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Piccolo ripasso fatto da me dei 1000 anni del medioevo, per chi deve sostenere l'esame di storia medievale nel dipartimento "storia antropologia e religioni"
Typology: Study notes
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Il Medioevo è una delle quattro grandi età storiche (antica, medievale, moderna e contemporanea) in cui viene tradizionalmente suddivisa la storia dell'Europa nella storiografia moderna. Comprende il periodo dal V secolo al XV secolo. Segue la Caduta dell'Impero romano d'Occidente nel 476 d.C. e precede l'Età moderna. Il termine "Medioevo" compare per la prima volta nel XV secolo in latino e riflette l'opinione dei contemporanei, per cui tale periodo avrebbe rappresentato una deviazione dalla cultura classica, in opposizione al Rinascimento.Questo termine fu usato in senso di periodo storico per la prima volta nell'opera Historiarum ab inclinatione romanorum imperii decades, dell'umanista Flavio Biondo, scritta verso il 1450 e pubblicata nel 1483, l'epoca è come una lunga parentesi storica, caratterizzata da una stasi culturale che si colloca tra la grandezza dell'età classica e la rinascita umanistico-rinascimentale della civiltà che a essa si ispira. Questa visione completamente negativa del Medioevo è stata successivamente superata (anche se ad oggi rimangono, comunque, diverse interpretazioni in tal senso).Il Medioevo è una trasformazione dell'età classica; nel Medioevo, si perde in parte, l'uso della prospettiva e, non si riesce a comporre un'opera all'altezza dell'età classica.
Date di inizio(del Medioevo)
George Horn di professore di storia dell'università di Leida, propose una nuova periodizzazione, fissò i termini cronologici dell'età di mezzo tra la caduta dell'impero romano nel 476 e la conquista di Costantinopoli da parte di turchi nel 1453. La scansione della storia universale in tre epoche, antica, medievale e recente, ricorre anche nelle opere di altri dotti. Essa venne consacrata nell'uso accademico da Keller, professore nell'università di Halle. L'opera di Keller aveva il pregio di fare riferimento, ad una divisione della storia, in 3 parti(l'età antica,l'età di mezzo e quella contemporanea), questo fù molto importante perchè era la prima volta. che qualcuno suddivideva la storia, in più parti; Keller anticipò la data di inizio del Medioevo con il periodo dell'era Costantiniana; mentre Flavio Biondo, ritenne che il medioevo iniziasse nel 412, e finisse, nel 1442.
Il passaggio al Medioevo è un processo storico-sociale, e in quanto tale continuo e con caratteristiche non sempre individuabili in dettaglio, pertanto i pareri sull'inizio e sulla fine del Medioevo sono discordanti:
-la data convenzionalmente più usata è il 476, cioè l'anno che vide la deposizione dell'ultimo imperatore romano (Romolo Augusto) con la conseguente fine dell'Impero romano d'Occidente; è altresì utilizzata la data del 410, anno del Sacco di Roma ad opera di Alarico o, più genericamente, si fa riferimento alla fine della tarda antichità (seconda metà del VI secolo).
-alcuni storici danno come inizio del Medioevo la fine dell'unità cristiana d'Europa, cioè l'arrivo degli Arabi e la loro conquista (VII secolo).
-altri danno come inizio la calata dei Longobardi e l'effettiva fine dei domini imperiali in occidente (nel 568).
-altri danno come inizio del medioevo la morte dell'Imperatore d'Oriente Eraclio, nel
-altri ancora indicano la data dell'incoronazione di Carlo Magno, avvenuta nell'800.
-alcuni studiosi britannici fissano l'inizio del Medioevo nell'anno Mille, visto che intorno a tale data la società europea di espressione latina cominciò a dare segni di rinascita in tutti i campi, e designano l'epoca che va dalla fine dell'Impero romano d'occidente all'anno Mille come "secoli bui" o "età barbarica"; tale data però è più spesso usata convenzionalmente per separare l'Alto Medioevo dal Basso Medioevo.
Medioevo Bizantino=si ritiene la caduta di Costantinopoli(nel 1453), l'inizio del medioevo
Date di fine(del Medioevo)
La conclusione dell'età medievale ha date diverse da paese a paese, corrispondenti alla nascita delle rispettive monarchie nazionali e al periodo rinascimentale. Le più comunemente utilizzate sono:
-il 1348, coincide con la massima espansione della Peste Nera
-il 1396, coincidente circa con l'avvento della lingua fiorentina come lingua nazionale, grazie alle opere letterarie degli autori: Dante, Petrarca e Boccaccio
-il 1453, anno che segna la fine della guerra dei cent'anni tra Inghilterra e Francia (Battaglia di Castillon), la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani e la comparsa del primo libro a stampa, cioè la Bibbia di Gutenberg; la caduta di Costantinopoli avrebbe portato la società europea a cercare nuove vie per l'oriente, visto che il Bosforo e il levante erano sotto dominio turco.
-il 1492, coincidente con la conquista del Sultanato di Granada, ultimo baluardo islamico in Spagna e la scoperta delle Americhe da parte del genovese Cristoforo Colombo;
-il 1517, anno in cui Martin Lutero diede avvio alla Riforma protestante.
-Il 1543, con la pubblicazione della teoria eliocentrica di Copernico, secondo l'impostazione storiografica scientifica.
-Secondo l'impostazione della storiografia marxista (ma condivisa anche da alcuni storici non marxisti), il Medioevo si concluderebbe con la fine del feudalesimo e l'avvento dell'industrializzazione nel XVIII secolo.
Suddivisioni
Una suddivisione comunemente utilizzata del Medioevo è tra:
-"Alto Medioevo" (detto anche "secoli bui"), che va dal V al X secolo ed è caratterizzato da condizioni economiche disagiate e da continue invasioni da parte di Slavi, Arabi, Normanni e Magiari;
Diocleziano
Nato in una famiglia di umili origini, della provincia romana della Dalmazia, Diocle (questo il suo nome originario) scalò i ranghi dell'esercito romano, fino a divenire comandante di cavalleria sotto l'imperatore Marco Aurelio Caro (282–283). Dopo la morte di Caro, e di suo figlio Numeriano, fu acclamato imperatore dalle legioni (in questa occasione mutò il proprio nome in Diocleziano) in opposizione al figlio maggiore di Caro, Marco Aurelio Carino, che era stato nominato imperatore dal padre; i due si scontrarono nella battaglia del fiume Margus, in cui Carino perse il potere e la vita (285).Con l'avvento di Diocleziano ebbe fine il periodo noto come crisi del terzo secolo, caratterizzato dal punto di vista politico da una fase di torbidi interni (anarchia militare), protrattasi per quasi un cinquantennio e che vide succedersi un elevato numero di imperatori la cui ascesa e permanenza al potere dipese esclusivamente dalla volontà dell'esercito.Per porre fine a questa instabilità divenuta ormai pericolosa per la sopravvivenza dell'impero mise in atto una serie di profonde riforme politiche e amministrative, tra cui risalta sotto quest'ultimo aspetto la condivisione dell'impero tra più colleghi. A tal fine nel 285 scelse come collega in qualità di co-imperatore il commilitone Massimiano, conferendogli per l'appunto il titolo di Augusto e assegnandogli la metà occidentale dell'Impero (riservando per sé quella orientale). Il 1º marzo 293 completò l'architettura istituzionale associando ai due Augusti due Cesari (una sorta di vice-imperatori) nelle persone di Galerio e Costanzo, dando così vita alla cosiddetta «tetrarchia», il «governo dei quattro»: ciascun Augusto avrebbe governato su metà dell'impero coadiuvato dal proprio Cesare, al quale avrebbe delegato il governo di metà del proprio territorio e che gli sarebbe succeduto (come nuovo Augusto) dopo venti anni di governo, nominando a sua volta un nuovo Cesare.
Separò l'amministrazione civile da quella militare rafforzandole entrambe e riorganizzò la suddivisione amministrativa dello Stato aumentandone il numero delle province a seguito del frazionamento di quelle esistenti rivelatesi troppo estese e giudicate, quindi di difficile gestione. Ogni provincia era guidata da un governatore, ogni diocesi da un vicario, ogni prefettura dal prefetto.Il più stretto collaboratore dell'Augusto era il prefetto del pretorio.Separazione del potere civile da quello militare(i governatori si occupavano dell'amministrazione delle provincie, i duces della loro difesa).
Eresse a nuovi centri amministrativi le città di Nicomedia, Mediolanum, Sirmio e Treviri, ritenendoli a causa della loro vicinanza alle turbolente frontiere dell'impero, luoghi più idonei da cui coordinarne le difese rispetto all'antica capitale Roma.La crescita dell'apparato amministrativo conseguente alla riorganizzazione delle province, l'aumento degli effettivi dell'esercito dovuto al costante stato di guerra e alla necessità di mantenere sicuri i confini e infine l'ambizioso programma edilizio richiesero una radicale riforma del sistema di tassazione volta a garantire la copertura delle ingenti spese che la costosa politica dioclezianea comportava. Pertanto a partire dal 297, grazie anche ad un censimento generale, l'imposizione fiscale venne fondamentalmente incentrata sul pagamento per individuo e per lotto di terra(per natura).Tuttavia non tutte le riforme di Diocleziano ebbero gli effetti sperati e alcune di esse fallirono mentre l'imperatore era ancora al potere come l'Editto sui prezzi massimi(editto dei prezzi, calmiere), nel 301, il cui scopo era di controllare l'inflazione (dovuta alla svalutazione monetaria) tramite l'introduzione di prezzi calmierati, che fu invece contro-produttivo e rapidamente dimenticato.Diocleziano, inoltre, attuò tra il 303, e il 311 una persecuzione che risultò la più violenta che sia mai stata attuata contro i cristiani; le comunità cristiane, erano molto forti, tanto che si narra che eressero una chiesa, davanti al palazzo imperiale di Nicomedia(città scelta da Diocleziano come capitale dell'impero romano d'oriente).Diocleziano venerava Mitra,
definitivamente nella battaglia di Ponte Milvio nel 312.. Con la morte di Massenzio, tutta l'Italia passò sotto il controllo di Costantino.(Durante questa campagna sarebbe avvenuta la celebre e leggendaria apparizione della croce sovrastata dalla scritta In hoc signo vinces che avrebbe avvicinato Costantino al cristianesimo.).L'anno seguente, nel 313, Massimino Daia veniva sconfitto da Licinio e si dava la morte. Entrando in Nicomedia Licinio emanò un rescritto (impropriamente detto editto di Milano o editto di Costantino dal luogo dove era stato concordato con Costantino), con cui a nome di entrambi gli augusti rimasti veniva riconosciuta anche in Oriente(in Oriente perchè già Galerio nel 311 aveva messo fine alle persecuzioni in Occidente) la libertà di culto per tutte le religioni, ponendo fine ufficialmente alle persecuzioni contro i cristiani, l'ultima delle quali, cominciata da Diocleziano; in quel periodo la capitale d'Occidente era Milano, nella prosecuzione il rescritto ordinava l'immediata restituzione ai cristiani di tutti i luoghi di culto e di ogni altra proprietà delle chiese, e ricompensava chi avrebbe restituito questi beni ai cristiani.Costantino e Licinio, entrarono una prima volta in conflitto nel 314 (in seguito alla riappacificazione l'Illirico passò a Costantino) e di nuovo nel 323. In seguito alla sconfitta di Licinio, che si arrese dopo le battaglie di Adrianopoli e di Crisopoli; nel 324 e venne successivamente ucciso (da Costantino) , e Costantino rimase l'unico augusto al potere. Con la legalizzazione del cristianesimo, ci furono conversioni di massa, da parte di chi magari prima temeva di essere perseguitato convertendosi, i principi del cristianesimo quindi, vennero travisati da molte persone, anche grazie ad un certo prete di nome Ario, la corrente teologica cristiana sorta attorno alle sue dottrine religiose fu condannata come eretica nel primo Concilio di Nicea, e venne in seguito indicata con il nome di arianesimo. Si diffuse prevalentemente tra i popoli germanici; Ario non negava la divinità di Cristo, ma subordinava il Figlio al Padre, negandone la "consustanzialità" che venne poi formulata nel concilio di Nicea (325) con l'approvazione della formula del credo niceno- costantinopolitano. Secondo la sua dottrina, dunque, Gesù era un dio minore; manteneva la sua natura divina, ma era gerarchicamente inferiore a Dio Padre, dunque non identificabile con Dio Padre stesso.
Il concilio di Nicea, tenutosi nel , è stato il primo concilio ecumenico(una riunione solenne di tutti i vescovi della cristianità per definire argomenti controversi di fede o indicare orientamenti generali di morale) del mondo cristiano.Il concilio fu convocato e presieduto dall'imperatore Costantino I(il quale invitò come ospite d'onore il vescovo di roma Silvestro I), che intendeva ristabilire la pace religiosa e raggiungere l'unità dogmatica, minata da varie dispute, in particolare sull'arianesimo; il suo intento era anche politico, dal momento che se tali dispute non fossero state risolte avrebbero dato un ulteriore impulso centrifugo all'impero, in una fase in cui esso si trovava sulla via della disgregazione. Con queste premesse, il concilio ebbe inizio il 20 maggio del
rappresentante imperiale Osio di Cordova, e poi dai rappresentanti del papa.Al concilio erano presenti anche, Ario e Eusebio di Nicomedia.Nonostante la condanna dell'arianesimo(cessato di esistere solo nel 698 dopo la conversione al cattolicesimo dei Longobardi), Costantino non fece mai osservare con rigore le disposizioni conciliari e consentì così la rapida diffusione dell'eresia tra le popolazioni straniere.Continuò in ogni caso a proteggere i cristiani permettendo al clero di raggiungere un ruolo di primo piano nel sistema di governo imperiale.
Costantino cercò di ovviare alla scarsità di oro sequestrando le riserve auree dei templi pagani con le quali coniò il solidus aureus(nuova moneta).La nuova moneta d'oro fu usata solamente per il commercio all'ingrosso dei beni di lusso e per la finanza di alto livello, questo portò alla formazione di classi sociali molto distinte tra loro, perchè non tutti potevano permettersi l'oro.Non ci fu alcuna riforma strutturale, e la svalutazione e l'inlfazione erano in crescita esponenzialmente.L'imperatore scelse di non impegnare risorse economiche per accrescere numericamente l'esercito.Istituì una solenne guardia personale riservata all'imperatore sottraendo centinaia di unità alla cavalleria.Riorganizzò i vertici militari istituendo una nuova figura di comandante in capo, il magister militum, incaricato di guidare le truppe in precedenza assegnate alla disponibilità dei prefetti del pretorio.
