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Pedagogia (Pavia) Scritto, Study notes of Pedagogy

Riassunto Educare l'Infanzia, L'esperienza emotiva nei processi di apprendimento, e Un genitore quasi perfetto.

Typology: Study notes

2019/2020

Uploaded on 02/21/2020

LucaBanano
LucaBanano 🇧🇲

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Pedagogia A — ridotto. Un’esperienza, per Dewey, è educativa dal momento che consentirà al bambino di
trarre a sé un significato.
Capitolo 1. UN CURRICOLO PER LO 0-6?
Decreto legislativo 13 aprile 2017: istituzione del sistema integrato (no split system) di educazione e
istruzione per 0-6.
Percorso trasversale; cittadinanza democratica (socialità positiva); sviluppo capacità; costruzione identità;
co-attorialità; non trasmissività.
Principi:
Inscindibilità cura ed educazione. Carattere olistico. Centratura sul bambino. Interazione tra pari.
Scaffolding. Progettazione ambiente. Gioco.
Curricolo:
Termine diffuso coi documenti della “Commissione Europea”, Quality Framework (2014).
E con le “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia del primo ciclo” (2012).
Scurati: complesso dell’esperienza, sia l’organizzazione dell’offerta nella situazione scolastica.
Pontecorvo e Fusè: fitta trama di interazioni in cui si articola l’insegnamento.
Come? individuazione obiettivi. dati. dimensione psico-sociale: norme e valori. modalità interne ed
esterne di verifica.
Riflessioni teoriche:
Erikson (formazione è relativa alla società: insomma, l’identità culturale è relativa alla cultura) Bruner
(bambini wolof: no fenomeni di animismo e realismo). L’errore di Piaget (no modello psicologico
univoco).
Dewey (1933-19491): olistico learning by doing. Due scuole: (A) primato saperi disciplinari o (B) bambino
come punto di inizio. Obiettivo: autorealizzazione, che sarà tra i “fini in mente” che guidano il processo
educativo, per mezzo del continuum sperimentale. Susan Isaacs, Malting House: - Es. il giardino visto
dall’aviatore (proposta e suggerimento).
Dewey, Come Pensiamo: La proposta educativa come ipotesi da verificare ricorsivamente. La ricerca come
processo ipotetico-deduttivo, processo intenzionale finalizzato a risolvere problemi (non mero trial and
error). Es. di ‘verifica’: Anna Freud, 1943, “Bambini senza famiglia”: i bambini accuditi durante i
bombardamenti su Londra. Presso le Hampstead Nurseries: gruppetti educati dalle stesse bambinaie.
La specificità dell’età infantile (impulso epistemofilico, Melania Klein): dopo gli 0-6, periodo di latenza
(Freud), ‘fase di bonaccia’. Prima, processo di ‘sganciamento dalla concretezza’ (Vigotskij), attraverso il
gioco simbolico, che consente l’esplorazione dei significati. Dopo i sette: apprendimento formale.
— Riferimenti per il curricolo 0-6: ci sono le
1. Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia (2012, Miur); inoltre,
2. I Documenti della Rete per l’Infanzia della Commissione Europea (2014, CE), che definiscono il Quality
Framework: centralità alla “voce” dei bambini; diritti e competenza; rispetto dei genitori come educatori;
flessibilità della cornice curricolare; pratiche di lavoro collegiale: no omologazione, un unicum.
