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Storia del Giornalismo Italiano: Dall'Unità d'Italia al Dopoguerra, Study notes of Journalism

Una panoramica storica del giornalismo italiano, tracciando l'evoluzione del settore dalla nascita dell'italia unita fino al periodo post-bellico. Si analizzano le principali testate, i personaggi chiave e le tendenze che hanno caratterizzato il panorama giornalistico italiano, evidenziando l'influenza di eventi politici e sociali sul ruolo e la funzione della stampa.

Typology: Study notes

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QUARTO POTERE
capitolo 1
IL GIORNALISMO ITALIANO DOPO IL 1848:
- Nel 1848 il Regno Sabaudo introduce la libertà di stampa, con la Costituzione concessa dal
re Carlo Alberto;
-17 ottobre del 1851 in un articolo del New York times intitolato the press in Italy”, si parla
del vivace sviluppo della stampa italiana
- Nel biennio rivoluzionario anche altri stati avevano concesso la libertà di stampa ma i Savoia
erano stati gli unici a mantenerla, perché la classe dirigente lo considerava come uno
strumento pedagogico.
- Nel 1850-60 ci sono 13 periodici diversi e un’agenzia di stampa, la Stefani (1853)
- Nel 1861 con l’Unità d’Italia, lo statuto Albertino e l’editto sulla stampa vengono estesi a tutto
il territorio e Milano diventa il centro della stampa italiana→ secondo Dario Papa è la
capitale morale.
- Nel 1866 nasce ‘Il Secolo’ di Edoardo Sonzogno, diretto dall’ex garibaldino Teodoro
Moneta e di orientamento democratico;
nel marzo 1876 nasce il Corriere della Sera di Eugenio Torelli Vollier, un foglio moderato
che non si fa scrupolo ad esprimere la propria opinione e che, secondo il volere del suo
direttore deve rimanere indipendente e al solo servizio dei lettori;
- A Roma, nel 1878 viene fondata la prima associazione di giornalisti presieduta da
Francesco De Sanctis;
- nel 1881 Cesana fonda ‘Il Messaggero’; Trieste ‘Il Piccolo’; Torino ‘La Tribuna’; ‘Resto del
Carlino’ a Bologna; ‘Secolo XIX’ a Genova; ‘Il Gazzettino’ a Venezia; ‘Il Mattino’ a Napoli; la
‘Gazzetta Piemontese’ diventa ‘La Stampa’ nel 1895 e nel 1896 nasce ‘Avanti!’ organo del
partito socialista.
L'ETÀ D’ORO DELLA STAMPA1870 allo scoppio della prima guerra mondiale
secondo Jeanney in tale periodo i giornali potevano allargare la loro base senza essere disturbati
da altri canali media.
- Alla fine del XIX secolo la stampa italiana, nonostante i notevoli progressi, è ancora
arretrata rispetto a quella dei paesi occidentali sia a livello tecnico-qualitativo, sia riguardo
alla circolazione e all’autonomia dalla politica.
- alti tassi di analfabetismo (50%), la stampa di fine Ottocento aveva ancora carattere
elitario, i quotidiani erano composti da poche pagine, avevano un aspetto austero ed erano
subalterni al potere.
- La Destra Storica dal 1862 aveva istituito un sistema per schedare i giornali, e i vari governi
che si sono succeduti fino al 1876, hanno sovvenzionato giornalisti e testate con fondi
segreti; anche la sinistra storica e Giolitti ne faranno uso (provvedimenti liberticidi di Luigi
Pelloux metteranno a dura prova la libertà di stampa).
- in UK la stampa è dominata da press barons come Lord Northcliffe e suo
fratello Lord Rothermere, che possiedono imperi editoriali indipendenti dal governo→
costituivano un vero e proprio quarto potere;
- supremazia giornalistica→ fleet street: strada londinese con le sedi dei giornali
- negli USA negli anni ’30 dell’ottocento c’era stata una rivoluzione giornalistica con i ‘penny
papers’, fogli a basso costo e tiratura di massa, sostentati dagli introiti pubblicitari,
capitanata da magnati come Pulitzer e Hearst;
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QUARTO POTERE

capitolo 1 IL GIORNALISMO ITALIANO DOPO IL 1848:

  • Nel 1848 il Regno Sabaudo introduce la libertà di stampa, con la Costituzione concessa dal re Carlo Alberto ;
  • 17 ottobre del 1851 in un articolo del New York times intitolato “ the press in Italy”, si parla del vivace sviluppo della stampa italiana
  • Nel biennio rivoluzionario anche altri stati avevano concesso la libertà di stampa ma i Savoia erano stati gli unici a mantenerla, perché la classe dirigente lo considerava come uno strumento pedagogico.
  • Nel 1850-60 ci sono 13 periodici diversi e un’agenzia di stampa, la Stefani (1853)
  • Nel 1861 con l’Unità d’Italia, lo statuto Albertino e l’editto sulla stampa vengono estesi a tutto il territorio e Milano diventa il centro della stampa italiana→ secondo Dario Papa è la capitale morale.
  • Nel 1866 nasce ‘Il Secolo’ di Edoardo Sonzogno , diretto dall’ex garibaldino Teodoro Moneta e di orientamento democratico ; nel marzo 1876 nasce il ‘ Corriere della Sera ’ di Eugenio Torelli Vollier, un foglio moderato che non si fa scrupolo ad esprimere la propria opinione e che, secondo il volere del suo direttore deve rimanere indipendente e al solo servizio dei lettori;
  • A Roma, nel 1878 viene fondata la prima associazione di giornalisti presieduta da Francesco De Sanctis;
  • nel 1881 Cesana fonda ‘Il Messaggero’ ; Trieste ‘Il Piccolo’; Torino ‘La Tribuna’; ‘Resto del Carlino’ a Bologna; ‘Secolo XIX’ a Genova; ‘Il Gazzettino’ a Venezia; ‘Il Mattino’ a Napoli; la ‘Gazzetta Piemontese’ diventa ‘La Stampa’ nel 1895 e nel 1896 nasce ‘Avanti!’ organo del partito socialista. L'ETÀ D’ORO DELLA STAMPA→ 1870 allo scoppio della prima guerra mondiale secondo Jeanney in tale periodo i giornali potevano allargare la loro base senza essere disturbati da altri canali media.
  • Alla fine del XIX secolo la stampa italiana, nonostante i notevoli progressi, è ancora arretrata rispetto a quella dei paesi occidentali sia a livello tecnico-qualitativo , sia riguardo alla circolazione e all’autonomia dalla politica.
  • alti tassi di analfabetismo (50%), la stampa di fine Ottocento aveva ancora carattere elitario , i quotidiani erano composti da poche pagine, avevano un aspetto austero ed erano subalterni al potere.
  • La Destra Storica dal 1862 aveva istituito un sistema per schedare i giornali, e i vari governi che si sono succeduti fino al 1876, hanno sovvenzionato giornalisti e testate con fondi segreti; anche la sinistra storica e Giolitti ne faranno uso (provvedimenti liberticidi di Luigi Pelloux metteranno a dura prova la libertà di stampa).
  • in UK la stampa è dominata da press barons come Lord Northcliffe e suo fratello Lord Rothermere, che possiedono imperi editoriali indipendenti dal governo→ costituivano un vero e proprio quarto potere;
  • supremazia giornalistica→ fleet street : strada londinese con le sedi dei giornali
  • negli USA negli anni ’30 dell’ottocento c’era stata una rivoluzione giornalistica con i ‘penny papers’ , fogli a basso costo e tiratura di massa, sostentati dagli introiti pubblicitari, capitanata da magnati come Pulitzer e Hearst;
  • in Francia dopo l’approvazione di un’estesa libertà ai giornalisti, la stampa era cresciuta notevolmente. 29 luglio 1881