Costantino fu sempre molto tiepido verso la parte occidentale dell'impero, nonstante fosse stata l'area per la quale aveva rivendicato la successione al padre Costanzo.Lasciò al suo destino sia l'Italia, sia l'Europa romana preferendo concentrare la difesa sui confini orientali e abbandonando qualsiasi progetto di rinforzare le difese del limes renano.Costantino sposta la capitale politica dell'impero a Bisanzio dove si trasferisce egli stesso, e metà del senato, la quale subisce dei lavori immensi svolti dal 327 al 330, (vennero costruiti, la cancelleria, il palazzo imperiale, i circhi, il palazzo senatoriale, ecc..)dopo tutti questi lavori, Bisanzio, venne soprannominata Costantinopoli in onore dello stesso imperatore Costantino; l'imperatore, però, non si era affatto dimenticato di Roma, infatti in quest ultima, comincia la costruzione della basilica "Principe degli apostoli", sull'area di una contigua necropoli dove la tradizione vuole che san Pietro, il primo degli apostoli di Gesù, fosse stato sepolto dopo la sua crocifissione.
I Goti
Tutti i nomi con cui conosciamo le popolazioni barbare derivano da costruzioni più o meno leggendarie. Nessuno dei popoli che interagì con l’impero romano nel tardo antico ha lasciato traccia scritta del proprio etnonimo.Il termine «Goti» deriva, secondo una fonte del VI secolo, dalla deformazione di «Geti», ossia la popolazione che abitava la Tracia preromana. E l’identificazione Geti-Goti ha un senso alla luce delle vicende del tardo IV secolo.Secondo Tacito, invece, i «Gothones» abitavano la Polonia. I ritrovamenti archeologici e le fonti della metà del III secolo attestano la presenza dei Goti nell’attuale Ucraina.
Il regno gotico in Dacia ( Gutthiuda ), 271-
Negli ultimi decenni del IV secolo:
-le tribù che abitavano le pianure tra il Don e il Danubio erano denominati Visigoti (= Goti dell’ovest).Questi ultimi erano foederati dei Romani con i quali, dopo molti decenni di lotte e battaglie, avevano stipulato un trattato di alleanza.
Nel 370 entrambi i gruppi dei Goti sono minacciati dagli Unni provenienti dalle steppe più lontane dell’Asia(si trasferiscono per ragioni climatiche e allaricerca di terre fertili) e decisi ad avvicinarsi verso occidente.Gli Unni, che vivevano lungo il Mar Caspio attorno al 200, e inoltre nel 214, nella "Storia dell'Armenia" vengono indicati gli Hunni come vicini dei Sarmati e descrive come catturarono la città di Balk in un periodo tra il 194 e il 214. La Cina visse un secolo di pace, interrotto quindi dagli Unni che tentarono di ristabilire la loro presenza nella Cina occidentale. Ad ovest, i Romani invitarono gli Unni ad ovest dell'Ucraina, alla colonizzazione della Pannonia nel 361 e 372, sotto il governo del loro capo Balimir, così che essi sconfissero gli Alani. Ad est invece, all'inizio del V secolo, rimane l'ultima dinastia degli Unni nella Cina orientale. Da qui in poi, decifrare la storia degli Unni e dei loro successori diventa più semplice per via degli eventi relativamente bene documentati da fonti bizantine, armene, iraniane, indiane e cinesi. Fino al VI secolo è sopravvissuto un principato unno in Asia centrale. Gli Unni, originari dell'Asia centrale, arrivarono in Europa alla fine del IV secolo-inizi del V secolo, scacciati dalla Cina. La calata delle orde nomadi degli Unni sulle pianure dell'Ucraina e della Bielorussia avvenne tra il 374 ed il 376 sotto il Re Octar e si concretizzò come il classico "Effetto domino": vennero travolti dapprima Sarmati, Alani, Ostrogoti, Sciri, Rugi e, quindi, Visigoti, Eruli, Gepidi, Burgundi, Franchi, Svevi, Vandali ed Alamanni.
