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STORIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA DAL 700' AL 2000
Typology: Summaries
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(1748 e fino al 1815 - fine impero napoleonico)
QUADRO STORICO E’ il periodo dei grandi cambiamenti nei campi del sapere Enciclopedia di Diderot e D’Alambert I Rivoluzione industriale: la fede nella scienza e nelle macchine Illuminismo
ARTE L’arte neoclassica, discendente dalle idee illuministe si rifà ancora una volta all’arte del mondo classico. L’interesse degli artisti per l’arte classica, infatti, viene rinnovato dalle scoperte di scavi di Pompei e Ercolano. Il massimo teorico di questo periodo fu Winkelmann che considerava l’arte greca come la vera arte da cui attingere ispirazione. Iniziano a scomparire i motivi religiosi, sostituiti da temi di mitologia o fatti storici sia del passato che contemporanei. I dipinti risultano avere realismo fotografico, la scultura può risultare fredda, ogni dipinto non rappresenta l’azione ma l’attimo prima o dopo.
ARTISTI: Canova David Ingres Boulle - Ledoux (architetti) [cenotafio di newton, casa delle guardie campestri] Piranesi [disegno Le Carceri]
LIMBO PRE ROMANTICO GOYA FUSSLI
Canova incarna gli ideali neoclassici di Winkelmann sia nel disegno che nella scultura. Tra i disegni vi è una particolare attenzione ai nudi maschili e femminili, questo perché un dettagliato studio dei corpi e le loro movenze permetteva una maggiore precisione nella realizzazione scultorea.
OPERE
Amore e Psiche che si abbracciano, Quello rappresentato è l’attimo che precede il bacio, i due corpi si sfiorano, Amore sorregge il capo dell’amata, le sue ali sono spiegate come se fosse appena atterrato. Ciò serve a mettere in risalto l’anatomia dei corpi nudi e la struttura a chiasmo dell’opera, il cui centro o punto focale è proprio sui volti dei due amanti.
Teseo sul Minotauro, 1781- Lo scopo del Canova è il raggiungimento della bellezza ideale, cioè quella derivante da un’idea di bello che l’artista ha formulato capendo di non poter trovare un corpo perfetto in natura. Il gruppo scultoreo è in marmo, unico materiale che Canova riteneva adatto alla scultura. Egli realizzava dei modelli in creta, partendo dal disegno definitivo. Il marmo veniva trattato fino alla massima finitura, che lo rendeva completamente liscio, quasi trasparente.
Le Grazie, 1812- 16
I cinque anni trascorsi in Italia, però, furono difficili e insoddisfacenti per David che mal conviveva con la grandezza dell’arte romana. Caratteristica principale
La grande odalisca (1814) opera contaminata dal romantico e dal gusto dell’esotico, come dimostra la presenza del brucia profumi o la pipa nell’estremità destra. Il turbante e il gioiello che adornano la testa della donna sono ripresi dalla Fornarina di Raffaello. Ingres si rifà agli artisti del cinquecento, è chiaro che la composizione del quadro sia ispirata alla Venere di Urbino di Tiziano, con l’inversione della posizione del drappo. Contrariamente alla Venere di Tiziano, completamente rivolta verso lo spettatore e vista dall’alto, quella di Ingres viene vista di spalle distesa sul letto, sul quale sono gettati un cuscino, una pelliccia, una coperta gialla e un lenzuolo bianco.
Il sogno di Ossian (1813)
più evocativo, in questo dipinto Ingres desume anche la luce lunare. Il bardo addormentato, riverso sulla propria arpa, è colto nell’atto di sognare. I personaggi fantastici del sogno sono eroi armati ed eroine protagonisti delle sue ballate, figure in chiaroscuro, illuminate dal lume notturno. Esse poggiano su una nube come di stucco, la monocromia sottolinea l’incorporeità dei personaggi.
Vive la Spagna del 700 socialmente arretrata rispetto al resto dell’Europa. E’ la radice del romanticismo storico. Per lui la storia è un’ideologia della storia, perché rappresenta il mondo come si vorrebbe fosse stato. Il vero realismo consiste nel
tirare fuori tutto ciò che si ha dentro, non nascondere nulla, non scegliere. La sua realtà viene trasfigurata spesso in forme fantastiche, tavolta mostruose.