Aspetti privilegiati: Cura (caregiver (cambio-pulizia-sonno), capacità di ascolto e relazione sensibile e
supportante), Educazione (non solo school readiness (costruttivismo sociale), ma elaborazione condivisa di
significati
cornice pedagogica di ampio respiro, finalità generali) e Socializzazione (gioco, interazione tra
pari).
Indicatori: Progettare (emergente, intenzionalità e pura possibilità; ricorsività; formulazione scritta:
apertura). Osservare2 (cogliere interessi, risposte, documentare; - Es. pescheria; - Es. le due isole del nido).
1 Logica, Teoria dell’indagine (1949).
2 RAV, Invalsi (2016): il tipo di osservazione che viene richiesta è molto particolare. È una osservazione dello sviluppo,
non delle performance.
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Pedagogia A — ridotto. Un’esperienza, per Dewey, è educativa dal momento che consentirà al bambino di trarre a sé un significato. Capitolo 1. UN CURRICOLO PER LO 0-6?Decreto legislativo 13 aprile 2017 : istituzione del sistema integrato (no split system) di educazione e istruzione per 0-6.  Percorso trasversale; cittadinanza democratica (socialità positiva); sviluppo capacità; costruzione identità; co-attorialità; non trasmissività. Principi:  Inscindibilità cura ed educazione.  Carattere olistico.  Centratura sul bambino.  Interazione tra pari.  Scaffolding.  Progettazione ambiente.  Gioco. Curricolo: Termine diffuso coi documenti della “ Commissione Europea”, Quality Framework (2014). E con le “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia del primo ciclo” (2012). Scurati : complesso dell’esperienza, sia l’organizzazione dell’offerta nella situazione scolastica. Pontecorvo e Fusè : fitta trama di interazioni in cui si articola l’insegnamento. Come?  individuazione obiettivi.  dati.  dimensione psico-sociale: norme e valori.  modalità interne ed esterne di verifica. Riflessioni teoriche:Erikson (formazione è relativa alla società: insomma, l’identità culturale è relativa alla cultura)  Bruner (bambini wolof : no fenomeni di animismo e realismo).  L’errore di Piaget (no modello psicologico univoco).  Dewey (1933-1949^1 ): olistico learning by doing. Due scuole : (A) primato saperi disciplinari o (B) bambino come punto di inizio. Obiettivo: autorealizzazione, che sarà tra i “fini in mente” che guidano il processo educativo, per mezzo del continuum sperimentale.  Susan Isaacs , Malting House : - Es. il giardino visto dall’aviatore (proposta e suggerimento).  Dewey , Come Pensiamo : La proposta educativa come ipotesi da verificare ricorsivamente. La ricerca come processo ipotetico-deduttivo, processo intenzionale finalizzato a risolvere problemi (non mero trial and error ). Es. di ‘verifica’: Anna Freud , 1943, “Bambini senza famiglia” : i bambini accuditi durante i bombardamenti su Londra_._ Presso le Hampstead Nurseries: gruppetti educati dalle stesse bambinaie.  La specificità dell’età infantile ( impulso epistemofilico , Melania Klein): dopo gli 0-6, periodo di latenza ( Freud ), ‘fase di bonaccia’. Prima, processo di ‘sganciamento dalla concretezza’ ( Vigotskij ), attraverso il gioco simbolico, che consente l’esplorazione dei significati. Dopo i sette: apprendimento formale. — Riferimenti per il curricolo 0-6: ci sono le