I TRE GIORNALISTI DEL 900→ ALBERTINI (CORRIERE DELLA SERA), FRASSATI (gazzetta

piemontese→ LA STAMPA)e BERGAMINI (IL GIORNALE D’ITALIA)

IL CORRIERE DELLA SERA DI ALBERTINI :

  • giornale d’informazione omnibus , rivolto sia alle masse che alle élite e che prende posizione su questioni nazionali e internazionali per orientare l’opinione pubblica.
  • Albertini diventa direttore del ‘Corriere’ nel 1900, dopo aver studiato legge all’università di Torino e aver trascorso otto mesi a Londra per studiare l’organizzazione del ‘Times’, del quale ammira i meccanismi e il funzionamento.
  • Il suo insegnamento lo deve a Torelli , che gli imprime l’idea di un giornale onesto, autorevole e indipendente, che si traduce nella creazione di un giornale nazionale, indirizzato prevalentemente ai ceti medipilastro della società.
  • migliora la veste grafica , aumenta le pagine a 8, lancia nuovi periodici (Il Corriere dei Piccoli, la Domenica del Corriere, La Lettura), incrementa introiti pubblicitari , acquista nuove macchine tipografiche ; sposta la sede in via Solferino poiché dotata di tre telefoni; assume nuovi stenografi e rafforza la redazione.
  • Il giornale non si è mai legato a nessun partito e si è imposto come il mezzo attraverso cui il suo direttore, devoto alla destra storica, si è opposto ai governi Giolitti, arrivando ad accusarlo di aver imposto una sorta di dittatura basata su maggioranze parlamentari ottenute con arbitrio e corruzione. LA STAMPA DI FRASSATI :
  • studia legge come Albertini, poi lavora in Germania come corrispondente per la Gazzetta Piemontese in concomitanza con un soggiorno di studio e nel 1894 ne è diventato comproprietario, era diretto da luigi Roux, imponendo il cambio di nome con ‘la stampa’, privo di connotazioni territoriali.
  • 1900 diventa direttore, e trasforma la testata in un grande giornale moderno prendendo ad esempio i quotidiani provinciali tedeschi, economicamente solidi e molto prestigiosi.
  • Rafforza la redazione , rinnova i macchinari tipografici acquistando una macchina in grado di stampare due copie contemporaneamente;
  • nel 1899 introduce le linotype e lancia una nuova campagna di abbonamenti , diventando il giornale più diffuso del Piemonte (tra i primi in Italia).
  • Concepisce il giornale come uno strumento per intervenire attivamente nella vita politica e orientare l’opinione pubblica ma, a differenza di Albertini, è un sostenitore di Giolitti , con cui stringe un vero e proprio sodalizio. IL GIORNALE D’ITALIA DI BERGAMINI : - antigiolittiano
  • esordisce con il ‘ Resto del Carlino’ e nel 1891 assume la direzione di un giornale di Rovigo: il corriere del Polesine, un giornale del gruppo monarchico locale a carattere prevalentemente elettoralistico, che trasforma in un foglio indipendente grazie alle pubblicità che riesce ad attirare.
  • Evitato l’accecamento e il fanatismo , cosa che i giornalisti italiani non hanno fatto, intraprendendo una campagna martellante a favore dell’intervento italiano in Libia, rappresentata come Terra Promessa abitata da popolazioni da civilizzare.
  • La campagna di propaganda viene avviata da ‘L’Idea Nazionale’ , seguito dai giornali filo- giolittiani ‘La Stampa’ e ‘La Tribuna’ , e in un secondo momento dal ‘ Corriere della Sera’;
  • contrari erano solo i socialisti dell’ ‘Avanti !’ e intellettuali come Mosca, Ojetti, Einaudi e Salvemini (il quale fondò un settimanale a Firenze, ‘L’Unità’ , per condurre la sua campagna anti libica e condannare il comportamento degli altri giornali).
  • Il 29 settembre 1911 Giolitti dichiara guerra all’Impero Ottomano , e i giornalisti si assumono il merito di questa decisione, in realtà dettata da calcoli diplomatici.
  • Il capo del governo apre a Tripoli un ufficio stampa e censura per impedire la pubblicazione di notizie militari riservate.
  • I primi giorni i corrispondenti godono di libertà di movimento e assistono in prima persona ai combattimenti, vengono rilasciati bracciali di riconoscimento e tessere di libera circolazione; ma a metà ottobre Giolitti richiama in vigore l’art. 141 del regolamento di servizio in guerra, che vieta ai giornalisti di seguire le operazioni militari, costringendoli a scrivere basandosi sulle informazioni dei bollettini dell’Ufficio stampa emessi due volte al giorno. IL TRADIMENTO ARABO:
  • il ‘Corriere’ di Albertini, la FNSI ( fondata nel 1908 ) , attraverso il presidente Barzilai , e i corrispondenti a Tripoli protestano contro la censura governativa senza risultati.
  • Malgrado le restrizioni, gli inviati italiani (tra cui Barzini, Fraccaroli, i fratelli Scarfoglio) partecipano con entusiasmo all’impresa coloniale, rinunciando alla loro indipendenza e all’onestà verso il pubblico→ che venne riconosciuto anche dal responsabile dell’ ufficio stampa di tripoli.
  • Barzini , inviato del ‘Corriere della Sera ’, questa rappresenta una scelta sofferta , tra il disagio di non poter raccontare ciò che si vede e la paura delle proprie responsabilità. Sebbene non possa pubblicare tali informazioni negli articoli, egli si sente comunque in pace con la coscienza, inviando resoconti dettagliati sulla situazione effettiva in privato al suo giornale.
  • Barzini dopo gli studi da ragioniere ed aver lavorato nella bottega sartoriale del padre, inizia a scrivere per la fanfulla, un giornale Romano.
  • acquista notorietà con l’intervista ad Adelina Patti.
  • Barzini, che era già stato corrispondente per il Corriere della Sera a Londra , in Cina (durante la repressione della rivolta dei boxer ), in Argentina, nei Balcani, in Russia (durante la guerra russo –giapponese, di cui aveva fornito l’unica corrispondenza pervenuta in Europa), e a Messina (durante il terremoto, dove aveva seguito la vicenda anche per il ‘Daily Telegraph’);
  • Questa è la prima volta in cui deve seguire un conflitto in cui è coinvolto il suo paese, temeva un deprezzamento professionale se non fosse stato in grado di fare servizi.
  • Appena arrivato, riferisce la partenza di molti che godevano della cittadinanza italiana e, allo scoppio delle ostilità, dei bombardamenti e dell’occupazione della città di Tripoli da parte degli italiani.
  • raccontò del 6 ottobre→ tripoli si è schiusa festosamente alla vita Italiana.
  • Giuseppe Bevione , della ‘Stampa’ , riferisce anche lui della gloriosa conquista italiana e Giuseppe Piazza della ‘Tribuna’ parla di un diffuso sollievo per l’arrivo degli italiani.
  • Ma la popolazione araba locale, in realtà, nutriva tutt’altri sentimenti, come viene dimostrato il 23 ottobre con l’attacco a sorpresa a Sciara Sciat, dove perdono la vita molti uomini italiani. La reazione italiana non si fa attendere: viene messa a ferro e fuoco la città di Tripoli e più di mille arabi vengono impiccati.
