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Le note di una lezione tenuta da Prof.ssa Alessandra Papa sul concetto di 'Vita Activa' secondo Hannah Arendt. le tre dimensioni esistenziali dell'attività umana: il lavoro, l'operare e l'agire, e le distinzioni tra di esse. Viene discusso il ruolo di ogni attività nella condizione umana e come ognuna corrisponde a una delle condizioni di base della vita sulla terra.
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Vita activa (^) “ L’uso che io faccio dell’espressione vita activa presuppone che l’interesse relativo alle varie attività che la compongono non sia simile, e non sia inferiore o superiore, a quello centrale della vita contemplativa”. (^) Hannah Arendt, Vita activa. La condizione umana , primo capitolo p.
Schema su “VITA ACTIVA” Vita activa Non è subordinata alla vita contemplativa Il pensiero necessita di tradursi in azione. L’azione necessita dell’attività del pensare. È data dall’insieme di tre attività umane e dunque di tre dimensioni esistenziali Labor/Work/Action
Labor/Work/Action
Labor/Work/Action
Labor (lavoro) (^) Il lavoro si riferisce alla dimensione naturale e biologicamente necessitata dell'esistenza umana , L'attività lavorativa è perciò comandata dalla necessità. Cosicché per Arendt l’operaio è l'equivalente dello “slave”. (^) Il lavoro è caratterizzato da una assoluta mancanza di libertà. (^) Arendt sostiene che il lavoro come attività è contrario alla libertà, e quindi il misconoscimento di ciò che è tipicamente umano. (^) Non a caso il lavoro è alla base dell'istituzione della schiavitù tra gli antichi greci; i greci infatti escludevano la manodopera dalle condizioni della vita umana.
Labor (lavoro) (^) Il lavoro è una attività umana di fatto contraria alla libertà , e quindi nemica di ciò che è peculiarmente umano. (^) E – dice Arendt – lo sapevano molto bene gli antichi greci che posero proprio il lavoro alla base l'istituzione della schiavitù tra gli antichi greci. (^) Quando i greci volevano negare i diritti di un essere umano lo condannavano a lavorare forzatamente escludendo la manodopera dalle condizioni della vita umana in senso autentico.
Labor (lavoro) (^) Tra l’altro Arendt riprendendo la distinzione aristotelica tra oikos (il regno privato della famiglia ) e polis (la sfera pubblica della comunità politica), sostiene che le questioni del lavoro, dell'economia e simili appartengono propriamente alla sfera privata e non già alla seconda. (^) Il che per Arendt comporta che le preoccupazioni private rispetto all’ oikos, devastano la sfera pubblica. (^) Preoccuparsi di sé e dei propri esclusivi bisogni ha per Arendt l'effetto di distruggere il politico subordinando la sfera pubblica della libertà umana a preoccupazioni e necessità meramente animali.
Labor, Work, Action (^) Marx tuttavia – secondo Arendt - non sbagliava a condannare il capitalismo. In questo per Arendt era stato lucido e lungimirante. (^) La priorità assegnata agli aspetti economici dell’esistenza umana, hanno infatti condotto alla nascita del capitalismo. Capitalismo che, secondo Arendt, ha indebolito le libertà di tutti ed eclissato le possibilità di una significativa azione politica e il perseguimento di fini superiori tra cui, anzitutto, la corretta partecipazione alla vita pubblica la preoccupazione e la cura per il mondo. (^) Politica prendersi cura del mondo con amore.
Work (operare) (^) L’uomo in questa dimensione è homo faber; ossia è il costruttore di muri, di barriere (sia fisiche che culturali) che dividono il regno umano da quello della natura , ma che proprio a fronte di ciò forniscono un contesto stabile (un "mondo comune”). La condizione umana che gli corrisponde è quella dell’ essere-nel-mondo. (^) Rappresentati dell’homo faber e della sua attività fabbrile sono il costruttore, l'architetto, l'artigiano, l'artista e il legislatore, in quanto creano il mondo pubblico - sia fisicamente che istituzionalmente- uno spazio costruito, edificato anche giuridicamente del resto le leggi sono “oggetti” che l’uomo costruisce per garantirsi la propria sopravvivenza nello spazio pubblico.
Labor, Work, Action (^) Il mondo comune delle istituzioni e degli spazi che l’uomo crea con il suo operare. cosicché l’essere umano costruisce degli spazi in cui la vita umana possa svolgersi. (^) Sostanzialmente è con il work e non con il labor che l’essere umano attrezza l’agorà in cui i cittadini possono vivere insieme come membri del mondo comune. (^) Quindi il work ha una più alta dignità rispetto al labor per Arendt. (^) E’ una precondizione indispensabile affinché si realizzi la ACTION.
Labor e Work a confronto (^) Tuttavia la differenza sostanziale tra labor e work, è che il labor si occupa di soddisfare vita esigenze individuali e così resta essenzialmente un affare privato, mentre il lavoro è una attività intrinsecamente pubblica. (^) Quindi l’operare crea un mondo oggettivo e comune che, comunque sia, sta fra gli esseri umani e li unisce in qualche modo. Per quanto la solitudine sia sempre in agguato anche in questa seconda è più alta attività: perché l’uomo può costruire i suoi oggetti da solo. (^) Cosicché anche l’operare non è per Arendt una attività umana in senso autentico, che possa corrispondere alla politica; per quanto le invenzioni umane siano comunque i presupposti per l'esistenza di una comunità politica.
Labor, Work, Action (^) Il mondo degli oggetti non può fornire un mondo comune nel senso più vero del termine entro il quale gli esseri umani possano perseguire i loro fini superiori. (^) La materialità mina pur sempre le relazioni umane. (^) Le relazioni umane, quelle autentiche,- cioè politiche dove politico per Arendt vuol dire prendersi cura degli altri – si costruiscono solo là dove non ci sono oggetti, o materiali. (^) Purtroppo però nella modernità sta accadendo che l’animal laborans stia prevalendo persino sull’homo faber stesso.