  1. Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia (2012, Miur); inoltre,
  2. I Documenti della Rete per l’Infanzia della Commissione Europea (2014, CE) , che definiscono il Quality Framework : centralità alla “voce” dei bambini; diritti e competenza; rispetto dei genitori come educatori; flessibilità della cornice curricolare; pratiche di lavoro collegiale: no omologazione, un unicum. Aspetti privilegiati: Cura ( caregiver (cambio-pulizia-sonno), capacità di ascolto e relazione sensibile e supportante ), Educazione (non solo school readiness (costruttivismo sociale) , ma elaborazione condivisa di significaticornice pedagogica di ampio respiro, finalità generali ) e Socializzazione ( gioco, interazione tra pari ).  Indicatori: Progettare (emergente, intenzionalità e pura possibilità ; ricorsività; formulazione scritta: apertura). Osservare^2 (cogliere interessi, risposte, documentare; - Es. pescheria; - Es. le due isole del nido). (^1) Logica, Teoria dell’indagine (1949). (^2) RAV, Invalsi (2016): il tipo di osservazione che viene richiesta è molto particolare. È una osservazione dello sviluppo, non delle performance.

Valutare. A proposito, nell’ ASEI^3 si sviluppa lo strumento di autovalutazione per i servizi dell’infanzia: “ Lo sviluppo dei bambini e la sua valutazione ”: a. esaminare le intenzioni. b. modalità di intervento. c. evoluzione individuale.  In assoluto, lo strumento più interessante ai fini di osservare/valutare: diario di bordo , che consente una osservazione qualitativa e longitudinale, Capito 2011. (- Es. asilo nido, gioco del lupo descritto dalla maestra).  Le qualità di un curricolo:  olistico (sviluppo cognitivo e affettivo; evitare attività monodimensionali; intreccio cura ed educazione).  emergente (si fa mentre si fa; continuum sperimentale).  interattivo (co- attorialità).  identitario.  ludico (attività ludiformi). I fini — quelli che Dewey chiamerebbe “i fini in mente” — sono un ampio raggio competenze^4 : controllo ed espressione emozioni; rapporto con il corpo; curiosità; condivisione; domande morali; decentramento; saper raccontare; prime abilità di tipo logico; saper osservare caratteristiche di eventi e oggetti. (Indicazioni, Miur 2012).  NB : tradizionalmente, al nido ci si focalizza sulla dimensione socio-affettiva; alla scuola dell’infanzia sugli aspetti intellettuali. Un curricolo integrato, che sia olistico, deve evitare tali estremi. Le piste di lavoro devono considerare, olisticamente, il processo di crescita da 0 a 6.  Esperienze che si fanno più articolate, via via:  Esperienze per il benessere e lo sviluppo psico-fisico (ambiente, routine, corpo, intervento; globale motricità).  Esperienze espressive (sia produttive che fruitive).  Esperienze di esplorazioni scientifiche (Che cosa è questa cosa? E non — il ludico — cosa posso fare con queste cose?  Piani inclinati, bilance, sabbia; giocando = senso della proporzione).  Linguaggio e comunicazione. Capitolo 2. LE RELAZIONI. Un approccio partecipativo. A. Non esiste una relazione educativa buona in assoluto.  Dalla seconda metà del secolo scorso, bambino come soggetto di diritti (espressione e partecipazione alla vita comune: diritti di ‘ parola ’ e ‘ decisione ’). Ciò anche grazie all’ attivismo pedagogico : il bambino come agente attivo con il diritto alla partecipazione. Ciò, riscontrabile sia nella ricerca sia nei documenti di indirizzo: Proposal for Key Principles of a Quality Framework for Early Childhood Education and Care (Commissione europea, 2014). E le Indicazioni nazionali (Miur, 2012). Tutto è nato con la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia (1989) : bambino soggetto diverso ma paritario nella sua relazione l’adulto. Conseguenze : Una positiva e l’altra più problematica. 1). La “voce” del bambino al centro. Con Stern, porre il bambino al centro significa restituirgli un’immagine valorizzata del Sé. 2). È complicato parlare di ‘ partecipazione ’, mettendo adulti e bambini sullo stesso piano. I bambini sono più corpo che linguaggio. La comunicazione infantile è più indiretta, dunque meno decifrabile. Inoltre, nel dialogo tra corpi si esprime la vera ‘voce’ del bambino, ma è difficile da decifrare, specialmente se manca la “cura”. È il toccare che dimostra se ci sta a cuore il bambino.  Stern : Senso verbale del Sé (15/18 mesi: rappresenta il Sé come entità oggettiva, che percepisce dall’interno e dall’esterno). (^3) Darder, Mestres (1994). (^4) Anche rifiutando lo standard, non si è dimenticati di farli apprendere.