  • L’Avanti allora si scaglia contro gli inviati, ma essi stessi invece di fare un mea culpa, accusano i locali di tradimento e parlano di ‘congiura sventata’ dai ‘valorosi italiani’ (De Frenzi del Giornale e Barzini del Corriere). GUERRA DI PAROLE :
  • dopo Sciara Sciat, i rapporti tra inviati e autorità militari si inaspriscono:giornalisti sgraditi, come, girolamo de luca Aprile e Carlo Bordiga, vennero espulsi nonostante le proteste, e crebbe la tensione tra stampa italiana e estera, che sfocia in una guerra di parole, culminata con l’attentato all’inviato francese del Temps ‘Jean Carrère’ da parte di un sicario turco, perché ritenuto amico dell’Italia.
  • I giornali stranieri vengono accusati di diffondere notizie false a danno dell’Italia e il 31 ottobre 1911 il governo italiano interviene per smentire la disfatta italiana.
  • affiora per la prima volta l’opinione che dietro alla divulgazione di queste notizie ci siano gli speculatori finanziari ebrei-tedeschi (‘La Stampa’, ‘Il Giornale d’Italia’) ”la piovra ebraica”
  • Barzini si scaglia contro l’agenzia britannica Reuters , il cui corrispondente locale era un suddito ottomano di razza israelitica. - il giornale d’Italia di bergamini→ accusò l’alta banca che ha stretto attorno ai suoi tentacoli l’impero ottomano tramite le sue speculazioni finanziarie.
  • secondo Scipio Sighele →Il comportamento di questi ‘g iornalisti-soldati ’, apprezzato dai militari.
  • vennero criticati da Prezzolini sul ‘Resto del Carlino’ e da ‘Mussolini’ sulla ‘Folla’ per l’imitazione dello stile energico e immediato di Barzini e per la prosa guerresca che si era diffusa ( barzinismo ).
  • Ma la critica più estrema arriva dallo scrittore Renato Serra che esprime riprovazione per le corrispondenze offerte al pubblico e per Barzini in particolare; la sua totale sfiducia per i giornalisti, definiti i ‘ballisti’ ; e la sua idea che nonostante la censura, sia poco possibile narrare la realtà effettiva dei campi di battaglia, perché giornalisti e soldati sono due fatti a sé tra cui non sussiste nessun rapporto di identità. IL MAGGIO RADIOSO DEI GIORNALISTI:
  • Nella primavera del 1915 i sostenitori della guerra libica, si schierano per la maggior parte a favore dell’intervento italiano nella Grande Guerra, conducendo una campagna interventista, culminata nelle ‘radiose giornate’ di maggio.
  • Questa volta portavoce della causa si fanno il ‘Corriere’ di Albertini→ Allo scoppio del conflitto il ‘Corriere’ approva la linea neutrale di Salandra , ma poi cambia posizione pubblicando un articolo dell’inviato da Roma Andrea Torre nel quale egli rivendica il dovere della stampa di esporre la realtà e afferma che dalla prolungata neutralità ne deriverebbe un danno.
  • Albertini spiega la sua posizione a Salandra, sostenendo che bisogna impedire a tutti i costi la stabilizzazione di un’ egemonia in Oriente e nell’ Adriatico.
  • Inizia una campagna di propaganda con corrispondenze estere, editoriali, commenti politici e articoli di terza pagina.
  • Nel 1915 viene istituito a Udine un Ufficio stampa presso il Comando Supremo , in cui lavora Ojetti, esperto di propaganda e firma del Corriere, e nel 1916 viene autorizzata la permanenza di pochi corrispondenti nella zona delle operazioni.
  • Tuttavia i giornalisti continuano a fornire una versione ottimistica della guerra, lasciando fuori tutti gli orrori di essa e, come denuncia Fraccaroli, con il divieto di lasciare Udine i giornalisti possono solo riportare/inventare articoli sulla traccia di quello che viene riportato dai bollettini.
  • Nell’ottobre ’17 , con l’attacco austriaco a Caporetto , viene imposto ai giornalisti anche il silenzio e solo il 25 novembre riescono a tornare a scrivere, dopo l’avvicendamento di Cadorna con Diaz e le numerose proteste di Albertini;
  • vengono autorizzati solo articoli di 500 parole e privi di esagerazioni , che venivano recriminate agli inviati anche da alcuni giornali come il ‘Resto del Carlino’ e ‘Il Secolo’, ma ciononostante usciranno puliti anche dall’inchiesta su Caporetto dell’anno successivo. Anche francesi e inglesi partecipano, attraverso l’autocensura, alla propaganda per sostenere lo sforzo bellico. LA RIVOLUZIONE GIORNALISTICA DEL FASCISMO UN GIORNALISTA ALL’ASSALTO DEL POTERE:
  • Dopo la fine della guerra nel novembre 1918, nel 1919 il governo Nitti sopprime la censura.
  • Durante il periodo di guerra i quotidiani si erano consolidati arrivando a vendere molte copie (mezzo milione per il ‘Corriere della Sera’) → ritorno alla luce
  • l’ingresso della grande industria nel settore della carta stampata che aveva portato i socialisti nel ’18 a presentare un progetto di legge sulla trasparenza delle fonti di finanziamento , che non ricevette alcun esito.
  • Il ‘ Popolo d’Italia ’ invece era stato colpito da una profonda crisi dovuta alla partenza al fronte di Mussolini come bersagliere nell’agosto del 1915 e alla conseguente direzione del giornale da parte di redattori per lo più privi di fiuto politico e sensibilità tranne De Falco, Dinale e Roberto.
  1. Nel ’16 erano sopraggiunte anche difficoltà economiche dovute all’aumento dei costi e alla diminuzione dei finanziamenti a causa del carattere polemico del giornale.
  2. Nel giugno 1917 però, torna Mussolini e ne riassume la direzione, abbracciando un nazionalismo rivoluzionario fondato sulla nuova aristocrazia nata nelle trincee (trincerocrazia ) che dovrebbe secondo lui assumere la guida del paese.
  3. Dopo lo spostamento a destra cambia il sottotitolo del giornale e nel dicembre 1918, chiudendo l’anno, sostiene che il suo obiettivo sia fare un giornale d’idee e di notizie che si compensino a vicenda.
  4. Nel 1919 fonda i fasci italiani di combattimento e addita il ‘Partito Socialista Ufficiale’ come reazionario e in aprile in un’intervista al Giornale d’Italia si assume la responsabilità morale degli scontri tra fascisti e socialisti scoppiati a Milano.
  5. Sempre dello stesso mese attacca Frassati tramite il suo giornale e sul finire dell’anno polemizza con il governo Nitti per aver reintrodotto la censura dopo l’impresa di Fiume di D’Annunzio. FILOFASCISTI E ANTIFASCISTI:
  • i propositi di Mussolini per il 1920 sono la difesa della vittoria, l’opposizione al bolscevismo e al governo Nitti , la necessità di un rinnovamento politico e economico dello stato.
  • Il movimento si sposta a destra e si fa difensore dei reduci, della borghesia produttiva e dei ceti medi, ma rimane marginale per tutto l’anno.
  • Nel 1921 diventa un movimento di massa , con le squadre armate che si impongono come strumento della reazione borghese al partito socialista.
