

Study with the several resources on Docsity
Earn points by helping other students or get them with a premium plan
Prepare for your exams
Study with the several resources on Docsity
Earn points to download
Earn points by helping other students or get them with a premium plan
Community
Ask the community for help and clear up your study doubts
Discover the best universities in your country according to Docsity users
Free resources
Download our free guides on studying techniques, anxiety management strategies, and thesis advice from Docsity tutors
appunti del romanzo di Primo Levi, "I sommersi e i salvati".
Typology: Lecture notes
1 / 3
This page cannot be seen from the preview
Don't miss anything!
I SOMMERSI E I SALVATI – Primo Levi Prefazione Le prime notizie sui campi di concentramento nazisti hanno cominciato a diffondersi nel 1942. Erano notizie vaghe: delineavano una strage di proporzioni così vaste, di una crudeltà così spinta, di motivazioni così intricate, che il pubblico tendeva a rifiutarle per la loro stessa enormità. È importante sottolineare come entrambe le parti, le vittime e gli oppressori, avessero viva la consapevolezza dell’enormità, e quindi della non credibilità, di quanto avveniva nei Lager. Il vincitore è padrone anche della verità. Come sbarazzarsi dei corpi? Fosse comuni^1 , ci si sarebbe pensato poi, dato che i tedeschi stavano vincendo la guerra; problema divenuto impellente dopo la sconfitta a Stalingrado, che premiò i russi, che fece iniziare a pensare ad una soluzione definitiva disseppellire i corpi e bruciarli all’aria aperta^2 , “marce della morte”^3 ( non aveva importanza che morissero per via, importava che non raccontassero ) trasferirli in campi più interni alla Germania, per non farsi scoprire dai russi che premevano ad est, e con la speranza che quelle bibliche marce ne riducesse il numero. Testimoni? La mancata diffusione della verità sui Lager costituisce una delle maggiori colpe collettive del popolo tedesco, e la più aperta dimostrazione della viltà a cui il terrore hitleriano lo aveva ridotto: una viltà entrata nel costume. Coloro che conoscevano l’orribile verità avevano forti ragioni per tacere. L’ignoranza voluta e la paura hanno fatto tacere anche molti potenziali testimoni “civili” I Lager erano un sistema esteso, profondamente compenetrato con la vita quotidiana del paese : c’era chi accettava manodopera gratuita dai campi e chi li forniva (tessuti per uniformi a righe, legname, zuppe…). Tutto ciò doveva far nascere dubbi, ma essi furono soffocati dalla paura, dal desiderio di guadagno, dalla cecità e stupidità volontaria ed, in alcuni casi, dalla fanatica obbedienza nazista. Circondato dalla morte, spesso il deportato non era in grado di valutare la misura della strage che si svolgeva sotto i suoi occhi. Coloro sono i prigionieri “normali” , i non privilegiati, che costituivano la maggioranza nel Lager, ma che sono anche coloro che non sopravvissero; ad oggi la stragrande maggioranza di testimonianze si hanno da prigionieri “privilegiati”. Però non i più privilegiati, assertori dell’autorità del campo, che per ovvi motivi diedero testimonianze distorte o false, bensì i prigionieri politici, consapevoli dello sfondo culturale dell’epoca che gli permetteva di comprendere che una testimonianza era un atto di guerra contro il regime. L’interno dei Lager era un microcosmo intricato e stratificato; la “zona grigia”, quella dei prigionieri che, in qualche misura, hanno collaborato con l’autorità. Le prime minacce, i primi insulti, i primi colpi non venivano dalle SS, ma da altri prigionieri, che pure vestivano la stessa tunica a zebra. I. La memoria dell’offesa Meccanismi che falsificano la memoria: traumi , ricordi “concorrenziali” , repressioni (inibizione volontaria di pensieri ritenuti inopportuni), rimozioni (rimozione involontaria di pulsioni, idee che genererebbero angoscia e senso di colpa). Tempo offusca i ricordi reiterazione del ricordo per mantenerlo vivo cristallizzare il ricordo in stereotipo “Chi è stato torturato rimane torturato […] la fiducia nell’umanità non si riacquista più” J. Améry GLI OPPRESSORI Giustificazioni dei criminali Perché hai commesso tali crimini? Tutti hanno risposto: perché mi è stato comandato, se non l’avessi fatto l’avrebbe fatto con maggiore
durezza un altro al mio posto. Siamo stati diligenti esecutori, le decisioni non sono state nostre. Altri hanno deciso per noi perché, non solo decidere ci era stato vietato, ma ne eravamo diventati incapaci. Perciò non siamo responsabili e non possiamo essere puniti. 3 armi ha lo Stato totalitario per fare pressione sull’individuo:
1. Propaganda diretta (slogan, cerimonie, manifestazioni) o indiretta (educazione, istruzione) 2. Sbarramento al pluralismo delle informazioni 3. Terrore Inoltre per proteggere le coscienze naziste degli addetti ai “lavori sporchi” si utilizzava: