che porti alla messa in discussione del parlamento come sede del potere legislativo : a questo punto non tutto si sfascia, perché esiste la sovranità del popolo. Appello al cielo : diritto alla rivoluzione, che non è solo cambiare un sovrano tiranno ma anche sostituire un organismo rappresentativo che calpesti le leggi o i diritti.
La proprietà diventa una concezione della libertà personale. Essa si fonda sul lavoro : all'inizio l'umanità ha le cose in comune che gli sono state donate da Dio; la proprietà è legittima grazie al lavoro. L'umanità primitiva in cui le cose sono in comune viene trasformata dalle attività che ognuno svolge (chi raccoglie le ghiande ecc); il limite è l' utilità : bisogna accumulare la proprietà che è utile senza privare gli altri di far lo stesso. Con l'introduzione della moneta la proprietà viene divisa dall'utilizzabilità dei prodotti naturali : essa si lega alla moneta che è composta da un materiale non deperibile e può essere accumulata. La proprietà diventa accumulabile, perché accumulare moneta non significa accumulare cibo che priva gli altri.
Divisione dei poteri : Locke distingue 3 poteri : legislativo (o diretto del corpo politico o delegato a dei rappresentanti), esecutivo (subordinato al potere legislativo, è delegato e dunque può essere sostituito abbastanza facilmente), federativo (potere di fare la pace e la guerra con gli altri paesi, esercitato dall'esecutivo).
Appello al cielo : diritto di rivoluzione e resistenza al tiranno che viola i diritti degli individui. Ci si arriva quando non c'è altra soluzione, quando il sovrano ha un uso tirannico del suo potere o quando i delegati del potere legislativo violano i diritti. Il potere legislativo è fondamentale, ma quello più originario è il potere del popolo che si attiva quando il potere legislativo calpesta i diritti dei cittadini.
Prima di scriverlo, aveva già scritto importanti discorsi : Discorso sulle scienze e sulle arti e Il discorso sull'origine della disuguaglianza tra gli uomini.
Contratto sociale = non serve ad uscire dalla natura, come per Hobbes e Locke; per lui grazie ad esso si esce dalla civiltà così come si è formata storicamente. Il problema non è restaurare una natura originaria o su di essa il potere politico, ma liberare l'uomo dai rapporti nei quali lo sviluppo della civiltà e della proprietà lo ha catturato. Serve ad immaginare una società politica libera dalle costrizioni e dai rapporti di dominazione sociale.
racconta come gli uomini, in origine, non fossero come viene descritto dagli altri contrattualisti (non cattivo o passionale né già portato alla socievolezza), ma erano isolati in una condizione di limitatissimi rapporti con gli altri uomini. L' uomo naturale era sostanzialmente buono , era contraddistinto dall' amor proprio (istinto di autoconservazione) e dalla benevolenza nei confronti degli altri (capacità di sentire la sofferenza degli altri) : era in una condizione pre morale, né buono né cattivo. Egli è caratterizzato anche dalla perfettibilità , ovvero una caratteristica che separa l'uomo dall'animale ed è una volontà di perfezionamento, una partecipazione dell'uomo alla sviluppo alle proprie condizioni di vita : egli ha una tendenza a migliorare le sue condizioni di vita. Questa è l'origine del progresso e quindi l'origine della corruzione. Le tappe di questo sviluppo sono :
storia della civiltà umana attraverso la creazione di una nuova società. Esso vuole essere l'alternativa positiva al contratto iniquo : questa volta è un contratto, un patto di associazione tra individui che abbia fondato sull'uguaglianza radicale di tutti gli individui e che abbia per obiettivo la creazione di un corpo politico, di una comunità politica in cui ciascuno sia ancora più libero di prima. Il corpo politico di Rousseau come risultato del
Egli attribuisce una grande importanza alla religione civile , che serve a socializzare l'amore per la comunità, è una forma di legame controllato dallo stato, un sentimento, ha una funzione pubblico politica e serve a rafforzare i rapporti degli individui nei confronti della comunità. Egli riprende la religione civile di Machiavelli. Anche in Rousseau vi è una grande critica del cristianesimo, una critica di quella religione completamente incentrata sull'individuo privato e sulla coscienza individuale : anche Rousseau trova in questa forma di religione una caratteristica antipolitica, essa veicola valori che non sono quelli politici ma quelli fondati sulla trascendenza, sull'altro mondo che viene privilegiato rispetto a questo, svalutandolo insieme alla politica.
Risposta alla domanda che cos'è l'illuminismo , in cui dà una definizione di illuminismo come di uscita dell'uomo dallo stato di minorità di cui l'uomo si rende colpevole, è il fatto che l'uomo diventa adulto, impara ad usare la propria ragione in modo critico che serve a rischiarare la superstizione, il fanatismo. Sottopone al giudizio della propria ragione tutte le autorità, tutte le verità tramandate. Egli invita anche l'uomo ad avere il coraggio di sapere, di conoscere : ovvero a esercitare criticamente la propria ragione.
Kant scrive 3 opere fondamentali in cui si riassume la sua filosofia, e tutte iniziano con la parola " critica " : della ragione pura, della ragione pratica, e infine del giudizio. In queste opere egli si occupa di 3 ambiti dell'esperienza umana.
Della ragion pura : dedicata alla conoscenza, all'ambito teoretico. Si chiede che cosa l'uomo può conoscere con la sua ragione, quali sono i limiti. La sua risposta è che si possono conoscere solo i fenomeni (come appaiono), e non le cose come sono in se stesse, le loro essenze. Le cose appaiono sempre collocate in uno spazio e in un tempo e secondo le proprie categorie dell'intelletto, innate : sono già state collocate nel modo in cui si è fatti. Della realtà in sé non si sa nulla, la si vede come attraverso degli occhiali che non si possono togliere. La ragione è quindi limitata. Dio non si può conoscere perché non è un fenomeno, non è in uno spazio e in un tempo, non se ne ha sensazione; egli ha valore in ambito morale per Kant e non in quello conoscitivo.
Della ragion pratica : come devo agire per essere morale? Si occupa di morale. L' imperativo categorico (tu devi a prescindere da tutto, assoluto e incondizionato, è la pura forma del dovere, che si oppone all' imperativo ipotetico , che assume la forma del se allora, ha un fine; se lo seguo sono nell'ambito di una morale eteronoma – come fare il buon cristiano per
andare in Paradiso) è la legge morale che ognuno ha nel proprio cuore, in modo innato. Esso non dice che cosa devo fare, non è prescrittiva, ma come devo agire : devo seguire l'imperativo categorico che dice che
Del giudizio : si occupa di estetica, del bello e del sublime.
Riflessione politica di Kant Per la pace perpetua , testo scritto nel 1795. La riflessione si colloca in un ambito che va dal morale al giuridico : la politica per Kant ha a che fare necessariamente con l'uomo fenomenico, la politica non è morale, se no sarebbe fondata sulla libertà e sull'autonomia. Il problema è la convivenza degli uomini, delle libertà; parla dell'uomo esteriore che agisce. L'idea fondamentale è che la politica non è la morale, ma è comunque orientata dalla morale. La politica non è l'ambito della violenza pura, della strumentalità, essa ha un suo ambito che è subordinato alla destinazione morale dell'uomo. L'elemento che media tra la morale e la politica è il diritto. Ciò che vuole fare è regolare i rapporti tra gli uomini secondo un'idea di diritto che salvaguardi la libertà morale dei soggetti (è un profondo liberale).
Ciò che lui fonda è lo stato di diritto , la convivenza delle libertà secondo una legge universale. Il diritto è la forma (la politica deve darsi nella forma della legge) e l'obiettivo (la politica ha come obiettivo la realizzazione dello stato di diritto) della politica.
Il contratto originario in Kant non è qualcosa di storico ma una idea regolativa della ragione che va seguita in ambito politico. Lo stato non ha avuto origine da un contratto ma deve comportarsi come se avesse avuto origine da un contratto, ovvero dal consenso di tutti gli individui per cui fa le leggi : non può fare leggi contro qualcuno, ma rivolte a tutti.
della guerra, che sono dei consigli e dei principi che servono a limitare la sovranità degli stati e il diritto di guerra.