  • La crescita dei fasci viene accolta positivamente dall’opinione pubblica conservatrice, liberale e cattolica:
  • Albertini , ostile ai socialisti, giustifica lo squadrismo come risveglio nazionale ;
  • Bergamini inizia ad apprezzare il fascismo, giudicandolo l’ala giovanile del liberalismo.
  • Frassati , nominato ambasciatore a Berlino da Giolitti, aveva lasciato la direzione de ‘La Stampa’ all’antifascista Salvatorelli contrario a ogni forma di violenza perché anti-liberale, che si rende conto per primo dell’ambizione al potere di Mussolini attraverso la soppressione delle libertà costituzionali (editoriale luglio 1922).
  • Altri oppositori sono Missiroli , che si scaglia direttamente contro Mussolini saggio del 1921:il fascismo e la crisi italiana, l’anno seguente lo sfidò a duello.
  • Gramsci inizia con il giornalismo scolastico,si iscrive nel 1913 al partito socialista , scrive per il Grido del Popolo e per l’Avanti. nel ’19 fonda insieme a Tasca, Terracini e Togliatti ‘L’ordine Nuovo’, organo del partito comunista d’Italia.
  • Gobetti , liberale di sinistra simpatizzante dei bolscevichi russi e collaboratore dell’Ordine Nuovo, fonda nel 1922 la rivista ‘La Rivoluzione Liberale’ e conduce una forte opposizione al fascismo;
  • nel 1923 viene arrestato e denunciato all’autorità giudiziaria per rapporti con i comunisti sovversivi.
  • Amendola , giornalista liberale, collabora con il ‘Resto del Carlino’ come corrispondente da Roma e con il ‘Corriere’ di Torre al quale nel 1920 subentrerà. Viene eletto in parlamento nel ’19, nel ’21 e nel ’24 e nel 1922 fonda il quotidiano ‘Il Mondo’ con Ciraolo e Torre, con cui accusa il fascismo di essere un sistema totalitario. L’ARMA DEL SEQUESTRO:
  • dopo la marcia su Roma nel ’22, Mussolini lascia la direzione al fratello Arnaldo e fino al ’ si serve del sequestro come arma per mettere i giornali di opposizione in condizione di inferiorità rispetto a quello filo-governativi.
  • Mussolini voleva che la legge si occupasse dei casi in cui si commettevano reati di stampa (misure reali per disciplinare i giornali) → il 6 dic 1922 il popolo d’italia descrisse tali censure come necessarie.
  • Tra il 29 e il 30 ottobre 1922 i fascisti avevano impedito l’uscita de l’Avanti, la Giustizia e il Corriere della Sera a Milano, minacciato il direttore de ‘Il Lavoro’ e sospeso la sua pubblicazione a Genova, occupato e distrutto le sedi del Paese, l’epoca, il comunista e il monocolo a Roma.
  • Il presidente del FNSI , Salvatore Barzilai , aveva chiesto a Mussolini di preservare la libertà di stampa e lui rispose il 1° novembre dicendo che si tratta di un momento di passaggio ma che la stampa avrebbe dovuto guadagnarsi la sua libertà che è sia un diritto che un dovere.
  • Salvatorelli si oppone a queste parole su ‘La Stampa’ e come lui anche il Corriere e il Mondo; tuttavia mussolini precisa che non vuole applicare misure restrittive alla libertà.
  • Il 12 luglio 1923 viene adottato un primo decreto che prevede che il direttore sia il
  • Infine il 1° maggio esce il manifesto degli intellettuali antifascisti promosso da Croce in antitesi a quello di Gentile degli intellettuali fascisti, e pubblicato su ‘Il Mondo’.
  • Il disegno di legge viene approvato e la nuova legge sulla stampa si compone di 7 articoli di cui i più importanti vedono l’introduzione del direttore responsabile e iscritto all’albo professionale dei giornalisti e la creazione di un ordine professionale con cui disciplinare e regolare la stampa. FASCISTIZZAZIONE DELLA STAMPA:
  • nel 1925 vengono estromessi Albertini e Frassati e rimpiazzati da Ojetti al Corriere della sera e Torre a ‘La stampa’, nel 1926 viene sciolta la FNSI, e la stampa antifascista viene bandita dopo il fallimento dell’attentato al duce per mano di Zamboni, la morte di Gobetti e Amendola in Francia e l’arresto di Gramsci.
  • Nel 1928 si tiene il primo Congresso del sindacato nazionale fascista dei giornalist i con segretario generale Amicucci ; 75 giornalisti possono lavorare senza ricoprire incarichi di responsabilità perché iscritti all’albo ma esclusi dal sindacato, non essendo iscritti al PNF.
  • Espressione della stampa fascista sono a Roma ‘L’Impero’ e ‘Il Tevere’ e in provincia ‘Cremona Nuova’ di Farinacci e ‘Corriere Padano’ di Balbo;
  • per i fascisti Mussolini ha compiuto una rivoluzione nella stampa da incontrollata a nazionale e Valori dipendente del ‘Corriere della Sera’ spiega in una lettera al direttore come ci sia stata violazione della libertà di stampa perché sono stati eliminati tutti i giornali di opposizione ma come, tutto sommato, i giornali fascisti o simpatizzanti abbiano mantenuto uno spazio di manovra indipendente. IL GIORNALISMO IN UN REGIME TOTALITARIO GIORNALISMO FASCISTA:
  • il cardine del sistema è l’ Ufficio stampa del capo del governo diretto dal 1928 la Lando Ferretti , giornalista e dirigente sportivo già stato membro del comitato direttivo della ‘Gazzetta dello Sport’ e presidente del CONI, che è strutturato in due sezioni: una per la stampa italiana e una per quella estera.
  • Nel 1931 l’incarico passa a Polverelli , già capo della redazione romana del Popolo d’Italia, che irrigidisce i controlli.
  • Nel 1933, dopo la visita di Goebbels, Polverelli viene sostituito dal genero di Mussolini, Ciano che allarga le sfere di competenza e di controllo, crea una sezione per la propaganda , e aumenta la diffusione di ‘veline’ , le istruzioni impartite ai giornali su cosa e come scrivere.
  • Nel 1934 l’Ufficio stampa viene abolito e viene creato un sottosegretariato per la stampa e la propaganda affidato sempre a Ciano che estende i controlli anche a radio e cinema e nel 1935 viene innalzato al rango di ministero.
  • Al termine della guerra d’Etiopia, Ciano diventa Ministro degli Esteri e nel 1936 viene nominato Alfieri al ministero della stampa e della propaganda (già sottosegretario di Ciano nel 1935)
  • nel 1937 il ministero assume la denominazione di Ministero della Cultura Popolare MINCULPOP e i dipendenti diventano 800. I GIORNALISTI DEL REGIME :
  • negli anni ’30 i giornalisti e i pubblicisti iscritti al SNFG sono più di 4000 e dopo il 1928 vengono ammessi anche giornalisti già antifascisti come Missiroli, Cecchi e Ansaldo.
  • Missiroli , direttore del ‘Resto del Carlino’ tra il ’19 e il ’21 e del ‘Secolo’ dal’21 al ’23, nasce come filo-nottiano favorevole a un’apertura ai socialisti riformisti e nel ’24 diventa capo-redattore della sede romana della Stampa da cui denuncia pubblicamente Mussolini per il delitto Matteotti.
  • Nel 1925 , in una lettera a Gobetti (Monarchia e fascismo) accetta sostanzialmente il fascismo come movimento popolare che ha conservato i suoi caratteri.