CAPRICCI (1799) una serie di ottanta tavole con la tecnica di acquaforte, che trova l’apice nella denuncia de IL SONNO DELLA RAGIONE CHE GENERA I MOSTRI (1797) , una delle creazioni più celebri e drammatiche: quando la ragione tace, la paura e le false opinioni – raffigurate come mostri attorno al capo del dormiente- proliferano facendo prevalere gli impulsi irrazionali.
Maya vestida e Maya desnuda (1800) due delle opere più criticate e celebri di Goya. Essi causarono non pochi problemi all’artista, in particolare per il nudo che gli costò anche un interrogatorio al tribunale della Santa Inquisizione. Goya mostra di aver scardinato le convenzioni: per la prima volta ad essere rappresentata non è una mitologica Venere, ma una donna in carne ed ossa che mostra con fierezza la propria nudità.
La fucilazione (1814) è un quadro fortemente realista che documenta la repressione spietata degli antifrancesi, nel maggio 1808: I soldati non hanno volto, sono burattini in uniforme, simboli di un ordine che è violenza e morte. Nei patrioti che muoiono non c’è eroismo, ma fanatismo e terrore. Se nel Marat assassinato di David c’è quasi un’esaltazione della morte, fa di quell’uomo morto una statua, un simbolo, qui nulla è compiuto e quegli uomini ora vivi ma tra un attimo morti, sono solo uomini, e si uniranno al mucchio di quelli morti pochi attimi prima, nel fango e nel sangue.
FUSSLI (1741 – 1825) (sublime)
Fussli vede nell’arte un’attività spirituale, anti naturalistica, il sublime per lui è in profondità, non in altezza, nel sogno e nell’incubo, piuttosto che nelle trascendentali visioni. Con il passare degli anni, il carattere visionario della pittura di Fussli non fa altro che accentuarsi: le sue creazioni hanno sempre di più valenze ambigue e inquetanti. L’orrido, l’esotico, il sensuale e l’oscuro sono temi ripetuti anche nella traduzione pittorica di alcuni temi letterari come le opere di
Nascita del concetto di nazione (prime costituzioni) Moti rivoluzionari e Carboneria, la stagione rivoluzionaria del 1848 I RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Risorgimento italiano fino all’unità d'italia 1861
ARTE Complesso movimento politico, filosofico, artistico e culturale prende sfumature diverse secondo i vari contesti nazionali. Molto significativo è il movimento letterario dello Sturm und Drang, diffusosi in Germania dalla fine del settecento e che apre la strada al romanticismo europeo. A questo sentimento è legato il concetto di sublime che, secondo Burke, consiste in quel misterioso insieme di sensazioni che è possibile provare di fronte a certi spettacoli naturali. E’ l’estremo limite della percezione del bello, dove perfezione, grazia e armonia si mischiano con lo smarrimento della nostra mente, incapace di percepire razionalmente certe sensazioni così intense. Per aree geografiche abbiamo una scissione: classico è mondo mediterraneo, ove l’uomo ha un rapporto con la natura chiaro e positivo, romantico è mondo nordico, ove la natura ha anche un aspetto ostile. Se al classico appartiene il concetto di mimesis come imitazione, al romantico appartiene il concetto di poesis come fare artistico. Quindi si crea la contrapposizione tra la teorica classicista e l’intenzionalità romantica. In definitiva il Neoclassicismo è già in sé spesso influenzato da tendenze romantiche e “pittoresco” e “sublime” non sono l’una l’antitesi dell’altra, piuttosto due punti di vista differenti.Nel “Pittoresco” la natura è un ambiente favorevole, accoglienti, che permette lo sviluppo di sentimenti sociali. Per il “Sublime” invece la natura è un ambiente misterioso ed ostile, che favorisce lo sviluppo della solitudine.
Romanticismo e Neoclassicismo si sviluppano negli stessi periodi e hanno radice comune, dettata dall’uomo di rifuggire l’insoddisfazione presente per rifugiarsi nel passato, con approccio diverso: il romantico si immerge nella natura e ne viene travolto, il neoclassico (illuminista) invece ne resta estraneo per indagarla razionalmente.
Blake è il prototipo dell’artista romantico inglese: ribelle, emarginato, tormentato, incarna il modello di “genio e sregolatezza”. Blake si pone in contrapposizione alla tradizione accademica, traendo fortemente spunto dalle opere di Michelangelo, dai neoclassici definito “corruttore d’arte”. Per lui l’arte classica imbrigliava la fantasia negli angusti limiti della ragione.