(intreccio di principi e buone pratiche) e le pedagogie latenti dei singoli insegnanti^11 ; creazione e mantenimento di un gruppo di lavoro razionale, Bion (1962); approccio razionale-scientifico; idea di sviluppo; processo di cooperazione e principio partecipativo; non perdere l’individualità, né tentare di prevaricare. Può essere utile il coordinatore pedagogico, in quanto figura esterna ma in relazione al team. Capitolo 3. SPAZI E TEMPI. (2018). A. K. Lewin ( I conflitti sociali ): C= f(P,A). Influenza sia dalla rappresentazione psicologica, sia dall’oggettiva presentazione dell’ambiente.  Augé (1992)^12 : luoghi (spazi di appartenenza, relazione, scambio — colui che dimora) e non-luoghi (dove l’individuo non può leggere nulla della sua identità — viaggiatore; anche luoghi fittizi, come Disneyland: Augé immagina una Parigi ipotetica, disneyficata).  Goffman (1963)^13 ( Il comportamento in pubblico , 1963): fabbricazione dell’individuo attraverso organizzazione dello spazio, prossemica, modalità indirette di imposizione: gli spazi “parlano”.  Foucault : ( Sorvegliare e punire ): microfisica del potere: controllo sociale; pedagogia invisibile dell’aula. (anche in famiglia, cfr. Schreber, magistrato internato). B. Spazio e Contesto : lo ‘spazio’ è lo spazio fisico; il contesto è sia lo ‘spazio fisico’, sia l’insieme di relazioni che si stabiliscono con esso (un tutto inscindibile, con Iglesias Forneiro ). Ferrari : lo spazio è medium educativo e congegno pedagogico. Bernstein parla di “pedagogia latente, inscritta nella disposizione degli ambienti; parla anche di pedagogia invisibile, che comporta un controllo esplicito dell’insegnante sul bambino. Bettelheim : ricostruisce la differenza tra le scuole agli inizi del novecento e quelle d’oggi. C. Piaget^14 : i bambini costruiscono evoluzionisticamente i concetti di spazio e tempo. Risurrezione di ciò che riappare; capacità di rappresentazione e distinzione oggetto/significato permettono di capire cos’è il prima e il poi, l’altrove e l’altrimenti. Vygotskij : importanza della capacità rappresentativa. Inizialmente le azioni del bambino dipendono dalle proprietà fisiche degli oggetti (vedere buco, inserire mano). Solo quando distingue oggetto e significato può piegare l’oggetto alla propria volontà immaginativa. Anna Freud in Normalità e patologia nell’età infantile : bambino sotto l’egida del principio di piacere, vive nel presente e non accetta dilazioni. Se cure regolari, svilupperà ‘capacità di attendere’ e ‘senso di realtà’. Posticipazione dell’azione e capacità di attendere mediante il pensiero sono caratteristiche dell’Io.  Stern : il SENSO DEL TEMPO è legato ad un “Senso organizzato del sé”^15 : 1. sensazione di essere un Sé agente (il mio braccio si muove quando io lo voglio); 2. di essere coeso; 3. di essere un sé affettivo e 4. un sé storico (senso della durata).  Utile, il “ tema con variazioni ”, sia sul piano verbale e ludico. L’importanza dell’ordine e della ripetitività (ti acchiappo! / tesoro mio che fai?): il bambino è alla ricerca di costanti, di stimolazione ottimale. D. Indicatori e qualità pedagogica di spazi e tempi : spazi e tempi sono parte dell’ambiente, e hanno sviluppo nello sviluppo cognitivo. Gli spazi della scuola forniscono un’ immagine dei ruoli (pedagogia latente). Inoltre, importanza di ciclo e ritmo. (^11) Questi due elementi possono essere in disaccordo. (^12) Disneyland e altri non luoghi (1992). (^13) Il comportamento in pubblico (1963). (^14) 1946, Lo sviluppo della nozione di tempo nel bambino. (^15) Un Sé nucleare, capace di fare esperienza degli eventi.

Spazio :  Articolazione. (contro affollamento: studi etologici; angoli giochi; atelier lettura; espositori; spazi plurifunzionali; luoghi di aggregazione; piazza).  Fruibilità.  Personalizzazione. (luoghi di vita; segni di sé; cassetti, caselle personali; giocattoli transizionali).  Articolazione interna. (Cestino dei tesori; angoli del ‘far finta’; angoli soffici; lettura in gruppo; biblioteca; cancelleria).  Valenza sociale dello spazio. (Scambi orizzontali).  Spazio e promozione dell’autonomia.  Spazio e corporeità.  Qualità estetica.  Attenzione agli adulti.  Progettazione condivisa. (Materiali: puliti e sicuri, giochi in legno, attività di cultura, materiali di recupero e materiali non strutturati).  Personalizzazione (cassetti, caselle personali, giochi transizionali, creazioni studenti, fotografie (famiglia/scuola); angolini appartati: assentarsi). Tempo :  Progettare il tempo.  Ritmo (peso temporale alle singole attività), transizioni, scansioni. (tempo collettivo).  Autonomia e uso sociale del tempo. (adeguamento al “tempo” sociale).  Tempo e costruzione dell’identità. (Sviluppo di sé storico). Capitolo 4. GIOCO ED EDUCAZIONE. Il gioco come modo di stare al mondo del bambino. (frase molto deweyana).  Gioco è al centro di ogni proposta educativa, stando a Proposal for Key Principles for Early Childhood Education and Care (2014).  Roger Callois (1958)^16 : I giochi e gli uomini dà la definizione di gioco: il gioco è libero^17 , separato^18 , incerto^19 , improduttivo , autoregolato e fittizio.  Mentre l’educazione è: impositiva, parte della vita ordinaria, certa nei percorsi, produttiva, eteroregolata, reale. Questa opposizione teorica sembrerebbe precludere la possibilità di avere gioco ed educazione insieme. In realtà il gioco sembra, come vediamo sotto, fondamentale per il progresso cognitivo ed affettivo del bambino.  Secondo Piaget (1945), il bambino, nel gioco, sospende i due processi di adattamento all’ambiente ( accomodamento e assimilazione ). Nella primissima infanzia, il gioco è assimilazione pura: attivare a vuoto gli schemi. Tipi di gioco: 1. Gioco di esercizio (0-2). 2. Gioco di finzione (18m-7). 3. Gioco di regole (4-7: giro tondo, nascondino). 4. Gioco di costruzione. La domanda da farsi non è: a cosa serve ciò che sta succedendo?; ma: cosa sta succedendo?

