









Study with the several resources on Docsity
Earn points by helping other students or get them with a premium plan
Prepare for your exams
Study with the several resources on Docsity
Earn points to download
Earn points by helping other students or get them with a premium plan
Community
Ask the community for help and clear up your study doubts
Discover the best universities in your country according to Docsity users
Free resources
Download our free guides on studying techniques, anxiety management strategies, and thesis advice from Docsity tutors
Riassunto Educare l'Infanzia, L'esperienza emotiva nei processi di apprendimento, e Un genitore quasi perfetto.
Typology: Study notes
1 / 15
This page cannot be seen from the preview
Don't miss anything!
Pedagogia A — ridotto. Un’esperienza, per Dewey, è educativa dal momento che consentirà al bambino di trarre a sé un significato. Capitolo 1. UN CURRICOLO PER LO 0-6? Decreto legislativo 13 aprile 2017 : istituzione del sistema integrato (no split system) di educazione e istruzione per 0-6. Percorso trasversale; cittadinanza democratica (socialità positiva); sviluppo capacità; costruzione identità; co-attorialità; non trasmissività. Principi: Inscindibilità cura ed educazione. Carattere olistico. Centratura sul bambino. Interazione tra pari. Scaffolding. Progettazione ambiente. Gioco. Curricolo: Termine diffuso coi documenti della “ Commissione Europea”, Quality Framework (2014). E con le “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia del primo ciclo” (2012). Scurati : complesso dell’esperienza, sia l’organizzazione dell’offerta nella situazione scolastica. Pontecorvo e Fusè : fitta trama di interazioni in cui si articola l’insegnamento. Come? individuazione obiettivi. dati. dimensione psico-sociale: norme e valori. modalità interne ed esterne di verifica. Riflessioni teoriche: Erikson (formazione è relativa alla società: insomma, l’identità culturale è relativa alla cultura) Bruner (bambini wolof : no fenomeni di animismo e realismo). L’errore di Piaget (no modello psicologico univoco). Dewey (1933-1949^1 ): olistico learning by doing. Due scuole : (A) primato saperi disciplinari o (B) bambino come punto di inizio. Obiettivo: autorealizzazione, che sarà tra i “fini in mente” che guidano il processo educativo, per mezzo del continuum sperimentale. Susan Isaacs , Malting House : - Es. il giardino visto dall’aviatore (proposta e suggerimento). Dewey , Come Pensiamo : La proposta educativa come ipotesi da verificare ricorsivamente. La ricerca come processo ipotetico-deduttivo, processo intenzionale finalizzato a risolvere problemi (non mero trial and error ). Es. di ‘verifica’: Anna Freud , 1943, “Bambini senza famiglia” : i bambini accuditi durante i bombardamenti su Londra_._ Presso le Hampstead Nurseries: gruppetti educati dalle stesse bambinaie. La specificità dell’età infantile ( impulso epistemofilico , Melania Klein): dopo gli 0-6, periodo di latenza ( Freud ), ‘fase di bonaccia’. Prima, processo di ‘sganciamento dalla concretezza’ ( Vigotskij ), attraverso il gioco simbolico, che consente l’esplorazione dei significati. Dopo i sette: apprendimento formale. — Riferimenti per il curricolo 0-6: ci sono le
Valutare. A proposito, nell’ ASEI^3 si sviluppa lo strumento di autovalutazione per i servizi dell’infanzia: “ Lo sviluppo dei bambini e la sua valutazione ”: a. esaminare le intenzioni. b. modalità di intervento. c. evoluzione individuale. In assoluto, lo strumento più interessante ai fini di osservare/valutare: diario di bordo , che consente una osservazione qualitativa e longitudinale, Capito 2011. (- Es. asilo nido, gioco del lupo descritto dalla maestra). Le qualità di un curricolo: olistico (sviluppo cognitivo e affettivo; evitare attività monodimensionali; intreccio cura ed educazione). emergente (si fa mentre si fa; continuum sperimentale). interattivo (co- attorialità). identitario. ludico (attività ludiformi). I fini — quelli che Dewey chiamerebbe “i fini in mente” — sono un ampio raggio competenze^4 : controllo ed espressione emozioni; rapporto con il corpo; curiosità; condivisione; domande morali; decentramento; saper raccontare; prime abilità di tipo logico; saper osservare caratteristiche di eventi e oggetti. (Indicazioni, Miur 2012). NB : tradizionalmente, al nido ci si focalizza sulla dimensione socio-affettiva; alla scuola dell’infanzia sugli aspetti intellettuali. Un curricolo integrato, che sia olistico, deve evitare tali estremi. Le piste di lavoro devono considerare, olisticamente, il processo di crescita da 0 a 6. Esperienze che si fanno più articolate, via via: Esperienze per il benessere e lo sviluppo psico-fisico (ambiente, routine, corpo, intervento; globale motricità). Esperienze espressive (sia produttive che fruitive). Esperienze di esplorazioni scientifiche (Che cosa è questa cosa? E non — il ludico — cosa posso fare con queste cose? Piani inclinati, bilance, sabbia; giocando = senso della proporzione). Linguaggio e comunicazione. Capitolo 2. LE RELAZIONI. Un approccio partecipativo. A. Non esiste una relazione educativa buona in assoluto. Dalla seconda metà del secolo scorso, bambino come soggetto di diritti (espressione e partecipazione alla vita comune: diritti di ‘ parola ’ e ‘ decisione ’). Ciò anche grazie all’ attivismo pedagogico : il bambino come agente attivo con il diritto alla partecipazione. Ciò, riscontrabile sia nella ricerca sia nei documenti di indirizzo: Proposal for Key Principles of a Quality Framework for Early Childhood Education and Care (Commissione europea, 2014). E le Indicazioni nazionali (Miur, 2012). Tutto è nato con la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia (1989) : bambino soggetto diverso ma paritario nella sua relazione l’adulto. Conseguenze : Una positiva e l’altra più problematica. 