  • Giovanni Ansaldo , capo-redattore del quotidiano genovese ‘Il Lavoro’ dal ’21 al ’25, collaboratore de ‘La Rivoluzione Liberale’ di Gobetti e dichiarato antifascista, viene arrestato nel 1926 mentre tenta di espatriare e condannato al confino per cinque anni, ma nel 1927 viene messo in libertà provvisoria dopo un ricorso. Torna a ‘La stampa’ e poi nel ’29 al ‘Lavoro’ ma nel 1936 si converte al fascismo e assume la direzione di un quotidiano di Livorno dei Ciano, ‘Il Telegrafo’.
  • Molti altri intellettuali del manifesto crociano come Caprin, Moretti e Tilgher si convertono, mentre Barzini aveva aderito già prima dell’instaurazione della dittatura e dopo una decina di anni a New York dove aveva fondato il giornale di propaganda fascista ‘Corriere d’America’, torna in Italia e diventa direttore del ‘Mattino’ di Napoli dal 1932; viene nominato senatore del regno nel 1934 e collabora con ‘Il Popolo d’Italia’ e altri giornali fino al 1943.
  • Nel frattempo una nuove generazione di giornalisti si forma in pieno ventennio tra cui Barzini junior, Montanelli, Lilli, Gorresio, Longanesi, Pannunzio. LA GENERAZIONE DEI ‘FRATELLI MAGGIORI’ :
  • le due generazioni vengono definite da Enzo Forcella i ‘padri’ e i ‘fratelli maggiori’; mentre i primi avevano aderito al fascismo per svariati motivi, i secondi compiono una scelta consapevole e dal forte significato politico , dato che negli anni ’30 vuol dire mettersi a servizio del regime.
  • Gorresio , iscritto a Giurisprudenza e alla scuola fascista di giornalismo fondata da Amicucci , viene assunto nel 1936 al ‘Messaggero’ diretto da Francesco Malgeri, grazie all’interessamento di Missiroli.
  • Barzini junior , formatosi alla Columbia University di New York, viene assunto come praticante dal ‘ Corriere della Sera ’ nel 1931 e si afferma in poco tempo come uno dei giornalisti più brillanti del suo tempo.
  • Lilli viene assunto anch’egli al ‘Corriere della sera ’ nel 1935, dopo la laurea in giurisprudenza, una collaborazione dal 1929 al 1932 per ‘La Tribuna’ e un lavoro come traduttore di dialoghi nella Metro Goldwyn Mayer, casa di produzione americana.
  • Montanelli , dopo le lauree in giurisprudenza e scienze politiche, viene assunto dal ‘Universale’ , periodico radical-fascista diretto da Ricci, nel 1933, collabora con il ‘Popolo d’Italia’ e nel 1934 viene assunto a Parigi come caporedattore de ‘La Nuova Italia’ da cui viene licenziato per aver offeso alcune istituzioni fasciste.
  • Brancati , non viene assunto né al ‘Corriere della Sera’ per l’eccessivo numero di collaboratori, né a ‘La Stampa’ perché il direttore Signoretti aveva giudicato i suoi articoli irrilevanti, nonostante l’intercessione di Ciano.
  • Barzini junior e Lilli si affermano come inviati di punta del Corriere: il primo firma dei servizi dall’America centrale e dagli USA, segue la guerra d’Etiopia (corrispondenza sulla presa di Azbì e partecipazione ai combattimenti per liberare una colonna italiana), la guerra cino-giapponese (bombardamento cannoniera americana Panay dove muore Sandro Sandri della ‘Stampa’). Lilli invece viene inviato in Etiopia e poi in Spagna dove assiste alla presa di Madrid da parte dei franchisti. Montanelli partecipa alla campagna d’Etiopia e dal ’36 lavora per il quotidiano ‘La Nuova
  • Dichiara contraria alla religione la legge che vieta i matrimoni con gli ebrei e dà risonanza all’omelia di Schuster che confuta la dottrina razzista delle regioni nordiche. L’ARRESTO DI GONELLA:
  • la pubblicazione di autorevoli dichiarazioni di condanna del fascismo sull’ ‘Osservatore’ desta preoccupazioni tra le autorità perché si tema possano essere riprese nelle omelie e indirizzare i fedeli.
  • Alla morte di Pio XI gli succede Pio XII ( Cardinale Pacelli ) e il quotidiano sale a 100’ copie perché rivendica una certa libertà di apprezzamento e al suo interno i lettori riescono a trovare anche notizie provenienti da fonti estere censurate sulla stampa fascista.
  • Sono particolarmente seguite due rubriche curate da Guido Gonella: Acta Diurna e Problemi del giorno.
  • Gonella era entrato nella redazione nel 1933 e si era occupato della crisi e dei conflitti dopo l’ascesa di Hitler manifestando un certo pessimismo per il destino dell’Europa; i suoi articoli attingevano sia a informazioni proveniente dalla stampa estera sia a notizie raccolte di prima mano attravers o i canali diplomatici del Vaticano.
  • Gonella, studioso di filosofia del diritto e docente universitario, aveva sviluppato una netta avversione per i totalitarismi e nei suoi scritti aveva rivendicato il valore della persona umana ;
  • negli articoli si scontra soprattutto con l ’anti-religiosità del nazismo e con il bolscevismo russo , dal ’36 si dedica anche al conflitto spagnolo denunciando le violazioni dei diritti umani e incoraggiando tentativi di mediazione e pacificazione e nel ’37 condanna l’ antisemitismo.
  • Nel settembre 1939, allo scoppio della 2WW, viene arrestato Gonella su ordine espresso di Mussolini per aver offeso con i suoi articoli Roma e Berlino: viene fermato mentre si trova a Capranica e condotta presso la questura di Roma e poi a Regina Coeli.
  • Il gesto suscita preoccupazioni in Vaticano, e del c aso si interessa il papa in persona che, attraverso l’ambasciatore italiano in Vaticano Pignatti, chiede il rinvio alla famiglia di Gonella.
  • Il duce pensando di aver dato un esempio e di aver fatto mutare tono all’ ‘Osservatore’ lo rilascia il giorno seguente con un ammonimento che si tramuta poi in diffida, ma al contrario la redazione del giornale vede nella r apida risoluzione del caso un trionfo della chiesa sul regime. L’ASSE GIORNALISTICO ROMA-BERLINO :
  • Nel maggio 1939, dopo aver siglato il Patto d’Acciaio, si intensificano i rapporti tra il regime e il Reich riguardo al settore della propaganda.
  • In giugno Goebbels invita Alfieri al rapporto annuale del suo ministero e a luglio alla mostra d’arte tedesca a Monaco, occasione in cui firmano alcuni accordi per rafforzare la loro collaborazione culturale,
  • come dice Goebbels all’inviato Paolo Monelli del ‘Corriere’.
  • Nell’autunno 1940 si riuniscono giornalisti italiani e tedeschi per discutere della costituzione di un ente giornalistic o internazionale ispirato ai principi del nuovo ordine dell’Asse e per l’Italia partecipano il segretario del SNFG Guglielmotti e il direttore del ‘Giornale d’Italia’ Gayda.
  • L’unione tra le associazioni nazionali dei giornalisti nasce nel 1941 a Vienna e aderiscono gli otto paesi che finora avevano aderito al patto tripartito, con lo scopo di riunire i giornalisti delle potenze dell’asse al servizio dellostato.
  • Il I convegno si tiene a Venezia nell’aprile ’42 e un II si svolge a Vienna nel giugno 1943;