Blake realizzò delle celebri illustrazioni per dei capolavori letterari: Milton, la Bibbia e la Divina Commedia, come Il vortice degli amanti (1825) tratto
dall’episodio di Paolo e Francesca.
JOHN CONSTABLE (1776-1837)
La produzione artistica di John Constable è quasi tutta incentrata sul tema del paesaggio. I paesaggi di Constable sono sempre gradevoli. Ritraggono una natura in cui c’è un felice equilibrio tra gli elementi naturali (alberi, fiumi, colline) e gli elementi artificiali (case, stradine, ponticelli). I paesaggi di Constable esprimono il sentimento di armonia tra l’uomo e la natura. Per la loro casuale ed irregolare disposizione i paesaggi di Constable rientrano pienamente in quella categoria estetica del pittoresco.
OPERE
Il mulino di Flatford (1812)
Il soggetto del dipinto è il reimbarco per Cartagine del valoroso condottiero romano Attilio Regolo o, forse, il suo arrivo nella città africana, come sostenuto da alcuni critici. Il vero protagonista del dipinto, infatti, è proprio la luce emessa dal sole sull'orizzonte, che esplode in bagliori abbacinanti e quasi bianchi, che inonda uniformemente l'intero paesaggio urbano e marino. Gli edifici sulla destra sono quasi disintegrati dal furore della luce, e le onde sono solcate da luccichii dorati.
Sole calante in un lago (1840)
Friedrich è il pittore tedesco che per primo entrò nel clima del romanticismo tedesco. Friedrich è interessato, nella poetica del romanticismo, soprattutto al lato mistico della natura. Che un paesaggio potesse essere un'immagine religiosa è una grossa rivoluzione che non poco stupì i critici del tempo. Questi paesaggi di Friedrich sono lo spettacolo della natura ma servono anche a misurare la piccolezza dell’uomo nel confronto con tale vastità di orizzonti. E la categoria che più sfrutta questa pittura è proprio il sublime , così come lo aveva definito Kant: quel sentimento misto di sgomento e di piacere che è determinato dall’assolutamente grande e incommensurabile.
Il viandante sul mare di nebbia (1818)
Rappresenta un uomo di spalle che, in piedi sopra uno spuntone roccioso, guarda solitario lo straordinario spettacolo di un paesaggio alpino all’alba, con le cime dei
monti che iniziano a emergere fra le nebbie. La scena si compone di un primo piano in violento controluce che si staglia contro un luminosissimo sfondo montuoso. La sensazione che l’artista vuole trasmetterci è quella dell’infinita grandezza della natura, al cui cospetto l’uomo altro non è che un temporaneo viandante.
Il mare di ghiaccio (1824)
L'opera ritrae un naufragio avvenuto nel bel mezzo di un mare di ghiaccio rotto in una miriade infinita di pezzi, le cui schegge si sono accumulate dopo l'impatto, ammassandosi l'una sopra l'altra a formare una montagna. Il ghiaccio è diventato come un dolmen, i cui bordi sporgenti e aguzzi sembrano anelare verso il cielo.
Théodore Gericault (1791-1824)
Il suo interesse per un naturalismo nudo e crudo lo portò a prediligere temi dal gusto macabro, quali le teste dei decapitati o i ritratti di pazzi e alienati mentali rinchiusi nei manicomi. Di carattere molto introverso, Gericault rappresenta già il prototipo del successivo artista romantico: amorale e asociale, disperato e maledetto, che alimenta il proprio genio di eccessi e trasgressioni. Il gusto per l’orrido e il rifiuto della bellezza dà immediatamente il senso della sua poetica: un’arte che non vuole essere facile e consolatoria ma che deve scuotere i sentimenti più profondi dell’animo umano, proponendogli immagini raccapriccianti.
La zattera della medusa (1819) Il quadro di Gericault, la zattera della Medusa, prende spunto, nel suo soggetto, da un fatto di cronaca successo nel 1816: l’affondamento della nave francese Medusa. Gli occupanti della nave si rifugiarono su una zattera che rimase abbandonata alle onde del mare per diverse settimane. Gli sfortunati occupanti di quella zattera
quadro se prima non lo si confronta con la tela di Gericault. La composizione ha lo stesso sviluppo piramidale, però in questo caso il gruppo ha un orientamento ruotato di 180 gradi. nella «Zattera» il contenuto è pessimistico; nella «Libertà che guida il popolo» il contenuto è ottimista.
