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Fonologia e Morfologia: Esercizi e Spiegazione, Summaries of Linguistics

Linguistica generale di base, con spiegazioni ed esempi. Utile per prepararsi all’esame per la facoltà di lingue straniere e meditazione linguistica

Typology: Summaries

2020/2021

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LINGUISTICA GENERALE
1. La linguistica saussuriana
La linguistica generale: storia
Il linguaggio e le lingue.
Il linguaggio è la facoltà biologica uguale per tutti gli esseri umani, è innata, si ha uno
sviluppo naturale. Le lingue ,invece, sono una varietà molto ampia.e rappresentano i diversi
modi di manifestare i nostri pensieri. Le lingue variano nello spazio e nel tempo.
Essi però sono due aspetti dello stesso campo; ex. homo sapiens e homo locus: l'uomo che
parla, una facoltà universale.
Ci sono una varietà di modi in cui la lingua si può manifestare. NB: In Italiano esistono
'lingua e linguaggio' mentre in Inglese esiste solamente 'language'.
La linguistica vuole capire come funzionano le lingue, ad esempio perchè l'imperfetto può
essere usato solo in determinati ambiti. La lingua può essere anche pensata: NOI
PENSIAMO LINGUISTICAMENTE.
Le differenze tra una lingua ed un'altra non sono una sola etichetta. Esempi: casa=
home/house; neve= in eschimese ci sono 15 modi diversi di distinguere la neve, questa si
chiama concettualizzazione.
La storia della linguistica.
La linguistica nasce all'inizio del 1800, fino a prima vi erano solo state riflessioni di tipo
linguistico. Troviamo, ad esempio, osservazioni di Platone e Aristotele nelle quali si
interrogano sull'essere e sui pensieri. Più tardi i inizia a pensare alla lingua.
Wilhelm von Humboldt (1767-1835) , un diplomatico e politico prussiano, che si occupò di
scritti linguistici. Lui vede le lingue come delle 'visioni del mondo' (weltansicht). --Difatti, nel
1948 Orwell pubblica 1984, un libro che vuole appunto limitare la libertà di pensiero, di
concetti, partendo dalla riduzione delle parole e quindi concetti attraverso il Newspeak.--
Più tardi si diffonde un'idea della lingua molto diversa: si nota una somiglianza anche tra
lingue molto lontane tra loro. Tra gli studiosi ricordiamo William Jones e Filippo Sassetti;
ad esempio, si notano somiglianze tra il greco e l'indiano, l'italiano e così via.
Franz Bopp, uno studioso, diede il via ad una ricerca scientifica puramente linguistica; egli
iniziò a parlare della coniugazione del verbo, notando somiglianze tra il sanscrito (antico
indiano), latino, persiano (lingue iraniche), germanico. I paradigmi verbali di qualche lingue si
somigliano. E' proprio qui che nasce la linguistica; si considera il 1816 come anno di
pubblicazione del libro di Bopp, proprio perché la linguistica è una disciplina comparativa.
Inoltre fu proprio Bopp ad ottenere la prima cattedra di linguistica nel 1821.
La prima ipotesi per darsi una spiegazione riguardo alle somiglianze fu quella di una lingua
madre ; lingue storicamente imparentate. Difatto si iniziano a notare diversi gruppi: lingue
germaniche ( su queste lo studioso Jacob Grimm ha formulato 8 leggi); lingue neolatine ,
quest'ultime studiate da Friedrich Diez.
Poco dopo lo studioso August Schleicher ipotizza una spiegazione: egli vede nei vari
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LINGUISTICA GENERALE

1. La linguistica saussuriana La linguistica generale: storia Il linguaggio e le lingue. Il linguaggio è la facoltà biologica uguale per tutti gli esseri umani, è innata, si ha uno sviluppo naturale. Le lingue ,invece, sono una varietà molto ampia.e rappresentano i diversi modi di manifestare i nostri pensieri. Le lingue variano nello spazio e nel tempo. Essi però sono due aspetti dello stesso campo; ex. homo sapiens e homo locus: l'uomo che parla, una facoltà universale. Ci sono una varietà di modi in cui la lingua si può manifestare. NB : In Italiano esistono 'lingua e linguaggio' mentre in Inglese esiste solamente 'language'. La linguistica vuole capire come funzionano le lingue, ad esempio perchè l'imperfetto può essere usato solo in determinati ambiti. La lingua può essere anche pensata: NOI PENSIAMO LINGUISTICAMENTE. Le differenze tra una lingua ed un'altra non sono una sola etichetta. Esempi: casa= home/house; neve= in eschimese ci sono 15 modi diversi di distinguere la neve, questa si chiama concettualizzazione. La storia della linguistica. La linguistica nasce all'inizio del 1800, fino a prima vi erano solo state riflessioni di tipo linguistico. Troviamo, ad esempio, osservazioni di Platone e Aristotele nelle quali si interrogano sull'essere e sui pensieri. Più tardi i inizia a pensare alla lingua. Wilhelm von Humboldt ( 1767-1835 ) , un diplomatico e politico prussiano, che si occupò di scritti linguistici. Lui vede le lingue come delle 'visioni del mondo' (weltansicht). --Difatti, nel 1948 Orwell pubblica 1984 , un libro che vuole appunto limitare la libertà di pensiero, di concetti, partendo dalla riduzione delle parole e quindi concetti attraverso il Newspeak.-- Più tardi si diffonde un'idea della lingua molto diversa: si nota una somiglianza anche tra lingue molto lontane tra loro. Tra gli studiosi ricordiamo William Jones e Filippo Sassetti ; ad esempio, si notano somiglianze tra il greco e l'indiano, l'italiano e così via. Franz Bopp , uno studioso, diede il via ad una ricerca scientifica puramente linguistica; egli iniziò a parlare della coniugazione del verbo, notando somiglianze tra il sanscrito (antico indiano), latino, persiano (lingue iraniche), germanico. I paradigmi verbali di qualche lingue si somigliano. E' proprio qui che nasce la linguistica; si considera il 1816 come anno di pubblicazione del libro di Bopp , proprio perché la linguistica è una disciplina comparativa. Inoltre fu proprio Bopp ad ottenere la prima cattedra di linguistica nel 1821. La prima ipotesi per darsi una spiegazione riguardo alle somiglianze fu quella di una lingua madre ; lingue storicamente imparentate. Difatto si iniziano a notare diversi gruppi: lingue germaniche ( su queste lo studioso Jacob Grimm ha formulato 8 leggi); lingue neolatine , quest'ultime studiate da Friedrich Diez. Poco dopo lo studioso August Schleicher ipotizza una spiegazione: egli vede nei vari

gruppi (lingue slave, latine, greche) delle somiglianze e matura l'idea di un progenitore comune. Ecco che nascono le LINGUE INDOEUROPEE. Esse fanno parte quindi di un gruppo cha ha la medesima lingua madre (ad esempio lingue sorelle). Ovviamente esistono molti altri gruppi come quello delle lingue semitiche (arabo/ebreo). Schleicher propose "LINGUE INDOGERMANICHE" come nome per questo gruppo di lingue e poi dette una rappresentazione, -oggi superata, ma all'epoca molto importante- ovvero l'albero genealogico sdraiato. Quest'ultimo infatti viene chiamato ALBERO GENEALOGICO DI SCHLEICHER , per cui da un progenitore comune si sviluppano vari gruppi con altrettante lingue. L'albero genealogico di Schleicher è come una metafora naturalistica anche se oggigiorno non è più attendibile, nonostante rimanga solida l'idea di un'origine comune. Dalla seconda metà del 1800 ci si inizia ad orientare più teoricamente, attraverso serie di leggi, sollecitata da domande tipo: cos'è la lingua o come si struttura. La fascia delle lingue indoeuropee va dalla penisola iberica andando verso est fino all'India. Chiaramente non tutte le lingue rientrano nella fascia, come il Basco. Ferdinand de Saussure vive in Svizzera e si forma in un abito culturale nel quale le domande principali sono: Come possiamo definire le lingue? In che modo differiscono? Come mai ci sono differenze foniche? Saussure inizia con studi scientifici per dedicarsi poi alla linguistica. Scrive una tesi in sanscrito e poi un libro sull’ipotesi di una lingua madre. Egli studia in Germania, a Lipsia precisamente conosciuta come centro culturale dei linguistici. Egli comincia studiando il sistema primitivo delle vocali indoeuropee. A Ginevra ottiene la cattedra di Sanscrito e di Lingue Indoeuropee. Ad un certo punto i suoi studi sulla linguistica aumentano e quindi inizia a scrivere molto meno e a farsi molte più domande. Saussure si pone queste domande insieme ai suoi studenti. Cours de linguistique génèrale : libro scritto da Saussure insieme ai suoi studenti. Questo diventa poi il testo di base della linguistica generale teorica. In questo libro si cerca di capire un linguista che cosa deve fare. I primi alunni che hanno partecipato più attivamente sono Charles Bally e Albert Sechehaye che pubblicarono il libro nel 1916, tre anni dopo la morte di Saussure. Atri due alunni sono Robert Goder e Rudolf Engler , che cercano di approfondire qualche informazione. Tullio de Mauro nel 1922 pubblicò la traduzione di questo testo. Egli fu un importante ministro della pubblica istruzione e commentò anche testi di scrittori antecedenti. Saussure riesce a notare più punti i vista della linguistica, anche a prescindere dalla storia. E’ proprio Saussure che ci invita ad una riflessione basata su più punti di vista. Egli introduce il termine sincronia_._ Saussure afferma che studiare le lingue può avvenire anche in sincronia, ovvero allo stesso tempo, a prescindere dalla visione storica. Saussure vede la lingua come una rete di relazioni. La lingua è fatta di suoni , ma anche di segni;e proprio da qui parte una riflessione semiotica della lingua. L’americano Charles Sanders Pierce classificò i segni in tre livelli, per sottolineare il fatto che la lingua non è il solo modo per esprimersi, evidenziando il fatto che esistono anche i

Il fonosimbolismo rappresenta un’associazione di un suono che evoca un oggetto, un simbolo appunto. Suoni quindi che in maniera simbolica evocano un oggetto. Il rinvio iconico però è solamente un surplus, non è quindi necessario. Louis Hjelmslev (1899-1965) è stato un linguista danese, rappresentante dello strutturalismo europeo , fondatore del circolo linguistico di Copenhaghen. Egli elaborò molti concetti ripresi da Saussure. Per Louis i rapporti associativi sono detti paradigmatici per la varietà di associazioni che il cervello può arrivare a fare partendo una sola parola come insegnamento (insegnare, istruzione, educazione…). I rapporti sintagmatici descrivono invece il valore di un certo elemento (es. il mio canto/ io canto= cambia significato). Secondo il linguista l’attività linguistica si divide in due parti: l’atto linguistico, ovvero il singolo momento di realizzazione oggettiva; e la capacità generale , l’insieme di tutte le cose. ● PROPRIETÀ : ARBITRARIETÀ Egli propone 4 livelli di arbitrarietà.

  1. Interna : valuta le modalità di associazione tra significato e significante all’interno del segno linguistico. Parliamo quindi delle facciate del segno linguistico visto come relazione e non come entità.
  2. Esterna : valuta il rapporto tra realtà linguistica (segno) e realtà extra-linguistica, ovvero oggetto del mondo, chiamato anche referente. Questa associazione viene filtrata da ogni singola comunità linguistica diversa.
  3. Semantica : valuta la relazione tra forma e sostanza del contenuto (significato).
  4. Formale : valuta la relazione tra forma e sostanza dell’espressione (significante). Per quanto riguarda le ultime due, c’è bisogno di specificare che Hjelmslev distingue tra materia e sostanza. La materia essendo appunto la natura che riempie il significato e il significante. Il significato quindi alla fine non è altro che materia formata che la comunità ha scelto tra le molteplici possibilità per riempire quel significato. E’ un pensier filtrato da uno schema cognitivo di una comunità linguistica. Il significato nasce da un processo chiamato ‘forma‘. Materia formata= Sostanza del contenuto Il significante invece rappresenta la scelta della comunità linguistica tra le molteplici possibilità foniche. Materia formata = Sostanza dell’espressione Passando da una fase linguistica all’altra, data l’arbitrarietà, il significante quasi inevitabilmente cambia. Ogni lingua dunque organizza la materia costitutiva per quanto riguarda il piano del significato e del significante. La materia fonica/vocalica viene segmentata in modo diverso. L’italiano segmenta in modo più articolato, in 7 maniere differenti: i grafemi i e a o u, ed i segni é e ò. ● PROPRIETÀ : CONVENZIONALITÀ Il segno linguistico è convenzionale. La strategia che mette a confronto Hjelmslev nelle diverse diverse riguarda in un primo luogo la categoria familiare soprattutto per quanto

