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La Storia della Lingua Italiana: Dal Latino Volgare all'Italiano Moderno, Lecture notes of Linguistics

appunti di linguistica italiana

Typology: Lecture notes

2019/2020

Uploaded on 10/29/2020

Saragarlaschi
Saragarlaschi 🇮🇹

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LINGUISTICA ITALIANA
IL LATINO VOLGARE E LA ROMÀNIA
-Storia dell’italiano inizia dal
LATINO VOLGARE
-registro linguistico inferiore rispetto al classico
utilizzato nei contesti informali>utilizzato dai meno colti
Latino volgare varia anche a seconda del territorio>regioni del mondo romano> formano la
ROMÀNIA
-Differenza linguistica nella Romània è all’origine della differenze delle lingue latine (o ro-
manze) ma anche dei diversi dialetti parlati nelle varie regioni Italiane
-LINGUE ROMANZE continuano nel latino volgare —>LINGUE SORELLE
fumum > continuatori romanzi di fumum sono molto omogenei
-disciplina che studia la storia della lingua è chiamata GRAMMATICA STORICA
lingue non cambiano casualmente , ma seguendo regole ben precise
-Es: il nesso latino di consonante + L =in italiano diventa consonante +I >florem=fiore/
planum=piano
PASSAGGIO DAL LATINO VOLGARE ALL’ITALIANO
-Italiano nasce attraverso molte trasformazioni
periodo molto lungo di incubazione tra fine 800 e 900 a.C.:
-prime manifestazioni di italiano volgare> TESTI INTERMEDI
coesistenza di latino volgare e italiano volgare
-scritture occasionali e non premeditate
Es: graffito della catacomba di Commodilla (primo 800)
-parte inferiore della cornice di un affresco
“non dicesse ille secrita abbocce> non dire le preghiere segrete ad alta voce> latino volga-
re+italiano
-Formula iniziale>PROIBITIVA >non +infinito>imperativo negativo italiano vs latino “ne” + con-
giuntivo
-ille>potrebbe essere un DIMOSTRATIVO quelle” ma gli studiosi la interpretano come articolo
determinativo “le
-abboce> BETACISMO > V viene pronunciata B
RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO
- imitare nello scritto una nozione parlata
Seconda b è scritta in un corpo migliore e quindi scritta in seguito per imitare la lin-
gua parlata
Placito Capuano 960 a.C.
codici linguistici (latino e italiano) sono nettamene distinti
-proprietà di terre contese nell’abbazia di Montecassino
Scritto in latino giuridico in cui sono trascritte le formule in volgare
-“Ille autem [Garipertus], tenens in manum memoratam abbreviaturam, et tetigit eam cum
alia manu, et textificando dixit:
-Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte s(an)c(t)i Be-
nedicti”
Traduzione: se quelle terre entro quei confini che qui sono descritti per trent’anni le
possedette la parte di San Benedetto
-Nella sintassi : DISLOCAZIONE A SX
tema anticipato e poi ripreso anaforicamente
-MORFOSINTASSI>sacti benedicti
richiama il caso genitivo del latino
-GRAFIA DEL CT > Benedicti diventa Benedetto> fenomeno di assimilazione
DOPO EPISODI OCCASIONALI: TESTI LETTERARI ( SEMPRE DA LATINO VOLGARE A ITA)
-TESTI LETTERARI> stagione della Magna Curia all’inizio del 200 risale l’Italia fino ad arrivare
agli stilnovisti e a Dante
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LINGUISTICA ITALIANA

IL LATINO VOLGARE E LA ROMÀNIA

  • Storia dell’italiano inizia dal - LATINO VOLGARE - registro linguistico inferiore rispetto al classico - utilizzato nei contesti informali>utilizzato dai meno colti
    • Latino volgare varia anche a seconda del territorio >regioni del mondo romano> formano la ROMÀNIA - Differenza linguistica nella Romània è all’origine della differenze delle lingue latine (o ro- manze) ma anche dei diversi dialetti parlati nelle varie regioni Italiane - LINGUE ROMANZE continuano nel latino volgare —> LINGUE SORELLE - fumum > continuatori romanzi di fumum sono molto omogenei - disciplina che studia la storia della lingua è chiamata GRAMMATICA STORICA - lingue non cambiano casualmente , ma seguendo regole ben precise - Es: il nesso latino di consonante + L =in italiano diventa consonante +I >florem=fiore/ planum=piano PASSAGGIO DAL LATINO VOLGARE ALL’ITALIANO
  • Italiano nasce attraverso molte trasformazioni - periodo molto lungo di incubazione tra fine 800 e 900 a.C.: - prime manifestazioni di italiano volgare> TESTI INTERMEDI - coesistenza di latino volgare e italiano volgare - scritture occasionali e non premeditate - Es: graffito della catacomba di Commodilla (primo 800) - parte inferiore della cornice di un affresco - “non dicesse ille secrita abbocce > non dire le preghiere segrete ad alta voce > latino volga- re+italiano - Formula iniziale> PROIBITIVA >non +infinito>imperativo negativo italiano vs latino “ne” + con- giuntivo - ille>potrebbe essere un DIMOSTRATIVOquelle ” ma gli studiosi la interpretano come articolo determinativo “ le ” - abboce> BETACISMO > V viene pronunciata B - RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO - imitare nello scritto una nozione parlata - Seconda b è scritta in un corpo migliore e quindi scritta in seguito per imitare la lin- gua parlata Placito Capuano 960 a.C.
    • codici linguistici (latino e italiano) sono nettamene distinti
      • proprietà di terre contese nell’abbazia di Montecassino
        • Scritto in latino giuridico in cui sono trascritte le formule in volgare - “Ille autem [Garipertus], tenens in manum memoratam abbreviaturam, et tetigit eam cum alia manu, et textificando dixit: -Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte s(an)c(t)i Be- nedicti”
  • Traduzione: se quelle terre entro quei confini che qui sono descritti per trent’anni le possedette la parte di San Benedetto
  • Nella sintassi : DISLOCAZIONE A SX
  • tema anticipato e poi ripreso anaforicamente
  • MORFOSINTASSI >sacti benedicti - richiama il caso genitivo del latino - GRAFIA DEL CT > Benedicti diventa Benedetto> fenomeno di assimilazione DOPO EPISODI OCCASIONALI: TESTI LETTERARI ( SEMPRE DA LATINO VOLGARE A ITA)
  • TESTI LETTERARI > stagione della Magna Curia all’inizio del 200 risale l’Italia fino ad arrivare agli stilnovisti e a Dante