nell’ambito del secondo viene allestita la mostra sulle distruzioni di opere d’arte ed edifici storici provocate dai bombardamenti alleati e prendono parte alla manifestazione 400 giornalisti provenienti da 18 nazioni, con la delegazione italiana guidata da Guglielmotti che conta una cinquantina di esponenti, seconda numericamente solo alla Germania.

  • Guglielmotti che nei giorni precedenti aveva espresso dubbi e preoccupazioni riguardo l’organizzazione del convegno in piena guerra, apre il discorso di inizio lavori esaltando questa circostanza. L’ULTIMA PROVA :
  • il riavvicinamento dell’Italia alla Germania provoca malcontento nell’opinione pubblica, ma i principali commentatori, seguendo le direttive del minculpop esprimono entusiasmo.
  • Missiroli all’arrivo del Fuhrer a Roma nel 1938 esalta la Germania e il suo ritorno all’antica potenza;
  • Valori nel maggio 1939 parla del Patto d’Acciaio come di un documento di importanza storica che schiude una fase lucente della civiltà europea.
  • Nonostante le preoccupazioni dell’opinione pubblica, il regime riesce a mantenere il consenso almeno fino all’ingresso nella 2GM nel 1940, mentre cede completamente dopo l’estate del ’42 nella prospettiva di una disfatta totale.
  • I giornalisti inviati su tutti i fronti sono stremati: Montanelli e Lilli arrivano a chiedere a Borelli (direttore Corriere della Sera) di essere richiamati in patria perché provati fisicamente e mentalmente.
  • Montanelli si distacca dal fascismo e ripiega su articoli che riguardano il privato, mentre Lilli continua fino all’ultimo a scrivere e fare propaganda.
  • A differenza della 1GM qui i giornalisti hanno un ruolo fondamentale nel mobilitare e incitare la popolazione, sul Telegrafo (Ansaldo) e sul ‘Corriere della sera’ (Buzzati e Negro) viene esaltato l’eroismo delle popolazioni di Napoli e della Sicilia che resistono ai bombardamenti e specificate le conseguenze tragiche a cui avrebbe portato una resa;
  • Lilli evoca Dante per definire l’offensiva in Sardegna (matta bestialità) e rispolvera la legge del taglione.
  • Dopo lo sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943 si moltiplicano gli appelli di resistenza (Borelli, Signoretti (direttore ‘La stampa’), Vergani, Valori) e Ugo d’Andrea (la stampa) pone l’accento sulle implicazioni a livello europeo e non solo nazionale della battaglia combattuta in Sicilia. IL RITORNO ALLA LIBERTA’ DOPO IL 25 LUGLIO 1943:
  • il crollo del regime produce effetti immediati con la soppressione del ‘Popolo d’Italia’ e del ‘Regime Fascista’, la rinascita del FNSI e l’insediamento di nuovi direttori: Ettore (poi sostituito da Amicucci);
  • ‘Corriere della sera ’, Filippo Burzio alla ‘Stampa’, Tullio Giordana alla ‘Gazzetta del Popolo’, Bergamini al ‘Giornale d’Italia’, Smith al ‘Messaggero’, Alvaro al ‘Popolo di Roma’ e Scarfoglio al ‘Mattino; tutti provenienti dla mondo giornalistico prefascista.
  • Mentre per quanto riguarda i redattori, a parte quelli giudicati troppo compromessi come Lilli, Monelli, Vergani e Guerriero, vengono mantenuti;
  • il controllo della stampa rimane molto stretto dato che Badoglio continua la guerra.
  • Dopo l’armistizio quasi nessun giornalista aderisce alla Repubblica Sociale Italiana;
  • Lilli assume una posizione attendista ma viene comunque arrestato e rinchiuso per due settimane;
  • Missiroli rimane a Roma per aiutare i colleghi arrestati dai tedeschi;

