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La Morale e l'Identità Maschile nel Fascismo: L'Uomo Nuovo - Prof. Altieri, Essays (university) of Italian literature

Questa lezione esplora come il fascismo italiano ha influenzato la concezione di uomo e donna durante il ventennio di regime, con un focus particolare sull'idealizzazione del genere maschile. L'uomo nuovo doveva essere senza macchia, fisico e virile, promettendo continuità della specie e forza dello Stato totalitario. La morale italiana era basata su un senso permanente di guerra e eroismo, con una repressione più efficace verso quelli non allineati al modello. La disciplina e la scuola erano strumenti per modellare le personalità in obbedienza al fascismo.

Typology: Essays (university)

2021/2022

Uploaded on 12/26/2022

michelaltieri
michelaltieri 🇺🇸

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Lezione per Mary e Joe
IL FASCISMO E IL GENERE
Ogni movimento rivoluzionario punta alla rivoluzione antropologica
di un popolo ed anche il fascismo ha fatto altrettanto, ma non solo
negli aspetti pubblici."!
Nel ventennio di regime fascista l’Italia ha partecipato attivamente
alla creazione di un nuovo ideale di uomo e di donna, e la vita
privata di ognuno è stata severamente esaminata."#
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Lezione per Mary e Joe

IL FASCISMO E IL GENERE

Ogni movimento rivoluzionario punta alla rivoluzione antropologica di un popolo ed anche il fascismo ha fatto altrettanto , ma non solo negli aspetti pubblici. Nel v entennio di regime fascista l’Italia ha partecipato attivamente alla creazione di un nuovo ideale di uomo e di donna, e la vita privata di ognuno è stata severamente esaminata.

L’UOMO

I nuovi uomini-guerrieri dell'Italia per Mussolini devono essere senza macchia , ed hanno tre valori sostanziali: Dio, la patria e la famiglia. Durante il regime fascista, l'uomo era rappresentato come un atleta con la necessità di trasmettere alle donne la sua grande autorità. Questo era “l’uomo nuovo” e il regime voleva che ogni italiano passasse attraverso una sorta di militarizzazione per diventare un uomo “più forte” agli occhi dell’Europa e del mondo. La virilità di un uomo si esaltava in quel periodo attraverso la giovinezza e la fisicità. Questo uomo nuovo deve promettere la continuità della specie e deve esprimere la forza dello Stato totalitario. Anche il Duce

spesso anche trovando nell'omosessuale per esempio un nemico politico. Il cosiddetto “vero uomo” fascista vive con un senso di guerra permanente, in cui il coraggio e l’eroismo sono fondamentali: era inimmaginabile infatti fare un impero potente senza essere certi dentro l’animo di essere perfetti. In un certo senso era come se si dovesse cancellare l'educazione precedente degli italiani e ricominciare a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, e quindi inaugurare una nuova razza di guerrieri conquistatori, forti e autoritari ma anche così sicuri di essere superiori da far inginocchiare gli altri paesi. La nuova morale vuole ricreare dopo secoli lo spirito guerriero dell'antica Roma che si è perso. L'Italia doveva dimostrare di essere una grande forza militare agli occhi dell'Europa, doveva dimostrare di essere forte agli occhi di tutti. Ed è per questo che

l’uomo è chiamato in causa: il genere maschile deve e può solo essere vittorioso, virile. Si intende giustificare l'imperialismo italiano in quanto continuazione dell'imperialismo Dell'antica Roma, e vede questo come atto di pace, di unione e di ordine. Il carattere nazionale dell'italiano era come plasmato da un processo molto faticoso in cui improvvisamente era vietato avere dei sentimenti di fragilità. Per esempio, l’amore per la propria madre e i valori della famiglia cristiana dove l’uomo è buono e generoso dovevano trasformarsi in rigida devozione patriottica e aridi atteggiamenti militareschi in cui non esiste pietà.