- DANTE - padre della lingua italiana per: - prassi linguistica della Commedia - per essere stato il primo studioso della lingua italiana - riflessione esplicitata in due testi incompleti: - IL CONVIVIO - in volgare > per essere capito da più persone - DE VOLGARI ELOQUENTIA - in latino per convincere i dotti dell’efficacia dell’italiano - parte dall’episodio biblico della torre di babele >per porre rimedio a questa pu- nizione>i dotti creano il latino, codice superlinguistico che consente la comunicazio- ne - Dante esegue profilo di tutte le lingue conosciute all’epoca>italiano: dialetti - passati in rassegna per trovare un volgare illustre, degno della poesia eleva- ta ->esito negativo> Dante boccia tutti i dialetti ma anche il fiorentino >trat- tato incompleto poiché Dante prende una nuova strada letteraria : la Com- media > evidente la potenzialità del volgare **LA COMMEDIA

  • Commedia**
    • base tosco-fiorentina
      • tosco fiorentino si diffonde in tutta la penisola e influenza anche le opere di Petrarca e Boc- caccio - proliferazione di manoscritti sulla Commedia - rende difficile stabilire la precisa veste linguistica che Dante voleva dare alla comme- dia
    • Commedia mette in evidenza l’efficacia del volgare
      • Dante “inventa” alcune parole riprendendole dal latino>latinismi , da filosofia, scienza, sa- cre scritture e letteratura classica - VI canto del paradiso>come Cleopatra si faccia avvelenare da un serpente>colubro dal latino coluber - La morte prese subitana dal latino subitaneum - atra> espressione presa atra dies utilizzata nell’Eneide
    • La commedia è un’opera plurilinguistica >latinismo+ lingue straniere+termini plebei+ toscano+registro basso - Fiorentino è accostato a - ALTERNANZE MORFOLOGICHE - serocchia/suora/sorella - ALTERNANZA DITTONGO/MONOTTONGO: - cuore/core, fuoco/foco - ALTERNANZA I/E IN PROTONIA: - virtù/vertù - ALTERNANZA A/E, A/I IN PROTONIA: - danari/denari, giovanetto/giovinetto - FORME DEL CONDIZIONALE: - vorria/vorrei, avria/avrei, diria/direi DAL 400 A BEMBO
  • Petrarca,Dante e Boccaccio mettono in evidenza come il volgare abbia una potente espressività - Nel 400 - assistiamo tuttavia ad un ritorno alla classicità e al conseguente scarso successo del vol- gare - poesie in volgare per gli umanosti: canzoncine di poco peso che sarebbero migliori se composte in latino - PER FRANCESCO FILELFO - il volgare è adatto solo per “ciò che non vogliamo tramandare ai posteri”;
  • stampatore e editore
    • no solo attività di stampa ma anche editore perché ha un progetto culturale
      • es: nel Petrarca aldino curato da Bembo sono presenti le spiegazioni dello stampatore sulla scelta della forma testuale adottata
  • Le edizioni di Manuzio sono celebri per essere molto curate e per le innovazioni delle stampa- ture:
  • innovazioni:
    • il formato IN OTTAVO , sorta di formato tascabile
      • prima vi era la necessità di un leggio perché i libri erano molto grandi.
    • Egli introduce l’idea della lettura come mezzo di intrattenimento, e non solo come mezzo di istruzion e e per questo crea un formato che possa piacere, maneggevole.
    • Innovazione del carattere
      • molto più comprensibile e maggior utilizzo della punteggiatura (virgola e punto e vir- gola, l’apostrofo e il punto)
  • a differenza della bibbia di Gutemberg >poco leggibile
    • Innovazione del carattere corsivo >
      • commissionato da Manuzio a un orafo di nome Francesco Griffo
      • intento economico perché permette di poter utilizzare meno spazio.
  • Egli fece una collaborazione con Il letterato: - PIETRO BEMBO,
  • Opere di Bembo pubblicate da Manuzio sono il De Aetna (1496) e gli Asolani (1505 )
  • cura le edizioni della “commedia” Dante 1502 e “cose volgari” di Petrarca 1501
  • Petrarca di Bembo: cura filologica del testo
  • Bembo è in possesso di un manoscritto originale di Petrarca ( Codice vaticano latino 3195) - è possibile creare un’opera molto vicina al pensiero di Petrarca - importanti perché su queste due opere fondamentali Bembo modellerà una proposta per la lingua italiana. PIETRO BEMBO
  • Ha ruolo centrale nella QUESTIONE DELLA LINGUA DEL 500
  • Sotto il nome diquestione della lingua” si indicano, nella tradizione culturale italiana, tutte le discussioni e le polemiche, svoltesi nellarco di diversi secoli, da Dante ai nostri tempi, relative alla norma linguistica e ai temi ad essa connessi. Questi temi, pur nella sostanziale analogia, non furo- no uguali in tutti i periodi storici” > C. Marazzini BEMBO E LA QUESTIONE DELLA LINGUA

MEDIOEVO:

  • dibattito si concentra sulla dignità o meno del volgare rispetto al latino - Il De Vulgari eloquentia rimane sconosciuto e non crea dibattito UMANISTI:
  • dibattito si concentra sulla dignità o meno del volgare rispetto al latino
  • Al centro c’è il latino, non il volgare CINQUECENTO:
  • Si discute sul nome da assegnare alla lingua letteraria : toscano o fiorentino?lingua comune o lingua italiana?
  • il nome corrisponde con la proposta della norma e del canone di autori da seguire come mo- dello
  • La posizione che venne appoggiata maggiormente durante la discussione sulla questione della lingua nel 500 fu quella di Pietro Bembo , che espose le sue idee nell’opera “ Prose della Volgar lingua” del 1525 a Venezia
  • redazione dell’opera è anteriore> sarebbe stato l’autore della prima grammatica del volgare a stampa MA FORTUNIO nel 1516 pubblica “ Regole della volgar lingua” , la prima gramma- tica stampata del volgare.
  • Opera pubblicata nel 1525 ma il dialogo al suo interno è ambientato nel 1502
  • DIFFERENZE TRA LE DUE OPERE
  • l’opera di Fortunio è vero manuale, mente quella del Bembo è un dialogo
  • l’opera di Fortunio è più facile da consultare mentre quella di Bembo un pò meno
  • inoltre la parte grammaticale dell’opera Bembiana è limitata solamente al terzo libro (primi due: discussione teorica, dei fondamenti della norma proposta da Bembo e una con- futazione delle altre posizioni)
  • destinatari sono diversi : Fortunio > scrive opera per persone non letterate fiorentini e che quindi devono imparare una lingua non loro - Bembo : dotti fiorentini. PAGINA DEL TERZO LIBRO RIGUARDANTE L’UTILIZZO DEI PRONOMI
  • Il testo non è presentato come una grammatica> no schemi, no paragrafi MA dialoghi tra due interlocutori ( Giuliano de Medici e Federico Fregoso)
  • difficile consultazione
  • Nel dialogo bembiano ci sono 4 protagonisti, ognuno rappresentativo di un’idea sulla lin- gua: - GIULIANO DEMEDICI (FIGLIO DI LORENZO),
  • portavoce dell’Umanesimo volgare> favorevole al volgare nella letteratura; - FEDERICO FREGOSO,
  • espone tesi storiche;
  • espone avvenimenti storici, poiché nelle prime due parti dell’opera sono presenti excur- sus storici sul volgare > posizione di Biondo (volgare come risultato di una contamina- zione del latino a causa di invasioni barbariche) con affermazione di una possibilità di riscatto del volgare attraverso il suo utilizzo da parte degli autori toscani della tradi- zione - ERCOLE STROZZI
  • (umanista e poeta latino) > disprezzo del volgare negli usi letterari; - CARLO BEMBO
  • portatore idee Bembo **- Differenza di norma tra prosa e poesia è evidente in questo estratto
  • Nomi delle tre corone vengono proposte come fonti di esempi di norma da discutere**
    • LA POSIZIONE BEMBIANA È :
      • CLASSICISTA - (perché prevede limitazione di un modello, per la prosa il Decameron, canzoniere pe- trartesco per la poesia)
      • FIORENTINISTA - (modello proposto volgare fiorentino di Petrarca e Boccaccio)
      • ARCAIZZANTE
        • (perché il modello linguistico proposto è quello del 300)
          • per Bembo la lingua è quella scritta, superiore a quella parlata.
            • Bembo cerca un modello linguistico che parli ai posteri ma anche agli antenati, che non diventi obsoleto, quindi si distacchi dal linguaggio vivo , che è mutevole
  • solo questo distacco garantisce la letterarietà e la continuità della lingua nel tem- po ALTRE PROPOSTE LINGUISTICHE DEL 500:
    • Teorie cortigiane o comuni :
  • Prima dell’ingresso nell’Accademia, S. aveva già avuto uno scambio epistolare polemico con il Tasso , s ulla lingua da adottare nella GL. (abbiamo oggi un ricco epistolario tra i due)> cri- tica della Gerusalemme Liberata
  • Anche Avvertimenti della lingua sopra ‘l Decameron (1584-6) > Rassettatura commissionata dal granduca Francesco di Toscana
  • rassettatura è una sorta di censura del Decameron
  • Scopo: affermare magistero di Bembo e depurare dalle parti ritenute immorali e basse - SIMBOLI, MOTTO ED «ICONOGRAFIA»
  • Salviati e la «brigata dei Crusconi» si proponevano di selezionare la parte migliore della lin- gua italiana, identificata con il fiorentino del Trecento, un pocome si separa il fior di farina dalla crusca
  • Simbolo è il FRULLONE
  • utilizzato per separare il fior di farina dalla crusca
  • «IL PIUBEL FIOR NE COGLIE» è il motto
  • coglie il miglior fiore di farina escludendo la crusca - lingua più pura è quella del fiorentino Oreo
  • Pale :
  • Salviati è lInfarinato > ciascun accademico adottava un motto e un nome in codice rappre- sentati su delle pale VOCABOLARIO DELLA CRUSCA
  • Attività lessicografica che parte dal 1591 con il canone di autori che era deciso quasi inte- ramente da Salviati
  • Accademici si autofinanziano per pagare le stampe del vocabolario per: **- Libertà da politica
  • Autonomia nel metodo lessicografico e nelle scelte operate**
  • Certamente non tutti (incertezza sul successo sul mercato): ad es. Romolo Riccardi, mercante fiornetino, accademico, rifiutò di partecipare al finanziamento
  • Alla uscita della prima edizione del Vocabolario , Salviati era già morto 1612 **- EDIZIONI
  • Prima edizione 1612:**
  • A Venezia
  • Un unico volume
  • Non ispirato a criteri bembiani
  • attraverso la lezione di Varch i (più «fiorentinista»)
  • soluzione arcaizzante e fiorentino del 300 (non solo le tre corone ma anche fiorenti- nità del 300> chiunque e non solo Dante, Boccaccio e Petrarca)
  • Tutta la lingua del 300, da chiunque praticata, era eccellente. Il primato è nella «fiorentinità» in sè, più che nella grandezza del singolo autore.
  • Fonti anche manoscritte (a volte inedite) di autori minori o marginali> impor- tanza della Fiorentinità
  • Alcuni fiorentinismi: brobbio (vergogna), serqua (dozzina), ricadia (molestia), uguanno (quest’anno – troviamo nel Decameron e Novellino)
  • Soluzioni arcaizzanti. Presenti autori trecenteschi. Eclatante l ’ **esclusione del Tasso> altri let- terari prestigiosi anche non strettamente del 300> per polemica con Salviati
  • Seconda edizione 1623 :**
  • A Venezia
  • Un unico volume
  • Poche modifiche rispetto alla prima
  • A cura di Bastiano DeRossi
  • Tra gli autori oggetto di IMITATIO entra Galileo (
  • prosa scientifica in volgare > lingua più moderna con neologismi tipicamente volgari
  • es: cannocchiale -> cannone + occhiale, telescopio in lingua grecizzante)
  • Redi e Magalotti (seguaci di Galileo), collaboreranno alla terza edizione

