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Sallustio, riassunto vita e opere
Typology: Study notes
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magistrati allo stato lui era dunque un homo novus (come Catone il Censore importante esempio per Sallustio)
tutte dalla vita politica
incompiuta la sua opera maggiore: le Historiae
Fonti: per la data di nascitala Cronaca di Girolamo; per il ritiro dalla vita politicalo stesso Sallustio nel Bellum Catilinae
La monografia storica come genere letterario
Sallustio scrisse 2 monografie storiche: il Bellum Catilinae (o De Catinae coniuratione , come la chiama Sallustio) e il Bellum Iugurthinum , composte e pubblicate tra il 43 e il 40.
Ad ambedue antepone proemi di una certa estensione, nei quali si sforza di giustificare il fatto di essersi ritirato dalla vita politica, dedicandosi alla composizione di opere storiche esigenza di dare conto della propria attività intellettuale di fronte ad un pubblico come quello romano, fedele alla tradizione per cui fare storia è compito piu importante che scriverne (giustificazioni analoghe aveva dovuto fornire Cicerone, anche lui nei proemi, a proposito delle sue opere filosofiche). Mentre da Cicerone la valutazione dell’attività letteraria è compiuta con piu orgoglio, per Sallustio la storiografia ha un valore molto inferiore a quello della politica, restando strettamente legata ad essa. La maggiore funzione della storiografia: il la formazione dell’uomo politico. Contrasto fra i proemi e la vita di Sallustio: l’autore spiega l’abbandono della vita politica con la crisi dei valori e la corruzione delle istituzioni e della società denuncia l’avidità di ricchezza e di potere. Importante: La stessa storiografia sallustiana tende a configurarsi come indagine sulla crisi ecco perché l’impianto monografico delle prime due opere, che era una novità (l’unico antecedente: Celio Antipatro). L’impostazione monografia: 1)serve a mettere a fuoco un singolo problema storico. Bellum Catilinae : il punto piu acuto della crisi. Bellum Iugurthinum : dell’incapacità della nobilitas corrotta a difendere lo stato.
Bellum Catilinae : Il piano di Catilina Catilina aveva visto la possibilità di coalizzare una sorta di “blocco sociale” avverso al regime senatorio: proletariato urbano, i ceti poveri di alcune zone d’ Italia, i membri indebitati dell’aristocrazia, masse di schiavi. Ma la sua congiura fu repressa dal console Cicerone nel 63. La paura dei ceti possidenti il fenomeno di Catilina suscitò timore nei gruppi dirigenti. Sallustio vedeva nel pericolo catilinario uno dei sintomi della ben più grave malattia di cui soffriva la società romana alla quale dedica un excursus: si tratta dell’ “archeologia”: traccia una rapida storia dell’ascesa e della decadenza di Roma. Il punto di svolta per Sallustio è la distruzione di Cartagine niente più paura di nemici esterni deterioramento della moralità romana. Secondo excursus: al centro dell’opera e denuncia la degenerazione della vita politica romana. Sallustio ripone le sue speranze in Cesare, affinché il suo regime autoritario ponesse fine alla crisi dello stato ristabilendo l’ordine.
Bellum Iugurthinum: all’inizio Sallustio spiega che la guerra contro Giugurta (svoltasi tra il 111 e il 105) fu la prima occasione in cui si “osò andare contro l’insolenza della nobiltà”. Quest’opera mette in luce le responsabilità della classe dirigente aristocratica nella crisi dello stato romano. Narra la guerra contro Giugurta, il quale dopo essersi impadronito col crimine del regno di Numida, aveva corrotto col denaro gli esponenti dell’aristocrazia romana inviati a combatterlo in Africa. Viene rappresentata la degenerazione della vita politica.
Le Historiae: la maggiore opera storica di Sallustio. Rimase incompiuta per la morte dell’autore. Le Historiae iniziavano col 78 a.C. ma non sappiamo fino a che punto avrebbero dovuto trattare. Dopo gli esperimenti monografici, Sallustio si cimentò con un’opera di ampio respiro ritorno alla forma annalistica. L’opera è per noi perduta, ma fu nota fino al V secolo. Abbiamo alcuni frammenti molto ampi: 4 discorsi e un paio di lettere (una di Pompeo, una che Sallustio immagina essere scritta da Mitridate!). le Historiae dipingono un quadro a tinte cupe: la corruzione dei costumi dilaga senza rimedio, sulla scena politica si affacciano soprattutto nobili corrotti. In generale, in quest’ultima opera il pessimismo sallustiano sembra acuirsi. Dopo l’uccisione di Cesare e la frustrazione delle aspettative in lui riposte, Sallustio non ha più da quale parte schierarsi, né aspetta più alcun salvatore.
Lo stile di sallustio
Cicerone aveva già rinnovato l’oratoria e la prosa artistica. Ci si aspettava da lui anche una sua impronta alla storiografia. Cicerone pensava, com’era nei suoi gusti, a uno stile armonioso e fluido: piu esattamente pensava a una “scrittura” storiografica che fosse un adattamento del modello dell’oratoria, come egli stesso l’aveva perfezionato era più importante l’oratoria, che aveva raggiunto la sua maturità almeno una generazione prima della storiografia.
A condizionare in larga misura la futura evoluzione stilistica della storiografia latina fu invece Sallustio, il quale elaborò uno stile fondato sull’ inconcinnitas (il contrario della ricerca di Cicerone di simmetria, il rifiuto di un discorso ampio e regolare). Usa frequentemente le antitesi, asimmetrie, variationes di costrutto. Il difficile equilibrio fra questo dinamismo inquieto da una parte e un vigoroso controllo che sa frenarlo dall’altra, produce la sensazione di meditata essenzialità di pensiero. L’arcaismo: 1) ricca patina arcaizzante parole scelte; 2) costrutto: i pensieri si giustappongono in blocchi ommissione di legami sintattici. Tecnica narrativa: molto sobria rinuncia a effetti drammatici tipici della storiografia. Ma cosi ottenne una drammaticità piu intensa, proprio perché più controllata. Catilina e Giugurta sono due personaggi tragici e gli argomenti delle due opere sono casi drammatici. Lo stile che Sallustio elabora nelle due monografie acquisì piena maturità artistica nelle Hisoriae , tanto da costituire uno dei modelli canonici della successiva storiografia latina.
L’immediato successo di Sallustio
Le opere di Sallustio ottennero un successo immediato e rilevante: il pubblico romano ebbe la felice sensazione di possedere ora uno storico capace. Anche lo stile, personalissimo ed efficace, di Sallustio provocava ammirazione. Le scuole retoriche non poterono restare insensibili al desiderio di emulare il suo modo di scrivere.
!! L’invectiva in Ciceronem : conservata nei manoscritti di Sallustio, ma è probabile che l’autore sia un retore di età augustesa. Suo evidente pendant sarebbe la Invectiva in Sallustium che si attribuiva a Cicerone ma che è sicuramente un falso confezionato nelle scuole di retorica: vi si accusa Sallustio di aver sfruttato vergognosamente la provincia di Numidia, affidatagli da Cesare.
Epistulae ad Cesarem senem de republica: opere spurie. Trasmesse anonimamente in un codice che contiene lettere e discorsi tratti dalle opere storiche di Sallustio. Lo stile è quasi più sallustiano di quello di Sallustio eccessivamente arcaizzante. Contiente un’ irrisione violenta di Cicerone, della sua linea politica e delle sue ambizioni. Potrebbe essere frutto delle scuole di retorica del I sec d. C..
Anche nel Medioevo continuò ad essere ammirato (citato da Brunetto Latini e Poliziano). In età moderna fu uno degli autori più amati dall’Alfieri.