Nel 370-375 gli Unni devastano gli accampamenti degli Ostrogoti (i primi che incontrano) e, una volta sottomessi, si preparano ad attaccare i Visigoti.Nel 375 questi ultimi, come foederati dei Romani, chiedono all’imperatore Valente, di poter attraversare il confine del Danubio ed entrare all’interno dei confini dell’impero. È la prima volta che un popolo al completo oltrepassa pacificamente il limes. I Visigoti vengono insediati nella Tracia con l’incarico di difenderla in cambio della possibilità di
risiedervi. La diocesi in cui furono insediati i Visigoti era il territorio che comprendeva
la capitale Costantinopoli, quindi il centro politico dell’impero d’Oriente. La motivazione era ovviamente duplice: tenere sotto controllo i nuovi arrivati e avere truppe fresche per difendere, in caso di bisogno, la stessa Costantinopoli.La popolazione locale non tollerava però i Visigoti che, dal canto loro, non ricevettero alcun mezzo di sussistenza. In tre anni i rapporti con i Romani erano completamente compromessi.
L’insediamento in Tracia
primato in materia di teologia. Nel 381 Graziano spostò la capitale da Treviri a Milano.Graziano dietro l'influenza di Ambrogio, vescovo di Milano, ordinò la rimozione della statua e dell'altare della Vittoria dalla curia senatoria nel 382. Questa misura fu immediatamente attuata, e non fu revocata nonostante le dignitose ma appassionate richieste del Senato romano e dei patrizi pagani in nome della libertà di culto e della millenaria tradizione. Sempre spinto da Ambrogio, Graziano ordinò anche la confisca dei beni appartenenti a tutti i culti pagani con la soppressione dei collegi sacerdotali pagani stessi (382). Questa seconda misura di enorme portata fu poi attuata in gran parte dai suoi successori Valentiniano II in Occidente e Teodosio in Oriente. Graziano fu anche il primo imperatore a rifiutare la carica di pontefice massimo, che iniziò ad essere usata dai papi.
Nel 383 Magno Massimo venne proclamato imperatore dalle legioni di Britannia; sbarcato in Gallia, sconfisse Graziano, conquistando buona parte di questa provincia. Graziano, impopolare tra le truppe, che passarono dalla parte di Magno Massimo, si recò nella Gallia meridionale, ma fu assassinato dal magister equitum Andragazio. Nel 387 Magno Massimo, attraversò le Alpi arrivando a minacciare Milano. L'imperatore Valentiniano II e la madre cercarono rifugio in oriente alla corte di Teodosio I(Nel 388 si stabilì a Milano), che ottenne in sposa Galla, sorella di Valentiniano II. L'anno seguente Magno Massimo venne sconfitto da Teodosio quando era ormai sul punto di conquistare l'Italia. Dopo la caduta dell'usurpatore, Teodosio restaurò sul trono d'occidente Valentiniano II, che nel frattempo, sotto l'influenza dell'augusto d'oriente, aveva lasciato l'arianesimo e aveva aderito alla fede nicena. Valentiniano II si ritrovò allora imperatore di tutto l'occidente, almeno nominalmente, in quanto era in realtà sotto la tutela del magister equitum Arbogaste, essendo nel frattempo morta la madre. I rapporti tra l'imperatore ed il suo tutore furono tesi. Nel giugno del 390 la popolazione di Tessalonica si ribellò e impiccò il magister militum dell'Illirico, reo di non aver permesso i giochi annuali. Teodosio ordinò una rappresaglia; venne organizzata una gara di bighe nel grande circo della città a pochi giorni dai fatti, e, chiusi gli accessi, vennero trucidate circa 7000 persone. Giunta la notizia a Milano, Ambrogio, vescovo di Milano, scrisse a Teodosio una lettera sdegnata e lo indusse, anche grazie alla considerazione che aveva presso di lui, a pentirsi e a richiedere pubblicamente perdono che venne infine concesso dal vescovo. Secondo alcuni storici fu proprio l'influenza del vescovo Ambrogio a indurre un inasprimento della politica religiosa di Teodosio nei confronti del paganesimo.Sempre nel 390 Teodosio I fece trasportare dall'Egitto a Costantinopoli l'obelisco del faraone Tutmosi III; per questo è ritenuto anche un mecenate delle arti (ovvero un ricco e generoso protettore di artisti e arti o chi finanzia lo sviluppo delle arti).