- Terza edizione (1691): - A Firenze - In tre volumi - Vengono inseriti autori non toscani come Castiglione, Sannazzaro - Inserimento Tasso - Le voci antiche non più usate venivano contrassegnate da V.A. (non sono più esempio da imi- tare, semplice documentazione ) IL 700

  • PREMESSA
  • Polemica occorsa prima del 700 che anticipa delle questioni che saranno discusse dagli illumini- sti italiani - PADRE DOMINIQUE BOUHOURS - tesi secondo la quale s olo i francesi «parlano»; gli spagnoli «declamano»; gli italiani «sospirano». - Idea che la lingua francese sia : - razionale, - capace di comunicare le cose, - mentre lo spagnolo è magniloquente e litaliano è poetico, iperletterario, arcaizzante, sdolcinato. - Il francese, in quanto lingua razionale, secondo B., sarebbe dovuta diventare la nuova lingua internazionale, sostituendo il latino come lingua della scienza e degli intellet- tuali - È capace di esprimere il pensiero – litaliano no: va bene per la poesia, il melodramma - Non ritiene che la storia abbia influenza sulla lingua , ma solo che quest’ultima abbia delle caratteristiche innate che la distinguono dalle altre
  • Risposta italiana solo nei primi decenni del secolo successivo e lo fanno da un punto di vista illu- minista - MURATORI, SALVINI
  • Ne condividono le premesse, ovvero una lingua di cose e non di parole
  • queste caratteristiche potrebbero riguardare anche la lingua italiana, dipende dall’uso che se ne fa
  • Dibattito che ci introduce alle principali questioni settecentesche - Elementi principali
  • Il francese diventa effettivamente la lingua più prestigiosa in ambito culturale nel XVIII secolo (es. Goldoni lo padroneggiava > i Memoirs > Goldoni si presenta al popolo italiano come intellettuale in lingua francese) - Molti intellettuali italiani scrivono addirittura appunti personali in francese
  • Ciò è il riflesso dello sviluppo della **cultura illuminista che nasce in Francia e si espande in tutta Europa
  • GALLOMANIA
  • penetrazione in Italia di moltissime parole francesi in seguito a questa rivoluzione culturale**
  • In realtà il rapporto tra francese e italiano, linflusso del primo sul secondo, è molto più antico ( si pensi alle parole entrate nella tradizione poetica dal provenzale, dai trovatori provenzal i). Tuttavia, nel corso del ‘700 illuminista, tale influenza raggiunge livelli mai prima riscontrati
  • Esempi di francesismi precedenti al ‘ 700: Fracassea (linguaggio gastronomico) nel ‘ 500 ( uno dei pochissimi francesismi entrato nel Vocabolario della Crusca del 1612). - 600 : gabinetto (stipo); voliera; lunette (lenti del cannocchiale). Lingerie (in unopera del Buonarroti). Ragù (dal francese ragoût, der. di ragoûter - stuzzicare lappetito) GALLOMANIA
  • Il termine si deve a Frugoni:
  • «ma che dire di certi pappagalli che vogliono far da galli non solo alle piume, ai colori, alla zuppa, ma anco alla voce?»

• Ideali simili alle soluzioni francesi->in risposta a Boucours : lingua razionale in grado di

trasportare idee illuministe

• Rifiuto di lingua arcaizzante in beneficio di una lingua lineare e razionale

• Atto eclatante: A. Verri (caffè):

• «Rinunzia avanti notaio al Vocabolario della Crusca» (1764) -> rinuncia al vocabolario

della crusca, ad un’idea arcaizzante della lingua

• Possibilità di creare neologismi, negazione della perfezione della lingua, adozione di

stranierismi

- Se dipendesse dai grammatici, sapremmo che «carrozza» si scrive con due r, ma continueremmo

ad andare a piedi > un conto è l’appunto sulla lingua da adottare (cruscanti) e un’altro è la lin- gua del progresso, della scienza e della filosofia

- La realtà? “Notti romane “del Verri -> pratica vs teoria > lingua con iperbati, inversioni, ver-

bo in clausola, molte subordinazioni LOTTOCENTO: MANZONI E LA FORMAZIONE DI UNA LINGUA NAZIONALE

- Discorso si focalizza su attività e riflessione linguistica di Alessandro Manzoni

CONTESTO STORICO E CULTURALE

- Inizio 800 posizioni linguistiche :

• PURISMO :

- modello linguistico al quale auspicare (lingua scritta)

• tosco fiorentino del 300 secolo d’oro

- canone bembiano e di Salviati viene modificato e reso ancora più ancorato al seco-

lo

• no solo produzione scritta del 300 delle tre corone ,ma tutti gli autori del 300 erano

possibili di spoglio > per una buona lingua

- ANTONIO CESARI

• crusca veronese —> revisione della IV redazione del dizionario della crusca in

chiave trecentista

- Fervidi avversari dei dialetti e dei forestierismi —> Liste di proscrizione>

parole da non citare

- BASILIO PUOTI

• Fondatore della scuola Napoletana nel 1825

• CLASSICISTI :

- Condividono polemica anti-francese con i puristi MA propongono una apertura del canone

oltre gli autori trecenteschi

• no rilevanza al secolo ma della qualità della scrittura

- anche autori del 500 (viene inserito anche Leopardi)

• VINCENZO MONTI

- proposta di modifica al vocabolario della crusca

• critica assenza di termini scientifici fondamentali e di uso vitale (es: botani-

ca, chimica)e l’accezione arcaica dell’opera

• ROMANTICISMO:

- Sono oppositori dei puristi e rivalutano i dialetti

• codice linguistico genuino e spontaneo + ricerca di una lingua comune come strumen-

to sociale ALESSANDRO MANZONI

- Riflessioni linguistiche di Manzoni sono co tenute in diversi scritti editi e inediti:

• Lettera a Claude Fauriel (1806):

- Manzoni mette in evidenza il problema linguistico dell’Italia:

• «lo stato d’Italia divisa in frammenti, la pigrizia e l ’ ignoranza quasi generale hanno

posta tanta distanza tra la lingua parlata e la scritta, che questa può dirsi quasi una lingua morta »

- Sottolinea la discrepanza tra oralità (dialetto) e lingua scritta che risulta essere arcaica

e quindi lingua morta

  • Gli scritti linguistici del Manzoni sono : - Sentir messa (1835-1836) - Della lingua italiana (ca. 1830) - rivisitato più volte da Manzoni (5 redazioni) - l’«eterno lavoro» - ricerca di una teoria che potesse risolvere il problema italiano I PROMESSI SPOSI
  • Il pensiero intorno alla lingua di Manzoni è alimentato sul lavoro dei Promessi Sposi
    • esempio di una produzione romanzesca con personaggi POPOLANi
      • problema della lingua da operare per restituire l’oralità alla narrazione
  • Dei Promessi Sposi abbiamo:
    • Tre versioni - Prima versione: - Fermo e Lucia (1821-1823) - abbozzo che non soddisfa le esigenze e il gusto stilistico di Manzon> lo chiamerà “composto indigesto” per una ragione linguistica—> lingua troppo ibrida e poco omogenea-> base toscaneggiante +lombardismi, francesismi - Seconda versione - Promessi sposi (prima edizione tra il 1825 e il 1827, Ventisettana) - Lavoro correttorio —> fase toscano-milanese > avvicinamento di Manzoni al tosco-fio- rentino alla lingua del romanzo —>corrispondenze tra toscano+milanese per via libre- sca
  • Volontà di togliere lo stampo lombardo della lingua da una parte attraverso lo spo- glio di autori della tradizione comica toscana del 500 e dall’altra attraverso la po- stilla dei vocabolari ( vocabolario della Crusca e vocabolario milanese italiano di Francesco Cherubini del 1814) - Terza versione - Nemmeno la Ventisettana convince Manzoni —> no lingua che possa riprodurre le parti del parlato —> tosco fiorentino troppo letterario - Edizione definitiva, Quarantana (1840-1842) - In questa ultima versione Manzoni approda all’uso del fiorentino vivo dell’uso colto - Approdo a questa soluzione dipende da un viaggio di Manzoni a Firenze nel 1827
  • Nella quotidianità di Firenze apprende come il **fiorentino parlato sia differente da quello appreso sui libri —> necessità di appropriarsi di quello stile vivo per scrivere il romanzo
  • “Risciacquatura dei panni in Arno” —> avvicina al fiorentino vivo dell’u- so colto attraverso delle inchieste dialettali —> consulenza linguistica con amici e intellettuali fiorentini, anche i via epistolare—> Emilia Luti PRINICIPALI CORREZIONI DALLA VENTISETTANA ALLA QUARANTANA**
  • eliminazione di lombardismi
    • Intervento che interessa in campo lessicale (tosa > ragazza)
  • introduzione di forme fiorentine dell’uso vivo (muove > move; giuoco > gioco; guance > gote)
    • Fonetica > monottogamento —> elimina il dittongo dopo suono palatale
    • lessico^ >^ guance in gote > tipicamente fiorentino
  • abbassamento del tono letterario (egli, ella > lui, lei; pargoli > bambini)
    • In campo sintattico—> sintassi ipotattica e aperta a fenomeni dell’oralità
    • In campo morfologico: pronomi personali vengono mutati con introduzione delle forme lui, lei , loro—> bandite dalla prosa della voltar lingua del Bembo
      • Pargoli > bambini —> da forma ricercata a forma più semplice
  • eliminazione degli allotropi
    • Per gusto per omogeneità
  • Proemio :
    • Prende distanze dalla proposta Manzoniana mettendo in evidenza la arretratezza cultura- le dell’Italia, il suo analfabetismo che avrebbero reso l’imposizione di un modello lin- guistico dall’alto molto difficile
  • Partendo da considerazioni sulle condizioni socio-culturali dell’Italia critica il paragone con Parigi fatto da Manzoni poichè Francia e Italia erano caratterizzate da situazioni socio- politiche e socio-culturali profondamente diverse e l’ignoranza di molte regioni italiane la rendevano molto difficile
  • Critica della modalità con la quale Manzoni voleva diffondere una lingua nazionale —

imposizione dall’alto, secondo Ascoli la Lingua nazionale doveva nascere in maniera più spontanea. È quindi necessario far circolare in maniera più omogenea la cultura, lottare contro l’analfabetismo - Polemica di Ascoli parte dal “novo” del Novo vocabolario della lingua italiana secondo luso di Firenze

  • Ascoli trova che l’imposizione di una forma monottongata in tutta Italia dove si utilizza il termine “nuovo” sia un esempio di come l’ atteggiamento prescrittivo messo in atto da Manzoni possa risultare inapplicabile perché la lingua scaturisce dall’uso e non da normative
  • Come sostiene Giuseppe Polimeni «Ascoli non solo contrappone la volontà del grammatico allidentità linguistico-culturale del popolo («il grammatico ragionatore» / «le viscere popo- lari»), ma afferma che è davvero paradossale che luso del dittongo e del dittongo mobile sia abolito o risulti menomato in nome di un principio rappresentato dallunità o dal popolo stesso, vera e propria imposizione su una distinzione che esprime la variazione diatopicamen- te e diacronicamente attiva nella penisola. Nella critica di Ascoli, che colpisce lesperienza del Novo Vocabolario, si legge in filigrana il riferimento a una scelta che pare essere imposta, portando luso di Firenze sopra gli altri usi, come una legge che cala su tutto, azzerando la diversità»
  • Nonostante i principi della critica Ascoliana siano condivisibile, alla fine prevalse la teoria Man- zoniana—> vittoria di questa proposta è analoga a quella della prevalenza della teoria bem- biana
  • Entrambe le teorie forniscono strumenti operativi più applicabili
  • Oltre a poggiare su solide teorie forniscono delle indicazioni applicabili
  • Passa molto tempo prima di una diffusione panitaliana del modello linguistico fiorentino
  • Le grammatiche non si adeguano subito alle teorie manzoniane e continuano a proporre una lingua con diversi tratti arcaici o letterari
    • forme eglino ed elleno
    • rifiuto di lui, lei, loro in funzione di soggetto
    • imp. io aveva
  • Naturalmente il passaggio all’italofonia e la conseguente riduzione della dialettologia è molto lenta e graduale —> nelloralità continuano a essere usati i vari dialetti che restano vitali nel- la letteratura realistica, con soggetti popolari
  • Es: Piccolo mondo antico di Fogazzaro
  • Dialetto veneto è massicciamente presente —> tentativo di evasione dalla tradizione per restituire meglio il dialogo e per trasmettere il folclore attraverso il dialett o **- A partire dal XX sec. il conguaglio linguistico verso un modello unitario è favorito da più fat- tori:
  • miglioramenti nel sistema scolastico e alfabetizzazione
  • migrazioni interne
  • Urbanizzazione
  • centralizzazione dell** ’ **amministrazione
  • servizio militare obbligatorio
  • stampa e mass media DALL’800 AL 900**