1). La “voce” del bambino al centro. Con Stern, porre il bambino al centro significa restituirgli un’immagine valorizzata del Sé. 2). È complicato parlare di ‘ partecipazione ’, mettendo adulti e bambini sullo stesso piano. I bambini sono più corpo che linguaggio. La comunicazione infantile è più indiretta, dunque meno decifrabile. Inoltre, nel dialogo tra corpi si esprime la vera ‘voce’ del bambino, ma è difficile da decifrare, specialmente se manca la “cura”. È il toccare che dimostra se ci sta a cuore il bambino. Stern : Senso verbale del Sé (15/18 mesi: rappresenta il Sé come entità oggettiva, che percepisce dall’interno e dall’esterno). (^3) Darder, Mestres (1994). (^4) Anche rifiutando lo standard, non si è dimenticati di farli apprendere.
(intreccio di principi e buone pratiche) e le pedagogie latenti dei singoli insegnanti^11 ; creazione e mantenimento di un gruppo di lavoro razionale, Bion (1962); approccio razionale-scientifico; idea di sviluppo; processo di cooperazione e principio partecipativo; non perdere l’individualità, né tentare di prevaricare. Può essere utile il coordinatore pedagogico, in quanto figura esterna ma in relazione al team. Capitolo 3. SPAZI E TEMPI. (2018). A. K. Lewin ( I conflitti sociali ): C= f(P,A). Influenza sia dalla rappresentazione psicologica, sia dall’oggettiva presentazione dell’ambiente. Augé (1992)^12 : luoghi (spazi di appartenenza, relazione, scambio — colui che dimora) e non-luoghi (dove l’individuo non può leggere nulla della sua identità — viaggiatore; anche luoghi fittizi, come Disneyland: Augé immagina una Parigi ipotetica, disneyficata). Goffman (1963)^13 ( Il comportamento in pubblico , 1963): fabbricazione dell’individuo attraverso organizzazione dello spazio, prossemica, modalità indirette di imposizione: gli spazi “parlano”. Foucault : ( Sorvegliare e punire ): microfisica del potere: controllo sociale; pedagogia invisibile dell’aula. (anche in famiglia, cfr. Schreber, magistrato internato). B. Spazio e Contesto : lo ‘spazio’ è lo spazio fisico; il contesto è sia lo ‘spazio fisico’, sia l’insieme di relazioni che si stabiliscono con esso (un tutto inscindibile, con Iglesias Forneiro ). Ferrari : lo spazio è medium educativo e congegno pedagogico. Bernstein parla di “pedagogia latente, inscritta nella disposizione degli ambienti; parla anche di pedagogia invisibile, che comporta un controllo esplicito dell’insegnante sul bambino. Bettelheim : ricostruisce la differenza tra le scuole agli inizi del novecento e quelle d’oggi. C. Piaget^14 : i bambini costruiscono evoluzionisticamente i concetti di spazio e tempo. Risurrezione di ciò che riappare; capacità di rappresentazione e distinzione oggetto/significato permettono di capire cos’è il prima e il poi, l’altrove e l’altrimenti. Vygotskij : importanza della capacità rappresentativa. Inizialmente le azioni del bambino dipendono dalle proprietà fisiche degli oggetti (vedere buco, inserire mano). Solo quando distingue oggetto e significato può piegare l’oggetto alla propria volontà immaginativa. Anna Freud in Normalità e patologia nell’età infantile : bambino sotto l’egida del principio di piacere, vive nel presente e non accetta dilazioni. Se cure regolari, svilupperà ‘capacità di attendere’ e ‘senso di realtà’. Posticipazione dell’azione e capacità di attendere mediante il pensiero sono caratteristiche dell’Io. Stern : il SENSO DEL TEMPO è legato ad un “Senso organizzato del sé”^15 : 1. sensazione di essere un Sé agente (il mio braccio si muove quando io lo voglio); 2. di essere coeso; 3. di essere un sé affettivo e 4. un sé storico (senso della durata). Utile, il “ tema con variazioni ”, sia sul piano verbale e ludico. L’importanza dell’ordine e della ripetitività (ti acchiappo! / tesoro mio che fai?): il bambino è alla ricerca di costanti, di stimolazione ottimale. D. Indicatori e qualità pedagogica di spazi e tempi : spazi e tempi sono parte dell’ambiente, e hanno sviluppo nello sviluppo cognitivo. Gli spazi della scuola forniscono un’ immagine dei ruoli (pedagogia latente). Inoltre, importanza di ciclo e ritmo. (^11) Questi due elementi possono essere in disaccordo. (^12) Disneyland e altri non luoghi (1992). (^13) Il comportamento in pubblico (1963). (^14) 1946, Lo sviluppo della nozione di tempo nel bambino. (^15) Un Sé nucleare, capace di fare esperienza degli eventi.