Ricordiamo, infine, che il soggetto del quadro fu ispirato dalle reali vicende storiche che si svolsero in Francia in quegli anni. Dopo la caduta di Napoleone, con il Congresso di Vienna.
Donne di Algeri (1834) Il quadro è uno degli esempi più noti di quella moda legata al fascino dell’oriente arabo, che ritroviamo in Europa nella prima metà dell’Ottocento. È uno dei tanti momenti compresi nel termine "esotismo", ad indicare suggestioni che l’ambiente culturale europeo prendeva da altre culture non europee.
Francesco Hayez (1791-1882)
Il suo stile pittorico si formò di un linguaggio decisamente neoclassico che non perse mai neppure nella sua fase romantica. Il suo romanticismo è infatti una scelta solo tematica. La sua produzione, oltre ai temi storici, fu proficua anche nel genere dei ritratti.
I vespri siciliani (1822) I Vespri siciliani fu una rivolta popolare scoppiata a Palermo nel 1282. L’episodio dei Vespri siciliani acquistava il significato simbolico, nell’ottica risorgimentale, di rivolta contro lo straniero. Gli angioini erano francesi ed è da ricordare che l’Italia, ancora nell’Ottocento, era suddivisa in tanti stati e statarelli che erano dominate da dinastie o potenze straniere. Il quadro di Hayez illustra l’episodio in maniera molto letteraria ma poco emozionante. Le figure sono scandite secondo pose molto teatrali che risentono ancora dei quadri storici neoclassici del David. Lo stile di esecuzione è anch’esso fondamentalmente neoclassico, fatto di precisione di disegno, rilievo chiaroscurale, fattura molto levigata, chiarezza di visione. L’unica cosa che fa collocare questo quadro nell’ottica del romanticismo è solo il soggetto ed il contenuto: il riferimento ad una storia del medioevo che ha come messaggio un contenuto patriottico e risorgimentale.
Il bacio (1859) Opera sicuramente tra le più note di Hayez, «Il bacio» è un po’ la quintessenza del sentimentalismo romantico, per di più vestito di abiti medievali a richiamare molti di quei grandi amori tramandati da novellieri e drammaturghi. Il bacio dolce e furtivo che si scambiano i due amati in abiti medievali venne immediatamente interpretato come l’addio del volontario all’amata.
Moti rivoluzionari Lotte delle classi operaie Positivismo
ARTE Gli artisti iniziarono a preferire una maggiore adesione ai fatti storici e alla realtà sociale del loro tempo. Il Realismo fu una corrente che preferì raccontare i drammi e le passioni delle persone comuni, dei lavoratori in particolare, non i grandi eroi, descrivendo la realtà del proprio tempo in maniera cruda ed impietosa. Il realismo fu la premessa per la pittura di Manet e degli impressionisti, la cui grande carica innovativa, sul piano del linguaggio pittorico, non deve far dimenticare che anche l’impressionismo fu soprattutto un movimento di rappresentazione del vero.
ARTISTI
Scuola di Barbizon (1830-1870) Nel fenomeno del realismo va anche considerata l’esperienza pittorica della scuola di Barbizon. Con tale termine si intende un gruppo di pittori, di cui il principale è Theodore Rousseau, che dal 1835 in poi si riunirono in un paesino chiamato Barbizon. Questa scuola pittorica produsse soprattutto paesaggi e contribuì a superare il vedutismo settecentesco in nome di una maggiore sincerità di rappresentazione.
Gustave Courbet (1819-1877) Protagonista principale del realismo pittorico francese fu soprattutto Gustave Courbet. La sua pittura produsse un grande impatto su quel panorama artistico francese che considerava ancora l’arte il luogo nobile di fatti epici e grandiosi. Courbet propose invece quadri i cui soggetti erano gente povera, semplice, brutta. Questa scelta di Courbet ebbe un effetto provocatorio e polemico proprio perché aveva l’obiettivo di imporre al pubblico dell’arte, fatta di grandi borghesi, la descrizione di quelle sofferenze delle classi inferiori, la cui colpa era socialmente imputabile proprio agli interessi della grande borghesia. Ma ciò che porta a definire realista la pittura di Courbet più delle altre fu proprio il diverso contenuto ideologico della sua arte: la rappresentazione della realtà come denuncia della società.