- Opere su stampo Manzoniano che ebbero grande importanza furono:

• LIBRO CUORE

- Pubblicato nel^^1886 da^ EDMONDO DE AMICIS

• LA SCIENZA IN CUCINA, L’ARTE DI MANGIARE BENE

- DI PELLEGRINO ARTUSI

- Pubblicata nel 1891

- Linguaggio nuovo che rompe una tradizione fondata sul francesismo

• uniforma, chiarisce, razionalizza il lessico della cucina

• Lingua di Firenze del tono medio (tradizione parlata +tradizione scritta e letteraria)

• LE AVVENTURE DI PINOCCHIO

- DI CARLO COLLODI^ pubblicato nel^^1883

- Pubblica quest’opera in una lingua fiorentina viva di tono medio (equidistante da livello po-

polare e da livello letterario)

• Registro parlato molto utilizzato

• Capitolo VI —> voci tosco-fiorentine—> dialogo tra Pinocchio e Geppetto che parlano in

un ambiente familiare

- Blu: voci popolari

- Rosso : fiorentino

• “Il povero Pinocchio, che aveva sempre gli occhi fra il sonno, non s’era ancora avvisto

dei piedi che gli si erano tutti bruciati: per cui appena sentì la voce di suo padre, schizzò giù dallo sgabello per correre a tirare il paletto; ma invece, dopo due o tre traballoni, cadde di picchio tutto disteso sul pavimento.E nel battere in terra fece lo stesso rumore, che avrebbe fatto un sacco di mestoli, cascato da un quinto piano.- Aprimi! – intanto gridava Geppetto dalla strada.-Babbo mio, non posso – risponde- va il burattino piangendo e ruzzolandosi per terra.”

- Molti toscanismi penetrano nel linguaggio comune grazie alla diffusione di queste opere —>

ancora oggi li utilizziamo in maniera inconscia

- Modello manzoniano ispirato all’uso vivo diventò qualcosa di apprendibile attraverso l’imi-

tazione di un modello scritto ALTRI FATTORI CHE CONCORSERO ALLA FORMAZIONE DI UNA LINGUA NAZIONALE E LA PRIMA GUERRA MONDIALE

- Prima guerra mondiale : 1915-

- Spinge più di 5 milioni di uomini (per la maggior parte contadini) di tutta Italia ad occupare

pochi centinaia di km a stretto contatto tra di loro—> necessità di creazione di uno strumento comunicativo, ma anche la necessità di comunicare con la famiglia a casa (4 miliardi di lette- re e cartoline da e verso il fronte)

- Prigioniero di guerra che scrive alla moglie > scrittura con interferenze dialettali—> italiano

popolare. Mancano punteggiatura, accenti, apostrofi, agglutinazione delle parole, periodare è asintotico, con poche coordinate, scempiamente delle parole e ipercorrettismi

• “Non puoi immaginarti la mia grande gioia quando ricevo un tuo schritto che eravamo stati

tanto tempo senza poterci darci nessun scritto e sansa poterci sapere dove siamo ne uno ne lal- tro ah. Cara mia non poscio per tanto che ti dica non poscio tirti nulla confronto la pascione grande che provai in questi 5 mesi passatti, il mio pensiero del giorno e notte non era altro che sopra di te e apensare di non potere sapere nulla di te come anche della mia famiglia. Ah. Per il mio misero quore sono stato 5 mesi di coltelate di continuo […]” LA POLITICA LINGUISTICA DEL FASCISMO

- Nel ventennio fascista (1922-1944) non si tratta di dibattiti ma di politica linguistica:

norme per modificare e unificare lingua su modelli dominanti che sono italofoni

• obiettivi:

- Controllare gli usi linguistici spontanei —> contro i dialetti attraverso la scolarizzazione e

lotta all’analfabetismo

• Attraverso finanziamento dell’istruzione scolastica

da uomo – abito inglese – abito tipo uomo – abito alla maschile – amazzone da pas- seggio – abito da viaggio – abito all’ominile – abito due pezzi – abito da strada – abito attillato – abito compassato – abito dritto – abito – abito da donna con giac- chetta – abito stile maschile – abito da donna con giacchetta di forma mascolina – abi- to di taglio maschile – abito a moda maschile – abito classico – abito femminile all’uso di quello maschile – aderente – attillato – completo a giacca – completo –