Nel 392 Valentiniano II morì, in circostanze misteriose: il suo corpo venne trovato impiccato ad un albero. Arbogaste spedì il corpo di Valentiniano II a Milano e Teodosio I scrisse ad Ambrogio, vescovo di Milano, di organizzare il funerale.Teodosio I rimase signore di tutto l'impero. Arbogaste, che da più parti era ritenuto coinvolto nella morte di Valentiniano II, fece nominare augustus dalle legioni di Gallia l'usurpatore Flavio Eugenio, con l'appoggio del Senato di Roma, che vide in lui la possibilità di opporsi al crescente potere della
chiesa cattolica. Teodosio I sconfisse in Slovenia Eugenio e il suo magister equitum , il barbaro Arbogaste nella battaglia del Frigido del 394. La guerra va intesa sia come uno degli ultimi scontri tra i gruppi vicini al paganesimo(in minoranza ma influenti) e il cristianesimo ormai unica religione per decreto imperiale e sia come il conflitto tra l’esercito fortemente barbarizzato e l’autorità imperiale ancora molto potente nella pars Orientis .Teodosio I aveva deciso di dividere istituzionalmente e territorialmente l’impero ancora prima di sconfiggere Eugenio. Per tale ragione aveva condotto in Italia il suo secondogenito Onorio e la figlia di secondo letto Galla Placidia
affidandoli alla tutela del generale barbaro Stilicone, magister militum e parente di Teodosio I in quanto marito della nipote Serena.Nel 395 Teodosio I morì, lasciando il generale Stilicone come protettore dei figli Arcadio e Onorio.In realtà a fungere da protettore di Arcadio fu, fino al momento della sua morte, il Prefetto del Pretorio d'Oriente Flavio Rufino, sostituito successivamente da Eutropio.Si tennero i solenni funerali di Teodosio I celebrati da Ambrogio. Le esequie(Gli estremi onori
resi a un defunto) si svolsero seguendo per la prima volta il rito cristiano. Teodosio morì confermando la sua
volontà. Al diciottenne Arcadio lasciò la parte orientale, all’undicenne Onorio la parte occidentale.
Con la decisione presa da Teodosio, dell’impero romano rimangono due diverse istituzioni, autonome, indipendenti l’una dall’altra e destinate a seguire due diverse strade evolutive.
Arcadio, Onorio, Stilicone e Alarico
libri sibillini, le cui profezie cominciavano a essere utilizzate per attaccare il suo governo.Alla fine dell'anno 405, un ostrogoto di nome Radagaiso oltrepassò le Alpi al comando di un imponente esercito costituito soprattutto da Ostrogoti (anche se alcune fonti, sostengono che l'esercito di Radagaiso fosse multietnico) ed entrò in Italia. Stilicone decretò una serie di misure d'urgenza per poter affrontare i barbari, permettendo persino agli schiavi (normalmente esentati dal servizio militare) di arruolarsi promettendo loro in cambio la libertà oltre a un premio in denaro. La battaglia decisiva ebbe luogo a Fiesole nel 406, nella quale l'armata romana riuscì ad avere la meglio sul nemico; Radagaiso fu catturato e ucciso. Stilicone approfittò della vittoria per rinforzare il suo esercito costringendo parte dei soldati di Radagaiso a reclutarsi nell'esercito romano, mentre il resto dei barbari superstiti vennero venduti in schiavitù; Stilicone venne di nuovo celebrato come salvatore di Roma. Nella fine del 406, inviò Alarico in Epiro, stringendo con lui un'alleanza contro l'Impero d'Oriente: l'intenzione di Stilicone era farsi consegnare da Arcadio l'Illirico orientale. Per proteggere l’Italia, Stilicone aveva dovuto sguarnire la frontiera renana consentendo l’attraversamento del limes a molte altre popolazioni; e nel 406, gruppi di Vandali,Franchi, Alani, Suebi e Burgundi(questi popoli si mossero in Hispania nel 409), attraversarono il Reno gelato. In seguito si espansero in tutta la Gallia, saccheggiandola e devastandola. L'invasione, secondo la tradizione storica, causò immani massacri.
Nel frattempo, già negli ultimi mesi del 406, la Britannia, rimasta indifesa contro le incursioni di Pitti, Scoti e Sassoni, e si rivoltò al governo centrale, sotto la guida dell'usurpatore Costantino III, il quale nel 407 decise di sbarcare con la sua armata in Gallia con il pretesto di difenderla dagli invasori del Reno che la stavano devastando.Sbarcato, riuscì in breve tempo a impadronirsi della Gallia, Britannia e in seguito anche dell'Hispania, privando Onorio di metà del suo impero. L'Imperatore legittimo restò in possesso delle sole diocesi dell'Italia, dell'Africa e della Pannonia. Stilicone non fu energico com'era stato con Radagaiso, e la Gallia restò