0. Il gioco esprime piacere di vivere e restituisce il senso dell’esistere. Secondo Bettelheim l’importanza del gioco risiede nel godimento immediato: e, si noti, Bettelheim dice che il piacere di sentire mente e corpo in funzione è la condizione basilare per ogni benessere. Le prime forme di gioco simbolico — anche se molto corporee, caratterizzate da movimenti “a vuoto” — sono messe in (^16) Rielabora Huizinga (1938). (^17) Vedi anche libera aggregazione. (^18) Si trova in uno spazio separato e fittizio. (^19) Anche se ci sono regole: la libertà di iniziativa è del giocatore (es. degli scacchi).

bambini; proporsi come custode della memoria del gioco; offrirsi come garante del gioco; rispettare sempre il volere ludico del bambino.

Salzberger-Wittenberg, Polacco Osborne. L’esperienza emotiva nei processi di insegnamento e di apprendimento, Liguori. Tavistock Clinic Londra, osservare gli “assetti relazionali” e fenomeni quali proiezioni e transfer reciproci. Capitolo 1. Speranze e paure. Anche da adulti, abbiamo sentimenti infantili in situazioni di forte stress emotivo; inoltre, abbiamo una memoria del sentire (Klein). Infine, il successo dell’agire è commisurato e proporzionale alle esperienze positive avute.  Smarrimento e confusione (paura dell’abbandono). (es. delle aule piccole: gusci protetti; alcuni ragazzi vogliono conoscere i ragazzi nella loro vecchia scuola prima che essi la cambino).  Speranze e paure nei confronti dell’insegnante. (bisogno di un leader; poteri irrealistici attribuiti all’insegnante; autorità kafkiana).  Speranze e paure nei confronti del gruppo.  individui a rischio, usualmente: a. chi ha sperimentato cambiamenti nel ricevere cure. b. chi ha sperimentato separazione traumatiche. c. individui non in grado di interiorizzare un’esperienza abbastanza buona.  Fattori influenzanti: SPAZIO, NUMERO, ESTRANEITA’.  Es. della storia di Jane (alla madre venne concesso di stare in classe).  Es. della storia di Gerald, drogato causa solitudine. Capitolo 2. Aspetti del rapporto degli studenti con l’insegnante.  Nella relazione insegnante e allievo ci sono fantasie transferali : gli studenti ripropongono con gli insegnanti “modelli” passati di rapporti.

  1. Insegnante come sorgente illimitata;
  2. Insegnante come rifornitore automatico di tutti i bisogni e desideri dello studente (gioco della spaccatura; rischio passività; imboccare; autonomia).
  3. Insegnante come oggetto di ammirazione e invidia.
  4. Insegnante come giudice. (che l’ha con me; alcuni preferiscono essere i peggiori, speciali; vagliare può far sentire squalificati).
  5. Insegnante come figura autoritaria. (desiderio di punizione per rinuncia della responsabilità). Questi fenomeni avvengono, spesso, poiché gli allievi attribuiscono all’insegnante troppo potere in maniera del tutto irrealistica; quanto all’insegnante, egli deve essere autorevole e fermo in modo da far sì che i sentimenti transferali possano emergere. Il transfert : sentimenti provati nel passato vengono trasferiti sui rapporti attuali — amore, odio, individa, gelosia. (Freud). Il transfert è il fenomeno di un passato che viene costantemente rivissuto nel presente. Ogni esperienza vissuta rimane immagazzinata, per riprodursi in futuro.  La Klein : fu la prima ad occuparsi di bambini piccoli. Il bambino ha due impulsi: impulso di amore e di odio. Le sue fantasie sono sempre esperite come dotate di realtà (madre idealizzata  fata; o viceversa).  il bambino cerca di identificarsi con gli aspetti buoni, sbarazzandosi delle qualità cattiva, attribuendole ad altri. Anche da adulti facciamo così: non crediamo più ai personaggi fiabeschi, ma ci rivolgiamo ai medici con l’irrealistica convinzione che essi abbiano un potere onnipotente su bene o male. Le persone non equilibrate pensano di vivere o in stato celestiale o in totale disperazione, e il processo di idealizzazione è sempre tenuto in vita: questo permette di non doversi confrontare con la durezza della realtà. Se si idealizzano alcuni e si denigrano tutti gli altri, allora si possono evitare conflitti interni dolorosi. Ma l’idealizzazione può esser spesso distrutta dal contatto con la realtà. Da qui l’importanza delle cure dei genitori. Ma anche della vita dei genitori: un genitore che muore o si ammala potrebbe che confermare le

Capitolo 4.

