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Slide inerenti ai quattro pilastri dell'apprendimento. Modulo di psicologia generale.
Typology: Slides
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(da Stanislas Deahene, Imparare. Il talento del cervello, la sfida delle macchine. Raffaello Cortina) Gli esseri umani imparano in modo così sorprendente per merito di quattro funzioni fondamentali che massimizzano la velocità con cui estraiamo informazioni dall’ambiente, migliorando i processi di apprendimento. Le quattro funzioni sono: L’ATTENZIONE IL COINVOLGIMENTO ATTIVO IL RISCONTRO DELL’ERRORE IL CONSOLIDAMENTO
Amplifica le informazioni su cui ci concentriamo. È l’insieme dei meccanismi con cui selezioniamo le informazioni, le amplifica, le approfondisce. E’ come un filtro, opera successive selezioni delle informazioni in base alla loro rilevanza. Evita che si sia sopraffatti da troppe informazioni. L’attenzione, a livello neurale, corrisponde a una maggior attività dei neuroni associati a ciò a cui presto attenzione (come un ‘incendio’: potenziamento a lungo termine ). Questa è l’antecedente della memorizzazione. Gli adulti devono prestare molta attenzione all’attenzione!
2.La direzione (orientamento) dell’attenzione : è come un riflettore puntato sullo stimolo (tra i milioni di stimoli compresenti) che è rilevante, interessante in quel momento per noi. L’attività dei neuroni che sono sotto questo ‘riflettore’ viene amplificata. Es.: l’orientamento dell’attenzione nello spazio è segnalato da un movimento della testa e dello sguardo. L’attenzione, come abbiamo già ricordato, è selettiva. Implicazioni per gli adulti: 1) assicurarsi che i bambini capiscano a che cosa devono prestare attenzione, altrimenti non ‘vedranno’ e quindi non impareranno. 2) per insegnare a leggere, è più efficace fare attenzione alla corrispondenza tra lettere e suoni – grafema-fonema (allenamento fonetico).
ESEMPIO di RICERCA : pointing: adulto indica un oggetto senza guardare il bambino (9 mesi): lui ricorda solo la posizione dell’oggetto; adulto guarda il bambino, poi gli indica un oggetto: lui ricorda non solo la posizione dell’oggetto ma anche la sua identità. Implicazioni per gli adulti: «il vostro atteggiamento e il vostro sguardo cambiano tutto per il bambino»
Teoria della mente, mentalizzazione sono alla base delle relazioni educative, pedagogiche, psicoterapeutiche, didattiche. La relazione educativa implica una forte connessione mentale tra docente e discente.
Coincide con la curiosità , che incoraggia la mente a valutare costantemente nuove ipotesi. Esperimento «della giostra», Held e Hein 1963, come metafora della necessità di coinvolgimento attivo nell’apprendimento
Un organismo passivo impara poco o nulla. Per apprendere, devo prima formare un modello mentale ipotetico di ciò che imparerò del mondo esterno, e poi verificarlo empiricamente, confrontando le predizioni con la realtà attraverso i sensi e i pensieri e modificando via via il modello mentale che aveva ipotizzato. Solo noi umani sappiamo formulare teorie formali del mondo in un linguaggio della mente. Per imparare è necessario avere un atteggiamento attivo, concentrato, consapevole, coinvolto, impegnato, attento, curioso MOTIVAZIONE. Applicazione : docente migliore è quello che NON offre la soluzione, ma guida il discente a impegnarsi (valore dello sforzo) per apprendere, a rinunciare al comfort della passività!
SAPER STUZZICARE LA CURIOSITA’ : la curiosità non è un effetto dell’educazione, bensì è forza propulsiva, spontanea componente della capacità e propensione ad apprendere («uno degli ingredienti del nostro algoritmo di apprendimento» e questa è la differenza tra uomo è macchine). Curiosità epistemica è puro desiderio di conoscere. È una ricompensa in sé. Ha lo scopo di accrescere la conoscenza e ha valore adattativo. È la forza che ci incoraggia a esplorare per conoscere. Predice l’apprendimento, ne è il precursore.
VOLER SAPERE: IL MOTORE DELLA MOTIVAZIONE: quali sono le operazioni mentali alla base della curiosità? la consapevolezza del divario tra ciò che conosco e ciò che potrei conoscere: zona di apprendimento potenziale. La curiosità è un regolatore dinamico dell’apprendimento: stimoli devono essere di complessità intermedia (Goldilocks effect): -se un dato è già noto oppure se è troppo difficile: diminuisce , -se ritengo che quella informazione mi possa servire ed è a me accessibile: aumenta.
La sua funzione: Confronta le nostre predizioni con la realtà e corregge/perfeziona i nostri modelli del mondo.
Bisognerebbe imparare a sbagliare di buon umore. Pensare vuole dire passare da un errore all’altro. Sbagliare aiuta l’apprendimento a due condizioni: -che si riconosca l’errore -che si riceva un feed back preciso e adeguato. LA SORPRESA: IL MOTORE DELL’APPRENDIMENTO : impariamo solo quando rileviamo un divario tra ciò che prediciamo e ciò che il riscontro della realtà ci dice. Continuo adattamento del pensiero (modello interno) a ciò che sperimento. Senza sorpresa c’è poca conoscenza. Ogni evento imprevisto induce un adeguamento dei modelli mentali del mondo. Lisa Feigenson
METTERSI ALLA PROVA PER IMPARARE MEGLIO: tramite la retrieval practice cioè prove/test regolari che controllano/verificano i progressi e gli errori delle proprie conoscenze. I test non devono essere considerati solo una valutazione di apprendimenti acquisiti in alti momenti, ma sono essi stessi momenti di apprendimento. Applicazione: testarsi (anche da soli) a intervalli regolari è meglio che soltanto studiare. UNA REGOLA D’ORO: DISTRIBUIRE L’APPRENDIMENTO: meglio a intervalli di 24 ore…ma dipende da quanto desidero conservare in memoria quel dato. Libri organizzati per capitoli (ok), ma test dedicati solo a singoli temi (non utile). Feddback è utile anche in caso di risposte corrette.
Automatizza e «fluidifica» ciò che abbiamo appreso, specialmente durante il sonno; consente di passare da una elaborazione lenta, cosciente, che richiede uno sforzo, a una veloce, inconsapevole, automatica. (es. suonare il violino, guidare l’auto, leggere…).