abbandonata a barbari e usurpatori. Nel frattempo Stilicone da Ravenna stava ultimando i preparativi per raggiungere Alarico in Epiro per condurre una guerra civile contro l'Impero romano d'Oriente quando due notizie lo trattennero dal partire: si era sparsa la voce infondata della presunta morte di Alarico e inoltre Onorio da Roma gli aveva inviato lettere che lo informarono dell'usurpazione di Constantino III in Gallia.Stilicone, annullata dunque ufficialmente la spedizione illirica, inviò nel 407 un'armata sotto il comando del generale romano di origini gote Saro in Gallia per porre fine all'usurpazione di Constantino III, ma Saro fu sconfitto. Malgrado la vittoria, Costantino III si trovò stretto tra due fuochi: mentre in Italia le forze di Onorio si stavano riorganizzando, in Hispania scoppiava la rivolta dei membri della casata di Teodosio, fedeli al legittimo imperatore Onorio. Si prospettò dunque un attacco su due fronti, con contingenti italiani sotto il comando di Stilicone e Saro, e contingenti spagnoli guidati dai parenti di Onorio.Costantino III decise quindi di attaccare per primo, nell'estate del 408; malgrado i contrasti con Onorio, Costantino III cercò di stabilizzare la propria condizione cercando di farsi riconoscere da Onorio; a testimonianza di ciò, emise alcune monete (407-408) in cui venivano celebrati quattro augusti: Arcadio e Teodosio II(figlio di Arcadio) in Oriente e Onorio e Costantino III stesso in Occidente. Nel 408 Alarico occupò il Norico e premette sulle frontiere dell'Italia; da tale posizione di forza, esigette il versamento di 4.000 libbre d'oro non solo quale ricompensa "per i servizi
resi" all'Impero d'Occidente in Epiro, ma anche come rimborso spese per il viaggio dall'Epiro al Norico, e minacciando di invadere l'Italia nel caso questa richiesta non fosse stata soddisfatta.Stilicone portò la richiesta davanti al Senato sollecitando il versamento della somma richiesta quale ricompensa per aver servito gli interessi dell'Imperatore d'Occidente.Malgrado la viva opposizione, il Senato accordò il sussidio al fine di assicurare la pace in Italia e conservare l'alleanza con il re dei Visigoti. Nel 408, dopo la morte di Maria(figlia di Stilicone e moglie di Onorio), Stilicone, diede in sposa ad Onorio anche l'altra figlia Termanzia. Arcadio era più preoccupato di apparire come un pio cristiano che delle questioni politiche o militari, detenendo nominalmente il controllo dell'impero fino alla sua morte, avvenuta per malattia nel 408.Onorio, una volta incontrato Stilicone, ebbe con lui una discussione accesa: Onorio intendeva infatti andare a Costantinopoli per prendere tutela del giovane nipote Teodosio ma Stilicone lo convinse che, con Alarico e Costantino III in agguato e con i rapporti conflittuali con l'Oriente, la presenza dell'Imperatore in Italia in questi frangenti così delicati era necessaria e che sarebbe andato lui stesso a Costantinopoli, senza illudersi del successo della missione.Stilicone convinse inoltre Onorio a scrivere ad Alarico per informarlo della sua nuova missione al servizio dei Romani in Gallia.Stilicone intendeva infatti tenere impegnati i foederati Visigoti di Alarico in Gallia facendoli combattere insieme alle legioni romane contro l'usurpatore Costantino III.Le politiche di Stilicone furono:l’integrazione dei Barbari nell'esercito e nella società e, nel campo religioso, promozione del cristianesimo niceno e opposizione al paganesimo e alle eresie ariane e donatiste, attirandosi così l'ostilità delle élite romane(filo pagane); queste politiche attuate da Stilicone, vennero deformate dai tanti nemici che aveva presso la corte imperiale(tra cui i senatori, specialmente Olimpio) che complottarono contro di lui, influenzando l'imperatore con diverse voci: che aveva pianificato l'assassinio di Rufino, che stava brigando con Alarico, che aveva istigato gli invasori del Reno a invadere la Gallia nel 406 e soprattutto che intendeva recarsi a Costantinopoli con l'intenzione di deporre Teodosio e porre sul trono imperiale il figlio Eucherio; quindi nel 408 Stilicone fu condannato a morte, insieme a suo figlio, per tradimento, per ordine di Onorio, Stilicone avrebbe facilmente potuto evitare l'arresto e sollevare le truppe a lui fedeli che lo accompagnavano e che aspettavano solo un cenno per intervenire, ma non lo fece per timore delle conseguenze di questa azione avrebbe avuto sul destino del traballante impero occidentale.