Articoli
- Diritto interno degli stati : come deve essere la costituzione interna degli stati per evitare le guerre? Bisogna che siano repubblicani e devono fondarsi sull'idea del contratto originario e riconoscere i 3 aspetti che lo stato deve realizzare. Deve avere la separazione dei poteri.
Alla fine dell'opera, Kant dice che gli stati devono ascoltare il consiglio dei filosofi, anche se è già pronto per la guerra.
Libertà della penna – egli non ammette la possibilità di disobbedire alla legge, l'unica possibilità che ammette è criticare pubblicamente le leggi pur obbedendo.
L'idealismo è una forma di filosofia che afferma che l'unica realtà esistente si risolve nell'idea. La realtà che si vede non è altro che un'oggettivazione dell'idea, che ha un primato logico e ontologico : tutta la realtà è razionale ( tutto il reale è razionale e tutto il razionale è reale ).
L'idea non è solo un contenuto mentale, ma è la struttura della realtà e la sua articolazione. La realtà è manifestazione della ragione, dello spirito.
L'uomo deve ripercorrere questa trama attraverso la quale la ragione si è realizzata : egli, dotato di ragione, ne è capace. Essa si è realizzata anche nella storia : non si ha una ragione calata dall'alto che diventa il modello di costruzione della realtà, ma lo spirito è in movimento, ha uno sviluppo, e la progressiva realizzazione dell'idea della realtà va ricostruita nella sua storia. La storia è storia dello spirito e della libertà, cioè della progressiva sua affermazione come libertà.
La realtà è una totalità processuale spiritualistica, dove lo spirito è immanente, non vi è un Dio trascendente che crea il mondo ma egli ne fa parte ( panteismo ), quindi le cose possono essere comprese.
Come si sviluppa la storia dello spirito? In modo dialettico. Lo sviluppo procede per tesi, antitesi e sintesi. Lo spirito non si realizza mai direttamente, ma passa attraverso una via crucis, ovvero attraverso prove e sviamenti, si perde e si ritrova, si nega e si riprende, lo spirito erra nella realtà. Il vero è l'intero : la verità è l'intero. La verità del seme è il frutto, questa è la dialettica. Se il seme è la tesi (primo momento, momento immediato, diretto, la cosa), la verità non sta in quella cosa ma nel suo superamento, ovvero il processo e la sintesi entro cui può svilupparsi. Il seme per diventare frutto bisogna che venga negato in quanto seme, deve essere superato nella sua finitezza particolare per rendere possibile il suo diventare frutto (diventare altro da sé). Il suo negare è l'antitesi. Ogni cosa produce un suo opposto, una sua negazione determinata, non semplice : non si uccide il seme solo per negarlo (criticarlo) tout court ma per rendere possibile lo sviluppo di una sintesi. Nel frutto c'è il seme : quindi tesi e antitesi nella sintesi si conservano in qualcosa di superiore, che rende veri i momenti precedenti particolari. Sintesi : Aufhebung , togliere e conservare allo stesso tempo. La storia che vediamo non ha mai senso in se stessa, va superata, ha sempre più potenzialità di quelle che si vedono. Egli credeva che con lui si giungeva al culmine della filosofia, avendo dispiegato completamente la storia.
Per Marx, il comunismo è la sintesi a cui si arriva mediante la lotta di classe. Le classi sono la tesi e l'antitesi (borghesia capitalistica come tesi, che produce la sua antitesi ovvero il proletariato di classe). Nel comunismo si mantengono i due momenti precedenti, non si torna ad una comunità primitiva.
Per lui esiste solo lo spirito e il suo movimento. Lo sviluppo di questo spirito è anche storico : esiste una dimensione oggettiva dello spirito. Egli distingue lo spirito soggettivo, lo spirito oggettivo e infine lo spirito assoluto, la sintesi suprema, che è il sapere assoluto dello spirito che ha a