riguarda fratello e sorella (vedere tabella su slide). Importante infatti è il significato che viene espresso dal significante. Anche per quanto riguarda le parti del corpo. Egli di fatti mette a confronto diverse lingue romanze in relazione alla classificazione degli arti. (vedere tabella su slide) E’ possibile notare però anche come i colori in inglese e gallese vengono segmentati in maniera diversa; ciò dimostra appunto il fatto che la lingua e la natura non hanno un rapporto diretto, anzi quest’ultimo è proprio filtrato dalla particolare comunità linguistica. Vi è sempre dunque una possibile interpretazione. Dunque questa soggettività condivisa ed estesa è alla base della definizione ed è strettamente in rapporto con l’associazione significato-significante ed è imposta dalla necessità di comunicare. E’ possibile quindi avere una comunicazione linguistica grazie alla soggettività condivisa , compartiendo la forma del contenuto e dell’espressione e la loro associazione. Se Humpty Dumpty (vedere slide) non svela ad Alice la sua associazione significato- significante, lei non potrà mai sapere cosa egli intende per “gloria”. Egli condivide solo la forma con Alice, il sistema di associazione è totalmente differente. Quindi i due non parlano la stessa lingua. ● PROPRIETÀ : LINEARITÀ Il segno linguistico è lineare. il significante del segno è lineare e si riferisce al mondo in cui il significante si presenta. Essendo di natura uditiva si svolge nel tempo ed ha caratteri che trae nel tempo: rapporto in estensione; estensione misurabile in una sola dimensione= LINEA. Questa linearità riguarda la strutturazione interna del significante: governa la successione di unità che compongono il significante. Ad esempio: prendiamo la parola “mare”. Questa parola non è articolata fino a che non viene detta o scritta per intero. Da questa proprietà ne discende la teoria della doppia articolazione che riguarda la dualità della struttura interna del significante. Questo principio venne elaborato da André Martinet (1908-1999), un funzionalista ed uno dei primi pensatori dell’Ottocento appartenente alla corrente dello Strutturalismo. Egli inoltre si ispira a Saussure. Secondo questo principio il significante è articolato in due livelli:

  1. Più evidente e riconoscibile. La lingua è una forma che si interfaccia ad un contenuto. Scomponendo infatti la parola “mare” possiamo individuare altri concetti sempre legati alla parola stessa. (vedere slide)
  2. Meno evidente. Possiamo infatti scomporre maggiormente l’unità linguistica cambiando totalmente il contenuto. Confrontiamo quindi un insieme più limitato di unità svincolate da un significato, un contenuto. Questo principio dalla linearità del significante. La successione di unità è importante per ottenere significanti differenti. Presenza o assenza di un significato è ciò che fa la differenza tra primo e secondo livello ● PROPRIETÀ : IL VALORE DIFFERENZIALE Il segno linguistico è differenziale in relazione alla significazione che non dipende, la

➔ insegnament-i ➔ gatt-o-a ➔ gatt-i-e Notiamo qua un rapporto paradigmatico per formare plurale, singolare, maschile e femminile. (vedere tabella su slide)

  1. Notiamo una concordanza tra Italiano ed inglese per quanto alcuni elementi sono intercambiabili ed altri no
  2. Notiamo la differenza linguistica tra Italiano ed Inglese. In Italiano possiamo aggiungere l’aggettivo possessivo, che si comporta come un aggettivo qualificativo. In Inglese, invece, l’aggettivo possessivo ha un rapporto paradigmatico con l’articolo e l’aggettivo dimostrativo, perciò l’uno esclude l’altro. Esempio architettonico: relazione sintagmatica tra architettura e capitello, poi stabilisci che lo stile corinzio non è presente ma nella sua assenza contribuisce a definire lo stile. Sincronia e diacronia ★ Langue e Parole La langue rappresenta l’aspetto sociale del linguaggio, il sistema che è comune a tutti. Un insieme di significati e significanti condivisi che permettono gli atti di parole (e che si sono formati grazie alla continua esposizione agli atti di parole). La parole rappresenta l’aspetto individuale del linguaggio, ciò che fa riferimento alla singola esecuzione. Quello della parole, quindi, è il campo delle singole fonazioni (nessuna è mai uguale all’altra) e dei singoli sensi (che, allo stesso modo, variano sempre in qualche aspetto, anche se minimo). Il linguaggio è eteròclito e multiforme. La lingua è il processo di associazioni delle due facce del segno linguistico. Il circuito della parole (vedere su slide) rappresenta ogni attualizzazione della lingua per quanto il significato e il significante si associano permettendo la comunicazione tra emittente e ricevente. La parole è fondamentale nella vita della comunità linguistica e rappresenta le realizzazioni concrete di lingua. E’ necessaria perché la langue si stabilisca. Sono infatti gli input esterni, quindi esecuzioni individuali esterni che permettono a i bambini di esercitarsi e riuscire a parlare la lingua. Lingua: identica a se stessa Parole: può variare La langue è una dimensione puramente astratta per cui l’immagine acustica ed il concetto sono associati dal parlante A ed il ricevente B. La lingua è necessaria perché la parole sia comprensibile, intelligibile. La lingua pensata è la manifestazione stessa della langue. 2. Le funzioni linguistiche di R.Jakobson Jakobson ( mosca 1896- Boston 1982) è uno dei grandi studiosi e strutturalisti del ‘900. Egli

ebbe una formazione ampia, soprattutto grazie al “circolo di Praga”.La sua visione riguarda la funzionalizzazione all’interno di una comunicazione reale riferendosi più che altro allo scopo comunicativo. ❖ La teoria della comunicazione. Questa teoria riguarda la misurazione della quantità di informazione. Claude Shannon e Warren Weaver , due americani, in ambito matematico, avevano elaborato nel 1949 una teoria matematica della comunicazione basata sugli esperimenti di trasmissione elettrica di informazioni. Il loro schema prevede: fonte →codifica →canale →decodifica →destinazione ovvero: la fonte codifica un messaggio , che diventa un segnale (eventualmente privato di parte o tutta la ridondanza) che viaggia su un canale (che può introdurre rumore) e diventa segnale ricevuto , che va decodificato affinché diventi il messaggio ricevuto in forma comprensibile dal destinatario. Jakobson trae ispirazione da loro e propone la teoria della comunicazione che riguarda svariati tipi di comunicazione, non solo di macchine grazie allo scambio di dati. Siamo nel 1961, sono passati ormai 50 anni dal corso di linguistico generale, e lo studioso russo riflette e si ispira alle riflessione saussuriane di langue e parole. Egli trova appunto un corrispettivo nei termini CODICE (langue) e MESSAGGIO (parole). Nella teoria il codice è un sistema di combinazioni predate che mittente e ricevente devono condividere affinché il messaggio (oggetto della comunicazione) sia possibile. Entrambi devono riconoscere il codice affinché possano comprendersi. Egli individua infatti 6 elementi imprescindibili all’interno di una comunicazione:

  1. mittente , chi codifica e manda il messaggio
  2. destinatario , chi riceve e decodifica il messaggio
  3. messaggio , la scelta tra le molteplici possibilità e composto attraverso il codice, il sistema di possibilità
  4. codice , sistema di possibilità assoluto
  5. contatto (o canale), connessione mentale che ci deve essere tra i due individui, macchine
  6. contesto (o referente), tutto ciò che non è lingua, è la realtà extra-linguistica Jakobson osserva che ciascuno di questi 6 fattori può condizionare il processo di decodificazione e quindi il modo in cui il messaggio viene percepito. Sono 6 elementi con 6 diversi scopi comunicativi. Ciò che viene percepito dipende dal focus dell’emittente, ovvero su quali elementi egli si focalizza di più. 1. FUNZIONE REFERENZIALE (denotativa, cognitiva): Il focus è sul codificatore che vuole fare diventare oggetto del messaggio l’oggetto del mondo. L’intenzione quindi di comunicare uno stato del mondo si traduce in un’espressione formale. Es. biglietto da visita, elenco telefonico. 2. FUNZIONE EMOTIVA: Si tratta di un focus sulla persona. Il codificatore selezione delle unità linguistiche in modo che le proprie emozioni vengano fuori. Lo strato emotivo viene rappresentato attraverso interiezioni ed esclamazioni. La funzione emotiva colora tutte le nostre espressioni al livello fonetico, grammaticale e lessicale. 3. FUNZIONE CONATIVA (conor=obbligare) : Quando la centralità si sposta sul destinatario per quanto si vuole influenzare/condizionare lo stesso destinatario. Es. il

Al livello della laringe, la trachea forma delle pieghette chiamate estroflessioni, che possono rimanere inerti o attivarsi attraverso dei movimenti duranti i quali si avvicinano e si allontanano. L’aria esce dunque a intermittenza , questo fenomeno si chiama vibrazione. ● Foni sordi : articolati senza l’attivazione del processo di movimenti ● Foni sonori : articolati in concomitanza del meccanismo laringeo. Le vocali sono esempi di fono sonori, mentre le consonanti possono essere sorde o sonore. ❖ Suoni orali : se il velo palatino è alzato ❖ Suoni nasali : se il velo palatino è abbassato e quindi l’aria esce dalla cavità nasale. La caratteristica è che sono tutti suoni sonori, che implicano quindi un doppio ostacolo per l’aria (primo turbamento all’inizio, e poi il velo abbassato). ❖ Suoni uvulari : vibrazione dell’appendice del palato morbido che è l’ugola. Le labbra sono organi esterni dell’apparato fonatorio che comunque contribuiscono a differenziare certi foni. ❖ Fonetica segmentale e le vocali. Si tratta di foni articolati con una modifica della colonna d’aria. Una vocale viene emessa attraverso un’emissione continua dell’aria emessa dai polmoni con nessun tipo di contatto con altri organi. Trapezio vocalico : mappa per le esecuzioni di tutti i foni vocalici. I foni vocalici si riconoscono a seconda della posizione della lingua all’interno della bocca che deve lasciare una fessura per la fuoriuscite dell’aria. Nelle consonanti vi è un ostacolo. Esistono due modalità differenti che generano un suono vocalico o consonantico. Per le vocali viene considerata la posizione della lingua nell’asse orizzontale e verticale: ● Anteriori e posteriori Ma viene considerato anche lo spazio dove l’aria può fluire all’interno della cavità: ● Alta (chiusa) e Bassa (aperta) La posizione delle labbra invece può essere: Distesa, Neutra e Arrotondata ❖ I modi di articolazione e le consonanti. I modi di articolazione descrivono come gli organi articolatori interagiscono nella fonazione. Ovvero indicano il tipo di ostacolo , totale o parziale, che va a determinare il modo in cui l’aria fuoriesce dalla cavità (orale o nasale). ● Modo occlusivo : chiusura totale ovvero ostacolo totale (tenuta ed esplosione) Troviamo qua un primo momento di chiusura, dove il suono non è stato ancora emesso, seguito poi da un’esplosione generando il suono. Il suono scoppia. Sono suoni momentanei. Es. tata (blocco alveoli) ● Modo fricativo : un vortice d’aria entro una fessura, dunque ostacolo parziale Gli organi articolari vengono accostati in modo tale da costringere l’aria a formare un

vortice. La frizione del vortice che si insinua nella fessura. Si ha uno strusciamento contro le parti degli organi. Il rumore è dovuto al vortice. Es. Sale Modo affricato : tenuta e frizione Sono i suoi cui l’articolazione poggia su 2 momenti= un primo momento in cui il suono è bloccato (tenuta). Seguito poi da un rilascio non potente attraverso una fessura. Nel secondo momento gli organi si allontanano e creano una fessura da cui l’aria è costretta a passare. ● Modo nasale :velo palatino abbassato che crea un blocco totale all’area orale, per quanto l’aria deve uscire dalla seconda cavità: quella nasale ● Modo laterale : l’ostacolo è centrale (palato) e costringe l’aria ad uscire dai lati. si ha un contatto totale della lingua con il palato. Es. Luna, Palla ● Modo vibrante : brevi occlusioni in serie Attaccamenti e distaccamenti alternati di suoni. Es. Ratto ● Modo approssimante : Approssimarsi e avvicinarsi di organi senza toccarsi veramente. I punti di articolazione : descrivono quali organi articolatori interagiscono nella fonazione. (vedere tabella su slide)

4. Fonetica Intersegmentale Oltre il segmento- dinamiche dell’articolazione: la coarticolazione Fonetica segmentale - descrizione per quanto riguarda l’assetto delle articolazione al momento della produzione dei segmenti di suono. Al momento della concatenazione di segmenti si parla di fonetica intersegmentale , che considera i fenomeni fonetici nel loro concatenarsi. La coarticolazione , di uno o più tratti fonetici associati possono propagarsi su altri spesso per una semplificazione dei passaggi da una configurazione anatomica ad un’altra. La semplificazione avviene grazie alla proprietà di un singolo segmento che va ad interessarsi ad un altro. Fenomeni non sistematici : relativi alle singole applicazioni/esecuzioni Fenomeni sistematici : ● successioni di foni nasali/ orali o non che estendono la nasalità ad altri segmenti. ES. mamma ● successioni di labiali e non, prodotte come globalmente labiali. Es. costruire ● successioni di foni sonori e non prodotti come globalmente sonori o sordi es. scarpa e sgarbo ❖ Effetti della coordinazione: ASSIMILAZIONE E DISSIMILAZIONE

con vocali. Difatti, una struttura sillabica è una sequenza di apertura e chiusura. La struttura sillabica è composta da un attacco e una rima , la quale si divide nuovamente in nucleo , la parte che costituisce il massimo di apertura , e la coda , ciò che segue il nucleo vocalico e non è seguito da materiale fonico. APLOLOGIA→ Sillaba come unità internamente strutturata Esempio: tragicomico= tragico + comico esentasse= esente + tasse Regola delle semplificazioni aplologiche: si elimina la prima sillaba di una sequenza che condivide l’attacco della parola seguente Dittonghi - sequenze vocaliche tautosillabiche, che ricorrono quindi nella stessa sillaba (nesso tautosillabico) ● Esempi: autentico, mai, causa, pausa, pauroso Iato - segmenti vocalici contigui non interni alla stessa sillaba ● Esempi: follia, poeta, paura, beato, boato Nessi eterofonici - sequenze eterofoniche (di foni diversi) di consonanti (approssimanti) con vocali ● Esempi: ieri, pieno, guaio, vuoto, acqua, soqquadro Questi sono dittonghi ascendenti in opposizione ai dittonghi propri detti discendenti. La natura consonantica del primo segmento di queste sequenze è messo in luce da coppie come : fianco VS franco guado VS grado Trittongo - combinazioni di foni, ovvero elemento vocalico con consonanti approssimanti ● Esempi: quiete, miei ❖ ACCENTO E’ l’insieme delle proprietà fonetiche che collaborano nella concatenazione di sillabe per mettere in rilievo alcune sillabe invece di altre. Proprietà:

  1. Intensità
  2. Altezza
  3. Durata Intensità- è la forza con cui la colonna d’aria impatta gli organi articolatori (espirazione). L’accento italiano ha una forte intensità ed è libero e contrastivo. ● Esempi: capitàno-càpitano → significati e significanti differenti LEGGE DI COMPENSAZIONE QUANTITATIVA ⇒ Quando la sillaba è tonica maggiore è il tempo di esecuzione. Quando la sillaba tonica è costituita da sillaba aperta, viene prolungata la esecuzione della vocale del nucleo sillabico. Questo perché segue il principio di Isocronia, per quanto le sillabe toniche sono quasi tutte articolate alla stessa maniera. Per ricapitolare La sillaba tonica e aperto ha un esecuzione maggiore per compensare l’assenza della coda nella struttura sillabica.

Trascrizione fonetica : è la rappresentazione scritta dei suoni delle lingue usata principalmente in linguistica. Il sistema più comune è quello di ricorrere ai simboli dell'alfabeto latino opportunamente modificati ed ampliati al fine di poter rappresentare univocamente suoni diversi.

Esempio: e, è in PESCA

  1. anteriore, medio-alta, non arrotondata
  2. anteriore, medio-bassa, non arrotondata ● Opposizione equipollente, quando i membri stanno logicamente su un piano di parità, indipendenti uno dall’altro. Esempio: /p/ /k/
  3. occlusivo, bilabiale, sordo
  4. occlusivo, velare, sordo ➔ tratti articolatori indipendenti, nn ci si può far niente. ★ La costanza della validità distintiva ● Si chiama costante quella opposizione che riguarda tutti i contesti, posizioni di pertinenza. Esempio: /a/ /e/ (panna-panna) Opposizione costante in sillaba tonica e atona. ● Opposizione neutralizzabile, quando la validità distintiva è sospesa in certe posizioni Esempio: /è/ /e/ all’interno delle vocali medie in sillaba atona (pesca) /s/ /z/ tra fricative alveolari sonore/sorde in posizione preconsonantica (chiese) 7. Il bipolarismo di Jakobson Dalle opposizioni binarie alle opposizioni privative di Roman Jakobson Nikolaj Trubeckoj e Jakobson ebbero un primo contatto grazie al circolo di Praga. Jakobson continua il lavoro del linguista russo. La sua teoria nasce dal modo in cui il processo di opposizione fonologica funziona. Per Jakobson di base c’è un principio binario : tutti i sistemi fonologici devono tutto alla presenza/assenza di un elemento articolatorio → opposizioni fonologiche binarie. ❖ Trascrizione fonologica Per definizione più larga, meno adeguata e precisa. Le caratteristiche fonetiche che non hanno valore fonologico vengono trascurate. L’oggetto della trascrizione fonologica sono i fonemi e quindi esclude gli allofoni, insieme ad altri elementi. ● Consonantismo: La trascrizione fonologica esclude anche elementi consonantici
  5. La produzione delle varianti della nasale velare e labiodentale. Questo perchè non differenzia i significanti in posizione preconsonantica.
  1. La produzione della fricative alveolari sorde e sonore (s-z) in posizione preconsonantica
  2. La produzione di foni inerentemente lunghi, prolungati, che sono 5 (sh, gn, gl, ts, dz) Non ci sarà infatti nessuna coppia che poggia sulla differenza di durata di questi suoni. ● Vocalismo : elementi vocalici esclusi dalla trascrizione fonologica Esempio: le vocali medio-basse/ medio-alte solo nella sillaba tonica (o-ò; e,è), la loro opposizione fonologica è infatti a basso rendimento funzionale. 8. Morfologia La morfologia è dove si identificano le minime associazioni significato-significante (morfemi) dove è possibile specificare il confine di una parola. La parola è l’ambito massimo della morfologia. La morfologia è la disciplina che pone l’attenzione sulla struttura interna della parola, dove le variazioni formali sono responsabili delle variazioni del contenuto. Vi sono più molteplici definizione per “parola”. Leonard Bloomfield fu un linguista americano che lavorò parallelamente a Edward Sapir. Per Bloomfield. ● La parola intesa come unità morfologica è la minima forma libera, ovvero in una lingua, la minima combinazione di morfemi/moduli per avere una forma libera. ● Morfemi liberi , almeno formati da 2 morfemi (gatto) ● Morfemi legati , un morfema dove i confine dello stesso morfema coincide con il confine della parola stessa (ieri, di, a, domani) Le lingue isolanti , come il cinese, hanno solamente un morfema. L’italiano invece pone più morfemi, unità di prima articolazione. ● La parola intesa come unità fonetica è la minima aggregazione di foni attorno a un accento primario. Clitici : parole che non sono dotate di accento proprio e quindi devono appoggiarsi sul primo accento o che segue o che precede.Le parole che si appoggiano sull’accento che segue si chiamano proclitici (articoli, preposizioni, congiunzioni), mentre quelle che poggiano sull’accento che precede si chiamano enclitci. Esempio: ➢ Mi guarda [mi’gwarda] Proclitico ➢ Guardami [‘gwardami] Enclitico ● La parola intesa come unità sintattica indeterminabile fuori dal suo contesto. Fuori dal contesto infatti non possiamo identificare la parola stessa. Esempio: ➢ Dopo questa lezione, ho un buco di due ore ➢ Il regista dice che buco lo schermo

La DERIVAZIONE I. Produce parole nuove II. Non esprime tratti categoriali obbligatori III. Non dà espressione a rapporti tra unità linguistiche e non dipende quindi dal contesto IV. Si colloca all’interno della parola (vicino al morfema lessicale) TRATTI MORFO-SINTATTICI- Unità morfologiche che dipendono da una relazione sintattica. il tratto morfo-sintattico è il dominio della morfologia dove le modificazioni di una frase dipende dalla posizione che la parola assume all’interno della frase. Esempi: CANILE E : definisce il numero CAN : elemento stabile IL : elemento variabile PORCILE ● E : definisce il numero ● PORC : elemento stabile ● IL : elemento variabile INUTILMENTE ● IN : morfema derivazionale ● UTIL : elemento stabile ● MENTE : morfema derivazionale INCORAGGIAMENTO ● IN : ingresso nel processo (come per ingiallire ) ● CORAGGIA : base ● MENTO : morfema lessicale SGARBATO ● S : morfema derivazionale (negazione) ● GARB : elemento stabile, morfema lessicale ● AT : morfema derivazionale, elemento formante applicato alle basi verbali ● O : morfema flessionale RAGIONEVOLE ● RAGION : morfema lessicale ● EVOL : morfema derivazionale ● E : morfema flessionale

PURIFICAZIONE

● PUR : morfema lessicale ● IFIC(A) : morfema derivazionale ● ZION : morfema derivazionale, nominificatore ● E : morfema flessionale PASSEGGIAVAMOPASS : elemento stabile, morfema lessicale ● EGGI : elemento formante verbale, morfema derivazionale ● (A)V : tempo imperfetto, morfema derivazionale ● AMO : indica il plurale, morfema derivazionale In morfologia , in maniera parallela alla fonetica, si distingue il morfo (segmento materiale) dal morfema (unità funzionale). Distinzione del morfo sulla base di due tipi di evidenza: ❖ Più tratti di contenuto associati ad un unico segmento Es. /3/ → morfo ● 3° persona (flessionale) ● singolare, numero (flessionale) ● presente, tempo (flessionale) ● indicativo, modo (flessionale) ● essere, radice (lessicale) Il modo è l’atteggiamento del parlante rispetto all’azione: certa (indicativo) e non certa (condizionale etc..) Esempio: Gatt-o morfo associato a più morfemi (genere + numero) Can-e (numero) ❖ Nelle stesse posizioni segmenti diversi (ma foneticamente affini) associati allo stesso tratto concettuale La nasale in questione è la consonante che si adatta a quella che segue. Morfi diversi perché costituito da materiale morfologico differente. Il morfema derivazionale soggetto a variazione a causa dell'instabilità nasale (assimilazione delle nasali) Esempi: ● in+concepibile ● in+accettabile ● in+felice ● im+pensabile Altri tipi di allomorfi irregolare che si associano con la negazione: ● il+logico ● ir+ragionevole Allomorfia In linguistica, il termine "allomorfo" risale alla tradizione della linguistica