  1. Apprendimento ha origine da situazione di ansia. Disturbi nel digerire e mantenere la conoscenza. Problemi di ansia o blocco. A. L’ ansia spinge a:
  2. Ricercare soluzioni veloci. 2. Ricerca risposte immediate che pongano fine all’ansia. 3. Sbarazzarsi del dolore causato dall’ansia ( Klein e Bion parlano di “spazzatura emotiva”  L’apprendimento si può tollerare quando è tollerabile un lungo stato di incertezza). B. Identificazione proiettiva e funzione di contenimento. 1. Le parti della personalità dolorose vengono proiettate a chi è in rapporto con noi. 1.2. L’allievo suscita, proietta, “ mette ” nell’insegnante i sentimenti che non riesce a tollerare. 3. Se l’adulto accoglie , contiene , con la reverie può aiutare la crescita. L’insegnante fa da “ contenitore del sentimento temuto ”. La consapevolezza dell’insegnante nei confronti dell’allievo è duplice: nasce da (i) una comprensione e conoscenza reale dell’allievo, e (ii) da una riflessione sui sentimenti suscitati in lui. C. Condizioni favorevoli all’instaurarsi di una buona relazione educativa: 1. Capacità di prestare attenzione ; come dice Don Milani: non c’è nulla di più ingiusto di far parti eguali tra diseguali. 2. Apertura e ricettività : comprendere i propri sentimenti aiuta a comprendere quelli dell’allievo. 3. Vivere le esperienze emotive. Sarà utile per la comprensione adatta. 4. Riflettere sull’esperienza. 5. Rispondere in maniera utile. D. Condizioni sfavorevoli all’instaurarsi di una buona relazione educativa.
  3. Mancanza di attenzione. 2. Negazione. 3. Proiezione del dolore in una persona dipendente. Le basi dell’apprendimento nell’infanzia :  Il neonato va fatto entrare a piccole dosi (Winnicott); Le esperienze del bambino sono psicosomatiche. (es. seno sottratto al bambino  inibizione).  Il genitore non deve farsi prendere dalla frustrazione o dalla rabbia, ma deve resistervi per esser di sostegno al bambino.  Non si dimentichi che i bambini hanno spontaneità diverse: c’è una forte componente soggettiva e non controllabile.  La prole risveglia il sé infantile. –> DUE FATTORI: 1. Equilibrio tra impulsi di amore e odio (in parte innato); grado in cui gli adulti e chi sta intorno al bambino riesce a fornire una esperienza del dolore attenuata.
  • Es. della bambina per cui ogni somma dovesse essere 1 o 2. Mai più di 2, perché nessuno doveva frapporsi fra lei e la madre. C’è un legame, tra l’insegnato e l’operare della fantasia, che può portare a dei blocchi. Disturbi connessi all’assimilazione dell’istruzione: Sentimenti di impotenza. Talvolta sorti con l’allattamento: il processo di introiezione traumatica dato dall’allattamento può portare ad una sorta di “ mancanza di appetito ”.
  • Es. studentessa con diarrea e vomito: attaccava tutto ciò che invidiava. (idealizzazione di insegnanti e denigrazione dell’analista).
  • Es. dei bambini ignorati: due estremi, il bambino ‘enciclopedia’; o il bambino ‘muto’, che chiede molto poco all’insegnante.
  • Es. di effetti psicomatici dei traumi: bambina che aveva fortissime emicranie, per via di un evento shoccante, ma anche del costante riversare preoccupazioni sui figli della madre. Quando si accorse che l’analista era forte abbastanza, decise passarono le emicranie ed emersero gli aspetti più distruttivi della sua personalità.

Capitolo 5. Rapporti interpersonali idealizzati.