giornalisti cancellati o sospesi dall’albo e sospensione e cancellazione per i direttori che se ne avvalgono.

  • Nel marzo ’46 però, viene decisa la sospensione delle epurazioni in vista delle elezioni del 2 giugno e l’amnistia Togliatti , concessa il 22 giugno dopo la vittoria della Repubblica, permette a giornalisti compromessi con il fascismo di tornare in auge.
  • Missiroli assume la direzione del ‘Messaggero’ e diventa un sostenitore di De Gasperi e della DC; il ‘Corriere della sera’ passa da Borsa a Guglielmo Emanuel, un conservatore; Ansaldo diventa dirett ore del ‘Mattino’ nel 1950, quotidiano filodemocristiano; Valori va al ‘Messaggero’; Monelli alla ‘Stampa’; Zingarelli al ‘Tempo’ che aveva già aperto le porte agli ex fascisti.
  • Dei ‘fratelli maggiori’ , Gorresio alla ‘Stampa’; Lilli al ‘Tempo’; Barzini jr. fonda ‘Il Globo’ giornale economico; Piovene, divenuto simpatizzante comunista si spinge addirittura in Bulgaria per un reportage e lavora per il ‘Corriere della sera’; Montanelli, sempre al ‘Corriere’, diffonde un’immagine indulgente del fascismo e diventa un conservatore anticomunista. NUOVE BARRIERE NEL MONDO DELLA GUERRA FREDDA :
  • con la guerra fredda si assiste a nuovi sistemi di censura instaurati nella Cina dilaniata dalla guerra civile e nell’Unione Sovietica di Stalin, il quale giustifica le restrizioni dicendo che gran parte dei giornalisti stranieri sia ostile all’URSS.
  • I comunisti italiani sono convinti che i giornali comunisti siano quelli veramente liberi mentre quelli che si professano indipendenti siano l’espressione degli interessi dei capitalisti; infatti l’Unità, organo del PCI fondato da Gramsci nel 1924 viene ritenuto da Togliatti superiore a tutti gli altri.
  • I comunisti e i socialisti si battono contro i giornali indipendenti anche nell’Assemblea Costituente, cercando di imporre l’obbligo di trasparenza sulle fonti di finanziamento, cosa che non si realizza a causa dell’opposizione della DC che li considera assurdi.
  • Dopo la vittoria della DC alle prime elezioni politiche del 1948, i comunisti accusano la DC e De Gasperi di voler instaurare un c ontrollo totalitario sugli organi di informazione e Togliatti sostiene direttori come Missiroli e Santi Savarino (Messaggero e Giornale d’Italia) continuino a esercitare per la DC le stesse funzioni che avevano sotto il fascismo. LA LIBERTA DI STAMPA NELL’ITALIA DEL DOPOGUERRA :
  • durante la guerra fredda la stampa è divisa ma i giornalisti come categoria restano uniti nel sindacato FNSI, il cui II congresso , tenutosi a San Remo nel 1948, si conclude con la riaffermazione di tale unità e ribadendo l’inevitabile espressione delle idee dei giornalisti in quanto coinvolti nella vita politica e più sensibili ad essa.
  • Ciò viene sottolineato anche dal consigliere delegato del CNSI (comitato nazionale della stampa italiana) Azzarita durante un incontro con Pella (presidente del consiglio) nel 1953, e prova di tale unità viene data nel 1954 quando la federazione difende i giornali comunisti, dopo che gli era stato vietato l’ingresso ai ministeri.
  • La libertà di stampa , nonostante il riconoscimento in costituzione e la nuova legge sulla stampa, è ancora insidiata da norme risalenti al fascismo:
  • Per Emanuelli gli scandali di cronaca nera hanno effetto morale sulla società e la spronano a migliorarsi. L’ETA VISIVA :
  • 1954→televisione, molti, giovanni ansaldo, sono preoccupati dalla perdita di influenza del giornale.

-Nel settembre 1955 a Roma nasce il settimanale ‘L’Espresso’ diretto da Arrigo Benedetti, formatosi all’Omnibus di Longanesi e già direttore dell’ ‘Europeo’ dal ’45 al ’54. Vuole fare un giornale anticonformista dallo stile oggettivo e ricco di rimandi morali che tratti soprattutto di politica, economia e problemi sociali; i suoi redattori sono Scalfari, Gambino, Gregoretti, Dentice,Pernici, Lefèbvre, Rossetti, Saviane, Serini. -Nel 1956 invece nasce a Milano il quotidiano ‘ Il Giorno ’, tipico esempio di editoria impura dato che il suo fondatore è Enrico Mattei, il presidente dell’ENI; -Nel 1957 inoltre viene elaborato un codice etico del giornalismo, stilato da delegati del FNSI e della Federazione degli Editori (FIEG) riuniti in una commissione presieduta da Gonella il cui scopo primario era quello di ribadire la necessità dei giornalisti di essere fedeli alla verità. STAMPA IN ALLARME:

  • nel 1953 Astarico (Cinema nuovo) e Renzo Renz i vengono arrestati e condannati per vilipendio delle forze armate; nel maggio 1954 finisce in galera Guareschi per diffamazione nei confronti di De Gasperi attraverso la pubblicazione di due lettere in cui egli chiederebbe agli alleati di bombardare Roma;
  • nel 1955 Cancogni e Benedetti vengono querelati dalla società generale immobiliare per averli diffamati in un’inchiesta sulla speculazione edilizia a Roma pubblicata sull’Espresso. Vengono prima assolti e poi condannati in appello; contro tale sentenza si scaglia ‘Il Mondo’ di Pannunzio, che esercita una notevole influenza sugli intellettuali nonostante la poca diffusione, che oltre a difenderli pubblicamente lancia un appello per la libertà di stampa firmato da molti, e nel ’58 organizza il convegno sulla ‘stampa in allarme’ a cui partecipano Ruiz, Carandini, De Feo, Jemolo, Lombardi, Messineo ecc. con relatori Salvatorelli (stampa e democrazia), Libonati (leggi sulla stampa), Battaglia (stampa e giustizia), Rossi (presupposti economici di una stampa libera). LA SVOLTA DOPO LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA LA CRISI DELLA STAMPA NEGLI ANNI SESSANTA: alla fine degli anni ’50 il giornalismo italiano soffre di due mali:
  1. il conformismo→ Nei confronti del potere dovuto al fatto che ai vertici dei grandi organi d’informazione sono collocati giornalisti provenienti dal fascismo, abituati a obbedire talvolta anche con troppo zelo;
  2. l’autoreferenzialità , conseguente al primo, che consiste nel fatto che anche i giornali più popolari si rivolgono solo all’élite dei potenti ( Enzo Forcella nel 1959) e il sistema è imperniato sul rapporto tra il giornalista politico e questi lettori privilegiati (ministri, parlamentari, dirigenti di partito, alti prelati, sindacalisti).
  • Questi problemi sono alla base della crisi della stampa degli anni ’60 e colpiscono anche altri paesi occidentali , tanto che gli esperti di mass communications predicono il tramonto della stampa.
  • Angelo Del Boca , giornalista della ‘Gazzetta del Popolo’ di Torino fino al 1967, conduce un’ indagine sulla crisi del giornalismo a Parigi, Zurigo, Amburgo, New York, Tokyo, Washington. Visita gli stabilimenti tipografici e discute i problemi maggiori con tecnici e giornalisti, incontra personalità di spicco della stampa internazionale e anche il direttore generale dell’UNESCO Maheu.
  • Dalla sua inchiesta emerge la particolare gravità del caso italiano, in cui dal ’46 al ’67 il numero di testate sono passate da 137 a 79, ma i giornali morti in realtà sono più di 150, che sebbene non tutti autorevoli, avevano contribuito in passato ad animare il concerto

ex ballerino anarchico 37enne, proprio mentre si stanno celebrando i funerali delle vittime in piazza Duomo. L’ARRESTO DI VALPREDA :