Gli spaccapietre (1849) I due personaggi raffigurati sono due lavoratori dediti ad un lavoro rude e pesante. Lavorano in una cava di pietra spaccando la roccia con la sola forza fisica. Il lavoro che fanno è povero ed è una povertà non solo materiale ma anche interiore. Tutta la scena esprime una condizione di abbrutimento psicologico oltre che materiale. Courbet è cinico e crudo nel rappresentare questa scena. Non gli dà alcuna intonazione lirica per esprimere la nobiltà di un lavoro che, seppure modesto, è comunque un momento di nobilitazione. Denuncia, invece, con un linguaggio obiettivo la reale situazione sociale dei lavoratori.
Funerale a Ornans (1850) Nel quadro la «Sepoltura ad Ornans» Courbet realizza una tela monumentale per rappresentare un funerale di una persona anonima al quale assistono persone assolutamente ordinarie. Anzi, l’aspetto dimesso e umile dei partecipanti al funerale fa pensare che l’evento immortalato non fosse poi così storicamente importante.
L’atelier dell’artista (1855)
Ragazze in riva alla senna (1857) «Le ragazze in riva alla Senna» è un altro quadro che ben esemplifica la carica innovativa della pittura di Courbet rispetto all’arte borghese del tempo. Le due ragazze che Courbet ritrae sono due donne comuni, dall’aspetto ordinario e anche un po’ volgare nelle loro pose indolenti, colte in una posa non proprio consona alla condizione signorile. Nelle due donne non vi sono quindi valori estetici che potevano essere apprezzati, ma anche il quadro ha nella sua composizione una mancanza assoluta di criteri compositivi affascinanti.
Jean-François Millet (1814-1875)
Maggior accettazione ebbe invece il realismo di Millet , la cui rappresentazione di un mondo rurale, dai caratteri ancora idilliaci e romantici, non infastidiva gli interessi della grande borghesia del tempo. I soggetti dei suoi quadri sono quasi sempre contadini che vengono presentati con una intonazione poetica molto evidente. Nei quadri di Millet è assente, quindi, qualsiasi intento provocatorio o di polemica sociale.
L’angelus (1859) In questa tela, Millet ci presenta due contadini che, prima di iniziare il lavoro della loro giornata, si raccolgono in preghiera. L’Angelus è l’ora del mattino quando i rintocchi delle campane annunciano l’inizio di un nuovo giorno. Tutta la scena è pervasa da una liricità evidente, fatta di sentimenti buoni, di semplicità ma anche di grandi valori. In Millet, il ricorso a queste scene agresti, ha sempre il significato di una evasione dal mondo urbano, per ritrovare la semplicità e la purezza nel mondo rurale.
Le spigolatrici (1857) Il mondo rurale ritorna spesso nei quadri di Millet, e questo che raffigura le «Spigolatrici» ne è un esempio classico. Le tre donne sono colte in una posizione molto plastica, che esprime quasi potenza monumentale
Tra il 1855 e il 1867 si andò costituendo a Firenze un gruppo di artisti che tendono a superare il romanticismo proprio con una riscoperta della realtà quotidiana rappresentata senza sentimentalismi eccessivi. Questo gruppo fu definito «Macchiaioli» in senso denigratorio, per via della particolarità stilistica che li accomunava: dipingere per macchie di colore nette, senza velature e effetti chiaroscurali. Sono artisti accomunati da una comune militanza nelle campagne militari risorgimentali del 1848 e del 1859. E il tema militaristico ritorna soprattutto nella pittura di Giovanni Fattori, che fu l’illustratore principale dell’aspetto militare della unificazione risorgimentale. Il loro fu il movimento che più può essere avvicinato a quello degli impressionisti. Nei macchiaioli è però assente la vivacità cromatica e il tocco a virgole tipico degli impressionisti.
Giovanni Fattori (1825-1908) I suoi primi quadri hanno soggetti storici nella più pura tradizione romantica. Entrato in contatto con il gruppo del Caffè Michelangelo, semplificò sempre più la sua pittura per giungere a quell’effetto di macchia che caratterizza il gruppo. Fattori realizzò numerosi quadri di soggetto