  • Es. Sandy: storia basata sul senso di colpa della signora V.
  • Es. Tina: odio di Tina per il suo paese d’origine, come per il padre; inoltre, incapacità di integrarsi: gli studenti inglesi le sembravano meno in gamba.  L’idealizzazione spinge per la polarizzazione.
  • Es. Sharon che frequentava solo per letteratura inglese. / - Es. Kevin, che faceva lo stesso per matematica. L’idealizzazione è sempre legata a doppio filo con la discriminazione nei confronti di chi sta fuori: “gioco della spaccatura”. – Es. di Colin che chiede un numero spropositato di cose al professore (e ad altri, simultaneamente).
  • Es. Annette che idealizza la maestra, denigrando la madre (“Tu non sei come la mai mamma; lei butterà i biscotti”). Capitolo 6. Rapporti interpersonali denigratori. Denigrazione: annerire. Significa trasferire i sentimenti negativi su una persona.
  • Es. Paul: intolleranza alla dipendenza. (Paul: iper-protettivo col fratellino; spregevole con la bambina ritardata; “sei più basso della media” al maestro).
  • Es. dei Genesis.  Gioco della spaccatura.
  • Es. “ingarbugliata e incapace di pensare”. (Invidia come una delle forze portanti della denigrazione). Capitolo 7. Rapporti interpersonali utili. In questo capitolo si spiegano i limiti della punizione e l’importanza della fermezza, dell’empatia e del contenimento.
  • Es. Vivian (bambina prevaricatrice ma infelice; prima della classe, ma vendicativa e scorretta. L’insegnante seppe esser ferma, imponendole dei limiti, sinché la bambina capì che esser la prima per far invidia agli altri era sbagliato).
  • Es. del bambino vuoto. Julian e Joseph: in ambo le situazioni — mostrando la bruciatura simile a quella di Julian, e apprezzando i cucchiai di legno di Joseph — l’insegnante riesce a dar fiducia ai bambini e a spingerli ad aprirsi, partecipare di più, inducendo un progresso cognitivo ed affettivo. Capitolo 8. Il rapporto dell’insegnante con le famiglie degli alunni. Già il “Plowden Report” (1967) attribuisce grande importanza al rapporto insegnanti-genitori: importanza degli open days, appuntamenti famiglie e insegnanti, opuscoli, questionari.
  • Es. bambina che non leggeva bene.  “Dovrai imparare a leggere per aiutare la mamma”.
  • Es. Tom, bambino menzognero coi genitori adepti di una setta.
  • Es. di Jane, dove la scuola imponeva la sua priorità — a torto, in parte.  I due lati della medaglia: empatizzare totalmente con lo studente può portare in collisione con il genitore. Non basta la buona volontà. Gli insegnanti devono aver a che fare coi genitori per modulare i problemi familiari. Capitolo 9. Il rapporto tra insegnante e altri operatori. Il ruolo del centro psicopedagogico. (psichiatra infantile, psicologo scolastico, assistente sociale o cooperatore sociale psichiatrico). Se manca la volontà di cambiare, si dovrà sapere attendere un “momento di crisi”. Gli insegnanti devono imparare a fare le “segnalazioni”. Alcuni non sanno offrire profili precisi.  Il problema di classificare con etichette: i test fatti dallo psicologo possono avere due risvolti: o far sentire

Bettelheim. (4, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 18). Capitolo 4. Le nostre ragioni e le loro. I bambini sono sordi alle nostre ragioni; tocca che una delle due parti riconosca quelle dell’altro, che faccia un vero e proprio sforzo di decentramento, mostrandogli come il suo metodo sia inadeguato al raggiungimento dei fini. Si deve giocare dalla parte del figlio al fine di farlo ragionare.  Madame de Stael: quando si comprende tutto, si diventa molto indulgenti. Tout comprendre c’est tout pardonner.  Goethe: non è possibile biasimare le cose che comprendiamo.  Nietzsche: le dissonanze irrisolte tra il temperamento e i sentimenti dei genitori sopravvivono nel figlio e vanno a costituire la storia delle sue sofferenze interiori.