La morte di Stilicone fu interpretata come una violazione dei patti di non aggressione da parte di Alarico che iniziò la discesa in Italia alla volta di Roma.Nel 409, Costantino III e Onorio si trovarono ad affrontare difficoltà simili: Onorio fu abbandonato da Saro e dai suoi uomini, rimanendo a Ravenna senza contingenti militari, mentre i Visigoti di Alarico I si muovevano indisturbati in Etruria; Costantino si trovò a dover fronteggiare anche una rivolta in Britannia. L'usurpatore scrisse allora una lettera ad Onorio, in cui chiedeva perdono e prometteva aiuto contro i Visigoti: Onorio accettò molto volentieri la proposta, riconobbe l'usurpatore co-imperatore e lo associò al consolato per l'anno 409.I i barbari che erano penetrati attraverso la frontiera renana e avevano saccheggiato la Gallia giunsero ai Pirenei, dove travolsero le guarnigioni di Costantino, entrando in Hispania.Costantino III venne a sapere che Geronzio aveva risolto la situazione, ma che si era ribellato e aveva elevato un suo uomo (forse suo figlio), Massimo, al rango di imperatore. Per circa due anni Alarico fu accampato alle porte di Roma; Nel 409 Alarico, col sostegno del Senato romano, aveva messo sul trono un uomo a lui più congeniale, Prisco Attalo.Onorio negoziò con Alarico, ottenendo che questi deponesse Attalo; i negoziati, tuttavia, a causa del tradimento dell'imperatore
Intanto Geronzio e i suoi alleati barbari attaccarono Costantino nel 410.Nel 411 il generale romano Costanzo III, sconfisse in successione Geronzio e Massimo e poi Costantino. La situazione in Gallia non era però ancora stabilizzata, e da lì giunse un altro pericolo per il potere di Onorio: subito dopo che le truppe di Costanzo III erano tornate in Italia, Giovino si ribellò nella Gallia settentrionale. Nel 412 i Visigoti di Ataulfo, abbandonata l'Italia, entrarono in Gallia, lo seguì anche Prisco Attalo.Una volta arrivato in Gallia, Ataulfo si unì all'usurpatore Giovino. Questi però considerava il re visigoto troppo pericoloso ed iniziò dunque a trattare con il generale Saro. Ataulfo ruppe dunque l'accordo con l'usurpatore gallico ed uccise Saro in uno scontro in campo aperto.Quando Giovino nominò il proprio fratello Sebastiano co-reggente, Ataulfo strinse un patto con Onorio: in cambio di rifornimenti, terre ed oro, gli avrebbe consegnato i due usurpatori(Giovino e Sebastiano), avrebbe difeso la Gallia centro meridionale dai Franchi, ed avrebbe liberato Galla Placidia; il re visigoto mantenne la parola: Giovino e Sebastiano vennero sconfitti in battaglia nel 413; In quello stesso anno Costanzo III sedò un'altra rivolta, quella di Eracliano in Africa.I rapporti fra Ataulfo e Onorio furono però rovinati dal mancato invio da parte dell'Imperatore di adeguati rifornimenti.Il re visigoto, in risposta, non liberò Galla Placidia ed anzi attaccò prima Marsiglia (che gli resistette) e poi occupò Narbona (che divenne la sua sede), Tolosa e Bordeaux.Nel 414 Costanzo III attaccò Ataulfo, che rimise sul trono nuovamente Prisco
Attalo, e sposò Galla Placidia. La tattica di Costanzo III di impedire ai Visigoti di ricevere i rifornimenti ebbe i suoi frutti: i Goti soffrirono la fame, Costanzo III forzò Ataulfo a ripiegare in Hispania, qui Galla Placidia diede alla luce il figlio Teodosio, che però morì poco tempo dopo, escludendo così ogni possibilità di un erede di sangue misto romano-visigoto, e Attalo, avendo perso il sostegno dei Visigoti fu catturato e deposto.Ataulfo fu assassinato e gli successe al trono Vallia. Vallia accettò di firmare un trattato di pace con i Romani: Galla Placidia sarebbe stata restituita a Roma, e i Visigoti, in cambio di grano e del territorio dell'Aquitania, si impegnavano a combattere in nome dei Romani i Vandali, gli Alani e i Suebi in Hispania.Per rinforzarsi politicamente, Onorio si avvicinò a Costanzo III, il quale sposò Galla Placidia nel 417.I Goti, condotti da Vallia, annientarono i Vandali Silingi nella Betica e gli Alani in Lusitania e Cartaginense, riconsegnando le province conquistate all'Impero; in cambio, Costanzo premiò Vallia e i Visigoti permettendo loro di stanziarsi in qualità di foederati (alleati dell'Impero), in Aquitania, dove ottennero terre da coltivare (418). L'Aquitania sembra sia stata scelta come terra dove far insediare i Visigoti per la sua posizione strategica: infatti era vicina sia dalla Spagna, dove rimanevano da annientare i Vandali Asdingi e gli Svevi, sia dal Nord della Gallia, dove forse Costanzo intendeva impiegare i Visigoti per combattere i ribelli separatisti Bagaudi nell'Armorica.Per riallacciare i rapporti con i grandi proprietari terrieri gallici, alcuni dei quali, lasciati in balia dei Barbari, avevano preferito trasferire la loro alleanza dall'Impero ai barbari per scongiurare una possibile confisca dei loro terreni da parte dei nuovi padroni, Costanzo spinse Onorio a istituire un concilio delle sette province (della Gallia a sud della Loira), che si riuniva ogni anno ad Arelate.Quando Valia, nel 418, si accingeva ad attaccare i Vandali Asdingi ed i Suebi, Costanzo III, che temeva che i goti divenissero troppo potenti, lo richiamò in Gallia, assegnandogli altre terre, sempre in Aquitania.Egli stabilì la propria corte a Tolosa, che divenne così la capitale visigota per il resto del V secolo.