Spazio : Articolazione. (contro affollamento: studi etologici; angoli giochi; atelier lettura; espositori; spazi plurifunzionali; luoghi di aggregazione; piazza). Fruibilità. Personalizzazione. (luoghi di vita; segni di sé; cassetti, caselle personali; giocattoli transizionali). Articolazione interna. (Cestino dei tesori; angoli del ‘far finta’; angoli soffici; lettura in gruppo; biblioteca; cancelleria). Valenza sociale dello spazio. (Scambi orizzontali). Spazio e promozione dell’autonomia. Spazio e corporeità. Qualità estetica. Attenzione agli adulti. Progettazione condivisa. (Materiali: puliti e sicuri, giochi in legno, attività di cultura, materiali di recupero e materiali non strutturati). Personalizzazione (cassetti, caselle personali, giochi transizionali, creazioni studenti, fotografie (famiglia/scuola); angolini appartati: assentarsi). Tempo : Progettare il tempo. Ritmo (peso temporale alle singole attività), transizioni, scansioni. (tempo collettivo). Autonomia e uso sociale del tempo. (adeguamento al “tempo” sociale). Tempo e costruzione dell’identità. (Sviluppo di sé storico). Capitolo 4. GIOCO ED EDUCAZIONE. Il gioco come modo di stare al mondo del bambino. (frase molto deweyana). Gioco è al centro di ogni proposta educativa, stando a Proposal for Key Principles for Early Childhood Education and Care (2014). Roger Callois (1958)^16 : I giochi e gli uomini dà la definizione di gioco: il gioco è libero^17 , separato^18 , incerto^19 , improduttivo , autoregolato e fittizio. Mentre l’educazione è: impositiva, parte della vita ordinaria, certa nei percorsi, produttiva, eteroregolata, reale. Questa opposizione teorica sembrerebbe precludere la possibilità di avere gioco ed educazione insieme. In realtà il gioco sembra, come vediamo sotto, fondamentale per il progresso cognitivo ed affettivo del bambino. Secondo Piaget (1945), il bambino, nel gioco, sospende i due processi di adattamento all’ambiente ( accomodamento e assimilazione ). Nella primissima infanzia, il gioco è assimilazione pura: attivare a vuoto gli schemi. Tipi di gioco: 1. Gioco di esercizio (0-2). 2. Gioco di finzione (18m-7). 3. Gioco di regole (4-7: giro tondo, nascondino). 4. Gioco di costruzione. La domanda da farsi non è: a cosa serve ciò che sta succedendo?; ma: cosa sta succedendo?
0. Il gioco esprime piacere di vivere e restituisce il senso dell’esistere. Secondo Bettelheim l’importanza del gioco risiede nel godimento immediato: e, si noti, Bettelheim dice che il piacere di sentire mente e corpo in funzione è la condizione basilare per ogni benessere. Le prime forme di gioco simbolico — anche se molto corporee, caratterizzate da movimenti “a vuoto” — sono messe in (^16) Rielabora Huizinga (1938). (^17) Vedi anche libera aggregazione. (^18) Si trova in uno spazio separato e fittizio. (^19) Anche se ci sono regole: la libertà di iniziativa è del giocatore (es. degli scacchi).
bambini; proporsi come custode della memoria del gioco; offrirsi come garante del gioco; rispettare sempre il volere ludico del bambino.