  • Si arrivò infine a partire dagli anni 30 ad emanare leggi specifiche per vietare i forestierismi: - 1934: divieto di forestierismi in ambito editoriale - 1933: legge che prescrive il doppiaggio di tutti i film importati
  • Italianizzazione di molti nomi di istituzioni ricreative e culturali —> touring club italiano diventa consociazione turistica italiana (1937). Nel 39 il Milan football club diventa associazione calcio Milano - Nel 38 si vieta a teatri, cinema e alberghi di chiamarsi con un nome straniero - Nel 39 norma di non attribuire nome straniero a un bambino di nazionalità italiana — >Nomi di persona (personaggi famosi e nomi propri) - Nel 1940: divieto di utilizzare parole straniere nelle pubblicità e nei nomi delle ditte com- merciali
  • Per dirigere questa italianizzazione del lessico viene creata una commissione per l’Italianità della lingua all’interno dell’accademia d’Italia
    • Pubblica 15 elenchi di parole tra il 40 e il 43
    • Elenchi non contenevano proposte ma avevano valore di testo normativo—> vincolante in tutti gli ambiti in cui potevano essere utilizzate le parole straniere
    • Meccanismi di formazione delle parole: - Adattamenti grafici—> intervenivano sulla superficie delle parole - Es: sostituendo grafemi stranieri - rhum > rum, the > tè, wafer > vàfer, beignet > bignè, élixir > elisir, bidet > bidè ecc. - Adattamenti fonomorfologici - autocar > autocarro, beefsteak > bistecca, brioche > brioscia, mannequin > manichino, champagne > sciampagna ecc. - Traduzioni ed equivalenti semantici - Guardavano al significato della parola straniera e la traducevano con una parola italia- na - bitter > amaro, check/chèque > assegno, hôtel > albergo, à la broche > allo spiedo, cocktail > arlecchino (perchè come nei cocktail si mischiavano più bibite nel vestito di Ar- lecchino si mischiano più colori> altri propongono polibibita), sandwich> tra i due, des- sert> per alzarsi, purè >poltiglia, bar > qui si beve
  • Quale fu l’esito di tali iniziative? - Grande successo prevalentemente circoscritto ai tempi fascisti - Molti termini stranieri avevano limitatissima circolazione > bistecca (1844) < beefsteak - Sostituti italiani erano termini attestati già nei secoli precedenti ed erano quindi già diffusi > besciamella (1790) < béchamel
    • Termini italiani proposti ex novo non ebbero successo come l’arlecchino al posto di cockta il
  • Gli anni del fascismo sono gli anni in cui l’Italia è di nuovo in guerra; se nella prima guerra mon- diale i soldati furono concentrati su un unico fronte , nella seconda guerra mondiale i soldati furo- no impegnati su più fronti—> guerra diffusa, dislocata territorialmente—> sia in Italia, sia al- **l’estero
  • Al ritorno i soldati erano reduci da molte esperienze profondamente differenti da quelle vis-** sute dalle loro comunità, che a loro volta erano cambiate
    • Sul PIANO LINGUISTICO: - Per una larga fetta di popolazione fu —> italiano+ lingua dei popoli invasori - Nella locandina del film Sciuscià di De Sica—> storia di un bambino che durante l’occu- pazione americana faceva il lustra scarpe (shoes shine)