  • la soffiata su Valpreda era arrivata da Mario Merlino , ex militante di estrema destra convertitosi in anarchico, che era stato fermato a Roma dopo la strage; anche il ministro dell’Interno Franco Restivo, propendeva per la pista anarchica, mentre il capo della polizia Angelo Vicari, avrebbe voluto indagare a destra; ma mass media, servizi segreti e magistratura romana preferiscono avvalorare la pista Valpreda (Franzinelli).
  • Il 15 dicembre Guida decide di non tenere l’usuale conferenza scatenando una serie di commenti contrapposti registrati sul ‘Corriere della Sera’ da Arnaldo Giuliani.
  • La notizia del fermo di Valpreda viene data dal ‘Corriere dell’Informazione’ (edizione pomeridianadel ‘corriere’) nel primo pomeriggio del 16 grazie a uno scoop di Zicari, cronista romano; giungono smentite dalle questure di Milano e Roma, dall’ANSA e dal Ministero dell’Interno, ma alle 8 di sera Bonaventura Provenza, capo della squadra politica di Roma, conferma tutto in conferenza stampa e anche Guida in conferenza informa che Valpreda era stato accusato nel pomeriggio di essere l’attentatore dal tassista Cornelio Rolandi, che lo aveva riconosciuto come un passeggero sospetto salito sia all’andata che al ritorno sul suo taxi, prima con una valigetta di pelle e poi senza.
  • Il giorno dopo la notizia del suo arresto e della messa sotto inchiesta di altri 8 anarchici viene riportata con clamore dai fogli moderati che, attenendosi alle fonti ufficiale, danno il caso per risolto; mentre altri si mostrano più prudenti. ‘L’Unità’ si concentra sull’arresto di Valpreda in base alla sola testimonianza di Rolandi, senza che la polizia avesse fornito ancora nessuna prova che sciogliesse gli interrogativi ancora aperti; ‘Il Giorno’ diretto da Italo Pietra pubblica un ritratto di Valpreda firmato da Mascardi, in cui il presunto attentatore viene descritto come un uomo sfortunato e non violento e mostruoso come avevano fatto altri; ‘La Stampa’ invita a non precipitare sentenze e condanne e a valutare cautamente tracce e coincidenze (Carlo Casalegno). LA MORTE DI PINELLI :
  • nella tarda sera del 15, negli uffici della sezione politica della questura di Milano, Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico fermato dalla polizia il giorno stesso della strage, si butta dal quarto piano durante un interrogatorio e poche ore dopo l’arrivo in ospedale, muore.
  • al momento del suicidio si trovasse in una grave fase della contestazione degli indizi→il suicidio di Pinelli appare come una chiara ammissione di colpa, ma non convince tutti e il giovane redattore della ‘Stampa’ Carlo Rossella si reca dalla moglie del Pinelli, ancora ignara di tutto che gli riferisce che il mattino del 13 Pinelli era stato fermato in casa, da tre agenti della politica e ce lo aveva rivisto il 15 per un breve colloquio oltre ad aver ricevuto varie telefonate in cui il marito la tranquillizzava. IL PISTAROLO
  • Giorgio Bocca , firma del ‘Giorno’ negli anni ’60, afferma che con la strage di Piazza Fontana si è spezzato quel rapporto tra giornalismo e potere durato per tutta la guerra fredda;
  • Corrado Stajano ha raccontato di come quell’episodio ha significato il rifiuto di ciò che viene dato per scontato e il dovere di mettere in discussione le verità propinate dal potere politico e istituzionale;
  • Marco Sassano , giovane inviato dell’ ‘Avanti’ come da ciò nacque un nuovo modo di fare giornalismo scavando nei fatti oltre le risposte di veline e conferenze stampa.
  • Questo giornalismo d’inchiesta è stato svolto da un gruppo di cronisti appartenenti a diverse testate, soprannominati i pistaroli per la tenacia con cui hanno preso in esame tutte l piste, sia rosse che nere. Ne facevano parte Sassano, Flamini, Obici, Marchesini, Nozzoli, ma il
  • pistarolo principe è stato Marco Nozza→ Aveva cominciato all’ ‘Eco di Bergamo’, poi era passato all’ ‘Europeo’ e dal 1966 ha lavorato al ‘Giorno’; dopo la strage lui e altri hanno preso le difese di Valpreda e Pinelli come cronisti, compiendo le relative indagini. Per prima cosa, dopo la morte di Pinelli va a verificare il suo alibi al Caffè Fabiani dalle parti di San Siro; scopre che lì era un habitué, trova sei persone, di cui due poliziotti (uno in pensione), che confermano il suo alibi. Mario Magni invece, l’uomo con cui Pinelli anche a detta degli altri aveva trascorso il pomeriggio, racconta di non aver mai saputo delle idee anarchiche del Pinelli e che aveva già riferito alle autorità che quel pomeriggio si trovavano insieme quando era stato fermato, per poi recarsi nuovamente in questura il 14 sera per riconoscere e confermare l’alibi di Pinelli.
  • Si interessa poi del caso Valpreda, il quale aveva sostenuto che quando era scoppiata la bomba era a casa della zia. era a Milano perché era stato convocato dalla magistratura per essere interrogato sugli attentati del 25 aprile e che il 12 dicembre appena arrivato da Roma, si era recato dal suo avvocato e alle 13: si era messo a letto con la febbre. Ma il suo alibi era fragile trattandosi della zia e comunque Nozza non riuscì a ottenere informazioni né dalla zia né dai genitori dell’uomo, né tantomeno dai vicini. IL MOVIMENTO DEI GIORNALISTI DEMOCRATICI:
  • il 23 dicembre 1969 nasce a Milano presso il Club Turati, un comitato per la libertà di stampa e la lotta contro la repressione a cui aderiscono centinaia di giornalisti e intellettuali tra cui Bocca, Scalfari, Bobbio, Curzi, Gambino, Castellani, Stajano, Saviane, Ripa di Meana.
  • Il documento costitutivo li definisce giornalisti sinceramente democratici al servizio di un’informazione non mistificata, che rifiutano le versioni ufficiali scarsamente veridiche. - Secondo Bocca, la nascita del comitato determina una scissione tra chi vuole continuare il rapporto tradizionale con l’autorità e chi lo vuole cambiare.
  • Il 25 gennaio 1970 nasce a Roma il movimento dei giornalisti democratici per la libertà di stampa (leader Enzo Forcella) a cui aderiscono oltre 400 giornalisti di vari orientame nti, per chiedere le immediate dimissione dei presidenti dell’Ordine dei giornalisti e della FNSI Gonella e Missiroli, e la convocazione di un’assemblea nazionale con i colleghi del Comitato di Milano.
  • I due movimenti si riuniscono a l Club Turati nel marzo 1970 e sebbene non riescano a fonderli, elaborano una piattaforma comune per condurre insieme le battaglie importanti incentrate su tre obiettivi fondamentali: la salvaguardia della libertà di stampa, la difesa dei singoli giornalisti da forme di intimidazione e il ricambio dei vertici degli organismi sindacali.
  • Missiroli è considerato un uomo cinico che concepisce il giornalismo come servizio politico per il potente di turno e sostiene l’ammissibilità del ripianamento dei disavanzi da parte di finanziatori esterni;
  • Gonella è invece accusato di concepire il giornalismo come strumento per veicolare le idee religiose e del suo partito (DC).
  • A metà maggio ottengono un primo successo alle elezioni per il rinnovo degli organismi dirigentidell’Associazione stampa romana e poi un secondo successo arriva in occasione delle elezioni per rinnovo del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e del consiglio