Salzberger-Wittenberg, Polacco Osborne. L’esperienza emotiva nei processi di insegnamento e di apprendimento, Liguori. Tavistock Clinic Londra, osservare gli “assetti relazionali” e fenomeni quali proiezioni e transfer reciproci. Capitolo 1. Speranze e paure. Anche da adulti, abbiamo sentimenti infantili in situazioni di forte stress emotivo; inoltre, abbiamo una memoria del sentire (Klein). Infine, il successo dell’agire è commisurato e proporzionale alle esperienze positive avute. Smarrimento e confusione (paura dell’abbandono). (es. delle aule piccole: gusci protetti; alcuni ragazzi vogliono conoscere i ragazzi nella loro vecchia scuola prima che essi la cambino). Speranze e paure nei confronti dell’insegnante. (bisogno di un leader; poteri irrealistici attribuiti all’insegnante; autorità kafkiana). Speranze e paure nei confronti del gruppo. individui a rischio, usualmente: a. chi ha sperimentato cambiamenti nel ricevere cure. b. chi ha sperimentato separazione traumatiche. c. individui non in grado di interiorizzare un’esperienza abbastanza buona. Fattori influenzanti: SPAZIO, NUMERO, ESTRANEITA’. Es. della storia di Jane (alla madre venne concesso di stare in classe). Es. della storia di Gerald, drogato causa solitudine. Capitolo 2. Aspetti del rapporto degli studenti con l’insegnante. Nella relazione insegnante e allievo ci sono fantasie transferali : gli studenti ripropongono con gli insegnanti “modelli” passati di rapporti.
Capitolo 4.
Capitolo 5. Rapporti interpersonali idealizzati.
Bettelheim. (4, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 18). Capitolo 4. Le nostre ragioni e le loro. I bambini sono sordi alle nostre ragioni; tocca che una delle due parti riconosca quelle dell’altro, che faccia un vero e proprio sforzo di decentramento, mostrandogli come il suo metodo sia inadeguato al raggiungimento dei fini. Si deve giocare dalla parte del figlio al fine di farlo ragionare. Madame de Stael: quando si comprende tutto, si diventa molto indulgenti. Tout comprendre c’est tout pardonner. Goethe: non è possibile biasimare le cose che comprendiamo. Nietzsche: le dissonanze irrisolte tra il temperamento e i sentimenti dei genitori sopravvivono nel figlio e vanno a costituire la storia delle sue sofferenze interiori.
Capitolo 9. La disciplina. Disciplina non è solo punizione. Nel dizionario americano, ad esempio, a differenza dell’Oxford English Dictionary, si batte l’accento sull’autodisciplina. Ad ogni modo, l’esempio calzante di Bettelheim riguarda la disciplina come ‘emulazione’. Fa l’esempio di una delle virtù più difficili da costruire e la cui emulazione è più facile da annullare: la pazienza. Inoltre, sempre riguardo all’empatia, con Goethe: dovremmo ricordarci di quando siamo stati insopportabili. Lì si capiremmo le ragioni dei figli. “I bambini hanno bisogno di modelli più che di critici”. La coerenza del genitore è fondamentale: attraverso l’emulazione (dovuta al desiderio di somigliare all’amato genitore), il bambino raggiungerà l’autodisciplina. Es. dei “bombardamenti su Londra” i figli dei genitori insicuri sono insicuri. Educazione giapponese vs Educazione occidentale. (“Non mettermi in imbarazzo” versus “Ubbidiscimi!”). Anche gli indiani d’America rispettano la lentezza dei figli nel compiere le “mansioni”. È fondamentale affinché acquisiscano sicurezza. Es. dell’identificazione del figlio dell’alcolizzato nei confronti dell’alcolizzato. Capitolo 10. Perché le punizioni non funzionano. Shakespeare: chi ha il potere di fare del male e non lo fa eredita le grazie celesti. Es. lavare la bocca col sapone. Es. padre di Bettelheim. Es. della madre che nega la bici al figlio. Se il figlio prova risentimento, non vorrà emulare l’adulto. Anche se a volte il castigo libera il bambino dal senso di colpa e il genitore dal reprimere. Riflessione sul sistema penale. Come procedere? 1. Fargli capire il nostro dispiacere (sincerità è più importante di un “finto controllo” tradito dal non verbale). 2. Minaccia di parziale e momentanea diminuzione del nostro amore (intensa asserzione emotiva; no punizione, ma dichiarazione circa il nostro stato emotivo^20 ). Non dobbiamo farci tradire dal naturale bisogno che abbiamo di rassicurare il bambino circa il nostro amore. Es. classico: mandare fuori dalla stanza. Ma non per “punire”, ma per permettere a entrambi di prendere le distanze dall’accaduto. Capitolo 11. Esplorare la nostra infanzia da adulti. Eliot: la fine delle esplorazioni sarà arrivare al punto di partenza. Es. per i bambini felicità e benessere fisico sono identificati (come dolore e infelicità). Tema della rimozione dei sentimenti negativi nei confronti dei genitori — e dei loro aspetti negativi.