DOPO LA GUERRA

  • Italia dopo guerra ha bisogno di ricostruirsi—> primi 12 articoli ci sono due cenni alla lingua:
    • ART. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza di- stinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. - ART. 6. La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
    • ART. 34. La scuola è aperta a tutti. Listruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiun- gere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. IL SECONDO NOVECENTO Premessa storico-economica
  • Italia dai tardi anni 50 agli anni 60 vive il boom economico —>industria settentrionale apporta a miglioramenti tenore di vita - Forte migrazione interna di operai e contadini del sud al nord (Milano-Genova-Torino) **- Modello di vita consumista e industriale
  • Le implicazioni linguistiche vengono colte da Pasolini i in un Intervento su «Rinascita» (** dicembre 1964): «Nuove questioni liguistiche» —> accende un grande dibattito PASOLINI
  • partendo da premesse marxiste e gramsciane, sostiene la nascita di un nuovo italiano nella so- cietà industriale> dialettica tra borghesi e proletari :
    • La sede, il punto di «irradiazione» della lingua è al Nord (sede delle fabbriche) - Milano è il simbolo (centro industriale, economico) >. Si sostituisce a Firenze> tecnologia come modello su cui si fonda la lingua e non più letteratura - Nuova lingua è tecnocratica e non più letteraria
    • Per la prima volta una borghesia egemone è in grado di imporre omogeneamente un modello linguistico alla classe subalterna (sotto proletariato), superando la distanza tra classi medio alte e medio basse.> tendono a allontanarsi dai dialetti
  • Se da un lato l’italiano letterario era ben codificato, non era riuscito a penetrarsi fino alla classe subalterna
  • Lingua orale era in dialetto o in italiano locale che era molto diverso dalla lingua lettera- ria fiorentina - Caratteristiche di questa lingua tecnocratica :
    • semplificazione sintattica rispetto alla lingua fiorentina
    • Caduta di forme idiomatiche e metafore («grigiore espressivo»)
    • drastica diminuzione di latinismi
    • influenza della tecnologia e non della letteratura (decadimento estetico, minore letterarietà)
      • Frigorifero —> influenzata dalla tecnologia
  • Lingua propria della borghesia settentrionale REAZIONI A PASOLINI
  • Clamorose: se il resto della conferenza (importante a livello letterario) fu trascurato, ci si concen- trò sulle valutazioni di Pasolini dava alla lingua italiana - Calvino : teorizza l’esistenza di una «Antilingua»
    • Estratto intervento di C. (1965)
    • l brigadiere è davanti alla macchina da scrivere. L’interrogato, seduto davanti a lui, risponde alle domande un po’ balbettando, ma attento a dire tutto quel che ha da dire nel modo più preciso e senza una parola di troppo: “Stamattina presto andavo in cantina ad accendere la stufa e ho trovato tutti quei fiaschi di vino dietro la cassa del carbone. Ne ho preso uno per bermelo a cena. Non ne sapevo niente che la bottiglieria di sopra era stata scassinata”.
    • Impassibile, il brigadiere batte veloce sui tasti la sua fedele trascrizione: «Il sottoscritto, essen- dosi recato nelle prime ore antimeridiane nei locali dello scantinato per eseguire l’avviamento
  • u v a/u n a TEORIA DELLA DOPPIA ARTICOLAZIONE (André Martinet)
  • Modo per definire i fonemi
  • Parole possono essere analizzate su due livelli
  • parola: gatto
  • Prima articolazione:
  • gatt-o
  • Parola suddivisibile in MONEMI (o MORFEMI : termine coniato da Bloomfield)
  • gatt: morfema lessicale (idea del referente )
  • -o: morfema grammaticale (indica genere e numero)
  • Seconda articolazione
  • /g/+/a/+/t/+/t/+/o/
  • Parola suddivisibile in FONEMI
  • Da questa teoria derivano due principi importanti: **- Principio di economicità linguistica —> lingua si serve di unità minime di articolazioni
  • Principio di combinatorietà —> attraverso la combinazione di queste unità minime pos- siamo arrivare a formare un inventario aperto**
  • A partire dalle unità minime di seconda articolazione (fonemi) che sono pochi, possiamo arrivare attraverso un principio di combinazione (combinando insieme i fonemi) a formare delle unità mi- nime di prima articolazione (morfemi) che sono tanti. A loro volta unendo i morfemi possiamo comporre tantissime parole , che possono andare a formare illimitate frasi.
  • Da un inventario chiuso di fonemi possiamo arrivare ad un inventario aperto di frasi La classificazione dei fonemi italiani : I FONEMI VOCALICI
  • Articolati senza nessuna ostruzione del canale orale e possono essere rappresentati tramite un triangolo vocalico
  • Al vertice troviamo la lettera “a”, posizione centrale nel canale orale ed è labiale poiché le labbra sono completamente aperte nella pronuncia di questa vocale
  • Le altre vocali italiane possono essere classificate in:
  • Posteriori o velari
  • Sono quelle che per essere pronunciate comportano un arretramento della lingua, che si avvicina al velo palatino
  • Vocali arrotondate poiché dal passaggio da ò alla o alla u le labbra si arrotondano
  • Anteriori o palatali
  • Pronunciate con una progressione della lingua, che si avvicina al palato
  • Vocali che dalla è alle e alla i vedono un progressivo restringimento del canale orale quando le si pronuncia
  • Le vocali toniche dell’Italiano sono 7 IL VOCALISMO DAL LATINO ALLITALIANO - VOCALISMO TONICO
  • In latino le vocali erano 10
  • Si distingueva la quantità vocalica
  • Le vocali con il primo tono cinese erano lunghe (Ī ,Ē ,Ā ,Ō, Ū) mentre quelle al terzo tono era- no brevi (Ĭ ,Ĕ, Ă , Ŏ , Ŭ)
  • Quantità vocalica si è persa ed è mutata in una qualità vocalica
  • Distinzione tra e breve a e aperta > e - ɛ
  • Distinzione tra o aperta e o breve> ͻ - o
  • Dalle “e” corta e “o” corta in sillaba libera e accentata del latino sono nati in italiano i dittonghi “ie" e “uo” > (j ɛ ) - (w ͻ )
  • Questo fenomeno si chiama^ Dittongamento toscano
  • In sillaba libera le vocali toniche è e ò derivate da “e” e “o” breve sono dittongate
  • Fenomeno tipico dei dialetti toscani e del fiorentino —> mette in evidenza la fiorentinità della nostra lingua
  • pĕdem > piede
  • sĕdet > siede
  • bŏnum > buono
  • nŏvum > nuovo
  • Anche nel titolo del più importante vocabolario di stampo manzoniano troviamo questo fenomeno
  • Novo vocabolario della lingua italiana secondo l’uso di Firenze”
  • Polemica mossa da Isaia Ascoli
  • Perché non Nuovo se il dittongo uo in sillaba libera accentata è tipicamente toscano?
  • Il vocabolario è stato pubblicato nel 1807 come adeguamento al fiorentino dell’uso colto del fiorentino vivo
  • Intorno al sei settecento era avvenuto il monottongamento da uo a o —> no uovo ma ovo
  • Ha avuto origine a Firenze nel V secolo a.C. ma molto più tardi nel 6/700 a Firenze avviene il fenomeno opposto
  • Nella revisione linguistica dei Promessi Sposi Manzoni cerca di monottongare il più possibile le forme che presentavano il dittongo uo per avvicinarsi alla lingua del fiorentino vivo dell’uso col- to—> sistematico nelle parole che terminavano -uolo e nella parola giuoco—> dove uo segue un suono palatale —> Manzoni utilizza “gioco” nella Quarantana
  • Il termine giuoco sopravvive ancora oggi —> nel regolamento del giuoco del calcio—> nel rego- lamento calcistico troviamo spesso il termine giuoco ( anche i giornalisti sportivi lo utilizzano)
  • Termini tradizionali possono rimanere in ambito calcistico e burocratico SISTEMI VOCALICI ALTERNATIVI: IL VOCALISMO TONICO SARDO
  • Il sistema vocalico italiano deriva da quello fiorentino ,ed è composto da sette vocali toniche che possono essere rappresentate nel triangolo vocalico
  • La lingua è caratterizzata da molte varianti diatopiche quindi esistono anche dei sistemi vocalici alternativi
  • Per la loro ampiezza diatopica sono molto importanti : - Il sistema vocalico sardo
  • No opposizione qualitativa tra vocali aperte e chiuse ma presenta solo “e” e “o” chiuse —> solo 5 toni vocalici
  • Sistema tipico anche dell’ AREA LAUSBERG (dal nome del linguista tedesco che l’ha indi- viduata nel 1939). Essa è stata anche definita area arcaica lucano-calabra, in quanto è situata tra i golfi di Policastro e i fiumi Agri e Coscile, comprendendo perciò la Lucania meridionale e la Calabria settentrionale - Il sistema vocalico siciliano
  • Presenta 5 vocali in posizione tonica —> no “e” e “o” chiuse ma solo “è” e “ò”
  • In posizione non accentata solo “A”, “I”, “U” VOCALISMO ATONO FIORENTINO>ITALIANO
  • Fonemi vocalici in posizione non accentata
  • Il fiorentino ne ha 5
  • Filiazione dal sistema vocalico latino
  • A,e,i,o,u I FONEMI CONSONANTICI DELL’ITALIANO
  • I fonemi consonantici si classificano in base a: **- modo di articolazione
  • Occlusive/ esplosive**
  • Pronunciate con una occlusione del canale orale e di una sua brusca riapertura - Nasali