  • Il bambino vive nel presente. Es. del supermercato. Es. dell’oggetto di valore in frantumi. Capitolo 5. Il rendimento scolastico: una questione che divide.  Platone: non inducete i ragazzi ad apprendere con la violenza e la severità, ma guidateli per mezzo di ciò che li diverte, affinché possano scoprire l’inclinazione del loro animo (Repubblica VII).  La storia di Emma, che viveva nel presente, e voleva far tornare il padre. / gelosia nei confronti delle buone letture dei genitori. La madre pensava che lei fosse solo ‘indolente’/ ‘attratta da piaceri insulsi’.  Il tema della rimozione dei pensieri/impressioni negativi/e: rimuoviamo affinché non ci inducano ad agire. Più amiamo una persona, più abbiamo il desiderio di rimuovere sentimenti negativi verso di essa.  “non lo so”.  repulsione, ma senza sapere perché. (il bambino ha rimosso il desiderio di ribellione). Infatti, più si ama il genitore, più si ha la necessità di rimuovere il sentimento negativo.
  • lezioni supplementari non sortiscono effetto, poiché il conflitto è tra bambino e genitori, non tra bambino e scuola.  “Fobia scolare”: talvolta legata alla ‘fobia di crescere’. Vedi es. della bambina anoressica (malattia  più attenzioni); es. della bambina che non voleva compiere tredici anni.  Non studiare per affermare la propria indipendenza/autonomia. Capitolo 6. La nostra comune umanità. (Immedesimazione). Terenzio: sono un essere umano, nulla di ciò che è umano reputo a me estraneo.  Es. del bambino che si era imputato. (Bettelheim chiede alla madre di esplorare la sua infanzia, cosa l’avrebbe messa in quella situazione.  Es. del bambino che picchia un altro bambino.  Es. mandare a letto un bambino. Capitolo 8. L’empatia (comprendere l’altro  perdonarlo). L’empatia è la capacità di proiettare la propria personalità nell’oggetto contemplato e di comprenderlo a pieno in tal modo. Si prova una “esperienza vicariante” si sperimenta quel che prova l’altro come se fossimo nella “sua pelle”. Es. del bambino che scrive il messaggio irato (inconscio fonte dell’ira) e viene letto da una terza persona  Mi sembra molto triste. Es. del bambino che litiga col compagno (che brutto che ti abbia fatto arrabbiare così…!).  Centrale è fargli capire la nostra buona volontà.

Capitolo 9. La disciplina. Disciplina non è solo punizione. Nel dizionario americano, ad esempio, a differenza dell’Oxford English Dictionary, si batte l’accento sull’autodisciplina. Ad ogni modo, l’esempio calzante di Bettelheim riguarda la disciplina come ‘emulazione’. Fa l’esempio di una delle virtù più difficili da costruire e la cui emulazione è più facile da annullare: la pazienza. Inoltre, sempre riguardo all’empatia, con Goethe: dovremmo ricordarci di quando siamo stati insopportabili. Lì si capiremmo le ragioni dei figli. “I bambini hanno bisogno di modelli più che di critici”. La coerenza del genitore è fondamentale: attraverso l’emulazione (dovuta al desiderio di somigliare all’amato genitore), il bambino raggiungerà l’autodisciplina.  Es. dei “bombardamenti su Londra”  i figli dei genitori insicuri sono insicuri.  Educazione giapponese vs Educazione occidentale. (“Non mettermi in imbarazzo” versus “Ubbidiscimi!”). Anche gli indiani d’America rispettano la lentezza dei figli nel compiere le “mansioni”. È fondamentale affinché acquisiscano sicurezza.  Es. dell’identificazione del figlio dell’alcolizzato nei confronti dell’alcolizzato. Capitolo 10. Perché le punizioni non funzionano. Shakespeare: chi ha il potere di fare del male e non lo fa eredita le grazie celesti.  Es. lavare la bocca col sapone.  Es. padre di Bettelheim.  Es. della madre che nega la bici al figlio. Se il figlio prova risentimento, non vorrà emulare l’adulto. Anche se a volte il castigo libera il bambino dal senso di colpa e il genitore dal reprimere. Riflessione sul sistema penale. Come procedere? 1. Fargli capire il nostro dispiacere (sincerità è più importante di un “finto controllo” tradito dal non verbale). 2. Minaccia di parziale e momentanea diminuzione del nostro amore (intensa asserzione emotiva; no punizione, ma dichiarazione circa il nostro stato emotivo^20 ). Non dobbiamo farci tradire dal naturale bisogno che abbiamo di rassicurare il bambino circa il nostro amore. Es. classico: mandare fuori dalla stanza. Ma non per “punire”, ma per permettere a entrambi di prendere le distanze dall’accaduto. Capitolo 11. Esplorare la nostra infanzia da adulti. Eliot: la fine delle esplorazioni sarà arrivare al punto di partenza. Es. per i bambini felicità e benessere fisico sono identificati (come dolore e infelicità).  Tema della rimozione dei sentimenti negativi nei confronti dei genitori — e dei loro aspetti negativi.

  1. Si rimuovono aspetti negativi dei sentimenti verso i genitori. 2. Rimuoviamo anche l’identificazione con alcuni aspetti dei nostri genitori: non siamo consapevoli di avere interiorizzato anche gli aspetti negativi: parliamo come nostro padre quando rimproveriamo.  tendiamo a proiettare sui figli i conflitti irrisolti. [Mentre nelle manifestazioni positive: siamo pienamente noi stessi].  Es. dei brutti sogni.  Leggere le storie ai bambini. (^20) Il discepolo vuole essere amato, farà di tutto per essere amato.